Un "umile" capolavoro giapponese: Pilot Cocoon
Inviato: domenica 22 giugno 2025, 19:04
Eccoci qui con un'altra recensione, stavolta di una stilografica giapponese di fascia bassa; i giapponesi ci hanno ormai abituati a stilografiche dal prezzo assolutamente ragionevole e con ottime prestazioni di scrittura, ma qui c'è anche la chicca di un corpo ben curato. Ma andiamo con ordine.
Partiamo come di consueto dalla descrizione esteriore: si tratta si una penna con corpo e cappuccio in metallo anodizzato, nel mio caso di color argento, di forma a sigaro senza interruzioni della linea esterna ("cocoon" in inglese significa "bozzolo" o "crisalide", dando l'idea della forma ogivale e affusolata). La dimensioni sono circa 137 mm chiusa e circa 125 mm aperta, il peso è di 26 grammi con il cappuccio e 16 grammi senza. Il cappuccio si sviluppa in maniera semplice e ha come unico ornamento la clip, di forma molto semplice, vista di fronte si sviluppa con un leggero restringimento dalla cima alla punta, mentre vista di lato presenta una leggera curva e presenta incise ai due lati dell'aggancio al cappuccio le scritte “pilot” e “japan”, ai due lati della terminazione sono incise delle righe decorative, piccolo dettaglio ma che secondo me aggiunge un tocco di raffinatezza. Proseguendo al corpo, proprio all'inizio dello stesso appena dopo il cappuccio si nota l'unico altro elemento decorativo, una fascia di un colore appena più scuro e lucido, al tatto è meno fredda del resto, molto probabilmente è laccata. Dopo questa fascia, il corpo prosegue semplice e armonioso nello stesso metallo del cappuccio. Una volta tolto il cappuccio a scatto, si rivela una anello metallico che funge da aggancio per il cappuccio, dopo la quale c'è una sezione in plastica nera e infine, il pennino. Trovo in generale molto azzeccato il design semplice ma con alcuni sforzi (le incisioni sulla clip, la fascia all'inizio del cappuccio che è posta circa a metà tra le due estremità del corpo e del cappuccio), con l'unico difetto forse di uno scalino tra fusto e sezione troppo accentuato, ma mi rendo conto che sia una scelta obbligata se si vuole ottenere facilmente una forma senza interruzioni da chiusa, secondo il concetto di “bozzolo” alla base di questa penna. Nell'uso per me non è fastidioso, c'è abbastanza spazio nella sezione per mettere le dita, ma chi impugna la penna in alto è meglio che tenga presente questa caratteristica in fase di acquisto.
Descriviamo dunque il pennino: si tratta di un pennino in acciaio non grandissimo con foro di sfiato circolare, decorato nella parte finale dei rebbi con un motivo a pois, al di sotto del foro di sfiato troviamo la scritta “PILOT” e sotto l'indicazione del tratto, in questo caso un F. Al di sotto del pennino troviamo l'alimentatore, il classico modello per i pennini in acciaio Pilot, piatto e con righe parallele al di sotto, in plastica grigio-bluastra.
Il sistema di caricamento è a cartuccia/converter con attacco proprietario Pilot, da ciò la Cocoon si differenzia dalla Pilot Metropolitan, che è molto simile ma ha la fascia centrale decorata con vari motivi e soprattutto ha l'attacco per le cartucce “quasi standard”. Io ci ho messo una cartuccia ricaricata con siringa, altrimenti si può usare il CON-40 (non sono sicuro al 100%, ma mi pare che il CON-70 non ci entri).
Veniamo dunque alle prestazioni di scrittura, il vero punto forte di questa penna: è un fine giapponese, rigido, scorrevole al punto giusto, con flusso perfettamente calibrato a dare un buon tratto. Lo trovo molto piacevole da usare anche per il giusto peso del corpo penna. Come sempre Pilot si conferma maestra nel fare i pennini e soprattutto le punte, perfette anche in “umili” pennini d'acciaio. Certo, non abbiamo né flessibilità né punte speciali (per questo modello le punte disponibili sono solo F ed M), la penna fa quello che dovrebbe fare, e cioè scrivere e scrivere bene. Lascio una prova di scrittura.
