Waterman 52 54
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Ho passato del tempo su internet a farmi una idea delle opzioni di penne vintage con pennino che flette per davvero. Ho trovato che waterman è il marchio migliore. Ho cercato alcune inserzioni su internet, mi è parso avessero prezzi molto variabili, da 90 a 200 e oltre.
Secondo voi è una buona idea prendere una di queste penne vintage? Io finirei a usare il pennino tutti i giorni costantemente. non è che il pennino si rovina? Alcune di queste penne sono veramente vecchie, chissà quanto sono state usate, il metallo sul pennino sarà sicuramente danneggiato. Secondo voi è una buona idea oppure queste sono solamente penne da collezione? Il mio dubbio è che se mi metto ad usare il pennino tutti i giorni per anni, me lo ritrovo spaccato dopo un tot, per via dei vari abusi a cui sarà stato sottoposto dai precedenti utilizzatori. Alla fine sono prodotti veramente vecchi. Certe penne hanno quasi 100 anni.
Oppure è tutto a posto e mi sto solo facendo storie mentali? Che ne pensate?
Secondo voi è una buona idea prendere una di queste penne vintage? Io finirei a usare il pennino tutti i giorni costantemente. non è che il pennino si rovina? Alcune di queste penne sono veramente vecchie, chissà quanto sono state usate, il metallo sul pennino sarà sicuramente danneggiato. Secondo voi è una buona idea oppure queste sono solamente penne da collezione? Il mio dubbio è che se mi metto ad usare il pennino tutti i giorni per anni, me lo ritrovo spaccato dopo un tot, per via dei vari abusi a cui sarà stato sottoposto dai precedenti utilizzatori. Alla fine sono prodotti veramente vecchi. Certe penne hanno quasi 100 anni.
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La risposta è: "Dipende"
Io possiedo e uso con grande soddisfazione alcuni esemplari dei modelli che nomini. Altri sono disgraziatamente fuori combattimento e buoni solo per esposizione. Questi ultimi non hanno nessun interesse per me, ma a qualcun altro potrebbero piacere. C'è poi l'opzione di comprarli e ripararli. Dato che erano oggetti costruiti in milioni di esemplari, pennini in buono stato o riparabili si trovano, anche se spesso non si vendono per bruscolini.
Per i tuoi dubbi la migliore opzione è andare in un pen show, prendere in mano le penne e provarle. Chiedere al venditore e ai venditori -riparatori, quasi sempre cortesi e disponibili, magari come è capitato a me ci fai amicizia. Solo così potrai essere certo di acquistare l'oggetto che desideri.
Michele
Io possiedo e uso con grande soddisfazione alcuni esemplari dei modelli che nomini. Altri sono disgraziatamente fuori combattimento e buoni solo per esposizione. Questi ultimi non hanno nessun interesse per me, ma a qualcun altro potrebbero piacere. C'è poi l'opzione di comprarli e ripararli. Dato che erano oggetti costruiti in milioni di esemplari, pennini in buono stato o riparabili si trovano, anche se spesso non si vendono per bruscolini.
Per i tuoi dubbi la migliore opzione è andare in un pen show, prendere in mano le penne e provarle. Chiedere al venditore e ai venditori -riparatori, quasi sempre cortesi e disponibili, magari come è capitato a me ci fai amicizia. Solo così potrai essere certo di acquistare l'oggetto che desideri.
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Nulla calamo agilior est Sarcina, nulla iucundior; […]calamus et in manus sumptus mulcet, et depositus delectat, ac prodest non domino suo tantum sed Aliis multis…
Padova, 28 aprile 1362
Francesco Petrarca a Giovanni Boccaccio, Seniles, XVII, 2
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Rileggendo il tuo intervento dopo aver pubblicato la mia risposta mi sono soffermato su questa frase
Ne fanno fede i numerosi esemplari con pennini non originali, warranted e addirittura di altre marche, che spesso si trovano sulle penne offerte. Quindi se vuoi il mio parere comprati il pennino che ti piace, usalo come e quanto ti piace, e quando si rompe, perché si romperà, cambialo, revisionalo, riparalo.
