Ringiovanire l’ebanite
Inviato: venerdì 5 settembre 2025, 3:27
Disclaimer: DON’T TRY THIS AT HOME!
O meglio… se è riuscito a me che non ho mai restaurato/riparato nulla, non vedo perché non dovrebbe riuscire (meglio) anche a voi. Però se vi andasse peggio, io non voglio responsabilità!
Tempo fa ho acquistato una bellissima Waterman 56 black chased hard rubber dal Gran Maestro, che invano mi aveva sconsigliato di provare ad armeggiare col cappuccio, che purtroppo presentava un’ebanite leggermente ossidata e dall’aspetto “secco”… non messa male, ma di un colore abbastanza evidentemente diverso dal nero profondo e lucido del corpo.
Avevo letto sul forum e sul wiki degli esperimenti col Fornet e la soda. Ma avevo troppa paura, anche perché la clip è rivettata (ergo non rimuovibile) e un po’ ossidata e un agente chimico aggressivo avrebbe potuto darle il colpo di grazia.
Avevo pure letto che l’olio di vaselina “nutre” l’ebanite, migliorandone l’aspetto. Ma mi pareva un placebo darle solo un po’ d’olio…
Sempre sul forum, qualcuno consigliava la “spugna magica” (quella per togliere le macchie dai muri) per rimuovere l’ossidazione dal l’ebanite: mi pareva che male non potesse fare.
E Sanpei mi aveva spiegato che l’unico modo per rimuovere davvero l’ossidazione sarebbe un’energica spazzolata… che però si porterebbe via la fine cesellatura del pezzo in questione.
Ecco cos’ho fatto.
Purtroppo senza foto: non m’è venuto in mente…
Ripeto: ebanite in buone condizioni, solo con modeste tracce di ossidazione e un colore un poco spento/opaco.
1) bagnetto basico delicato
Invece della soda ho utilizzato bicarbonato acido di potassio (KHCO3), che si trova facilmente online come additivo alimentare per uso enologico. Meglio del più comune bicarbonato di sodio, perché è più solubile in acqua e dà una soluzione a Ph più elevato. Non contiene schifezze sconosciute potenzialmente pericolose e sta alla soda caustica più o meno come l’aspirina sta all’eroina. Non occorrono precauzioni particolari (o almeno io non mi sono fatto nulla).
Wikipedia dice che la solubilità in acqua è di 224g/l. Quindi ho sciolto 50g in 200ml per avere la soluzione più satura possibile: un po’ di sale rimane sul fondo. Ho aggiunto qualche cucchiaino di bicarbonato di sodio, supponendo che un po’ di basicità ce l’avrebbe aggiunta.
Posto che siamo su livelli blandi, ho usato tempi lunghi: 48h di immersione.
Ho mascherato la clip alla meglio, con lo scotch.
2) energica strofinata
da bagnata, con straccio di cotone imbevuto della soluzione. Sullo straccio sono rimasti abbondanti residui marroni/arancioni.
3) spugna magica
sempre di seguito, da bagnata, sempre imbevuta nella soluzione. Ci sono rimasti abbondantissimi residui arancio/brunastri.
4) asciugatura all’aria
Dopodiché il cappuccio aveva già un aspetto migliore (colore più uniforme e scuro) ma era evidentemente secco (sia alla vista che al tatto), più di prima.
5) bagnetto idratante intenso
In olio di vaselina puro, acquistabile in farmacia come lassativo. Immersione completa per 48 ore seguita da sgocciolamento e rimozione dell’eccesso prima con le dita e poi con carta da cucina. L’ebanite non ha rilasciato alcuna traccia nella vaselina.
Mi era venuta l’idea di tingere la vaselina usando del nerofumo (recuperato dalla stufa) ma non l’ho fatto e non è servito: l’ebanite è tornata nerissima con la sola vaselina.
6) normale lucidatura a mano con panno di lana
NB: non avrei osato trattare il fusto allo stesso modo, non senza rimuovere gruppo di scrittura e sistema di caricamento, cosa che non so fare. Fortunatamente l’ebanite del fusto era già ben nera e grassa di suo…
Per cui mi sono limitato a: strofinarlo con lo straccio bagnato di soluzione basica, asciguare, ungere con abbondante vaselina (evitando attentamente di toccare pennino e alimentatore) e lucidare col panno di lana.
Risultato: per me stupefacente!
Il tappo e il fusto ora sono ora dello stesso identico profondissimo nero. L’ebanite è tornata splendidamente grassa e lucente; anche al tatto è bellissima e non è rimasta unta. A distanza di mesi, il risultato è invariato. La cesellatura non ha subito la minima usura.
Non noto danni alle parti metalliche, anzi forse ho rimosso un po’ di ruggine strofinando (clip non dorata).
Ovviamente custodisco la penna al buio onde evitare che torni a ossidarsi.
Ma ripeto: io sono stato forse imprudente a sperimentare sul tappo di una penna di pregio, preso dalla fregola di “sistemarlo” e rassicurato dalla “innocuità” dei prodotti e metodi usati… però se foste altrettanto arditi e meno fortunati, qualsiasi cosa accada alle vostre vecchiette arrugginite, non è colpa mia!
