Le potenzialità della stampa 3D: Samaipens Lorem Ipsum “Speciale”
Inviato: giovedì 17 ottobre 2024, 20:12
Eccoci qui con una nuova recensione! Stavolta ho scelto di parlarvi di una penna particolare, per cui è necessario un antefatto. Al Penshow di Firenze vedo il banchetto di un produttore che fa penne con la stampante 3D, i colori e le numerose finiture attirano la mia attenzione, ma appena presa in mano una penna per provarla la trovo troppo lunga per la mia mano, ne parlo con il venditore e lui gentilmente mi spiega che fa anche modelli slim con pennino più piccolo (quelle che c’erano sul banco erano con Jowo numero 6 in acciaio o Bock numero 8 in titanio, quelle slim con schmidt numero 5 in acciaio) ma che era anche possibile fare penne personalizzate concordando il progetto. Quel giorno non concludo alcun acquisto da lui, ma prendo il biglietto da visita con i contatti, e me ne torno a casa. L’idea di avere una penna personalizzata a un prezzo tutto sommato accessibile, per di più compatibile con Jowo numero 6 e dunque con una miriade di pennini personalizzati, continua a frullarmi della testa, e dopo un paio di mesi contatto il venditore/artigiano (lui lavora molto con i social, ma non essendo io molto social ho preferito contattarlo tramite il form presente sul suo sito, cui è seguito uno scambio di mail) e gli ricordo un po’ di quanto ci eravamo detti a Firenze. Lui mi manda un paio di foto dei modelli slim, che però decido di accantonare perché avevo trovato l’impugnatura del modello con Jowo numero 6, la Lorem Ipsum, davvero comoda, e gli chiedo se può farmi un modello su base Lorem Ipsum però più adatto alle mie mani, vale a dire più corto, e con le estremità a ogiva. Lui mi dice che si può fare, dopo un paio di settimane mi manda gli schizzi preparatori, io li approvo e si mette a produrre la penna con il suo tempo. Per essere preciso mi baso sullo storico delle mail: schizzi presentati il 28 giugno, approvati il 1° luglio, penna arrivata tra le mie mani il 23 settembre. Non sono certo tempi record, ma la penna è un modello personalizzato, fatta apposta per me, per di più in periodo estivo; direi che ci sta come tempistica (per chi fosse interessato ha anche modelli disponibili subito per l’acquisto).
Andiamo ora alla descrizione esteriore della penna: si tratta di una penna realizzata interamente in resina (precisamente nylon 12) stampata in 3D, senza clip né alcun elemento metallico. Le dimensioni sono: 136 mm chiusa, 125 mm aperta, la forma è a sigaro e il corpo e il cappuccio sono ricoperti di vernice semilucida glitterata (il venditore al Penshow mi ha assicurato che è molto resistete e difficile da graffiare). Svitando il cappuccio viene rivelata una sezione in resina nera dalla finitura ruvida, “sabbiata”, piuttosto lunga, e un pennino Jowo numero 6. Interessante è la filettatura a tre principi che permette la chiusura/apertura con solo mezzo giro e tiene perfettamente (ho fatto il test delle 72 ore senza scrivere a testa in su nel portapenne ed è ripartita senza fare una piega) forse anche grazie all’o-ring posto alla fine della filettatura. Non è presente alcun segno dello stampo, tutto è stato pulito alla perfezione. La sensazione al tatto è molto piacevole, sia della parte laccata che della parte nuda dell’impugnatura. La penna è molto leggera: pesa 19 grammi con il cappuccio e 13 senza (converter e inchiostro inclusi). Il pennino è un semplice Jowo numero 6 in acciaio, senza marchi o fregi, con alimentatore in ABS.
Il sistema di caricamento è il classico cartuccia/converter ad attacco standard, la penna viene fornita con un converter Schmidt filettato che si avvita nella sezione. Il fusto si avvita sulla sezione tramite una lunga filettatura che presenta alla fine un o-ring, indice che la penna è pensata per essere convertita al caricamento a contagocce (cosa che non mi sogno minimamente di fare; ho visto comunque modelli in resina trasparente convertiti a contagocce con l’inchiostro a vista, davvero un bell’effetto). Il caricamento con il converter è avvenuto alla perfezione, con l’innesto a vite non c’è assolutamente il timore che la sezione cada nel calamaio.
Passiamo dunque alle prestazioni di scrittura: il pennino fa il suo lavoro decisamente bene, il produttore mi ha detto che testa tutti i pennini singolarmente prima della spedizione insieme con il converter (e infatti ho trovato il pennino e il converter leggermente umidi, residuo del lavaggio post-test), e ciò sembra aver portato i suoi frutti. Il tratto è un EF, per i miei gusti è anche troppo scorrevole, infatti ho combinato un pasticcio scrivendo su carta Rhodia, meglio che mi tenga sulle carte più porose con questo pennino. Avevo comprato la penna pensando già di cambiare pennino mettendone uno con una punta speciale, ma devo dire che questo non va per niente male. Il tratto è ovviamente più largo di un extrafine giapponese, ma poco male.