Dato che stiamo parlando di oggetti costruiti da mano umana è fuori di dubbio che qualunque oggetto, usato per anni, nuovo o usato, grande o piccolo, dovrà essere Sostituito, Revisionato. Riparato. Non tanto per l'uso dei precedenti proprietari, ma proprio a causa dell'uso che ne fai tu.
Ne fanno fede i numerosi esemplari con pennini non originali, warranted e addirittura di altre marche, che spesso si trovano sulle penne offerte. Quindi se vuoi il mio parere comprati il pennino che ti piace, usalo come e quanto ti piace, e quando si rompe, perché si romperà, cambialo, revisionalo, riparalo.
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interessante. Magari provo a vedere se trovo solamente il pennino. Alla fine mi interessava solo quello. Grazie delle info. vedrò cosa posso trovare. non ho alcuna familiarità con il mondo dell'usato.mikils ha scritto: ↑venerdì 27 giugno 2025, 8:34 Dato che stiamo parlando di oggetti costruiti da mano umana è fuori di dubbio che qualunque oggetto, usato per anni, nuovo o usato, grande o piccolo, dovrà essere Sostituito, Revisionato. Riparato. Non tanto per l'uso dei precedenti proprietari, ma proprio a causa dell'uso che ne fai tu.
Ne fanno fede i numerosi esemplari con pennini non originali, warranted e addirittura di altre marche, che spesso si trovano sulle penne offerte. Quindi se vuoi il mio parere comprati il pennino che ti piace, usalo come e quanto ti piace, e quando si rompe, perché si romperà, cambialo, revisionalo, riparalo.
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Molti ti diranno che si può fare, io sicuramente non sono tra loro.
Ho provato a portare in giro penne “vintage” di tutti i generi anche meno anziane di quelle che citi e mi hanno sempre dato dei problemi, perdite, cappucci che si svitano, pennini che si seccano.
Inoltre per un uso giornaliero una waterman con pennino flessibile non penso sia la soluzione migliore, i flessibili sono poco funzionali per appunti al volo o quando scrivi in posizioni scomode.
Infine, sarà una mia impressione, ma le penne vintage le trovo più “leggerine” e delicate delle moderne, tranne note eccezioni come la 88 o la 51.
Io trovo la mia Waterman 52 in ebanite fiammata una delle penne più belle che ho, il pennino uno dei più goduriosi della mia raccolta però la uso a casa, non la porterei mai in giro in uno zaino
Ho provato a portare in giro penne “vintage” di tutti i generi anche meno anziane di quelle che citi e mi hanno sempre dato dei problemi, perdite, cappucci che si svitano, pennini che si seccano.
Inoltre per un uso giornaliero una waterman con pennino flessibile non penso sia la soluzione migliore, i flessibili sono poco funzionali per appunti al volo o quando scrivi in posizioni scomode.
Infine, sarà una mia impressione, ma le penne vintage le trovo più “leggerine” e delicate delle moderne, tranne note eccezioni come la 88 o la 51.
Io trovo la mia Waterman 52 in ebanite fiammata una delle penne più belle che ho, il pennino uno dei più goduriosi della mia raccolta però la uso a casa, non la porterei mai in giro in uno zaino

Cesare Augusto
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ottime considerazioni e grazie delle info ed exp personae. posso commentare su una cosa sola, l'uso giornaliero di penne flessibili. Io ho trovato che essendomi allenato a controllare il tratto della penna digitale col tablet, questo allenamento abbia prodotto un risultato gradito quando ho iniziato ad usare pennini stilografici. Il fatto è che la penna digitale ha 8000 livelli di pressione, è difficilissima da usare all'inizio. Grazie a youtube ho trovato esercizi, e per usare la penna digitale hai bisogno di mano molto molto leggera e controllo della prezzione molto molto preciso.Automedonte ha scritto: ↑venerdì 27 giugno 2025, 9:32 Molti ti diranno che si può fare, io sicuramente non sono tra loro.
