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Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 0:31
da Esme
Un post su una Ero molto particolare mi ha spinto a cercare dati su questo marchio, così noto ma con una storia apparentemente sfuggente.

Il mio punto di partenza sono le registrazioni del marchio presenti nelle banche dati internazionali.
A partire dal 1950 ce ne sono molte a nome di diverse ditte, tutte tedesche e con sede in vari comuni dell'Assia.
Fonti aggiuntive sono state l'Archivio di Stato dell'Assia e il Registro delle Imprese tedesco.
In rete si trovano anche ricostruzioni delle vicende di questi marchi, alcune abbastanza documentate, altre piuttosto aleatorie e non corrispondenti a dati certi.


LA PRIMA REGISTRAZIONE: SENATOR?!

Nel 1950 compare la prima registrazione del marchio Ero: è la DE637531 ed è a nome della Senator di Groß-Bieberau.
Sucessivamente il marchio è stato registrato più volte in varie parti del mondo sia dalla Senator che dalla Merz&Krell.
Nelle registrazioni in Malaysia del 1956 e a Singapore del 1957 compare il logo grafico come più lo conosciamo: la scritta Ero in corsivo contenuta in un rettangolo con gli angoli smussati.

evoluzione logo Ero
evoluzione logo Ero

Questo però non sembra avere molto senso, perché all'epoca Senator era un marchio della Merz&Krell: è diventato anche il nome della fabbrica di strumenti di scrittura (nella galassia Merz) solo molto più tardi.
Evidentemente nella versione online dei documenti non sono state riportate le variazioni di denominazione o le cessioni di marchio.


ENTRA IN SCENA LA EROPLASTIC

La soluzione arriva dalla registrazione internazionale di marchio n. 377813 del 1971, che richiama la precedente DE637531: il primo depositario del marchio era in realtà la EROPLASTIC di Ludwig Rodenhäuser, con sede a Nieder-Ramstadt, un quartiere di Mühltal.
Nel 1998 il marchio è stato ceduto alla Merz&Krell.

Anche la registrazione italiana n. 149060 del 1959 è concorde: il proprietario iniziale è la EROPLASTIC, segue poi la richiesta di rinnovo n. 863515 del 1999 a nome della Merz&Krell, registrazione che è ancora valida ed è la più recente ancora in validità.
La EROPLASTIC ha un'ulteriore registrazione Ero in Brasile del 1980, con applicazione dal 1976.
In una pubblicazione locale del 1988 compare invece una pubblicità della EROPLASTIC, dove viene citato il marchio ERO.

pubblicità EROPLASTIC
pubblicità EROPLASTIC

Presso l'Archivio di Stato dell'Assia è presente il fascicolo HWA/1/21836, che attesta come la ditta EROPLASTIC Ludwig Rodenhäuser, attiva dal 1958 al 2001, fino al 1973 si chiamasse "Ero Füllhalter Fabrik".

La EROPLASTIC ha depositato nel 1955 anche i marchi ERONIA e EROGRAPH, quest'ultimo ceduto poi alla Merz&Krell.

C'è una leggera discrepanza di date (1950 contro 1958), ma parrebbe tutto chiarito.
Invece non proprio, perché...


C'È ANCHE LA ERNST RODENHÄUSER!

In Malaysia esiste una registrazione, M/025717, del 1955, che attribuisce il marchio Ero a Ernst Rodenhäuser.
Ernst Rodenhäuser risulta essere il titolare della "Ernst Rodenhäuser Füllhalter- und Füllbleistifte-Fabrik" con sede a Ober-Ramstadt, una cittadina confinante con Nieder-Ramstadt.
La prima registrazione attribuibile a questa azienda è del 1953, per il marchio RODURSALE. Nel 1959 ha invece registrato il marchio RODUR.
Come riporta il nostro wiki, e come è verificabile in rete, i due marchi Ero e RODUR sembrano distribuire le stesse identiche penne.

Quindi abbiamo una ditta con lo stesso cognome della ditta EROPLASTIC, sede a pochi chilometri di distanza, e che ha registrato lo stesso marchio.
Il fascicolo dell'Archivio di Stato dell'Assia, n. HRA 4204, attesta peró la ditta dal 1968 al 2004.
C'è qualcosa che non quadra con le date di registrazione dei marchi.

In realtà le date non tornano maggiormente per la EROPLASTIC.
Infatti la prima registrazione attribuibile a questa ditta è per il marchio EROS, ed è del 1904!
In realtà sono due: una tedesca DE72035, per la produzione di matite, e una danese VR190400366, per strumenti di scrittura.

