Un altro piemontese
Inviato: giovedì 28 marzo 2013, 13:35
Buon giorno a tutti.
Da molto tempo vi seguo dal "buco della serratura", e dopo aver imparato qui quasi tutto quello che so, trovando quasi sempre risposta ai miei interrogativi e consigli per i mie acquisti, mi sono deciso ad entrare e partecipare in modo un po' più attivo.
La mia passione per la stilografica è in realtà passione per la scrittura: mi affascina il gesto, mi rilassa, a volte riesco a chiarirmi certe idee, spesso a confondermi tutte le altre, e ogni tanto a cogliere una certa magia dietro quel gesto.
Anzi, quei gesti, perchè anche lo svitare il cappuccio, magari rigirarlo tra le dita mentre si aspettano le parole, caricarla dell’inchiostro preferito, o di uno nuovo di cui si è curiosi, pulirla, lucidarla, anche solo darle uno sguardo da lontano e sentir nascere quel sorriso, sono fascino e magia.
Da qualche parte, anni fa, ho letto che una stilografica è veramente tua, non come una penna a sfera, anche la più bella e preziosa e perfetta, che quando ha finito l’inchiostro bisogna cambiare comunque la parte più importante, il cuore della penna e, di fatto, non è più quella cui ti eri affezionato. Quindi, nel Maggio del 2010 più o meno, sono andato alla ricerca di una penna che fosse “per sempre”, che avesse come caratteristica fondamentale lo scrivere bene e non fosse solo bella o, seppur minimamente, preziosa. E l’ho anche trovata, non subito, non è stata la prima (Visconti Rembrandt, bellissima ma non va benissimo, solo benino), è stata la seconda, consigliatami da un signore d’altri tempi per cortesia, classe e competenza di uno storico negozio, quasi al centro di Milano: Pelikan 800, la penna “per sempre”.
Quelli fra voi che hanno appena smesso di rotolarsi dalle risate, hanno già capito com’è finita la storia. Agli altri lo dico io: di penne per la vita da allora ce ne sono state molte altre, e temo che non sia finita qui:
altre Pelikan: 150, 200 la vecchia 120 di mio padre, M(amma)1000
Lamy: Safari, Al star soprattutto, Studio e Nexx
Montblanc (due occasioni: 146 e 74 entrambe inusate),
una Pilot 823 trovata dal signore d’altri tempi di cui sopra, usata una sola volta dal precedente proprietario,
Tombow Avana,
una Franklin Cowey che mi ha messo per un pò di tempo in crisi perchè pur avendola pagata 13 euro scrive benissimo sempre, quasi meglio di Lamy e certamente meglio di altre più blasonate (altre risate laggiù?).
Molte “scolastiche” che avevo in casa, mai usate da nessuno e rimediate da mio padre negli anni (è lunga da spiegare):
alcune Staedtler,
una Omas DS,
alcune Mont Blanc Carrera, tutte in plastica e pennino in acciaio ma che funzionano a meraviglia.
La mia frequentazione con le stilografiche è molto antica: ho cominciato alle elementari ma non posso dire che la passione sia scattata allora.
Ho navigato per molto tempo in un mare di penne di tutti i tipi e variamente alimentate (mi sorge ancora un sorriso al solo pronunciare Tratto Clip: a lungo è stata la mia preferita).
Ogni tanto spuntava una stilografica, come la MB 144 burgundy comprata con uno dei mie primi stipendi (non tutto!) nei lontani anni 90, o una bellissima Spalding & Bross (defunta!!), tutta in alluminio che scriveva in modo incantevole.
Ma anche allora la passione era fugace (d’altronde “si chiama passione perchè passa”-Andrea G.Pinkets).
Insomma, un lungo corteggiamento fino a tre anni fa più o meno.
Da allora è il mio strumento di scrittura prevalente, con qualche incursione nel diversamente stilografico, perchè, come accennavo prima, amo lo srivere in quanto gesto.
Più o meno è tutto qua. Molte cose sono rimaste fuori ma non i miei ringraziamenti e complimenti a tutti voi per il lavoro e per i pensieri che stanno dietro all’ esistenza di questo spazio.
Essendo stato per lungo a tempo a guardare, mi permetto di comunicarvi l’immagine che se ne ha “da fuori”: un’allegra compagnia, un’isola di civiltà, nel senso più ampio e rappresentativo che ognuno può trovare.
Ho finito.
