Quello che segue è solo per pignoli incalliti e fanatici: gli altri saltino pure alle prove di scrittura!!!
Marca, famiglia, classe e modello
Marca: <Wahl-Eversharp>
Famiglia: <All metal pen>
Classe: <Enameled>
Modello: <Tinted pen>
Chi volesse conoscere le straordinarie vicende di questa gloriosa Marca statunitense potrà fare riferimento al nostro formidabile Wiki:
https://www.fountainpen.it/Eversharp/it
Per la famiglia di stilografiche a cui appartiene la penna in presentazione, le cosiddette <Wahl (All) Metal Pens>, rinvio alla accuratissima catalogazione proposta da Simone Piccardi
https://www.fountainpen.it/Wahl_Metal_Pen, in calce alla quale sarà anche possibile ammirare tutti gli esemplari già documentati dai Collezionisti (la presentazione loro singolarmente dedicata può essere utilmente recuperata in: Indice / Retrospettiva / Catalogo foto e modelli / Eversharp).
Per una carrellata fotografica quasi completa dei decori (ma senza il colore oggi in presentazione

) segnalo il sito di Jim Mamoulides:
https://www.penhero.com/PenGallery/Ever ... tterns.htm
Oggi sarà mio compito principale provare a documentare uno dei pochissimi modelli ancora mancanti per completare l’affascinante affresco delle stilografiche in metallo della Eversharp (periodo di produzione 1921-1929) e di provare a correggere quelli che personalmente ritengo errori di classificazione in cui mi sono imbattuto durante le ricerche per la presente recensione.
In questa sede gioverà ricordare preliminarmente che quelle di cui si tratta non sono penne “in ebanite rivestite da una lamina” di metallo prezioso, denominate “laminate” o “rivestite” (che invece proponevano tutti i Marchi più blasonati della concorrenza, da Waterman a Parker, da Sheaffer a Conklin), bensì penne costruite direttamente in metallo (a parte il gruppo scrittura che per motivi tecnici rimane come da tradizione in ebanite), poi laminate in metallo prezioso (dall’oro massiccio in giù) e quindi decorate (anche con l’aggiunta di smalti).
All’interno della famiglia delle <Wahl all metal pens> si possono individuare due categorie di penne, in funzione della tecnica con cui veniva impresso il decoro sulla superficie esterna:
• la prima, decisamente preponderante quanto a modelli e numeri prodotti, contiene le stilografiche (e le matite meccaniche abbinate) decorate “a macchina”, cioè <engine turned> (=
guilloché https://www.fountainpen.it/Guilloch%C3%A9);
• la seconda, contiene le penne “decorate a mano” <hand engraved>, che Simone, comprensibilmente, non assimila alle altre.
La superficie metallica da decorare con la macchina a guida manuale del
guilloché poteva essere:
• l’oro massiccio (<yellow solid gold> e anche <green solid gold> 18K/14 K/10K),
• la lamina d’oro (<gold filled> 12 K, ma anche 14K ¼),
• l’argento massiccio (<sterling>),
• la lamina d’argento (<silver filled> ma si trova anche il <silver plated>)
• e da ultimo – e solo dal 1927 al 1928(-1929) – una lamina base d'argento ricoperta da una lamina d’oro (<gold-on-silver> ovvero <12K yellow gold filled over silver> =
vermeil), che veniva successivamente in parte asportata per poter decorare a macchina solo l’argento sottostante.
Una categoria o classe di questi strumenti è rappresentata dalle penne <enameled> cioè “smaltate” (in senso lato).
Si tratta di penne metalliche decorate tradizionalmente a macchina ma impreziosite e rese più “colorate” (come richiedeva a grand voce il mercato, in tutti i campi, nella seconda metà degli anni Venti) dalla presenza di
smalti (
enamels): queste penne furono introdotte dalla Casa di Chicago come parte della inevitabile reazione alla massiccia immissione sul mercato americano delle coloratissime celluloidi della concorrenza (Sheaffer in primis, tra le “grandi”). Anche Wahl-Eversharp, ovviamente, si precipitò, era già però il 1927, a produrre strumenti di scrittura in celluloide (“pyroxalin”), ma non volle rinunciare senza combattere alla posizione dominante acquisita con le sue fortunate <all metal>, decidendo di immettere sul mercato del lusso anche una loro variante “colorata”… Così, tra le penne <gold filled>, <gold-on-silver> e <sterling> decorate a macchina (
engine turned) comparve una nuova classe, quella delle penne <all metal “smaltate”> (<enameled>), dal 1928 secondo i commentatori, ma secondo me già dall’inizio del 1927.