Ho provato a portare in giro penne “vintage” di tutti i generi anche meno anziane di quelle che citi e mi hanno sempre dato dei problemi, perdite, cappucci che si svitano, pennini che si seccano.
Inoltre per un uso giornaliero una waterman con pennino flessibile non penso sia la soluzione migliore, i flessibili sono poco funzionali per appunti al volo o quando scrivi in posizioni scomode.
Infine, sarà una mia impressione, ma le penne vintage le trovo più “leggerine” e delicate delle moderne, tranne note eccezioni come la 88 o la 51.
Io trovo la mia Waterman 52 in ebanite fiammata una delle penne più belle che ho, il pennino uno dei più goduriosi della mia raccolta però la uso a casa, non la porterei mai in giro in uno zaino![]()
Dato che mi sono allenato un tot, non ho mai avuto particolari problemi con pennini stilografici flessibili. Quindi da questo punto di vista sono coperto. Anzi, io ho iniziato ad usare pennini stilografici dopo aver usato tablet per anni, quindi mi sono piaciuti subito e ho provato a fare dei "brush engine" sul software proprio per mimare il molleggiamento del pennino stilografico. Alla fine mi sono piaciuti i pennini stilografici talmente tanto che li uso tutti i giorni. Non mi danno problemi.
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Tutto dipende dal tipo di flessibilità che vuoi. Cerchi una flessibilità standard (ie semiflex o leggermente più flessibile) allora potrai pescare nel enorme mercato del vintage post seconda guerra mondiale.
Cerchi una flessibilità da wet noodle allora li devi cercare tra le penne ante guerra. E quelle sono vecchiette che vanno trattate con i guanti.
Ascolta le critiche di Automedonte. Più vai indietro nel tempo e più l'alimentatore è semplice cioè non dispone di tutte le migliorie tecniche inventate dalla Parker per la 51 e poi copiate da tutta l'industria. Questo significa che le stilografiche vintage molto vecchie non hanno sistemi di compensazione e tendono molto più facilmente a gocciolare (dentro e fuori dal cappuccio) delle stilografiche moderne.
Cerchi una flessibilità da wet noodle allora li devi cercare tra le penne ante guerra. E quelle sono vecchiette che vanno trattate con i guanti.
Ascolta le critiche di Automedonte. Più vai indietro nel tempo e più l'alimentatore è semplice cioè non dispone di tutte le migliorie tecniche inventate dalla Parker per la 51 e poi copiate da tutta l'industria. Questo significa che le stilografiche vintage molto vecchie non hanno sistemi di compensazione e tendono molto più facilmente a gocciolare (dentro e fuori dal cappuccio) delle stilografiche moderne.
- maxpop 55
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Una vintage ottima dal punto di vista dell'alimentatre è la Lamy 27 del 1952 .
La caratteristica di maggior rilievo è il sistema di alimentazione Tintomatic, che garantisce un flusso costante di inchiostro in diverse condizioni di pressione, e che costituisce la base progettuale su cui la Lamy ha sviluppato gli alimentatori in uso ancora oggi.
Notizie tratte dal nostro Wiki
La caratteristica di maggior rilievo è il sistema di alimentazione Tintomatic, che garantisce un flusso costante di inchiostro in diverse condizioni di pressione, e che costituisce la base progettuale su cui la Lamy ha sviluppato gli alimentatori in uso ancora oggi.
