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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Le mirabolanti avventure di Abulafia nel regno delle penne che non si fila nessuno.
- Abulafia
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- La mia penna preferita: Staedtler M Noris Stick
- Il mio inchiostro preferito: Quel che devo ancora comprare.
- Misura preferita del pennino: Fine
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Le mirabolanti avventure di Abulafia nel regno delle penne che non si fila nessuno.
Ci eravamo lasciati circa un mesetto fa con la presentazione numero 54 della Fuliwen 017 (che ha inaspettatamente raccolto un variegato interesse), quindi oggi si riparte dal...
...55) Stabilo Grow.
Avevo adocchiato questa penna sin dall'inizio della mia avventura stilografica, attirato dal legno, dalla pubblicità "green" e dall'aspetto generale della penna. Alla fine, approfittando di qualche sconto che l'ha portata a costare la metà delle cartolerie locali, l'ho presa. È una penna in bilico tra cose buone e cose molto meno buone.
Di ottimo c'è l'aspetto, l'impugnatura, le dimensioni e il fermaglio morbido: è una penna che mi piace, che trovo molto piacevole da impugnare e che si attacca facilmente a taschini, agende e quant'altro.
Di buono c'è il pennino, che funziona bene (anche se ha un sottile, quasi inavertibile, ma costante attrito "grattoso") e che, nonostante il tratto "M" bello bagnato e ampio, è stranamente sia controllabile che naturale. Insomma, ci si scrive bene.
La penna è estremamente leggera, una piuma anche con tutto il cappuccio: la cosa a me un po' dispiace, ma forse è comunque un pregio.
Di meno buono, anzi direi di pessimo, c'è la costruzione: la filettatura tra fusto e sezione è semplicemente la peggiore che abbia avuto occasione di provare; si svita da sola, è lasca e fa qualche scatto anche solo tirando. E tirare e necessario per togliere il cappuccio a pressione, anch'esso non realizzato con chissà quale arte. La clip è morbida, ma non dà l'impressione di essere duratura e resistente.
...55) Stabilo Grow.
Avevo adocchiato questa penna sin dall'inizio della mia avventura stilografica, attirato dal legno, dalla pubblicità "green" e dall'aspetto generale della penna. Alla fine, approfittando di qualche sconto che l'ha portata a costare la metà delle cartolerie locali, l'ho presa. È una penna in bilico tra cose buone e cose molto meno buone.
Di ottimo c'è l'aspetto, l'impugnatura, le dimensioni e il fermaglio morbido: è una penna che mi piace, che trovo molto piacevole da impugnare e che si attacca facilmente a taschini, agende e quant'altro.
Di buono c'è il pennino, che funziona bene (anche se ha un sottile, quasi inavertibile, ma costante attrito "grattoso") e che, nonostante il tratto "M" bello bagnato e ampio, è stranamente sia controllabile che naturale. Insomma, ci si scrive bene.
La penna è estremamente leggera, una piuma anche con tutto il cappuccio: la cosa a me un po' dispiace, ma forse è comunque un pregio.
Di meno buono, anzi direi di pessimo, c'è la costruzione: la filettatura tra fusto e sezione è semplicemente la peggiore che abbia avuto occasione di provare; si svita da sola, è lasca e fa qualche scatto anche solo tirando. E tirare e necessario per togliere il cappuccio a pressione, anch'esso non realizzato con chissà quale arte. La clip è morbida, ma non dà l'impressione di essere duratura e resistente.
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56) Jinhao 10.
Dopo aver preso le Majohn/Moonman A1, A2 e A3, non potevo esimermi dal provare la quarta copia "capless", questa volta offerta da Jinhao. Identica all'A1, offre perfino un miglior rapporto qualità/prezzo, costando qualche euro in meno e scrivendo altrettanto bene. L'ho caricata più volte con inchiostro documentale e nell'ultimo mese non ha perso un colpo. È diventata la mia penna d'ordinanza e riesce a sopportare anche le mie derive autistiche che mi portano a cliccare il pulsante in maniere compulsiva per tutta la giornata.
Pur essendo identica alla A1, a me dà l'impressione di essere un po' più comoda nell'impugnatura e nel bilanciamento.
