Presentazione
Inviato: domenica 16 giugno 2024, 20:13
Salve a tutti.
Chiamatemi Vitige.
Mi presento: sono un appassionato di articoli di cancelleria, e tra questi soprattutto penne, e tra queste soprattutto penne stilografiche. Sorpresa, sorpresa!
Sono uno di quelli che è felice quando entra in una cartoleria; quando si trova in un supermercato, non evita mai di fare un salto nel reparto dedicato.
Preferisco le penne scolastiche, e le economiche in generale, perché fanno quello che mi piace che facciano (scrivere, senza tante civetterie) e perché non richiedono eccessiva cura. Certo, le mantengo con il lavaggio del gruppo scrittura quando le metto a risposo, gioco un po’ con il pennino se penso che non scorrano nel modo in cui vorrei, ma non presto affatto attenzione all’esterno, non mi disturba se mostrano i segni del tempo, anzi! Le raccolgo insieme senza eccessivo riguardo, e anche se si sfiorano e si graffiano a vicenda, va bene. Con le economiche, questo mio modo di trattarle non mi crea problemi; con quelle costose, mi farei qualche scrupolo.
È anche vero che non posseggo alcuna stilografica costosa (l’asticella del costo la posiziono molto in basso, già a 50/60 euro – capite a che punto sono, sì?). Magari se mi capitasse di scrivere a lungo con una di queste, mi ricrederei (ho maneggiato qualche esemplare, ma mai con una continuità che mi permettesse di farmi un’opinione precisa). Per ora è così, ma la vita è un cambiamento continuo, non si sa mai. Mi piacerebbe avere una Pelikan m200, per esempio, e sono consapevole che la m200 è considerata una di quelle della fascia bassa – oddio, bassa magari no, però giusto un pelo sopra le entry level. Il fatto che ci pensi e non l’acquisti ancora, fa parte del piacere: questo per farvi capire il mio carattere – se è una presentazione, mi presento.
Non elenco le caratteristiche che cerco in una stilografica, sarebbero troppe, come immagino per tutti. Ne nomino qui soltanto una: devono ripartire subito dopo che per parecchio tempo sono state ferme A TESTA IN SU. Quelle inchiostrate, le ripongo nel classico bicchiere portapenne, e a testa in su. Devono resistere, resistere, resistere. Ho scoperto che non tutte passano questo test, anche tra quelle famose e diffusamente apprezzate. (Anche se poi uno fa discorsi generali, ma ogni singola penna si comporta con una personalità propria, in un modo diverso dalle sue sorelle, e non è detto che quella che ti capita sottomano rappresenti l’esempio di quel modello...)
Ah, poi c’è un’altra caratteristica che vorrei indicare: mi piace quando reggono a lungo l’inutilizzo senza cappuccio. Se scrivo, mi fermo per pensare o ascoltare qualcuno che parla, magari controllo qualcosa sul computer o rispondo a un messaggino, e poi scrivo di nuovo… beh, la penna che se ne sta tranquilla tra le dita per poi essere pronta senza incertezze, mi rende felice. D’altra parte, qui dipende anche dall’inchiostro.
E così arriviamo agli inchiostri. Anche per questi, uso quelli economici, non voglio preoccuparmi di centellinarli. (Se ammettessi in questo momento di essere un po’ parsimonioso, non risulterebbe un vero colpo di scena, vero?). Quelli che ho, in ordine sparso e senza indicare la preferenza: Parker Quink, Rohrer & Klingner, Diamine, Waterman, Schneider e Stylex (cartucce), Pilot Iroshizuku (ma preso in Giappone, dove costa come un Parker Quink da noi – e quando mi ricapiterà di tornare da quelle parti?!), Karkos (solo il blu, gli altri li ho messi da parte)…
Il Karkos… Eh già, il Karkos… Il Karkos (anche il blu non è che mi piaccia molto, in effetti, perché schiarisce subito) mi dà lo spunto per questa dichiarazione: ho molte stilografiche cinesi e con molte di esse mi trovo bene. Una Jinhao 80, alla quale ho sostituito il pennino con un altro pennino cinese senza marca, è tra le mie preferite. Certo, anche a me disturba la loro politica di riprendere le forme di altre marche (a metterla giù in maniera delicata), però rimane il fatto che la trovo molto comoda. Un’altra Jinhao, una 65, mi accompagna ovunque e per ora non mi ha tradito mai (in effetti, è una delle poche che porto dietro, le altre rimangono sulla scrivania). Che siano TRA le mie preferite, non vuol dire che siano perfette, né che mi piacciano tutte o solo queste. Le mie preferite sono tante, e tra queste vi compaiono anche una Lamy Al-Star, una Twsbi Eco, un paio di Waterman Forum, una Pilot Lightive (anche se con quest’ultima ci stiamo appena conoscendo, devo ancora inquadrarla bene)…
Mi sa che sono stato troppo lungo. Un altro dei miei difetti.