Anzi no: un’ottima Pasqua a tutti voi.
MarcoP
Da molto tempo vi seguo dal "buco della serratura", e dopo aver imparato qui quasi tutto quello che so, trovando quasi sempre risposta ai miei interrogativi e consigli per i mie acquisti, mi sono deciso ad entrare e partecipare in modo un po' più attivo.
La mia passione per la stilografica è in realtà passione per la scrittura: mi affascina il gesto, mi rilassa, a volte riesco a chiarirmi certe idee, spesso a confondermi tutte le altre, e ogni tanto a cogliere una certa magia dietro quel gesto.
Anzi, quei gesti, perchè anche lo svitare il cappuccio, magari rigirarlo tra le dita mentre si aspettano le parole, caricarla dell’inchiostro preferito, o di uno nuovo di cui si è curiosi, pulirla, lucidarla, anche solo darle uno sguardo da lontano e sentir nascere quel sorriso, sono fascino e magia.
Da qualche parte, anni fa, ho letto che una stilografica è veramente tua, non come una penna a sfera, anche la più bella e preziosa e perfetta, che quando ha finito l’inchiostro bisogna cambiare comunque la parte più importante, il cuore della penna e, di fatto, non è più quella cui ti eri affezionato. Quindi, nel Maggio del 2010 più o meno, sono andato alla ricerca di una penna che fosse “per sempre”, che avesse come caratteristica fondamentale lo scrivere bene e non fosse solo bella o, seppur minimamente, preziosa. E l’ho anche trovata, non subito, non è stata la prima (Visconti Rembrandt, bellissima ma non va benissimo, solo benino), è stata la seconda, consigliatami da un signore d’altri tempi per cortesia, classe e competenza di uno storico negozio, quasi al centro di Milano: Pelikan 800, la penna “per sempre”.
Quelli fra voi che hanno appena smesso di rotolarsi dalle risate, hanno già capito com’è finita la storia. Agli altri lo dico io: di penne per la vita da allora ce ne sono state molte altre, e temo che non sia finita qui:
altre Pelikan: 150, 200 la vecchia 120 di mio padre, M(amma)1000
Lamy: Safari, Al star soprattutto, Studio e Nexx
Montblanc (due occasioni: 146 e 74 entrambe inusate),
una Pilot 823 trovata dal signore d’altri tempi di cui sopra, usata una sola volta dal precedente proprietario,
Tombow Avana,
una Franklin Cowey che mi ha messo per un pò di tempo in crisi perchè pur avendola pagata 13 euro scrive benissimo sempre, quasi meglio di Lamy e certamente meglio di altre più blasonate (altre risate laggiù?).
Molte “scolastiche” che avevo in casa, mai usate da nessuno e rimediate da mio padre negli anni (è lunga da spiegare):
alcune Staedtler,
una Omas DS,
alcune Mont Blanc Carrera, tutte in plastica e pennino in acciaio ma che funzionano a meraviglia.
La mia frequentazione con le stilografiche è molto antica: ho cominciato alle elementari ma non posso dire che la passione sia scattata allora.
Ho navigato per molto tempo in un mare di penne di tutti i tipi e variamente alimentate (mi sorge ancora un sorriso al solo pronunciare Tratto Clip: a lungo è stata la mia preferita).
Ogni tanto spuntava una stilografica, come la MB 144 burgundy comprata con uno dei mie primi stipendi (non tutto!) nei lontani anni 90, o una bellissima Spalding & Bross (defunta!!), tutta in alluminio che scriveva in modo incantevole.
Ma anche allora la passione era fugace (d’altronde “si chiama passione perchè passa”-Andrea G.Pinkets).
Insomma, un lungo corteggiamento fino a tre anni fa più o meno.
Da allora è il mio strumento di scrittura prevalente, con qualche incursione nel diversamente stilografico, perchè, come accennavo prima, amo lo srivere in quanto gesto.
Più o meno è tutto qua. Molte cose sono rimaste fuori ma non i miei ringraziamenti e complimenti a tutti voi per il lavoro e per i pensieri che stanno dietro all’ esistenza di questo spazio.
Essendo stato per lungo a tempo a guardare, mi permetto di comunicarvi l’immagine che se ne ha “da fuori”: un’allegra compagnia, un’isola di civiltà, nel senso più ampio e rappresentativo che ognuno può trovare.
Ho finito.
Anzi no: un’ottima Pasqua a tutti voi.
MarcoP