Sailor Candy
Inviato: giovedì 27 febbraio 2025, 17:46
A metà degli anni settanta l’utilizzo e le vendite delle penne stilografiche erano ormai in rapido e inesorabile declino.
Per contrastare questa tendenza, diffusa sopratutto tra le nuove generazioni, Sailor decise di lanciare sul mercato una nuova stilografica rivolta esclusivamente ad un pubblico giovanile, specialmente femminile, in età scolare.
Era il 1976 quando venne lanciata questa nuove serie di penne dal costo contenuto (600 yen in Giappone), realizzate in plastica colorata e pennino in semplice acciaio di fabbricazione taiwanese.
Il nome una garanzia: Candy.
Inizialmente disponibili in otto diverse colorazioni delle plastiche in abbinamento a dieci colori di inchiostri, negli anni si aggiunsero nuove versioni con differenti motivi decorativi (stelle, cuoricini e quant’altro), plastiche trasparenti con varie decorazioni a colori, serie speciali (dei Puffi, di Snoopy e altri personaggi in voga all’epoca tra i giovanissimi).
In un mondo quello della cancelleria scolastica a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, fatto di materiali super colorati, gomme da cancellare e portapenne con cuoricini, stelline e simpatici animaletti, questa stilografica scolastica di Sailor sembra essere uguale a tante altre penne e prodotti di quegli anni. O no…?
Probabilmente si, ma i numeri dicono una cosa differente: quattro milioni di stilo vendute dal 1976 a marzo del 1978, per un totale di quindici milioni di stilografiche vendute a fine 1981.
Se sembra poco in confronto a mostri sacri come i 75 milioni di pezzi venduti della Parker 45 o i poco più del 20 milioni della 51, è da tenere presente che la produzione della Candy non è durata svariati decenni come nel caso delle Parker, che si era in un epoca, quella della Candy, nella quale le penne a sfera erano ormai da anni una realtà ben consolidata, e c’è da considerare anche la ristretta fascia di età (e quindi un limite al numero potenziale di clienti) alla quale la Candy era destinata, gli adolescenti.
Memore del successo, nel 2011 per centesimo anniversario dell’azienda, Sailor decise di rispolverare la vecchia Candy riproponendola in nuovi ed aggiornati colori (e soprattutto nuovo nome, ma di questo ne parlerò più avanti).
Ed eccola qui una Sailor Candy degli anni settanta nella livrea in plastica trasparente con disegni e dettagli in un bel verde sgargiante, cuoricini dappertutto.
Segni distintivi delle Candy erano la sezione, la clip e la parte terminale del cappuccio e del fusto in plastica bianca, un inserto (dello stesso colore della penna) in cima al cappuccio solitamente a forma di stella o cuore, a seconda delle versioni.
E' presente una sorta di controcappuccio con la battuta ricavata da un maggiore spessore della plastica e l'aggiunta di un inserto in plastica che ne garantisce la tenuta ermetica. Come gioiello sulla sommità del cappuccio, un cuore dello stesso colore della veretta (rigorosamente in plastica) e dei cuoricini disegnati sul resto della penna.
Il pennino è in acciaio, misura del tratto fine, prodotto nello stabilimento di Taiwan. Per l'incisione F-2 (la "F" nulla centra con la larghezza del tratto), rimando a questa discussione viewtopic.php?t=33999
Il tratto è ovviamente molto fine, il pennino simile ai pennini odierni utilizzati ad esempio sulla Compass e sulla Lecoule (anzi, direi che la geometria e dimensione dei due pennini sono identici, come identico è l'alimentatore in plastica); si vede ad occhio il tratto meno marcato rispetto al medio-fine (MF) della Compass/Lecoule.
Candy o Clear Candy ?
A un certo punto mi sono posto questa domanda. Nel variegato mondo di internet si trovano queste stilografiche indicate a volte con il nome di Candy, altre con il nome di Clear Candy. Talvolta la stessa identica penna chiamata con entrambi i nomi e usati come sinonimi.
