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Primo test Copperplate.
(Ho preso a pretesto una nota massima di William Blake).

La prima frase è stata scritta con una penna degli anni Trenta del secolo scorso, una Goodservice (Gruppo National) americana, con un pennino flessibilissimo. Inchiostro nero Lamy
La seconda frase è stata scritta con un pennino Copperplate della Mitchell, inchiostro nero Lamy.
La terza frase in rosso, è stata scritta con lo stesso pennino Copperplate della Mitchell, ma usando tempera di ottima qualità, diluita in acqua.

La carta è una leggerissima Blasetti Bristol, liscia e meravigliosa superficie, purtroppo inaccettabilmente leggera per i graffianti pennini da intinzione appuntiti necessari a questo stile, e inadatta anche ai flessibili stilografici per lo stesso motivo, sebbene meno accentuato.
Notare come il pur flessibilissimo pennino in oro della stilografica non è lontanamente paragonabile, quanto alla variazione del tratto, con il pennino da intinzione, sia a parità di inchiostro che con la tempera, ben più densa in soluzione acquosa.

Ti voglio come docente privata!!

Alexander ha scritto:Ti voglio come docente privata!!

Questa è bella!!! In realtà io ho sempre scritto in corsivo anche se...inconsapevolmente
Adesso mi è presa la smania di trascrivere tutte le poesie di Shelley (ma anche di Rilke a dire la verità...non ho ancora deciso...) perché trovo che il copperplate gli si "addica" molto.
Cosa hai poi deciso? Pennini da intinzione? Io ho provato anche con la Ahab, che ha un pennino favoloso, ma per avere un effetto simile al pennino a gomito bisogna "arare" il foglio
Mi aspetto altri tuoi test....
Speriamo che presto il numero di "corsivisti" cresca...

Daniela i miei complimenti .... bravissima, con i tuoi test lasci tutti stupefatti

Mauro!!! Mi aspetto anche i tuoi di test
Con il corsivo mi diverto. Devo perfezionarlo parecchio, ma è così naturale, nell'inclinazione, nello slancio, simile al mio modo di scrivere abituale.
Quindi non faccio testo. Invece con gli altri stili sono guai...e stasera esercizi di Onciale!!!

Irishtales ha scritto: Notare come il pur flessibilissimo pennino in oro della stilografica non è lontanamente paragonabile, quanto alla variazione del tratto, con il pennino da intinzione, sia a parità di inchiostro che con la tempera, ben più densa in soluzione acquosa.

Mhhh,
non sono convintissimo della grande flessibilità del pennino della tua stilo. La variazione di tratto è appunto troppo ridotta rispetto a quella ottenibile con un flessibile come si deve. Non ho sottomano i miei, ma se trovo un po' di tempo stasera tento di fare qualche prova. Solo che di extraflessibili (o wet noodle) non ne ho...

Simone

Simone, se identificassi una stilografica con un pennino altrettanto flessibile rispetto ai pennini Mitchell per Copperplate, sarei non felice, di più!!
Attendo con ansia i tuoi test...

(La sola che mi viene in mente è l'esemplare unico costruito da Daniele con una stilo e un pennino da intinzione, non ricordo più dov'era il post con la foto. Ma non riuscirei mai a creare una penna di tal fatta!)

Irishtales ha scritto:Simone, se identificassi una stilografica con un pennino altrettanto flessibile rispetto ai pennini Mitchell per Copperplate, sarei non felice, di più!!

Non vorrei sbagliare ma non è che la longevità della stilo verrebbe drasticamente ridotta (almeno per chi, come me, non è in grado di cambiare un pennino di una fountain)?

Complimenti!

Muovo solo una critica: mi ricorda troppo il corsivo delle elementari... Lo odiavo! Infatti mi fa l'effetto fanciullesco.

Una curiosità: i pennini ad hoc per questo stile devono esse impugnati normalmente, giusto? Nel senso, non si deve inclinare il foglio da qualche parte, ma tenerlo normale: l'inclinazione dello sole la fa tutta il pennino a gomito?
Ma non è scomodo? Io mi perderei, forse...

