Il Gioiellino di Leoanardo Officina Italiana
Inviato: martedì 21 maggio 2024, 16:59
La mia tutto sommata recente passione per le penne stilografica, ufficialmente iniziata nel 2017, ha avuto una evoluzione che mi ha portato verso il vintage ed un approccio più collezionistico con un particolare interesse verso penne con diversi decenni sulle spalle. Oramai il mio interesse verso il moderno è alquanto scemato, a parte qualche eccezione. Oltre alcuni modelli di OMAS prodotti negli anni '90, ormai guardo con particolare attenzione ad un solo produttore che continuo ad apprezzare principalmente per due aspetti: la qualità dei suoi prodotti realizzati in maniera artigianale e l'attenzione per il cliente. Per chi mi conosce un minimo sa che sto parlando di Leonardo Officina Italiana. Nella sua offerta ritrovo qualità e linee che sono appartenute alle migliori produzioni italiane degli anni '30 e '40 e modelli dallo stile classico che, quando abbinati a materiali più sobri e pregiati, apprezzo particolarmente. Certo non disdegno le sue resine, benché trovi che alcune siano un po' troppo chiassose, ma non considero questo un aspetto da criticare, bensì una ricchezza di materiali dovuti ad una continua ricerca ed investimento in tempo e prototipazione per poter soddisfare i gusti dei più, avvicinando in tal modo quante più persone possibile all'uso di questo meraviglioso strumento di scrittura.
Fortunatamente per me (e per il mio conto in banca), ho imparato a resistere alle molte tentazioni che spuntano fuori sulle pagine delle edizioni speciali in quanto non mancano mai modelli che attirano il mio interesse. Però poi salta fuori quel modello di fronte al quale inevitabilmente cedo ed è quello che è successo quando, galeotto il Pen Show di Napoli del 2022, è spuntata fuori quel che considero essere la più bella realizzazione di Leonardo, la Gioiellino realizzata con una elegantissima celluloide Mazzucchelli. La versione originaria da cui prende il nome, aveva una piccola pietra sul cappuccio, ho attesa pazientemente il modello senza pietra e non ho opposto la minima resistenza all'acquisto appena presentato da Leonardo, eccola:
E' una penna che possiedo da diverso tempo ed ho voluto aspettare un po' per presentarla, volevo entrarci in completa sintonia e capirla bene prima di scriverci su due righe. La domanda che mi sono posto fin da quando l'ho vista, e a cui non ho saputo dare una risposta, è se la penna è stata realizzata per dare una veste a questo bellissimo materiale, o se la celluloide Mazzucchelii è risultata essere il vestito perfetto per questa penna così "classicheggiante", certo è che il connubio è perfetto. Connubio poi ancor più perfetto è quello con le finiture metalliche in oro rosa, un colore che impreziosisce ma non ruba la scena, Ne è stata proposta anche una in celluloide nera, si bella, ma non è incantevole come questa. Confesso di essere ben al digiuno di fotografia, e non me ne sono mai rammaricato così tanto fin quando ho invano cercato di ritrarre la bellezza di questa penna.
La Gioiellino è una penna di taglia grande che tuttavia non definirei una oversize, quanto meno secondo quelli che sono divenuti i canoni di una penna oversize; insomma, una penna grande ma non eccessiva. Eccone le dimensioni.
Lunghezza da chiusa: 147mm
Lunghezza senza cappuccio: 130mm
Lunghezza con cappuccio calzato: 172
Diametro del fusto: 14mm
Diametro sezione: 11.2mm-12.2mm
Peso: 29gr
Le proporzioni sono tali da renderla una penna snella e ben bilanciata anche alla vista. La penna si presenta snella e non "ingombrante" alla vista; non da' quel senso di enormità quando la si prende tra le dita restando una penna non eccessiva sotto ogni aspetto.
Sul cappuccio troviamo la clip senza ruzzolina chiamata "Minerva", essendo ispirata alle clip prodotte negli anni '30 da OMAS su alcuni modelli Minerva, quali la "Ellittica".
Alla sua base vi è un anello finemente decorato, realizzato con la tecnica della cera persa, sormontato da un anellino più fino. E' interessante notare come Leonardo abbia esteticamente alleggerito il cappuccio e, di conseguenza, tutta la penna mettendo un solo anellino sulla fascia decorata piuttosto che i canoni due anelli, uno sopra e uno sotto l'anello decorato.