Quindi, qual è la vera storia di questo marchio?

posizione dei comuni
posizione dei comuni

- - continua - -

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 0:43
da Esme
UN TENTATIVO DI RICOSTRUZIONE: PETTINI D'AVORIO E ANNI RUGGENTI

Una soluzione all'enigma pare arrivare dalla registrazione danese e dalle ricostruzioni presenti in rete, che pur non riportando molte fonti documentali si accordano alle varie registrazioni.
In particolare sono interessanti la pagina Wikipedia del comune di Ober-Ramstädt e quella riguardo la via della plastica del distretto di Darmstadt-Dieburg.

Secondo la registrazione danese, la sede della EROPLASTIC è a Nieder-Ramstadt in Ober-Ramstädter Straße 44.
A questo indirizzo esiste a tutt'oggi un edificio che ha mantenuto l'insegna "ERO".

la sede Reform - Ero
la sede Reform - Ero

Secondo questa ricostruzione, si tratta dell'edificio che era della Reform, acquistato dalla Ero/EROPLASTIC nel 1958.
Questo è proprio l'anno di inizio attività della EROPLASTIC secondo l'Archivio di Stato.
E prima?

Vale la pena fare una digressione e ampliare un po' il discorso, gettando lo sguardo su una produzione industriale storica e particolare di questa zona dell'Assia.

Tartarughe, elefanti e pettini
A partire dalla fine del diciottesimo secolo, la regione divenne famosa per i tornitori di legno e corno, e per gli intagliatori di avorio.
Fu il suo governatore, il conte di Erbach Franz I, che stimoló questa specializzazione, essendo lui stesso maestro tornitore e collezionista.

Ober-Ramstadt era conosciuta per gli artigiani intagliatori di pettini e accessori per capelli.
Alla fine dell'ottocento la Heim & Söhne era la più grande azienda europea di lavorazione dei gusci di tartaruga.
Attorno ad essa e nelle cittadine vicine tante botteghe artigiane davano lavoro ai pettinai e ai tornitori.
La moda della Belle Epoque, con le sue acconciature voluminose, elaborate e ricche di decorazioni, contribuiva a rendere florido il settore. (Dopo l'imperatrice Sissi e le sue stelle di diamanti, la moda delle acconciature femminili era un po' sfuggita di mano...)

acconciature femminili e pettini della Belle Epoque
acconciature femminili e pettini della Belle Epoque

Successivamente celluloide, galatite, ebanite e bachelite sostituirono i materiali di origine animale, almeno per la produzione di massa.
Nel distretto, accanto alle aziende pettinaie, sorsero anche quelle di produzione e semilavorazione delle plastiche.
I pettini in celluloide a imitazione tartaruga, ebano e avorio divennero la nuova moda.

Gli anni ruggenti
Alla fine della prima guerra mondiale la società era profondamente cambiata, si sentiva il desiderio di modernità e di profondo cambiamento.
Le donne avevano conosciuto la necessità di indipendenza, smettendo gli scomodi abiti pre-guerra e adottando un abbigliamento che permettesse di essere maggiormente attive e disinvolte.
Una particolare pettinatura, il "bob" inventato a Parigi all'inizio del secolo, era il taglio di moda.
Anche chi non sceglieva un taglio così estremo, adottava però acconciature semplici e comode.
Anche nei molto meno ruggenti anni trenta le donne continuarono a preferire pettinature pratiche e con pochi orpelli.

taglio alla garçonne: Louise Brooks, Clara Bow, Marlene Dietrich
taglio alla garçonne: Louise Brooks, Clara Bow, Marlene Dietrich

L'industria pettinaia subì il colpo, ma c'erano altri articoli su cui puntare.
Tra questi, anche e sicuramente le stilografiche.
Molte aziende riconvertirono la loro produzione, sfruttando la capacità artigiana di lavorare con abilità le materie plastiche.

Più tardi, nel 1934, la ditta Röhm & Haas di Darmstadt realizzó il polimetilmetacrilato, e molte aziende del distretto iniziarono a utilizzare questo materiale, usando anche gli scarti di produzione su cui applicavano le loro abilità di tornitori e intagliatori.
Fu verso gli anni cinquanta che la produzione passó all'utilizzo dei metodi ad iniezione, abbandonando via via i torni e le lavorazioni artigiane.

L'evoluzione della Rodenhäuser
Secondo le varie ricostruzioni, anche la ditta di proprietà Rodenhäuser seguì la stessa evoluzione.