Ciao Simone,
in effetti questo corsivo piace a pochi per lo stesso motivo per il quale non piace a te. Ma a me garba perché ha un'eleganza notevole se scritto bene - non come lo scrivo io, insomma... - anche se ha un sapore ottocentesco, poco attuale, che non affascina tutti.
Il foglio va inclinato, non va tenuto parallelo alla scrivania, anche per questo motivo mi trovo molto bene con il corsivo, perché scrivo in quella posizione comunemente.
Uno degli esempi esplicativi su come tenere il foglio, a caso:
http://www.iampeth.com/books/palmer_met ... age18.html
I pennini sembrano qualcosa di astruso e scomodo finché non cominci a scriverci. Da allora in poi, non si riesce a concepite il corsivo senza i pennini a gomito. Sono comodissimi e permettono una libertà di movimento altrimenti impossibile. Tutti gli svolazzi e le variazioni di tratto del corsivo, che non trovano pari assolutamente in nessun altro stile, non sarebbero mai possibili senza i pennini o le cannucce a gomito!

Daniela, il tuo corsivo è buono e si vede che ti viene naturale: per citarti, la modestia non alligna solo sulle sponde dell'Arno...

courthand ha scritto:

Irishtales ha scritto:Simone, se identificassi una stilografica con un pennino altrettanto flessibile rispetto ai pennini Mitchell per Copperplate, sarei non felice, di più!!

Non vorrei sbagliare ma non è che la longevità della stilo verrebbe drasticamente ridotta (almeno per chi, come me, non è in grado di cambiare un pennino di una fountain)?

In teoria la punta in iridio dovrebbe garantire una longevità sufficiente, ma in genere sulle antiche l'ha già consumata il primo proprietario... E comunque anche io sono convinto che la stilografica non vada bene per il copperplate, scrivere inclinati con un pennino diritto non funziona, viene male e gratta da paura. Della cosa non mi tornava la scarsa variazione del tratto.

Simone

La variazione di tratto della stilo è apprezzabile sul nome dell'autore (William Blake) e si perde via via che la dimensione delle lettere aumenta.
Con la Ahab è addirittura maggiore, ma per scrivere un parola ci si impiega il doppio del tempo rispetto ad un pennino: è come trainare un aratro, vista la pressione notevolmente superiore che va esercitata sul foglio.

Con stilo dal pennino flessibile, dicevo, la variazione di tratto c'è senz'altro - mai paragonabile a quella di un pennino da disegno in cui senza troppa pressione si passa da qualche micron a vari mm - il problema è che c'è finchè si mantiene il tratto parallelo all'asse longitudinale della penna. Quindi di certo non nelle scritture inclinate, o molto inclinate come il copperplate. Finchè faccio le prove per testare gli inchiostri e accenno uno svolazzo è tutto ok. Anche se disegno, paradossalmente, va tutto bene. Il problema si manifesta quando si obbliga la penna a scrivere facendo pressione prioritariamente solo su metà punta, nella fattispecie sul solo rebbo destro. Inoltre la pressione da esercitare è più che doppia rispetto al pennino da intinzione che è più elastico, sottile e affusolato.
Detto questo, l'handicap dei pennini è che vanno intinti. Se qualcuno inventasse o scoprisse l'esistenza di una stilografica che unisce alle peculiarità del pennino a gomito, quelle di riserva d'inchiostro di una stilografica...

Alessandro, grazie: i tuoi complimenti sono un grande incentivo, visto che sei per tutti noi il punto di riferimento essenziale...

Vi presento il mio primo tentativo in Copperplate.



Tempo permettendo pubblicherò nuovi esercizi.

Fantastico!!!! Non immagini quanto sia contenta di non esercitarmi da sola! Che pennino e inchiostro hai usato? Molto bello!!! Tu scrivi già normalmente con questa inclinazione? Se non si è abituati credo sia davvero difficile riuscire a mantenere una pendenza del testo costante.