Vi saluti tutti di nuovo!
Chiamatemi Vitige.
Mi presento: sono un appassionato di articoli di cancelleria, e tra questi soprattutto penne, e tra queste soprattutto penne stilografiche. Sorpresa, sorpresa!
Sono uno di quelli che è felice quando entra in una cartoleria; quando si trova in un supermercato, non evita mai di fare un salto nel reparto dedicato.
Preferisco le penne scolastiche, e le economiche in generale, perché fanno quello che mi piace che facciano (scrivere, senza tante civetterie) e perché non richiedono eccessiva cura. Certo, le mantengo con il lavaggio del gruppo scrittura quando le metto a risposo, gioco un po’ con il pennino se penso che non scorrano nel modo in cui vorrei, ma non presto affatto attenzione all’esterno, non mi disturba se mostrano i segni del tempo, anzi! Le raccolgo insieme senza eccessivo riguardo, e anche se si sfiorano e si graffiano a vicenda, va bene. Con le economiche, questo mio modo di trattarle non mi crea problemi; con quelle costose, mi farei qualche scrupolo.
È anche vero che non posseggo alcuna stilografica costosa (l’asticella del costo la posiziono molto in basso, già a 50/60 euro – capite a che punto sono, sì?). Magari se mi capitasse di scrivere a lungo con una di queste, mi ricrederei (ho maneggiato qualche esemplare, ma mai con una continuità che mi permettesse di farmi un’opinione precisa). Per ora è così, ma la vita è un cambiamento continuo, non si sa mai. Mi piacerebbe avere una Pelikan m200, per esempio, e sono consapevole che la m200 è considerata una di quelle della fascia bassa – oddio, bassa magari no, però giusto un pelo sopra le entry level. Il fatto che ci pensi e non l’acquisti ancora, fa parte del piacere: questo per farvi capire il mio carattere – se è una presentazione, mi presento.
Non elenco le caratteristiche che cerco in una stilografica, sarebbero troppe, come immagino per tutti. Ne nomino qui soltanto una: devono ripartire subito dopo che per parecchio tempo sono state ferme A TESTA IN SU. Quelle inchiostrate, le ripongo nel classico bicchiere portapenne, e a testa in su. Devono resistere, resistere, resistere. Ho scoperto che non tutte passano questo test, anche tra quelle famose e diffusamente apprezzate. (Anche se poi uno fa discorsi generali, ma ogni singola penna si comporta con una personalità propria, in un modo diverso dalle sue sorelle, e non è detto che quella che ti capita sottomano rappresenti l’esempio di quel modello...)
Ah, poi c’è un’altra caratteristica che vorrei indicare: mi piace quando reggono a lungo l’inutilizzo senza cappuccio. Se scrivo, mi fermo per pensare o ascoltare qualcuno che parla, magari controllo qualcosa sul computer o rispondo a un messaggino, e poi scrivo di nuovo… beh, la penna che se ne sta tranquilla tra le dita per poi essere pronta senza incertezze, mi rende felice. D’altra parte, qui dipende anche dall’inchiostro.
E così arriviamo agli inchiostri. Anche per questi, uso quelli economici, non voglio preoccuparmi di centellinarli. (Se ammettessi in questo momento di essere un po’ parsimonioso, non risulterebbe un vero colpo di scena, vero?). Quelli che ho, in ordine sparso e senza indicare la preferenza: Parker Quink, Rohrer & Klingner, Diamine, Waterman, Schneider e Stylex (cartucce), Pilot Iroshizuku (ma preso in Giappone, dove costa come un Parker Quink da noi – e quando mi ricapiterà di tornare da quelle parti?!), Karkos (solo il blu, gli altri li ho messi da parte)…
Il Karkos… Eh già, il Karkos… Il Karkos (anche il blu non è che mi piaccia molto, in effetti, perché schiarisce subito) mi dà lo spunto per questa dichiarazione: ho molte stilografiche cinesi e con molte di esse mi trovo bene. Una Jinhao 80, alla quale ho sostituito il pennino con un altro pennino cinese senza marca, è tra le mie preferite. Certo, anche a me disturba la loro politica di riprendere le forme di altre marche (a metterla giù in maniera delicata), però rimane il fatto che la trovo molto comoda. Un’altra Jinhao, una 65, mi accompagna ovunque e per ora non mi ha tradito mai (in effetti, è una delle poche che porto dietro, le altre rimangono sulla scrivania). Che siano TRA le mie preferite, non vuol dire che siano perfette, né che mi piacciano tutte o solo queste. Le mie preferite sono tante, e tra queste vi compaiono anche una Lamy Al-Star, una Twsbi Eco, un paio di Waterman Forum, una Pilot Lightive (anche se con quest’ultima ci stiamo appena conoscendo, devo ancora inquadrarla bene)…
Mi sa che sono stato troppo lungo. Un altro dei miei difetti.
Vi saluti tutti di nuovo!