Dopo aver preso le Majohn/Moonman A1, A2 e A3, non potevo esimermi dal provare la quarta copia "capless", questa volta offerta da Jinhao. Identica all'A1, offre perfino un miglior rapporto qualità/prezzo, costando qualche euro in meno e scrivendo altrettanto bene. L'ho caricata più volte con inchiostro documentale e nell'ultimo mese non ha perso un colpo. È diventata la mia penna d'ordinanza e riesce a sopportare anche le mie derive autistiche che mi portano a cliccare il pulsante in maniere compulsiva per tutta la giornata.
Pur essendo identica alla A1, a me dà l'impressione di essere un po' più comoda nell'impugnatura e nel bilanciamento.
- ASTROLUX
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Le mirabolanti avventure di Abulafia nel regno delle penne che non si fila nessuno.
La fuliwen 017 è una penna notevole, la resina è fantastica (presa la blu caos).
Il pennino della STABILO è compatibile con Lamy?
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Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
Lao Tsu
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- Abulafia
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57) Majohn T6 livrea "City Lights".
Ce l'avevo nel callello (il carrello cinese, ovviamente) sin dai primissimi giorni del mio interesse per le stilografiche e alla fine, dopo 8 mesi, mi sono sentito autorizzato a comprarla (anche perché finalmente scesa nel limite di budget preimpostato).
Aspettare tanto è valsa la pena: la penna rientra perfettamente nei miei gusti estetici, costruttivi, impugnatori e scrittori.
È una penna grande, pesante, perfettamente utilizzabile senza cappuccio e con scheletratura e impugnatura metallica: mi piace maneggiarla, mi piace impugnarla, mi piace pure accarezzarla
Il pennino, che non ho su nessun'altra delle mie Majohn, deve essere di nuova produzione: per me è eccezionale, nessun altro di tutti quelli provati finora è così controllabile e preciso, non sbaglio un segno. È anche vagamente elastico ed espressivo e mi ha riavvicinato agli (non troppo amati) EF.
Un difetto? Il flusso non troppo abbondante, ma potrebbe anche essere colpa dell'inchiostro rosso con cui l'ho caricata.
Ah: la decorazione del fusto richiama una strada con la segnaletica urbana, il cappuccio richiama le finestre dei palazzi di una grande città ed il fermaglio ha la forma di un semaforo. È kitsch? Probabilmente sì, ma io la amo
Ce l'avevo nel callello (il carrello cinese, ovviamente) sin dai primissimi giorni del mio interesse per le stilografiche e alla fine, dopo 8 mesi, mi sono sentito autorizzato a comprarla (anche perché finalmente scesa nel limite di budget preimpostato).
Aspettare tanto è valsa la pena: la penna rientra perfettamente nei miei gusti estetici, costruttivi, impugnatori e scrittori.
È una penna grande, pesante, perfettamente utilizzabile senza cappuccio e con scheletratura e impugnatura metallica: mi piace maneggiarla, mi piace impugnarla, mi piace pure accarezzarla
Il pennino, che non ho su nessun'altra delle mie Majohn, deve essere di nuova produzione: per me è eccezionale, nessun altro di tutti quelli provati finora è così controllabile e preciso, non sbaglio un segno. È anche vagamente elastico ed espressivo e mi ha riavvicinato agli (non troppo amati) EF.
Un difetto? Il flusso non troppo abbondante, ma potrebbe anche essere colpa dell'inchiostro rosso con cui l'ho caricata.
Ah: la decorazione del fusto richiama una strada con la segnaletica urbana, il cappuccio richiama le finestre dei palazzi di una grande città ed il fermaglio ha la forma di un semaforo. È kitsch? Probabilmente sì, ma io la amo
- Simy
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- La mia penna preferita: Platinum 3776 Ivory Rhodium EF
- Il mio inchiostro preferito: Sailor Ink Studio 435
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Le mirabolanti avventure di Abulafia nel regno delle penne che non si fila nessuno.
Molto carina la Stabilo, mi piace quell'aria un po' a metà tra boscaiolo e manager moderno dedito al greenwashing Peccato per le sue pecche
- Abulafia
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58) Waterman Reflex (vintage).
Nei cassetti paterni ho rinvenuto questa Waterman di 20-30 anni fa, abbandonata sola soletta.
A quanto pare all'epoca qualche cartolaio locale ha tentato di infilarci qualche cartuccia non compatibile, piegando il foracartucce e rendendola inservibile. In più era ovviamente incrostata e intasata da quel dì.