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Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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I sistemi di compensazione esistono dallo spoon feed della Waterman è del 1900 (nel senso che il brevetto venne richiesto nel 1899, ma venne immesso sul mercato all'incirca l'anno dopo). Certo nulla di paragonabile alla capacità di compensazione di quello di una Parker 51 (o altre penne dell'epoca di quest'ultima, che nacquero per essere usate acnhe in aereo).Roland ha scritto: ↑venerdì 27 giugno 2025, 16:37 Ascolta le critiche di Automedonte. Più vai indietro nel tempo e più l'alimentatore è semplice cioè non dispone di tutte le migliorie tecniche inventate dalla Parker per la 51 e poi copiate da tutta l'industria. Questo significa che le stilografiche vintage molto vecchie non hanno sistemi di compensazione e tendono molto più facilmente a gocciolare (dentro e fuori dal cappuccio) delle stilografiche moderne.
Ma di Waterman 52 ne ho diverse (e tante altre dello stesso periodo), e perdite e gocciole nel cappuccio le ho avute raramente e praticamente mai quando le ho usate a casa (salvo, appunto, penne con problemi da sistemare).
E comunque se uno vuole sballottare una penna, portarla a spasso su e giù per montagne, aerei. strade dissestate, ecc., prendi una 42 (o altra rientrante) e risolvi la questione alla radice e con una affidabilità che nessun alimentatore iper-compensante attuale riuscirà mai ad ottenere. La puoi anche anche affidare ad un barman per una agitatina, se proprio vuoi esagerare...
Si lo so, è scomoda da caricare e neanche poco (ma anche meno di qualunque moderna trasformata a contagocce, che pure va tanto di moda) ed pure scomoda da usare, anche se puoi fare un bel po' di scena estraendo il pennino (se no la Boheme che l'avrebbero fatta a fare) ma di nuovo è una questione di quali priorità ti dai, e se vuoi un flessibile vero, e la garanzia assoluta contro le perdite, a qualcos'altro devi rinunciare.
Simone
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+1piccardi ha scritto: ↑sabato 28 giugno 2025, 0:31I sistemi di compensazione esistono dallo spoon feed della Waterman è del 1900 (nel senso che il brevetto venne richiesto nel 1899, ma venne immesso sul mercato all'incirca l'anno dopo). Certo nulla di paragonabile alla capacità di compensazione di quello di una Parker 51 (o altre penne dell'epoca di quest'ultima, che nacquero per essere usate acnhe in aereo).Roland ha scritto: ↑venerdì 27 giugno 2025, 16:37 Ascolta le critiche di Automedonte. Più vai indietro nel tempo e più l'alimentatore è semplice cioè non dispone di tutte le migliorie tecniche inventate dalla Parker per la 51 e poi copiate da tutta l'industria. Questo significa che le stilografiche vintage molto vecchie non hanno sistemi di compensazione e tendono molto più facilmente a gocciolare (dentro e fuori dal cappuccio) delle stilografiche moderne.
Ma di Waterman 52 ne ho diverse (e tante altre dello stesso periodo), e perdite e gocciole nel cappuccio le ho avute raramente e praticamente mai quando le ho usate a casa (salvo, appunto, penne con problemi da sistemare).
E comunque se uno vuole sballottare una penna, portarla a spasso su e giù per montagne, aerei. strade dissestate, ecc., prendi una 42 (o altra rientrante) e risolvi la questione alla radice e con una affidabilità che nessun alimentatore iper-compensante attuale riuscirà mai ad ottenere. La puoi anche anche affidare ad un barman per una agitatina, se proprio vuoi esagerare...
Si lo so, è scomoda da caricare e neanche poco (ma anche meno di qualunque moderna trasformata a contagocce, che pure va tanto di moda) ed pure scomoda da usare, anche se puoi fare un bel po' di scena estraendo il pennino (se no la Boheme che l'avrebbero fatta a fare) ma di nuovo è una questione di quali priorità ti dai, e se vuoi un flessibile vero, e la garanzia assoluta contro le perdite, a qualcos'altro devi rinunciare.
Simone
Senza scomodare i miei "wet noodle" (che a quest'ora dormono

- a una penna da meditazione (che può sempre essere gestita anche fuori casa se portata col pennino all'insù in un portapenne

viewtopic.php?p=122710#p122710
- e a una da sbarco...
viewtopic.php?p=153685#p153685
Buona scrittura flex all'opener!