Pare che la prima ditta Rodenhäuser sorgesse a Erbach, come laboratorio per la produzione di pettini.
Viene riportata come data di inizio il 1921.
Questo peró non spiega la registrazione "EROS" del 1904.
C'è una registrazione del 1912 presso l'archivio distrettuale di Erbach, secondo cui Wilhelm Rodenhäuser chiede il permesso di trasformare la sua fabbrica di pettini in fabbrica di prodotti in celluloide.
Forse è veramente questa l'origine della Rodenhäuser.
Sulla citata pagina Wikipedia, viene invece nominato August Rodenhäuser, che dal 1906 intagliava pettini in quello che era precedentemente stato un mulino.
In un caso o nell'altro, sicuramente la denominazione "Eros" ben si adattava agli strumenti di bellezza femminile: forse il marchio era prima destinato a questo settore, e solo dopo è stato utilizzato per strumenti di scrittura.

La data del 1921, comunque, coincide con la registrazione HRA IV 126 della "Rodenhäuser & Fey: Kamm- u. Haarschmuckindustrie", cioè "Rodenhäuser & Fey: Industria di pettini e gioielleria per capelli" a Ober-Ramstadt.
Le ricostruzioni di chi, immagino, ha potuto visionare i fascicoli in archivio la indicano come la ditta originaria da cui poi si svilupparono le altre.
Il titolare era Ernst Rodenhäuser (di Fey non viene detto nulla) e il 1938 è l'anno di passaggio alla produzione di strumenti di scrittura, per le quali erano utilizzate la celluloide, l'ebanite e la bachelite lavorate al tornio, passando poi a quelle in plastica stampata all'inizio degli anni 50.
In quel periodo fu realizzata anche una nuova sede, più ampia, in Alicestraße 25.
Alla morte del titolare nel 1951 (per incidente, registrato all'Archivio di Stato) gli succedettero i figli Ernst e Ludwig.

Nel 1962 la Reform di Nieder-Ramstadt cessó definitivamente l'attività: il marchio fu ceduto alla Mutschler Schreibsysteme di Heidelberg, la sede e i macchinari furono invece ceduti alla Rodenhäuser (pare già nel 1958).
I due figli si divisero la direzione delle due sedi.

Ernst continuó nella sede originaria a Ober-Ramstadt, registrando nel 1963 la "Ernst Rodenhäuser Füllhalter- und Füllbleistifte-Fabrik", e utilizzando il marchio RODUR. La ditta è stata chiusa nel 2004, ma pare che già negli anni settanta avesse spostato la produzione nel campo dei componenti elettronici.

Ludwig invece si occupó della sede ex-Reform di Nieder-Ramstadt, registrando la nuova attività come"Ero Füllhalter-Fabrik Ludwig Rodenhäuser" rinominata poi "EROPLASTIC" nel 1973, e utilizzando il marchio Ero. La ditta continuó a produrre strumenti di scrittura fino al 1993, quando fu messa in liquidazione.
I marchi Ero e EROGRAPH furono ceduti alla Merz&Krell.


- - continua - -

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 0:49
da Esme
MA CHE, MICA TI STARAI ALZANDO PRIMA DEI TITOLI DI CODA, VERO?


Fermi tutti! Anche gli attori secondari hanno diritto di essere ricordati!🙂

Primo.
Il marchio EROS in tutto questo come si pone?
Non è un marchio molto conosciuto.
In Italia era stato registrato ANCHE da Remigio Virgili nel 1942.
Ma ANCHE dalla Koh-I-Noor Hardtmuth nel 1943, per vari strumenti di scrittura (non per stilografiche). E proprio questa registrazione riporta poi la cessione, nel 1964, alla Ero di Ludwig Rodenhäuser.
Forse i Rodenhäuser ci tenevano ad avere l'esclusiva del marchio.
O forse le registrazioni del 1904 in realtà erano della Hardtmuth, e anche in quel caso manca l'informazione del passaggio di proprietà! 🤔

Secondo.
Esiste anche la registrazione della ditta März & Ritscher, a Ober-Ramstadt, registrata come produttrice di stilografiche con marchio "Komma" ("vigola").
L'azienda è attestata sin dal 1924, forse inizialmente con sede a Francoforte.
Nei vari fascicoli presenti presso l'Archivio di Stato, la registrazione come ditta di stilografiche va dal 1942 al 1992.
Dal 1962 tra i titolari c'è Renate Ritscher Rodenhäuser, figlia del proprietario Ritscher e moglie di Ernst Rodenhäuser.