Tra le penne “smaltate” (in senso lato) io proporrei di distinguere tre sottocategorie, che si trovarono presentate contemporaneamente in questa pubblicità di fine 1928:
(dal Wiki)
①
le <tinted pen> propriamente dette (come la stilografica oggi in presentazione), con elaborato doppio rivestimento <gold-on-silver> (ma anche nella meno costosa versione in solo argento <sterling>), e poi smaltate (<tinted>) su tutta la superficie decorata, con effetto traslucido, proposte in 2 colori: blue-green come nella pubblicità qui allegata, e rose-pink oggi in presentazione;
②
le penne (ma solo le) <gold-filled> smaltate di nero, ma solo su alcune porzioni o segmenti della superficie, nei design <Ring Colonial> e <Colonnade>;
③
le penne (ma solo le) <gold-filled> smaltate di blu (da cui forse il nome evocativo “sulla sponda del lago”) <Lakeside>, con porzioni di decorazione lasciata in oro e altre smaltate, mediante una tecnica denominata <champlevé>.
Le <All metal> con smalti
Passiamo ad analizzare i 3 tipi di “smaltature” un poco più nel dettaglio.
<RING COLONIAL> e <COLONNADE> design [②]
Le bellissime stilografiche del tipo ② furono lanciate certamente nella prima parte del 1928, poiché compaiono entrambe già nel Catalogo generale di quell’anno (che non riporta ancora le grandi novità che verranno introdotte in autunno) e la loro produzione continuerà anche nel 1929 (con le modifiche alle iscrizioni della Marca).
WAHL-EVERSHARP general catalog 1928 – Black enameled pens (fonte PCA)
Il design <RING COLONIAL> deriva dal precedente design <COLONIAL>, una lavorazione semplicissima a linee parallele (prodotta dall’inizio, 1921, al 1927) al quale vennero aggiunti (incisi) i gruppi di tre anellini riempiti di colore nero.
Secondo David Nishimura la smaltatura avveniva mediante l’applicazione di uno smalto/lacca/vernice nero lucido alla nitrocellulosa e, come si può osservare, solo su porzioni circoscritte della laminatura (anellini e stretti pannelli).
Sono le più diffuse tra le <enameled> (stando almeno agli esemplari documentati in rete) ma, purtroppo, si presentano quasi sempre con lo smalto/vernice nero completamente assente oppure, il che è anche peggio, dopo essere state oggetto di “restauri” raccapriccianti per imprecisione e imperizia... La definizione del Catalogo prevede per questi due decori l’aggettivo <enameled> (
smaltato) e, solo per il secondo citato, anche <burnished> (
lucido).
Posso aggiungere che esiste almeno un ulteriore, splendido design non catalogato (o non ancora “riconosciuto”), prodotto (d)alla fine del 1928 che possiamo ammirare qui:
http://fountainpenboard.com/forum/index ... metal-pen/
* * *
<LAKESIDE> design [③]
Innanzitutto una precisazione: il nome del design è con ogni probabilità <Lakeside> e non <New Lakeside>, semplicemente perché non esisteva un precedente (vecchio) Lakeside da aggiornare (come nel caso, invece, del <Colonial> appena esaminato): “New” scritto in maiuscolo nella pubblicità allegata è, dunque, a mio avviso un semplice refuso di stampa.
Dovrò, ahimè, diffondermi un poco riguardo a queste penne difficili da riconoscere perché rare. Innanzi tutto, perché hanno subito l’identico destino che ha caratterizzato e afflitto tutti gli altri modelli smaltati della Wahl-Eversharp di quel periodo: la gloriosa Casa tra il 1927 e il 1929 produsse, ahimè, penne e matite straordinariamente belle ma decorate con smalti totalmente proni al disfacimento anche con un uso non intensivo… (in altre parole, la smaltatura si staccava solo a guardarla, probabilmente, e le penne venivano poi “ripulite” completamente dall’antiestetico effetto a chiazze). Questa parrebbe essere la ragione per cui non ci sono rimaste abbastanza penne in buono stato da utilizzare come "pietre di paragone". Secondo le mie ricerche, con lo smalto blu champlevé ancora sostanzialmente integro ad oggi si possono osservare soltanto:
• una matita in misura grande di Jonathan Veley (ora non più visibile sul sito da me più volte citato, ma solo nel libro cartaceo);
• un set di ring-top/short fotografato da David Isaacson;
[LAKESIDE set, champlevé - short size] (fonte David Isaacson)
• una stilografica in misura più grande con clip, del compianto Cliff Harrington, fotografata da Simone Piccardi

ad un Penshow e archiviata sul nostro Wiki.