Oltre a questi due anelli, il solo altro anello lo troviamo sulla base del fusto, in tal modo la penna non risulta appesantita dal numero eccessivo di anelli. Vista anche la presenza della levetta, trovo che i tre anelli in totale, siano il giusto bilanciamento di elementi decorativi per impreziosire il look della penna senza cadere nel volgare. Il cappuccio si avvita in un giro esatto tramite una filettatura e tre principi e, in una delle tre posizioni, abbiamo un perfetto allineamento tra clip e levetta. Quando calzata la penna diviene sicuramente di taglia importante, eppure non perde grazia.
Trovo molto elegante la soluzione escogitata per avere una linea continua tra cappuccio e fusto quando la penna e' chiusa, senza tuttavia avere uno scalino troppo pronunciato sul fusto. Alla base del cappuccio vi è infatti un piccolo labbro che forma un leggero scalino alla base del fusto, quando si chiude la penna questi va ad allinearsi con il fusto grazie ad un gradino molto poco pronunciato. In tal modo l'altezza del gradino è stata praticamente suddivisa tra il cappuccio e il fusto rendendo possibile una linea continua da chiusa con un gradino sul fusto quasi inesistente.
Il sistema di ricarica della penna, se non si era ancora capito, è la levetta laterale, del resto quale sistema di ricarica avrebbe potuto essere più indicato per una penna così classica. Quando allineati, clip, levetta e pennino formano quella linea immaginaria che, attraverso la nostra mano, è la strada su cui i nostri pensieri viaggiano fino a materializzarsi tramite l'inchiostro sulla carta. E da buona penna a levetta, la Leonardo Gioiellino va usata con il cappuccio calzato per godere della sua estetica appieno, si sbilancia un po' all'indietro, ma il vero problema non è tanto questo quanto riuscire a guardare cosa scriviamo piuttosto che rimirare la penna! La levetta è l'unico elemento degno di convivere con la bellezza sprigionata da questa celluloide con le sue nuance grigio/nero. Un materiale che, rigirandolo tra le dita, irradia una sua luce interna più luminosa laddove l'argentea materia fluttua più in superficie in questo mare notturno, e che resta velatamente nascosta quando vi si inabissa ed a prevalere è il grigio scuro.
Leonardo non ha voluto deturpare il fusto neanche con l'incisione del brand, si è limitato a incidere "Leonardo 2023" sulla levetta, e discretamente il numero di serie sotto "Leonardo" sul lato sinistro della sezione guardando il pennino dall'alto.
Io mi reputo il fortunato possessore del quindicesimo esemplare su 40 prodotti, di più non se ne è potuti fare in quanto questa meravigliosa celluloide è oramai estinta.
[...continua]
Fortunatamente per me (e per il mio conto in banca), ho imparato a resistere alle molte tentazioni che spuntano fuori sulle pagine delle edizioni speciali in quanto non mancano mai modelli che attirano il mio interesse. Però poi salta fuori quel modello di fronte al quale inevitabilmente cedo ed è quello che è successo quando, galeotto il Pen Show di Napoli del 2022, è spuntata fuori quel che considero essere la più bella realizzazione di Leonardo, la Gioiellino realizzata con una elegantissima celluloide Mazzucchelli. La versione originaria da cui prende il nome, aveva una piccola pietra sul cappuccio, ho attesa pazientemente il modello senza pietra e non ho opposto la minima resistenza all'acquisto appena presentato da Leonardo, eccola:
E' una penna che possiedo da diverso tempo ed ho voluto aspettare un po' per presentarla, volevo entrarci in completa sintonia e capirla bene prima di scriverci su due righe. La domanda che mi sono posto fin da quando l'ho vista, e a cui non ho saputo dare una risposta, è se la penna è stata realizzata per dare una veste a questo bellissimo materiale, o se la celluloide Mazzucchelii è risultata essere il vestito perfetto per questa penna così "classicheggiante", certo è che il connubio è perfetto. Connubio poi ancor più perfetto è quello con le finiture metalliche in oro rosa, un colore che impreziosisce ma non ruba la scena, Ne è stata proposta anche una in celluloide nera, si bella, ma non è incantevole come questa. Confesso di essere ben al digiuno di fotografia, e non me ne sono mai rammaricato così tanto fin quando ho invano cercato di ritrarre la bellezza di questa penna.
