Black Hole Flex mod: customizzare un pennino per renderlo flessibile

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MrkLch ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 8:44 Non avevo pensato a questa cosa. Ma sai che è veramente interessante come spiegazione! Praticamente si otterrebbe una maggiore presa d'aria e questo favorirebbe un maggior flusso d'inchiostro. Cioè si instaurerebbe una dinamica di proporzionalità. Se fosse così sarebbe fantastico.
Dubito che sia una cosa proporzionale: come diceva Esme, gli alimentatori moderni non si basano molto sul foro di sfiato, ma hanno canali secondari per bilanciare la pressione.
I pennini FPR e Kanwrite mi pare non abbiano nemmeno il foro di sfiato
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Esme ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 3:04 Josiah Mason parlava di una speciale molatura. La considerava uno dei suoi segreti, e non spiegava cosa fosse; probabilmente è quell'assottigliamento di spessore che va dalla punta verso il foro, e dai bordi verso il centro.
Ma sarebbe questa la centinatura di cui parlava l'utente Maylota?

E comunque sì, hai perfettamente ragione, i vintage flettono grazie a leghe metalliche e lavorazioni sopraffine. Proprio un'altra categoria di pennini.
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Koten90 ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 8:50
MrkLch ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 8:44 Non avevo pensato a questa cosa. Ma sai che è veramente interessante come spiegazione! Praticamente si otterrebbe una maggiore presa d'aria e questo favorirebbe un maggior flusso d'inchiostro. Cioè si instaurerebbe una dinamica di proporzionalità. Se fosse così sarebbe fantastico.
Dubito che sia una cosa proporzionale: come diceva Esme, gli alimentatori moderni non si basano molto sul foro di sfiato, ma hanno canali secondari per bilanciare la pressione.
I pennini FPR e Kanwrite mi pare non abbiano nemmeno il foro di sfiato
Infatti è giusto quello che pensavo. Non hanno foro di sfiato e forse per questo motivo devono utilizzare un alimentatore in ebanite che notoriamente è più performante? Oppure non c'entra nulla secondo te.
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Messaggio da Koten90 »

MrkLch ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 9:16 Infatti è giusto quello che pensavo. Non hanno foro di sfiato e forse per questo motivo devono utilizzare un alimentatore in ebanite che notoriamente è più performante? Oppure non c'entra nulla secondo te.
Penso sia come per FlexibleNibFactory: usano l'ebanite perché non ci sono i volumi per giustificare il costo dello stampo per alimentatori in ABS (e un po' per non dover comprare componenti già fatti dai cinesi)
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Koten90 ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 6:47
Per almeno 2 motivi...
Spiegazione ottima davvero. Sulla questione del cedimento del Pilot FA. A tuo avviso il cedimento è solo temporaneo in quanto è sufficiente riallineare di nuovo i rebbi.
Dal punto di vista pratico è così. Senza alcun dubbio. Dal punto di vista tecnico ritieni che il grado di elasticità possa risultare permanentemente depotenziato anche se non compromesso? Te lo chiedo perché una delle mie preoccupazioni è l'integrità strutturale dei pennini più costosi.
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MrkLch ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 11:01 Spiegazione ottima davvero. Sulla questione del cedimento del Pilot FA. A tuo avviso il cedimento è solo temporaneo in quanto è sufficiente riallineare di nuovo i rebbi.
Dal punto di vista pratico è così. Senza alcun dubbio. Dal punto di vista tecnico ritieni che il grado di elasticità possa risultare permanentemente depotenziato anche se non compromesso? Te lo chiedo perché una delle mie preoccupazioni è l'integrità strutturale dei pennini più costosi.
Il mio pennino ormai lavora sulla calligrafia da 3 anni e mi sono trovato quelle 2 occasioni ad aver esagerato (la prima poco dopo averlo ricevuto, saggiandone i limiti di apertura; la seconda in un attimo di sbadataggine ed euforia dovuta all'avere trovato molto funzionante l'alimentatore a 3 canali e il Polar Black insieme).
La prima volta ho imparato quanto detto prima: se premi troppo sulle ali il pennino gocciola, facendo puntare il pennino verso il basso freni leggermente il flusso...
La seconda volta ho fatto molto in fretta a sistemare il pennino, ma saranno ormai un paio d'anni che il pennino è a posto e funziona correttamente. Mi sento quindi di dire che per quel particolare pennino (con quella geometria e quella particolare lega) una lieve deformazione non è fatale, ma "riparabile".

La lega in oro, essendo più malleabile e duttile, aiuta tantissimo in questo. Temo che un qualsiasi pennino in acciaio potrebbe spezzarsi molto più facilmente.