LAKESIDE, champlevé – medium ? size (Cliff Harrington, foto di Simone Piccardi - dal Wiki)
(per altri dettagli della penna:
https://www.fountainpen.it/Wahl_Metal_Pen)
Il modello di decoro <Lakeside>, che come si può inferire dalle immagini allegate era dunque prodotto in almeno due taglie compresa quella media (?) con clip (a differenza della taglia unica “short” delle <tinted pen>), era l’ultima novità delle all-metal alla fine del 1928: lo smalto di colore blu/azzurro era frutto di una lavorazione “champlevé” e veniva presumibilmente steso sui pannelli con decoro a fitte lineette trasversali all’interno delle quali meglio avrebbe potuto aderire la pasta vitrea prima del passaggio in forno (il procedimento per ottenere questo particolare <smalto vitreo> è ben descritto in un curato video-articolo sul sito del THE MET -Metropolitan Museum of Art- di New York:
https://www.metmuseum.org/it/perspectiv ... -enameling).
Orbene, di questa meraviglia ci ha mostrato (pur senza saperlo) un esemplare purtroppo completamente privo del colore blu il nostro amico
Francoiacc (Francesco

) il quale, sicuramente fuorviato dalla completa decolorazione, a mio avviso non ha riconosciuto correttamente il pattern della decorazione a macchina, scambiandolo per quello di un <Wedgewood> design, ed così che l’ha presentato sul Forum:
viewtopic.php?t=31564.
La decorazione Wedgewood, però, e questa è la differenza costruttiva, ha una doppia laminatura “oro-su-argento” <gold-on-silver>, come si dovrebbe sempre poter leggere sulla testina dorata (<gold filled on sil.>), con pannelli riquadrati longitudinalmente da listelli dorati,
connessi alle estremità anch’esse dorate, e le “onde” sono più semplici e stilizzate che nel Lakeside (che mostra anche pannelli con lineette trasversali). Se confrontiamo i decori con attenzione, tra cataloghi e fotografie, la differenza tra i due pattern (Wedgewood e Lakeside) appare piuttosto evidente.
Anche in quest’ultimo esemplare di <Lakeside> mostrato da Jim Mamoulides (PenHero, all’indirizzo che ho già indicato) lo smalto è sparito completamente, e lui correttamente lo fa notare (ma io vedo ancora del blu sotto la clip: hai provato a guardare anche tu, Francesco?). La differenza tra i due pattern è chiara anche nella tabella dedicata ai design delle <all metal> da Richard Binder (
http://www.richardspens.com/ref/profiles/wahl_pen.htm).
@Simone: a causa di questo fraintendimento, attualmente nella tabella (con dettaglio della levetta e della decorazione) del Wiki i due design (il Wedgewood secondo Francesco, in realtà Lakeside, e il Lakeside ancora con lo smalto blu di Harrington), identici, si trovano uno sopra l’altro ma con nomi diversi.
Se le mie osservazioni fossero corrette, sarebbe allora necessario modificare la classificazione.
* * *
<TINTED PEN> design [①]
E, finalmente, nel prossimo capitolo potremo dedicare la nostra attenzione all’oggetto principale di questa recensione, le <Tinted Pen>, in proporzione le più preziose tra le penne smaltate della Casa perché realizzate a partire dal doppio rivestimento <gold-on-silver> e solo in taglia piccola (“short”).
Le Wahl[-Eversharp] Tinted Pen
Come ho ricordato in precedenza, il 1928 fu un anno di transizione per la Casa di Chicago, che introdusse molte novità dopo l’uscita del suo Catalogo generale avvenuta nella prima metà dell’anno, novità che annunciò in anteprima ai rivenditori nella rivista aziendale «Eversales» nell’ottobre 1928, in cui oltre all’introduzione della garanzia a vita “Gold Seal” e al lancio della mitica “Deco Band” si trovano anche le “nuove iscrizioni” su tutti gli strumenti: si era trattato essenzialmente di aggiungere al primo nome WAHL anche il secondo nome EVERSHARP (sulle stilografiche ciò doveva avvenire sulla testina o sulla clip, oltre che sul pennino). Presumibilmente non tutti i manufatti che erano già in catalogo/produzione riportarono gli “aggiornamenti” da quel preciso momento, e ciò comprensibilmente, soprattutto per l’esigenza di esaurire le scorte di materiali più o meno preziosi già lavorati giacenti nei magazzini (dai pennini alle clip laminate in oro alle scatoline in seta…) ovvero per non aggiornare inutilmente modelli in fase di imminente dismissione.