Visionare le pagine dei siti d’aste, forum o blog non aiutano poi molto a dipanare la questione. Sailor stessa ci ha messo del suo per rendere più confuso il tutto.
Le penne di queste prime serie prodotte tra il settanta e l’ottanta si chiamavano semplicemente Candy (in giapponese キャンディ).
Due pubblicità della Sailor Candy anni '70 (la dicitura "Clear" risulta sempre essere assente). Il prezzo riportato su entrambe le pubblicità è di 600 yen.
Fonte: sito Sailor Pen
Le penne della seconda serie prodotte nel 2011 in occasione del centenario della casa, furono chiamate invece Clear Candy.
Pubblicità della Sailor Candy Clear rilasciata nel 2011 per la celebrazione dei 100 anni del marchio (si vede il simbolo celebrativo in alto a destra). La dicitura "Clear" (in giapponese クリア) è stata aggiunta e il prezzo è quasi raddoppiato a 1050 yen. Come si può vedere, è stata utilizzata la stessa fotografia con mamma e figlio già presente nella vecchia pubblicità.
Il fatto che nella prima tornata di produzione vi fossero anche delle stilografiche con plastiche trasparenti e il fatto che nel 2011 Sailor utilizzò parte di vecchie pubblicità per reclamizzare la nuova produzione commemorativa, genera oggi confusione nell’attribuzione della corretta denominazione da utilizzare per le due distinte versioni.
Sebbene le due versioni sono pressoché uguali, vi sono alcuni dettagli che possono aiutarne l’identificazione.
Penne con pennini recanti l’incisione Made in Taiwan sono solo della prima serie (’70-’80).
Nella prima versione non è presenta alcuna scritta o riferimento a Sailor sul fusto e sul cappuccio.
Se sul pennino è presente la gradazione del tratto, la versione è del 2011 (o post 2011)
Le plastiche colorate della seconda versione (2011) hanno tonalità pastello (o più simili ad un pastello rispetto alle precedenti).
Al momento non mi viene in mente null’altro e quindi vado a scrivere due righe con questa pucciosa penna (forse un po troppo pucci-pucci per i miei gusti
)
Saluti
Per contrastare questa tendenza, diffusa sopratutto tra le nuove generazioni, Sailor decise di lanciare sul mercato una nuova stilografica rivolta esclusivamente ad un pubblico giovanile, specialmente femminile, in età scolare.
Era il 1976 quando venne lanciata questa nuove serie di penne dal costo contenuto (600 yen in Giappone), realizzate in plastica colorata e pennino in semplice acciaio di fabbricazione taiwanese.
Il nome una garanzia: Candy.
Inizialmente disponibili in otto diverse colorazioni delle plastiche in abbinamento a dieci colori di inchiostri, negli anni si aggiunsero nuove versioni con differenti motivi decorativi (stelle, cuoricini e quant’altro), plastiche trasparenti con varie decorazioni a colori, serie speciali (dei Puffi, di Snoopy e altri personaggi in voga all’epoca tra i giovanissimi).
In un mondo quello della cancelleria scolastica a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, fatto di materiali super colorati, gomme da cancellare e portapenne con cuoricini, stelline e simpatici animaletti, questa stilografica scolastica di Sailor sembra essere uguale a tante altre penne e prodotti di quegli anni. O no…?
Probabilmente si, ma i numeri dicono una cosa differente: quattro milioni di stilo vendute dal 1976 a marzo del 1978, per un totale di quindici milioni di stilografiche vendute a fine 1981.
Se sembra poco in confronto a mostri sacri come i 75 milioni di pezzi venduti della Parker 45 o i poco più del 20 milioni della 51, è da tenere presente che la produzione della Candy non è durata svariati decenni come nel caso delle Parker, che si era in un epoca, quella della Candy, nella quale le penne a sfera erano ormai da anni una realtà ben consolidata, e c’è da considerare anche la ristretta fascia di età (e quindi un limite al numero potenziale di clienti) alla quale la Candy era destinata, gli adolescenti.