Giorgio
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- La mia penna preferita: Omas 360 vintage oversize TS
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Le vintage veramente flessibili sono le mie penne preferite e le uso spesso. Se vuoi farlo anche tu, devi cercarne una ben revisionata, sapere che comunque avrà qualche fisima e tenere conto che in ogni caso una vecchietta centenaria non potrai strapazzarla come una penna moderna…
Per un uso “statico” in casa/ufficio, anche quotidiano, non vedo grandi problemi. Ti consiglio un inchiostro ferrogallico (con molti inchiostri di stampo moderno tante penne vintage tendono ad avere un flusso incostante o eccessivo) e di conservarle in orizzontale: io così non ho problemi di ripartenza anche dopo una settimana e le perdite significative sono possibilità remote. Ti servirà carta buona, perché quando fletti buttano giù davvero molto inchiostro. E ti servirà un’altra stilo a portata di mano: non è la penna buona per qualsiasi occasione.
Se vuoi portartela in giro, secondo me conviene trovare qualcosa di più robusto e sicuro. Forse punterei su una 556, che si trova facilmente a prezzi ragionevoli anche con pennini che hanno poco da invidiare a quelli d’anteguerra, è robusta e ha un caricamento affidabile. Io mi porto sempre dietro una 88 Nizzoli, anche se quelle veramente flex non sono comuni, però ha il vantaggio del prezzo: saltuariamente trovo qualche goccia nel cappuccio… un fazzoletto di carta e amen! Se la trasporti in verticale in un portapenne rigido, secondo me si può fare…
Infine non mi fossilizzerei su Waterman. Ci sono tante marche e modelli da provare e spesso le differenze tra un esemplare e l’altro anche dello stesso modello e periodo sono notevoli: erano pennini praticamente artigianali… occorre cercare, provare, cambiare… e difficilmente troverai la penna perfetta: se fosse così facile, non continueremo ad acquistarne tante
Per un uso “statico” in casa/ufficio, anche quotidiano, non vedo grandi problemi. Ti consiglio un inchiostro ferrogallico (con molti inchiostri di stampo moderno tante penne vintage tendono ad avere un flusso incostante o eccessivo) e di conservarle in orizzontale: io così non ho problemi di ripartenza anche dopo una settimana e le perdite significative sono possibilità remote. Ti servirà carta buona, perché quando fletti buttano giù davvero molto inchiostro. E ti servirà un’altra stilo a portata di mano: non è la penna buona per qualsiasi occasione.
Se vuoi portartela in giro, secondo me conviene trovare qualcosa di più robusto e sicuro. Forse punterei su una 556, che si trova facilmente a prezzi ragionevoli anche con pennini che hanno poco da invidiare a quelli d’anteguerra, è robusta e ha un caricamento affidabile. Io mi porto sempre dietro una 88 Nizzoli, anche se quelle veramente flex non sono comuni, però ha il vantaggio del prezzo: saltuariamente trovo qualche goccia nel cappuccio… un fazzoletto di carta e amen! Se la trasporti in verticale in un portapenne rigido, secondo me si può fare…
Infine non mi fossilizzerei su Waterman. Ci sono tante marche e modelli da provare e spesso le differenze tra un esemplare e l’altro anche dello stesso modello e periodo sono notevoli: erano pennini praticamente artigianali… occorre cercare, provare, cambiare… e difficilmente troverai la penna perfetta: se fosse così facile, non continueremo ad acquistarne tante

Waterman 52 54
Per i pennini flessibili non bisogna ignorare il vintage inglese (Inghilterra). Li per qualche motivo i pennini flessibili sono durati molto più a lungo che in America per esempio. Cerca tra le marche storiche inglesi anche di seconda fascia , si trovano dei gioiellini niente male.