Mentre già dall’inizio degli anni Venti la Casa di Chicago proponeva in vendita matite meccaniche <enameled> monocolori opache, rigorosamente di “fascia bassa” (senza compresenza di rivestimenti in metalli preziosi), le prime stilografiche Wahl con smalti (queste certamente di lusso) furono proprio le <Tinted Pen>, già all’inizio del 1927, come subito vedremo.
Ho proceduto con il metodo consueto: ricerche nei Cataloghi (fonte primaria), consultazione di Pubblicità su riviste del settore (questa volta del tutto inutili) e generaliste (decisive), ricerca di inserzioni sulla stampa quotidiana dell’epoca.
Ciò fatto, la mia personalissima tesi è che, nonostante le <tinted pen> siano documentate ufficialmente sul Catalogo generale del 1928, la loro prima apparizione sia avvenuta con un altro nome ben 12 mesi prima, sulla rivista generalista più importante per la pubblicità della Casa, «The Saturday Evening Post».
Nessuno dei commentatori più autorevoli, infatti, sembra aver notato né le penne (che non sono catalogate ma neppure citate nei Siti e nei Blog principali) né il nome/la definizione con cui erano state chiaramente presentate alla loro prima apparizione sul mercato…
Vorrei procedere nell’esposizione nello stesso modo che mi ha permesso di formulare la mia ipotesi, mostrando cioè prima il catalogo del 1928 e solo successivamente le pubblicità (anch’esse prestigiose e a colori) dell’anno precedente 1927.
• Catalogo generale Wahl-Eversharp 1927.
Purtroppo il Catalogo generale del 1927 (di cui Syd Saperstein possiede almeno una pagina, quella da lui pubblicata che contiene i design <Niagara> e il primo anno del design <Wedgewood> (che sarà “confermato” anche nel catalogo dell’anno seguente) non è mai ancora stato reso disponibile al pubblico dei collezionisti…
L’unica “fonte primaria” sulla materia liberamente consultabile è perciò il
• Catalogo generale Wahl-Eversharp del 1928
reso generosamente consultabile dai PCA (Pen Collectors of America) sul loro sito.
WAHL-EVERSHARP General Catalog 1928 - tinted pens (fonte PCA)
Dal Catalogo apprendiamo che il design delle <GOLD-ON-SILVER TINTED PENS> venivano proposte in una sola taglia, denominata “short” anziché “lady”, equipaggiata con un pennino #2 e ring-top.
La penna oggi in presentazione era identificata dalla sigla
X3218R, che aveva il seguente significato all’epoca del Catalogo:
•
X (prefisso) indicava la lavorazione <gold-on-silver>;
•
3 ring-top size (Short = Ladies’ size);
•
2 taglia del pennino (#2);
•
18 codice decoro = «straight and ripple line panels» (pannelli di linee diritte e ondulate alternati);
•
R (suffisso) indicava il colore dello smalto applicato: R(ose-Pink).
Questo il procedimento di decorazione: la penna era costruita in argento massiccio ricoperto da una (sottile) lamina d’oro (=[14 K] gold-[filled]-on-silver); su questa base liscia e lucida che ricopriva tutta la penna (ma, a lavorazione finita, resta visibile inalterata solo sulle “estremità”, dalla testina alla sezione al fondello al labbro del cappuccio) l’artigiano, asportando la laminatura d’oro, incideva la decorazione a "pannelli alternati di linee diritte ed ondulate" con la macchina del
guilloché direttamente sull’argento sottostante.
Come già ricordato, la macchina del
guilloché (
https://www.fountainpen.it/Guilloch%C3%A9) era in parte a guida/controllo manuale: ecco un punto, sul fusto vicino ad una delle estremità del cartiglio, in cui la realizzazione (anche) manuale dell’incisione appare evidente.
Approfitto dello stupore che potrebbe aver causato l’accenno a pratiche di intaglio e di rimozione di intere lamine di metalli preziosi per ricordare che nei laboratori che trattavano questi materiali (come ad esempio i reparti di lavorazione dei pennini in oro, quelli che decoravano dalle minuterie agli interi rivestimenti in oro e argento) era organizzato un efficientissimo servizio di recupero di tutti i materiali di scarto, dalle polveri alle limature ai tranci delle lamine, per la successiva ri-fusione e conseguente reimmissione nel circuito produttivo [fonte Waterman’s pamphlet].
Poi, sulla superficie d’argento veniva applicato [“colato”, “spalmato”] dello smalto [semitrasparente] che penetrava anche negli interstizi della lavorazione. Purtroppo non sono in grado di indicare il nome esatto della lavorazione né gli specifici materiali impiegati (che dovevano comunque essere delle polveri di vetro colorato trasparenti da fissare alla superficie d’argento col fuoco di un cannello o con il calore di un forno).
Continua…