In conclusione, credo si tratti veramente di una bella penna, che mostra le potenzialità della produzione con stampa in 3D, in primis la libertà nella personalizzazione per forma, colore, finitura. La produzione di questa penna ha richiesto dei passaggi manuali, come la rifinitura delle parti uscite dalla stampante e la laccatura, dunque, direi che è una via di mezzo tra artigianalità e tecnica industriale. Forse la cosa che mi è piaciuta di meno è l’eccessiva leggerezza, l’avrei preferita un poco più pesante per poterla gestire meglio, ma credo che sia un limite del materiale. La comunicazione con il venditore/artigiano è stata sempre ottima, insieme con la penna ho ordinato anche il set di poggia-penne e ne sono pienamente soddisfatto (sono tre, due li vedete nelle foto, più uno più grande, è possibile acquistarne solo uno e anche questi hanno una grande possibilità di personalizzazione dei colori).
Andiamo ora alla descrizione esteriore della penna: si tratta di una penna realizzata interamente in resina (precisamente nylon 12) stampata in 3D, senza clip né alcun elemento metallico. Le dimensioni sono: 136 mm chiusa, 125 mm aperta, la forma è a sigaro e il corpo e il cappuccio sono ricoperti di vernice semilucida glitterata (il venditore al Penshow mi ha assicurato che è molto resistete e difficile da graffiare). Svitando il cappuccio viene rivelata una sezione in resina nera dalla finitura ruvida, “sabbiata”, piuttosto lunga, e un pennino Jowo numero 6. Interessante è la filettatura a tre principi che permette la chiusura/apertura con solo mezzo giro e tiene perfettamente (ho fatto il test delle 72 ore senza scrivere a testa in su nel portapenne ed è ripartita senza fare una piega) forse anche grazie all’o-ring posto alla fine della filettatura. Non è presente alcun segno dello stampo, tutto è stato pulito alla perfezione. La sensazione al tatto è molto piacevole, sia della parte laccata che della parte nuda dell’impugnatura. La penna è molto leggera: pesa 19 grammi con il cappuccio e 13 senza (converter e inchiostro inclusi). Il pennino è un semplice Jowo numero 6 in acciaio, senza marchi o fregi, con alimentatore in ABS.
Il sistema di caricamento è il classico cartuccia/converter ad attacco standard, la penna viene fornita con un converter Schmidt filettato che si avvita nella sezione. Il fusto si avvita sulla sezione tramite una lunga filettatura che presenta alla fine un o-ring, indice che la penna è pensata per essere convertita al caricamento a contagocce (cosa che non mi sogno minimamente di fare; ho visto comunque modelli in resina trasparente convertiti a contagocce con l’inchiostro a vista, davvero un bell’effetto). Il caricamento con il converter è avvenuto alla perfezione, con l’innesto a vite non c’è assolutamente il timore che la sezione cada nel calamaio.
Passiamo dunque alle prestazioni di scrittura: il pennino fa il suo lavoro decisamente bene, il produttore mi ha detto che testa tutti i pennini singolarmente prima della spedizione insieme con il converter (e infatti ho trovato il pennino e il converter leggermente umidi, residuo del lavaggio post-test), e ciò sembra aver portato i suoi frutti. Il tratto è un EF, per i miei gusti è anche troppo scorrevole, infatti ho combinato un pasticcio scrivendo su carta Rhodia, meglio che mi tenga sulle carte più porose con questo pennino. Avevo comprato la penna pensando già di cambiare pennino mettendone uno con una punta speciale, ma devo dire che questo non va per niente male. Il tratto è ovviamente più largo di un extrafine giapponese, ma poco male.
In conclusione, credo si tratti veramente di una bella penna, che mostra le potenzialità della produzione con stampa in 3D, in primis la libertà nella personalizzazione per forma, colore, finitura. La produzione di questa penna ha richiesto dei passaggi manuali, come la rifinitura delle parti uscite dalla stampante e la laccatura, dunque, direi che è una via di mezzo tra artigianalità e tecnica industriale. Forse la cosa che mi è piaciuta di meno è l’eccessiva leggerezza, l’avrei preferita un poco più pesante per poterla gestire meglio, ma credo che sia un limite del materiale. La comunicazione con il venditore/artigiano è stata sempre ottima, insieme con la penna ho ordinato anche il set di poggia-penne e ne sono pienamente soddisfatto (sono tre, due li vedete nelle foto, più uno più grande, è possibile acquistarne solo uno e anche questi hanno una grande possibilità di personalizzazione dei colori).