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In occasione dell'ultimo Pelikan HUB isernino, seguendo la curiosità, ho chiesto in negozio "qualche carta strana"; tra le tante mi è stata proposta la carta del titolo, la Karst Stone Paper, in formato taccuino A5; questa carta ha la particolarità di essere ricavata dalla pietra. Niente cellulosa, niente carta"tradizionale, solamente pietra al 100% ecologica e riciclabile, trattata per diventare fogli di carta, senza acidi (o almeno così riferisce l'azienda).
Pur avendola valutata con un po' di scetticismo (la pietra non rovinerà il pennino?), dietro rassicurazione del negoziante alla fine l'ho comprata. Tornato a casa in effetti ho letto peste e corna nelle recensioni: "distrugge i pennini", "spappola l'iridio", "gli inchiostri asciugano in ere geologiche", "sensazioni pessime di scrittura", "moriremo tutti!" e così via.
Siccome però ho inchiostro da sprecare e pennini di scarso valore con cui giocare quanto voglio, l'ho provata lo stesso.
Negli ultimi giorni l'ho utilizzata un bel po' e devo dire che scriverci dà una sensazione molto strana, ma anche molto gradevole: la carta è estremamente liscia e senza fibre, concede assoluta libertà al pennino. Allo stesso tempo è morbida, quasi "gommosa" e cedevole sotto il pennino se si calca troppo.
Devo dire che mi sta risultando molto utile per capire, da neofita, quando calco troppo la mano sul pennino. È una carta quasi didattica da questo punto di vista.
Tornare a scrivere sulla carta normale (anche Midori, Clairefontaine o Rhodia) dopo aver utilizzato questa "Stone paper" mi dà una sensazione di regressione e di molta minore scorrevolezza e libertà di tratto.
Per quanto riguarda gli inchiostri: quelli che ho provato (Pilot Iroshizuku, Diamine Polar Glow, Stabilo, Pilot Blu, Krishna Ink, Ostrich Sheen e altri) asciugano tutti in tempi normalissimi e senza alcun problema.
Un paio di inchiostri, dopo l'asciugatura e dopo un po' di ore, tendono a sbiadire enormemente: i due blu di Stabilo e Pilot, per esempio. Gli altri blu invece (R&K Konigsblau, il Polar Glow, il Pelikan 4001) non hanno avuto per nulla questo problema. Così come non ce l'hanno avuto gli altri colori.
Alcuni inchiostri spiumano (anche se forse non è il termine giusto, visto che non è che si impregnino le fibre, ma si spande proprio l'inchiostro superficialmente): tremendo il Platinum nero, leggermente afflitti un rosso che non ricordo più cos'è e l'arancione Krishna. Tutti gli altri inchiostri invece non danno alcun problema di questo tipo.
Nessuna forma di trapassamento, così come non c'è nessun ghosting, con nessun pennino, neanche con gli stub o con l'ultraflex in titanio della Kanwrite che di solito inonda la pagina.
La carta rispetta abbastanza i colori, anche se non esalta molto lo sheen.
Per quanto riguarda invece la "limatura" dei pennini... boh. Per ora la uso a mio rischio e pericolo.
La sensazione è di scrittura talmente liscia e morbida che sarei contento anche se me li grattuggiasse un po'.
Tutto sommato direi ho apprezzato molto questo taccuino e probabilmente ne comprerò altri.
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