Senza dubbio, credo sia fondamentale procedere (come hai fatto tu), praticando fori e tagli circolari: spigoli vivi e netti creano inevitabilmente un locus minoris resistentiae, un punto fragile da cui è facile che si apra e propaghi una crepa.
Sfruttando questo principio, pensavo di tentare una modifica facendo un secondo foro di sfiato e provando a far crepare il pennino per allungare la fenditura (invece di avere un grande foro unico).
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MrkLch ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 8:53
Esme ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 3:04 Josiah Mason parlava di una speciale molatura. La considerava uno dei suoi segreti, e non spiegava cosa fosse; probabilmente è quell'assottigliamento di spessore che va dalla punta verso il foro, e dai bordi verso il centro.
Ma sarebbe questa la centinatura di cui parlava l'utente Maylota?
La centinatura dovrebbe esserne la versione in "negativo". Anzichè assottigliare alcune parti, irrobustisci altre. E alla fin fine sempre di rebbi vs parte centrale si parla. Almeno a sensazione.
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MrkLch ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 8:53 Ma sarebbe questa la centinatura di cui parlava l'utente Maylota?

Sempre sul blog di Peningeneer è riportato un articolo storico del 1879 sulla fabbricazione dei pennini in oro Faber, negli Stati Uniti.
Le tecniche produttive sono un po' diverse da quelle dei produttori di Birmingham di cinquant'anni prima.
C'è però un passaggio importante sulla rullatura e martellatura dei rebbi (prima del taglio), e si sottolinea come questo influisca notevolmente sull'elasticitá.
Non è però solo una questione di spessori, ma di modifica delle caratteristiche meccaniche della lega.

Mason parla di una semplice e speciale levigatura, ma vista l'attenzione quasi maniacale nel preservare i propri segreti, immagino che fosse qualcosa di più.
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Koten90 ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 11:21
Sfruttando questo principio, pensavo di tentare una modifica facendo un secondo foro di sfiato e provando a far crepare il pennino per allungare la fenditura (invece di avere un grande foro unico).
In effetti il foro unico allargato allunga un bel po' i rebbi: sarebbe quasi come allungarli solo col taglio e non col foro?
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Koten90 ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 11:21 provando a far crepare il pennino
Tu secondo me vuoi far crepare il cuore di qualche forumista più sensibile ai maltrattamenti dei pennini! 🤣

La strappatura come metodo di taglio era la tecnica dei fabbricanti iniziali, però producendo bordi irregolari spesso creava problemi.
La inducevano con un colpo di scalpellino.
Potresti usare il procedimento successivo, cioè il seghetto da gioielliere, che alla fine è un seghetto da traforo.
O con la mini fresa di una dremel.
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Messaggio da maylota »

Esme ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 11:27 Non è però solo una questione di spessori, ma di modifica delle caratteristiche meccaniche della lega.
Mason parla di una semplice e speciale levigatura, ma vista l'attenzione quasi maniacale nel preservare i propri segreti, immagino che fosse qualcosa di più.
Magari o probabilmente mi sbaglio ma se guardo lateralmente un flessibile Omas da stiloforo e un flessibile moderno, la curva dei rebbi è alquanto diversa: in un caso ondulata che si ispessisce e nel caso del moderno uniforme (immagino perchè tranciato direttamente da una lamina uniforme senza altre lavorazioni se non l'applicazione iridio).
Non ho con me le penne per fare delle foto, spero si capisce quello che cerco di dire.
(adesso però aspetto un giorno di ferie per capire e digerire quel che c'è scritto nell'articolo che ha mandato Ottorino ieri... :D )
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Esme ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 11:36
Koten90 ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 11:21 provando a far crepare il pennino
Tu secondo me vuoi far crepare il cuore di qualche forumista più sensibile ai maltrattamenti dei pennini! 🤣
E recidivo.
Ma pure con la forma mentis del fabbro lattoniere, ha a cuore le penne per come l'ho conosciuto ;)
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Come diceva il signor Toyota, un passettino per volta si può sempre migliorare.
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maylota ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 11:40 Non ho con me le penne per fare delle foto, spero si capisce quello che cerco di dire.
Sì, esatto.
I pennini in oro vintage, ma anche alcuni di quelli in acciaio, presentano quasi sempre un cambio di spessore nei rebbi.

Nell'articolo storico si capisce come il maggiore spessore in punta è dovuto in primo luogo alla necessità di preservare la punta del pennino a cui è già stato saldato l'iridio.
Non avendo la possibilità di saldare elettricamente come oggi, le procedure seguivano un ordine diverso, cioè prima veniva saldata la punta, eppoi venivano fatte le lavorazioni di formatura e finitura.

Sui pennini senza iridio c'era comunque questa differenza di spessore, che sicuramente serviva per irrigidire la punta e avere materiale per conformarla correttamente (le punte di questi pennini senza iridio hanno molature bellissime).

Secondo me, come spesso accade, da necessità primarie sono scaturite tecniche sofisticate, come l'abilità di rendere certi pennini ultraflessibili.
Quando le metodologie di produzione sono cambiate si sono via via perse anche queste abilità.
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Koten90 ha scritto: martedì 7 maggio 2024, 11:50 Sono di mentalità ottimizzatrice ossessiva compulsiva.
Come diceva il signor Toyota, un passettino per volta si può sempre migliorare.
Il geniale signor Toyota, con i suoi metodi, ha prodotto effetti a lungo termine a mio avviso devastanti.

Ma sul miglioramento concordo pienamente, e capisco molto bene cosa sia quella spinta che porta a sperimentare. 🙂
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