Seguendo un po' di istruzioni qui dentro l'ho messa a mollo, le ho dato una passata di lavatrice ad ultrasuoni e infine ho raddrizzato con la punta di un coltellino il foracartucce, stando attento a non romperlo nell'operazione.
Non ho osato premerlo di nuovo con una cartuccia, quindi ho comprato un lotto di 10 converter cinesi con attacco standard internazionale e ho provato la fortuna. Il converter è entrato senza forzature e con infinita naturalezza, adattandosi perfettamente anche all'alloggiamento che lo tiene ben saldo.
Caricata ad inchiostro "Hot Pink" di Karkos (non volevo sprecare altri colori nel caso non avesse funzionato), la penna s'è rivelata ancora un'ottima scrittrice (e l'inchiostro non è risultato affatto male).
L'operazione di ripristino sicuramente è una bazzecola per voi navigati naviganti del mare stilografico, ma per me è stata una grossa soddisfazione.
Nei cassetti paterni ho rinvenuto questa Waterman di 20-30 anni fa, abbandonata sola soletta.
A quanto pare all'epoca qualche cartolaio locale ha tentato di infilarci qualche cartuccia non compatibile, piegando il foracartucce e rendendola inservibile. In più era ovviamente incrostata e intasata da quel dì.
Seguendo un po' di istruzioni qui dentro l'ho messa a mollo, le ho dato una passata di lavatrice ad ultrasuoni e infine ho raddrizzato con la punta di un coltellino il foracartucce, stando attento a non romperlo nell'operazione.
Non ho osato premerlo di nuovo con una cartuccia, quindi ho comprato un lotto di 10 converter cinesi con attacco standard internazionale e ho provato la fortuna. Il converter è entrato senza forzature e con infinita naturalezza, adattandosi perfettamente anche all'alloggiamento che lo tiene ben saldo.
Caricata ad inchiostro "Hot Pink" di Karkos (non volevo sprecare altri colori nel caso non avesse funzionato), la penna s'è rivelata ancora un'ottima scrittrice (e l'inchiostro non è risultato affatto male).
L'operazione di ripristino sicuramente è una bazzecola per voi navigati naviganti del mare stilografico, ma per me è stata una grossa soddisfazione.
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59) Pilot Pluminix
Avevo visto qualche recensione della Plumix e mi aveva incuriosito; in occasione del Pelikan HUB isernino allora ho chiesto una Plumix alla cortesissima proprietaria, che mi ha rifilato una Pluminix: c'era così tanta affluenza e così tanto da seguire che non avuto cuore di rettificare... e quindi mi sono comprato la Pluminix
La penna, che ho sentito qui sopra definire "a forma di totano", mi piace oltremodo. Curiosa, originale, strana.
Certo è minuscola per le mie mani e inutilizzabile se non per una manciata di righi, ma è comunque divertente (e utile da portare in tasca o con piccoli taccuini).
Il pennino è veramente una gioia da usare e i risultati mi piacciono tantissimo, anche se in qualche verso sembra essere realmente "tagliente".
Sicuramente comprerò anche la Plumix.
Avevo visto qualche recensione della Plumix e mi aveva incuriosito; in occasione del Pelikan HUB isernino allora ho chiesto una Plumix alla cortesissima proprietaria, che mi ha rifilato una Pluminix: c'era così tanta affluenza e così tanto da seguire che non avuto cuore di rettificare... e quindi mi sono comprato la Pluminix
La penna, che ho sentito qui sopra definire "a forma di totano", mi piace oltremodo. Curiosa, originale, strana.
Certo è minuscola per le mie mani e inutilizzabile se non per una manciata di righi, ma è comunque divertente (e utile da portare in tasca o con piccoli taccuini).
Il pennino è veramente una gioia da usare e i risultati mi piacciono tantissimo, anche se in qualche verso sembra essere realmente "tagliente".
Sicuramente comprerò anche la Plumix.
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60) Pineider Egosphere.
Su (meno) noto sito d'oltralpe vanno regolarmente in offerta a prezzi da liquidazione le penne e i prodotti Pineider; nei mesi scorsi avevo comprato una Metropolis (deludentissima) e una Avatar UR (che valeva il prezzo da liquidazione e niente più).
