Penna al peperoncino
Inviato: domenica 26 maggio 2024, 15:10
La scusa é stata che sul nostro alberello di peperoncino di Panamá (chile panameño) sono maturati alcuni frutti. Ho rimesso nel giro delle penne la Montegrappa Extra in celluloide rossa. E' una Ferrari vestita da Bentley, una Bugatti anni '30...
Le linee della Extra sono tra le più belle tra quelle delle penne italiane, a mio avviso. Prima di tutto, sono "proprie": non imitano niente e nessuno, ma sono orgogliosamente originali. In secondo luogo, sono riconoscibilissime. Proprio in questi giorni mi chiedevo come si dovrebbe disegnare una penna perché sia bella, non copiata e non una "replica" del passsato, e con elementi propri così riusciti da formare un amalgama che diventi un classico... Bisogna ammettere che i produttori non hanno vita facile in questo piccolo mondo nel quale sembra sia stato già inventato tutto.
La Extra di Montegrappa é una di quelle cose che non erano ancora state inventate. In varie versioni e progressivi affinamenti - sino ad arrivare alla attuale Extra 1930 - é ormai in giro da quasi un quarto di secolo e non sembra dare segni di voler invecchiare presto. Certo, questa penna ha potuto contare - e ancora lo fa - su una serie di celluloidi che a me personalmente sembrano le più belle tra le ormai poche che ancora oggi si offrono sul mercato.
Stilisticamente, l'unico notevole adattamento della Extra ai cangianti gusti dei tempi é stato il cambio di "vestito". Le prime Extra avevano abiti sgargianti: giallo, rosso, turchese. Con la introduzione della Extra 1930 entrarono in scena due tra i colori più belli di questa collezione di penne Montegrappa: il "verde marmorizzato" e il "tartaruga", quest'ultimo divenuto una sorta di insignia della casa di Bassano. Nota a margine: da quest'anno, e dopo 19 anni di produzione ininterrotta, la versione in celluloide tartaruga della Extra 1930 é stata dismessa: nel nostro mondo microscopico, é quasi un evento epocale. I colori della Extra in versione standard (a Montegrappa si può richiedere di fare la propria penna in qualsiasi materiale tra quelli offerti dalla casa) si sono fatti più sobri: verde/nero (bambú), bianco/nero, blu mediterraneo.
Confesso che, se potessi, avrei una Extra in ogni colore, perché considero questa penna, nella sua bellissima originalità, quasi un simbolo della penna italiana.
Le linee della Extra sono tra le più belle tra quelle delle penne italiane, a mio avviso. Prima di tutto, sono "proprie": non imitano niente e nessuno, ma sono orgogliosamente originali. In secondo luogo, sono riconoscibilissime. Proprio in questi giorni mi chiedevo come si dovrebbe disegnare una penna perché sia bella, non copiata e non una "replica" del passsato, e con elementi propri così riusciti da formare un amalgama che diventi un classico... Bisogna ammettere che i produttori non hanno vita facile in questo piccolo mondo nel quale sembra sia stato già inventato tutto.
La Extra di Montegrappa é una di quelle cose che non erano ancora state inventate. In varie versioni e progressivi affinamenti - sino ad arrivare alla attuale Extra 1930 - é ormai in giro da quasi un quarto di secolo e non sembra dare segni di voler invecchiare presto. Certo, questa penna ha potuto contare - e ancora lo fa - su una serie di celluloidi che a me personalmente sembrano le più belle tra le ormai poche che ancora oggi si offrono sul mercato.
Stilisticamente, l'unico notevole adattamento della Extra ai cangianti gusti dei tempi é stato il cambio di "vestito". Le prime Extra avevano abiti sgargianti: giallo, rosso, turchese. Con la introduzione della Extra 1930 entrarono in scena due tra i colori più belli di questa collezione di penne Montegrappa: il "verde marmorizzato" e il "tartaruga", quest'ultimo divenuto una sorta di insignia della casa di Bassano. Nota a margine: da quest'anno, e dopo 19 anni di produzione ininterrotta, la versione in celluloide tartaruga della Extra 1930 é stata dismessa: nel nostro mondo microscopico, é quasi un evento epocale. I colori della Extra in versione standard (a Montegrappa si può richiedere di fare la propria penna in qualsiasi materiale tra quelli offerti dalla casa) si sono fatti più sobri: verde/nero (bambú), bianco/nero, blu mediterraneo.
Confesso che, se potessi, avrei una Extra in ogni colore, perché considero questa penna, nella sua bellissima originalità, quasi un simbolo della penna italiana.