La Gioiellino è una penna di taglia grande che tuttavia non definirei una oversize, quanto meno secondo quelli che sono divenuti i canoni di una penna oversize; insomma, una penna grande ma non eccessiva. Eccone le dimensioni.
Lunghezza da chiusa: 147mm
Lunghezza senza cappuccio: 130mm
Lunghezza con cappuccio calzato: 172
Diametro del fusto: 14mm
Diametro sezione: 11.2mm-12.2mm
Peso: 29gr
Le proporzioni sono tali da renderla una penna snella e ben bilanciata anche alla vista. La penna si presenta snella e non "ingombrante" alla vista; non da' quel senso di enormità quando la si prende tra le dita restando una penna non eccessiva sotto ogni aspetto.
Sul cappuccio troviamo la clip senza ruzzolina chiamata "Minerva", essendo ispirata alle clip prodotte negli anni '30 da OMAS su alcuni modelli Minerva, quali la "Ellittica".
Alla sua base vi è un anello finemente decorato, realizzato con la tecnica della cera persa, sormontato da un anellino più fino. E' interessante notare come Leonardo abbia esteticamente alleggerito il cappuccio e, di conseguenza, tutta la penna mettendo un solo anellino sulla fascia decorata piuttosto che i canoni due anelli, uno sopra e uno sotto l'anello decorato.
Oltre a questi due anelli, il solo altro anello lo troviamo sulla base del fusto, in tal modo la penna non risulta appesantita dal numero eccessivo di anelli. Vista anche la presenza della levetta, trovo che i tre anelli in totale, siano il giusto bilanciamento di elementi decorativi per impreziosire il look della penna senza cadere nel volgare. Il cappuccio si avvita in un giro esatto tramite una filettatura e tre principi e, in una delle tre posizioni, abbiamo un perfetto allineamento tra clip e levetta. Quando calzata la penna diviene sicuramente di taglia importante, eppure non perde grazia.
Trovo molto elegante la soluzione escogitata per avere una linea continua tra cappuccio e fusto quando la penna e' chiusa, senza tuttavia avere uno scalino troppo pronunciato sul fusto. Alla base del cappuccio vi è infatti un piccolo labbro che forma un leggero scalino alla base del fusto, quando si chiude la penna questi va ad allinearsi con il fusto grazie ad un gradino molto poco pronunciato. In tal modo l'altezza del gradino è stata praticamente suddivisa tra il cappuccio e il fusto rendendo possibile una linea continua da chiusa con un gradino sul fusto quasi inesistente.
Il sistema di ricarica della penna, se non si era ancora capito, è la levetta laterale, del resto quale sistema di ricarica avrebbe potuto essere più indicato per una penna così classica. Quando allineati, clip, levetta e pennino formano quella linea immaginaria che, attraverso la nostra mano, è la strada su cui i nostri pensieri viaggiano fino a materializzarsi tramite l'inchiostro sulla carta. E da buona penna a levetta, la Leonardo Gioiellino va usata con il cappuccio calzato per godere della sua estetica appieno, si sbilancia un po' all'indietro, ma il vero problema non è tanto questo quanto riuscire a guardare cosa scriviamo piuttosto che rimirare la penna! La levetta è l'unico elemento degno di convivere con la bellezza sprigionata da questa celluloide con le sue nuance grigio/nero. Un materiale che, rigirandolo tra le dita, irradia una sua luce interna più luminosa laddove l'argentea materia fluttua più in superficie in questo mare notturno, e che resta velatamente nascosta quando vi si inabissa ed a prevalere è il grigio scuro.
Leonardo non ha voluto deturpare il fusto neanche con l'incisione del brand, si è limitato a incidere "Leonardo 2023" sulla levetta, e discretamente il numero di serie sotto "Leonardo" sul lato sinistro della sezione guardando il pennino dall'alto.
Io mi reputo il fortunato possessore del quindicesimo esemplare su 40 prodotti, di più non se ne è potuti fare in quanto questa meravigliosa celluloide è oramai estinta.
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