Siccome non c'è due senza tre, errare è umano e perseverare e diabolico e il lupo perde il pelo ma non il vizio, ho deciso di fare "all in" (nel senso che mi sono bruciato il budget fino a Natale) e ho comprato questa Egosphere (a meno di un quarto del prezzo di listino).
Sono stato spinto anche dalla quasi assoluta mancanza di recensioni, opinioni, commenti e altro su questa penna: ravanando a fondo il web ho trovato solo un vecchio post Facebook del designer di Pineider che si chiedeva come mai non l'avessero premiata in non so quale contest. E pochi altri accenni qui e lì.
Oggetto misterioso, oggetto fascinoso: e così è arrivata a casa, con pennino "B" perché dal sito non è possibile scegliere né saperlo in anticipo. Poco male, ho capito che a me piacciono tutte le gradazioni.
Iniziamo dalle dolenti note: i materiali e la costruzione della penna non valgono le Jinhao da 2€, senza tema di smentita. Plasticaccia brutta e sottile. In compenso la costruzione è un po' meglio, le linee sono ben affusolate, gli elementi ben saldati e adattati, la veretta d'argento è meno pacchiana di quel che temessi e il "gioiello" sulla parte posteriore della clip non è brutto. Il fermaglio ha una bellissima forma e funziona molto bene.
La penna ha carica a converter/cartuccia, con converter incluso.
Il pennino, in oro 18k, è fra le note liete: pur essendo molto piccolo, mi ci sono trovato bene fin da subito. Scorrevole, molleggiato, non troppo preciso (ma il tratto B non aiuta in questo), ma in compenso molto naturale e "arioso". Viene da farci svolazzi su svolazzi, mi ci escono delle firme bellissime con una grafia che non sapevo di avere
L'ho caricata con il De Atramentis Pearlescent "Black Velvet - Gold" glitterato.
Dopo una decina di giorni non soffre ancora di intasamenti e rilascia una quantità di brillantini da record, lettera per lettera.
Ovviamente è il primo inchiostro glitterato che provo e quindi ho deciso di rischiare la mia penna più costosa, perché sì.
Su (meno) noto sito d'oltralpe vanno regolarmente in offerta a prezzi da liquidazione le penne e i prodotti Pineider; nei mesi scorsi avevo comprato una Metropolis (deludentissima) e una Avatar UR (che valeva il prezzo da liquidazione e niente più).
Siccome non c'è due senza tre, errare è umano e perseverare e diabolico e il lupo perde il pelo ma non il vizio, ho deciso di fare "all in" (nel senso che mi sono bruciato il budget fino a Natale) e ho comprato questa Egosphere (a meno di un quarto del prezzo di listino).
Sono stato spinto anche dalla quasi assoluta mancanza di recensioni, opinioni, commenti e altro su questa penna: ravanando a fondo il web ho trovato solo un vecchio post Facebook del designer di Pineider che si chiedeva come mai non l'avessero premiata in non so quale contest. E pochi altri accenni qui e lì.
Oggetto misterioso, oggetto fascinoso: e così è arrivata a casa, con pennino "B" perché dal sito non è possibile scegliere né saperlo in anticipo. Poco male, ho capito che a me piacciono tutte le gradazioni.
Iniziamo dalle dolenti note: i materiali e la costruzione della penna non valgono le Jinhao da 2€, senza tema di smentita. Plasticaccia brutta e sottile. In compenso la costruzione è un po' meglio, le linee sono ben affusolate, gli elementi ben saldati e adattati, la veretta d'argento è meno pacchiana di quel che temessi e il "gioiello" sulla parte posteriore della clip non è brutto. Il fermaglio ha una bellissima forma e funziona molto bene.
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Il pennino, in oro 18k, è fra le note liete: pur essendo molto piccolo, mi ci sono trovato bene fin da subito. Scorrevole, molleggiato, non troppo preciso (ma il tratto B non aiuta in questo), ma in compenso molto naturale e "arioso". Viene da farci svolazzi su svolazzi, mi ci escono delle firme bellissime con una grafia che non sapevo di avere
L'ho caricata con il De Atramentis Pearlescent "Black Velvet - Gold" glitterato.
Dopo una decina di giorni non soffre ancora di intasamenti e rilascia una quantità di brillantini da record, lettera per lettera.