O meglio… se è riuscito a me che non ho mai restaurato/riparato nulla, non vedo perché non dovrebbe riuscire (meglio) anche a voi. Però se vi andasse peggio, io non voglio responsabilità!
Tempo fa ho acquistato una bellissima Waterman 56 black chased hard rubber dal Gran Maestro, che invano mi aveva sconsigliato di provare ad armeggiare col cappuccio, che purtroppo presentava un’ebanite leggermente ossidata e dall’aspetto “secco”… non messa male, ma di un colore abbastanza evidentemente diverso dal nero profondo e lucido del corpo.
Avevo letto sul forum e sul wiki degli esperimenti col Fornet e la soda. Ma avevo troppa paura, anche perché la clip è rivettata (ergo non rimuovibile) e un po’ ossidata e un agente chimico aggressivo avrebbe potuto darle il colpo di grazia.
Avevo pure letto che l’olio di vaselina “nutre” l’ebanite, migliorandone l’aspetto. Ma mi pareva un placebo darle solo un po’ d’olio…
Sempre sul forum, qualcuno consigliava la “spugna magica” (quella per togliere le macchie dai muri) per rimuovere l’ossidazione dal l’ebanite: mi pareva che male non potesse fare.
E Sanpei mi aveva spiegato che l’unico modo per rimuovere davvero l’ossidazione sarebbe un’energica spazzolata… che però si porterebbe via la fine cesellatura del pezzo in questione.
Ecco cos’ho fatto.
Purtroppo senza foto: non m’è venuto in mente…
Ripeto: ebanite in buone condizioni, solo con modeste tracce di ossidazione e un colore un poco spento/opaco.
1) bagnetto basico delicato
Invece della soda ho utilizzato bicarbonato acido di potassio (KHCO3), che si trova facilmente online come additivo alimentare per uso enologico. Meglio del più comune bicarbonato di sodio, perché è più solubile in acqua e dà una soluzione a Ph più elevato. Non contiene schifezze sconosciute potenzialmente pericolose e sta alla soda caustica più o meno come l’aspirina sta all’eroina. Non occorrono precauzioni particolari (o almeno io non mi sono fatto nulla).
Wikipedia dice che la solubilità in acqua è di 224g/l. Quindi ho sciolto 50g in 200ml per avere la soluzione più satura possibile: un po’ di sale rimane sul fondo. Ho aggiunto qualche cucchiaino di bicarbonato di sodio, supponendo che un po’ di basicità ce l’avrebbe aggiunta.
Posto che siamo su livelli blandi, ho usato tempi lunghi: 48h di immersione.
Ho mascherato la clip alla meglio, con lo scotch.
2) energica strofinata
da bagnata, con straccio di cotone imbevuto della soluzione. Sullo straccio sono rimasti abbondanti residui marroni/arancioni.
3) spugna magica
sempre di seguito, da bagnata, sempre imbevuta nella soluzione. Ci sono rimasti abbondantissimi residui arancio/brunastri.
4) asciugatura all’aria
Dopodiché il cappuccio aveva già un aspetto migliore (colore più uniforme e scuro) ma era evidentemente secco (sia alla vista che al tatto), più di prima.
5) bagnetto idratante intenso
In olio di vaselina puro, acquistabile in farmacia come lassativo. Immersione completa per 48 ore seguita da sgocciolamento e rimozione dell’eccesso prima con le dita e poi con carta da cucina. L’ebanite non ha rilasciato alcuna traccia nella vaselina.
Mi era venuta l’idea di tingere la vaselina usando del nerofumo (recuperato dalla stufa) ma non l’ho fatto e non è servito: l’ebanite è tornata nerissima con la sola vaselina.
6) normale lucidatura a mano con panno di lana
NB: non avrei osato trattare il fusto allo stesso modo, non senza rimuovere gruppo di scrittura e sistema di caricamento, cosa che non so fare. Fortunatamente l’ebanite del fusto era già ben nera e grassa di suo…
Per cui mi sono limitato a: strofinarlo con lo straccio bagnato di soluzione basica, asciguare, ungere con abbondante vaselina (evitando attentamente di toccare pennino e alimentatore) e lucidare col panno di lana.
Risultato: per me stupefacente!
Il tappo e il fusto ora sono ora dello stesso identico profondissimo nero. L’ebanite è tornata splendidamente grassa e lucente; anche al tatto è bellissima e non è rimasta unta. A distanza di mesi, il risultato è invariato. La cesellatura non ha subito la minima usura.
Non noto danni alle parti metalliche, anzi forse ho rimosso un po’ di ruggine strofinando (clip non dorata).
Ovviamente custodisco la penna al buio onde evitare che torni a ossidarsi.
Ma ripeto: io sono stato forse imprudente a sperimentare sul tappo di una penna di pregio, preso dalla fregola di “sistemarlo” e rassicurato dalla “innocuità” dei prodotti e metodi usati… però se foste altrettanto arditi e meno fortunati, qualsiasi cosa accada alle vostre vecchiette arrugginite, non è colpa mia!