In conclusione, si tratta secondo me di una penna che vale anche più di quello che costa (sperando che Pilot non mi senta...), le cui caratteristiche salienti sono il design sobrio ma con qualche piccolo elemento che lo rende intrigante e le prestazioni di scrittura. Certo, forse da aperta è un po' meno armoniosa, ma secondo me mantiene il suo fascino. Uno splendido esempio di penna “giapponese” nello spirito.
Partiamo come di consueto dalla descrizione esteriore: si tratta si una penna con corpo e cappuccio in metallo anodizzato, nel mio caso di color argento, di forma a sigaro senza interruzioni della linea esterna ("cocoon" in inglese significa "bozzolo" o "crisalide", dando l'idea della forma ogivale e affusolata). La dimensioni sono circa 137 mm chiusa e circa 125 mm aperta, il peso è di 26 grammi con il cappuccio e 16 grammi senza. Il cappuccio si sviluppa in maniera semplice e ha come unico ornamento la clip, di forma molto semplice, vista di fronte si sviluppa con un leggero restringimento dalla cima alla punta, mentre vista di lato presenta una leggera curva e presenta incise ai due lati dell'aggancio al cappuccio le scritte “pilot” e “japan”, ai due lati della terminazione sono incise delle righe decorative, piccolo dettaglio ma che secondo me aggiunge un tocco di raffinatezza. Proseguendo al corpo, proprio all'inizio dello stesso appena dopo il cappuccio si nota l'unico altro elemento decorativo, una fascia di un colore appena più scuro e lucido, al tatto è meno fredda del resto, molto probabilmente è laccata. Dopo questa fascia, il corpo prosegue semplice e armonioso nello stesso metallo del cappuccio. Una volta tolto il cappuccio a scatto, si rivela una anello metallico che funge da aggancio per il cappuccio, dopo la quale c'è una sezione in plastica nera e infine, il pennino. Trovo in generale molto azzeccato il design semplice ma con alcuni sforzi (le incisioni sulla clip, la fascia all'inizio del cappuccio che è posta circa a metà tra le due estremità del corpo e del cappuccio), con l'unico difetto forse di uno scalino tra fusto e sezione troppo accentuato, ma mi rendo conto che sia una scelta obbligata se si vuole ottenere facilmente una forma senza interruzioni da chiusa, secondo il concetto di “bozzolo” alla base di questa penna. Nell'uso per me non è fastidioso, c'è abbastanza spazio nella sezione per mettere le dita, ma chi impugna la penna in alto è meglio che tenga presente questa caratteristica in fase di acquisto.
Descriviamo dunque il pennino: si tratta di un pennino in acciaio non grandissimo con foro di sfiato circolare, decorato nella parte finale dei rebbi con un motivo a pois, al di sotto del foro di sfiato troviamo la scritta “PILOT” e sotto l'indicazione del tratto, in questo caso un F. Al di sotto del pennino troviamo l'alimentatore, il classico modello per i pennini in acciaio Pilot, piatto e con righe parallele al di sotto, in plastica grigio-bluastra.
Il sistema di caricamento è a cartuccia/converter con attacco proprietario Pilot, da ciò la Cocoon si differenzia dalla Pilot Metropolitan, che è molto simile ma ha la fascia centrale decorata con vari motivi e soprattutto ha l'attacco per le cartucce “quasi standard”. Io ci ho messo una cartuccia ricaricata con siringa, altrimenti si può usare il CON-40 (non sono sicuro al 100%, ma mi pare che il CON-70 non ci entri).
Veniamo dunque alle prestazioni di scrittura, il vero punto forte di questa penna: è un fine giapponese, rigido, scorrevole al punto giusto, con flusso perfettamente calibrato a dare un buon tratto. Lo trovo molto piacevole da usare anche per il giusto peso del corpo penna. Come sempre Pilot si conferma maestra nel fare i pennini e soprattutto le punte, perfette anche in “umili” pennini d'acciaio. Certo, non abbiamo né flessibilità né punte speciali (per questo modello le punte disponibili sono solo F ed M), la penna fa quello che dovrebbe fare, e cioè scrivere e scrivere bene. Lascio una prova di scrittura.
In conclusione, si tratta secondo me di una penna che vale anche più di quello che costa (sperando che Pilot non mi senta...), le cui caratteristiche salienti sono il design sobrio ma con qualche piccolo elemento che lo rende intrigante e le prestazioni di scrittura. Certo, forse da aperta è un po' meno armoniosa, ma secondo me mantiene il suo fascino. Uno splendido esempio di penna “giapponese” nello spirito.