Ovviamente è il primo inchiostro glitterato che provo e quindi ho deciso di rischiare la mia penna più costosa, perché sì.
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61) Banju Summer Romance.
Il sito di vendita me la proponeva in calce ad ogni altro prodotto che ispezionavo, quindi alla fine me ne ha fatto innamorare: non c'è voluto molto, in effetti. Mi piacciono le penne da tasca (esteticamente, visto che la maggior parte poi sono scomode), mi piacciono le penne colorate, mi piacciono le penne con impugnatura in metallo, mi piacciono gli sconti... e due settimane fa tutto ciò si è allineato.
Ho ordinato la penna, con pennino EF (perché dopo la Majohn T6 ho riacquisito fiducia nel fatto che potessi gestirlo) ed oggi è arrivata, addirittura corredata da una simpatica scatolina con istruzioni. Niente cartucce o converter di cortesia, ma per fortuna monta le cartucce standard internazionali (mentre temo che nessun converter possa entrare nel fusto, forse neanche quello Kaweco Sport).
La penna, per i miei gusti, è ottima sotto tutti gli aspetti, è anche inaspettatamente comoda una volta montata in posizione di scrittura (operazione peraltro facilissima e più veloce che con altre minipenne, grazie ad una felice filettatura corta e saldissima).
Il pennino, di produzione sconosciuta, funziona bene, è bagnato, scorrevole e controllabile. Un altro EF con cui non devo litigare.
Il nome e i colori mi renderanno molto woke (che è un modo woke per non dire brutte parole ) agli occhi di chi mi vedrà maneggiarla (un amico mi ha già preso in giro), ma va bene lo stesso
Il sito di vendita me la proponeva in calce ad ogni altro prodotto che ispezionavo, quindi alla fine me ne ha fatto innamorare: non c'è voluto molto, in effetti. Mi piacciono le penne da tasca (esteticamente, visto che la maggior parte poi sono scomode), mi piacciono le penne colorate, mi piacciono le penne con impugnatura in metallo, mi piacciono gli sconti... e due settimane fa tutto ciò si è allineato.
Ho ordinato la penna, con pennino EF (perché dopo la Majohn T6 ho riacquisito fiducia nel fatto che potessi gestirlo) ed oggi è arrivata, addirittura corredata da una simpatica scatolina con istruzioni. Niente cartucce o converter di cortesia, ma per fortuna monta le cartucce standard internazionali (mentre temo che nessun converter possa entrare nel fusto, forse neanche quello Kaweco Sport).
La penna, per i miei gusti, è ottima sotto tutti gli aspetti, è anche inaspettatamente comoda una volta montata in posizione di scrittura (operazione peraltro facilissima e più veloce che con altre minipenne, grazie ad una felice filettatura corta e saldissima).
Il pennino, di produzione sconosciuta, funziona bene, è bagnato, scorrevole e controllabile. Un altro EF con cui non devo litigare.
Il nome e i colori mi renderanno molto woke (che è un modo woke per non dire brutte parole ) agli occhi di chi mi vedrà maneggiarla (un amico mi ha già preso in giro), ma va bene lo stesso
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62) Modern Creation F-0689.
Galeotta fu la discussione sulle penne cinesi particolari e il primo post di ASTROLUX, che ringrazio per aver ulteriormente trovato un modo per impoverire il mio portafogli.
Appena letto dell'esistenza di questa penna ho deciso che dovevo averla e, in occasione del perpetuo giro di sconti cinese, ho provveduto all'acquisto.
La penna è curiosa per un motivo: oltre a poter montare cartucce e converter standard, offre in confezione un converter maggiorato, enorme, che si carica... magneticamente. Invece di avere un pistone di plastica come tutti gli altri converter, questo è un semplice tubo di plastica il cui piccolo pistone è metallico (con parte inferiore di gomma) e "controllabile" con una potente calamita situata nel cappuccio.
In pratica basta far scorrere il cappuccio accanto al converter o alla penna per tirare su e giù il pistoncino e caricare/scaricare la penna.
L'assenza del meccanismo girevole consente di avere un converter con molta più capacità, che infatti mi si è succhiato mezzo calamaio di Oyster Lake Baikal.