Memore del successo, nel 2011 per centesimo anniversario dell’azienda, Sailor decise di rispolverare la vecchia Candy riproponendola in nuovi ed aggiornati colori (e soprattutto nuovo nome, ma di questo ne parlerò più avanti).
Ed eccola qui una Sailor Candy degli anni settanta nella livrea in plastica trasparente con disegni e dettagli in un bel verde sgargiante, cuoricini dappertutto.
Segni distintivi delle Candy erano la sezione, la clip e la parte terminale del cappuccio e del fusto in plastica bianca, un inserto (dello stesso colore della penna) in cima al cappuccio solitamente a forma di stella o cuore, a seconda delle versioni.
E' presente una sorta di controcappuccio con la battuta ricavata da un maggiore spessore della plastica e l'aggiunta di un inserto in plastica che ne garantisce la tenuta ermetica. Come gioiello sulla sommità del cappuccio, un cuore dello stesso colore della veretta (rigorosamente in plastica) e dei cuoricini disegnati sul resto della penna.
Il pennino è in acciaio, misura del tratto fine, prodotto nello stabilimento di Taiwan. Per l'incisione F-2 (la "F" nulla centra con la larghezza del tratto), rimando a questa discussione viewtopic.php?t=33999
Il tratto è ovviamente molto fine, il pennino simile ai pennini odierni utilizzati ad esempio sulla Compass e sulla Lecoule (anzi, direi che la geometria e dimensione dei due pennini sono identici, come identico è l'alimentatore in plastica); si vede ad occhio il tratto meno marcato rispetto al medio-fine (MF) della Compass/Lecoule.
Candy o Clear Candy ?
A un certo punto mi sono posto questa domanda. Nel variegato mondo di internet si trovano queste stilografiche indicate a volte con il nome di Candy, altre con il nome di Clear Candy. Talvolta la stessa identica penna chiamata con entrambi i nomi e usati come sinonimi.
Visionare le pagine dei siti d’aste, forum o blog non aiutano poi molto a dipanare la questione. Sailor stessa ci ha messo del suo per rendere più confuso il tutto.
Le penne di queste prime serie prodotte tra il settanta e l’ottanta si chiamavano semplicemente Candy (in giapponese キャンディ).
Due pubblicità della Sailor Candy anni '70 (la dicitura "Clear" risulta sempre essere assente). Il prezzo riportato su entrambe le pubblicità è di 600 yen.
Fonte: sito Sailor Pen
Le penne della seconda serie prodotte nel 2011 in occasione del centenario della casa, furono chiamate invece Clear Candy.
Pubblicità della Sailor Candy Clear rilasciata nel 2011 per la celebrazione dei 100 anni del marchio (si vede il simbolo celebrativo in alto a destra). La dicitura "Clear" (in giapponese クリア) è stata aggiunta e il prezzo è quasi raddoppiato a 1050 yen. Come si può vedere, è stata utilizzata la stessa fotografia con mamma e figlio già presente nella vecchia pubblicità.
Il fatto che nella prima tornata di produzione vi fossero anche delle stilografiche con plastiche trasparenti e il fatto che nel 2011 Sailor utilizzò parte di vecchie pubblicità per reclamizzare la nuova produzione commemorativa, genera oggi confusione nell’attribuzione della corretta denominazione da utilizzare per le due distinte versioni.
Sebbene le due versioni sono pressoché uguali, vi sono alcuni dettagli che possono aiutarne l’identificazione.
Penne con pennini recanti l’incisione Made in Taiwan sono solo della prima serie (’70-’80).
Nella prima versione non è presenta alcuna scritta o riferimento a Sailor sul fusto e sul cappuccio.
Se sul pennino è presente la gradazione del tratto, la versione è del 2011 (o post 2011)
Le plastiche colorate della seconda versione (2011) hanno tonalità pastello (o più simili ad un pastello rispetto alle precedenti).
Al momento non mi viene in mente null’altro e quindi vado a scrivere due righe con questa pucciosa penna (forse un po troppo pucci-pucci per i miei gusti
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Saluti
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