Il pennino usato è il Kakimori in acciaio a meno che diversamente specificato.
Dove non specificato, la lubrificazione dell'inchiostro (wetness/dryness) viene considerata nella media.
Dove non precisati comportamenti molto positivi o molto negativi dell'inchiostro, può essere considerato con un comportamento nella media.
RESISTENZA ALL'ACQUA: quando un inchiostro non è dichiarato resistente all'acqua o permanente, tendo a dare per scontato che non sia nessuna delle due cose, di conseguenza non mi viene l'idea di testarlo per quello. Se ci fosse interesse a vedere una prova di resistenza all'acqua, scrivetemelo in un commento e provvedo. Qualora la verifica fosse stata fatta, sarà inserita l'informazione nella recensione.
IL BRAND:
Per un po' di storia del brand, consiglio di leggere questo post: viewtopic.php?t=32828
L'INCHIOSTRO:
La linea Manyo nasce per celebrare le manifestazioni della natura e si è resa celebre nelle comunità di appassionati perché conta un alto numero di quegli inchiostri chiamati "chromashading", ovvero che - stesi sulla carta - si separano in componenti cromatiche differenti.
Fuji è uno tra i più noti inchiostri con questo comportamento.
Il colore di base è un violetto chiaro, desaturato, con accentuata componente grigia.
Ha uno shading medio-basso, ha chromashading che si manifesta con un effetto di "halo" (bordatura, alone) blu-grigio, lasciando al centro delle lettere una componente più rosata.
Questo effetto si vede meglio con pennini abbondanti o con spennellate.
Nelle spennellate sembra un po' un inchiostro "magico", effetto tipico di questi chromashader, che traggono orgoglio da questo trasformismo.
Nella visuale generale delle pagine, il colore d'insieme è un violetto-grigio medio-chiaro. E' uno di quei colori che sembra grigio, se messo accanto a un viola, e sembra viola, se messo accanto a un grigio. Poi, si guarda da vicino e si vede che è rosa e blu ma la risoluzione del nostro occhio non sempre vede queste sfumature separate, su caratteri piccoli.
Tra gli inchiostri che ho, il primo confronto che ho pensato di fare è stato quello con il Sailor Ink Studio 224. Era un pensiero "a memoria". Poi, li ho messi vicini e ho visto che, al contrario, non sono così simili. Il 224 è un grigio molto più neutro e contiene del verde. Ma è esattamente quella storia per cui, da solo, Fuji pare un grigio, poi, lo affianchi a un grigio e...
Quindi, l'ho messo a confronto con dei viola e si può intuire cos'è successo:
Accanto ai viola, pare un grigio.

Inchiostri come questo trovo che siano molto interessanti e, davvero, fanno un poco credere alla magia ma, soprattutto, mettono a confronto con le proprie percezioni soggettive del mondo.
Personalmente ho un rapporto di amore e malsopportazione con Fuji: perché non è abbastanza viola per essere un viola... ma, al contempo, so molto bene che lo è, quindi... boh, va a momenti. Ci sono momenti in cui lo amo e momenti in cui mi contraria.
Il flusso dell'inchiostro nel feeder è tra il medio e l'asciutto. Non è un inchiostro davvero secco ma non lo metterei nemmeno nella media. E' lì, al confine con la media.
La scrittura su foglio è chiara ma ben leggibile. Non è un colore che scompare.
A chi lo consiglio: a chi tende a essere indeciso, ci vedo un'affinità spirituale, lì; a chi ama i colori tenui; a chi ama le sorprese, visto che ogni carta, con questo inchiostro, darà un suo effetto.
A chi non lo consiglio: a chi cerca un inchiostro deciso.