La penna ha una bella finitura metallica color grafite e un pennino molto funzionale (anche se temo un po' disallineato, nel mio caso), che scorre più che decentemente e che si gestisce con estrema naturalezza, a scapito di un po' di precisione.
Galeotta fu la discussione sulle penne cinesi particolari e il primo post di ASTROLUX, che ringrazio per aver ulteriormente trovato un modo per impoverire il mio portafogli.
Appena letto dell'esistenza di questa penna ho deciso che dovevo averla e, in occasione del perpetuo giro di sconti cinese, ho provveduto all'acquisto.
La penna è curiosa per un motivo: oltre a poter montare cartucce e converter standard, offre in confezione un converter maggiorato, enorme, che si carica... magneticamente. Invece di avere un pistone di plastica come tutti gli altri converter, questo è un semplice tubo di plastica il cui piccolo pistone è metallico (con parte inferiore di gomma) e "controllabile" con una potente calamita situata nel cappuccio.
In pratica basta far scorrere il cappuccio accanto al converter o alla penna per tirare su e giù il pistoncino e caricare/scaricare la penna.
L'assenza del meccanismo girevole consente di avere un converter con molta più capacità, che infatti mi si è succhiato mezzo calamaio di Oyster Lake Baikal.
La penna ha una bella finitura metallica color grafite e un pennino molto funzionale (anche se temo un po' disallineato, nel mio caso), che scorre più che decentemente e che si gestisce con estrema naturalezza, a scapito di un po' di precisione.
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Mi scuso con entrambi per aver travolto le vostre risposte nel profluvio di post sulle penne
Non ho la più pallida idea se il pennino Stabilo sia compatibile con Lamy, ma su due piedi direi di no perché mi sembra ben più grande.
È la perfetta incarnazione del greenwashing e infatti mi ci trovo benissimo, da leguleio appassionato di fotografie boschive
Tra l'altro la Fuliwen, almeno nella mia finitura "marmorizzata", è talmente liscia che diventa piacevole accarezzarla (e due, sto sviluppando una perversione per questa cosa ).
Non ho la più pallida idea se il pennino Stabilo sia compatibile con Lamy, ma su due piedi direi di no perché mi sembra ben più grande.
Esatto!
È la perfetta incarnazione del greenwashing e infatti mi ci trovo benissimo, da leguleio appassionato di fotografie boschive
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Mi hai subito ricambiato il favore con la Fuliwen 017.Abulafia ha scritto: ↑martedì 15 ottobre 2024, 22:30 62) Modern Creation F-0689.
Galeotta fu la discussione sulle penne cinesi particolari e il primo post di ASTROLUX, che ringrazio per aver ulteriormente trovato un modo per impoverire il mio portafogli.
Attenzione agli orologi meccanici, maneggiando il magnete._
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Lao Tsu
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Non ho mica orologetti svizzeri di comprovata ricottosità, io.ASTROLUX ha scritto: ↑martedì 15 ottobre 2024, 22:51Mi hai subito ricambiato il favore con la Fuliwen 017.Abulafia ha scritto: ↑martedì 15 ottobre 2024, 22:30 62) Modern Creation F-0689.
Galeotta fu la discussione sulle penne cinesi particolari e il primo post di ASTROLUX, che ringrazio per aver ulteriormente trovato un modo per impoverire il mio portafogli.
Attenzione agli orologi meccanici, maneggiando il magnete._
Quelli sovietici non temono nulla, ho provato a lasciare un Vostok Amphibia e un Vostok Komandirskie una settimana a riposo con i magneti al neodimio e non hanno fatto una piega: andavano male come il primo giorno, ma senza ulteriori variazioni
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Mi stavo già preoccupando per la carrellata di penne seriose, ma per fortuna c'è lei.
Adorabile nella sua kitschositá (ma che poi non è nemmeno esagerata).
Molto bello il cappuccio a grattacielo.
"È tutta colpa di Esme" [Bons]
Gli stolti hanno il privilegio di riuscire a ridere anche di fronte al dramma.
Gli stolti hanno il privilegio di riuscire a ridere anche di fronte al dramma.
- Abulafia
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Le mirabolanti avventure di Abulafia nel regno delle penne che non si fila nessuno.
Secondo me è un capolavoro , mi pento di non essere riuscito a fotografarla come si deve; proverò a farla rendere meglio, perché effettivamente merita, se non si è oltranzisti della penna seria.