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 1:00
da Esme
In coda a tutto questo, qualche foto delle mie due Ero.
Hanno probabilmente 10/15 anni di differenza d'età, cosa deducibile da alcuni particolari, ma ugualmente sono estremamente simili.

chiuse
chiuse
aperte
aperte

Cambia la clip, che è diventata di "ispirazione" Pelikan.
Nella penna più vecchia il sistema di azionamento del pistone è inserito tramite filettatura, la guarnizione è in sughero e il movimento ha madrevite in ottone.
Il fusto e il cappuccio della penna più recente sono rivestiti da una pellicola in polietilene che imita la celluloide.

i differenti pistoni
i differenti pistoni
il pistone smontato
il pistone smontato
il marchio Ero
il marchio Ero

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 7:58
da nacanco
Ho letto tutto, e con piacere.
Ti ringrazio per il bell'articolo, Esme, approfondito, ben scritto, interessante, con utili foto esplicative a corredo.
Ti sarà costato molto impegno, tempo, risorse: l'ho apprezzato moltissimo, grazie ancora.
Buona Domenica delle Palme a te e a tutti i lettori.
Michele

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 8:35
da novainvicta
Grazie per l'articolo . Materia ed esposizione veramente appassionante :thumbup:

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 8:48
da Pierre
Eh sì... queste recensioni portano via tempo ed energie, che vengono poi ripagate dall'apprezzamento dei co-forumisti e dalla soddisfazione di andare ad arricchire di informazioni il forum.

Ti chiederei solo come si fa ad avere accesso a queste banche dati internazionali che usi spesso... a naso dico che non dovrebbe essere facile per una persona non addetta ai lavori. Confermi?

Secondo: ti chiedere la differenza tra Bakelite ed Ebanite (credevo fossero sinonimi, ma evidentemente no).

Mi ha fatto molto piacere leggere l'evoluzione che il distretto ha attraversato! Davvero interessante. Grazie!

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 9:43
da Mir70
Grazie Esme, è stata davvero una piacevole lettura.

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 10:30
da Esme
Sono contenta che abbiate gradito, quando scrivo così tanto ho sempre il timore di annoiare. 🙂
Per me è divertente fare queste ricerche e scriverne i resoconti, soprattutto pensando poi alla condivisione con voi.

Per Pierre
Pierre ha scritto: domenica 24 marzo 2024, 8:48Ti chiederei...
I database internazionali e dei vari stati che interrogo hanno accesso libero.
Quello europeo Espacenet e quello internazionale Wipo danno poi accesso a quelli dei singoli stati.
Non saprei dirti se è difficile o meno consultarli: io ho imparato a usarli per lavoro, e ho dimestichezza con le ricerche, sia dal vivo che online.
Credo che la parte più difficile sia azzeccare i termini di ricerca, perché non sempre marchio e/o proprietario bastano, e avere un'idea di come vengono archiviati.
L'archivio storico italiano dei marchi e modelli, per esempio, è di consultazione abbastanza facile, e per i marchi ha il pregio di restituire anche le foto dei documenti originali. Per contro le registrazioni non sono sempre accurate e complete.
Quello degli USA, per i brevetti e i marchi, è forse quello più completo di documentazione storica.

La bachelite e l'ebanite sono due plastiche differenti.
L'ebanite deriva dalla vulcanizzazione della gomma naturale, con la possibile aggiunta di vari ingredienti che cambiano poi il risultato finale anche in termini di resistenza, oltre che di estetica.
La bachelite invece è la prima plastica sintetica ad essere stata prodotta. Anche per la bachelite, che parte da una resina trasparente, vengono aggiunte cariche di vario tipo che permettono di ottenere tantissime variazioni di colore.
Non so come mai la bachelite sia stata meno usata per le stilografiche, visto la sua stabilità e la possibilità di ottenere colorazioni di ogni genere.

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 10:41
da Pierre
Perbacco! Oro che cola! Grazie!

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 10:59
da piccardi
Bellissimo lavoro Esme, davvero interessante!
Grazie davvero, è un contributo prezioso che porta un po´
Ora però ti toccherà aggiornare anche il wiki (un link a questa discussione l'ho appena aggiunto).

Simone

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 11:00
da ricart
Chiedo scusa per l'intromissione e le pessime foto, inserisco queste foto per aggiungere ulteriori informazioni:
01.jpg
all'interno della prima scatolina (Rodur - Rodursal)
02.jpg
03.jpg
03..jpg
come periodo siamo negli anni 1947 - 1954 durata del Territorio Libero di Trieste (TLT)
04.jpg
05.jpg
06.jpg
07.jpg
Le prime due sono a stantuffo, la Rodur a cartuccia
:wave:

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 11:18
da Esme
Grazie Simone.
Sì, so che devo aggiornarlo... 😅🙂
Sto pensando a come sintetizzare il tutto in modo coerente.

Ricart, grazie per il contributo, che aggiunge informazioni interessanti.
Quindi il marchio Ero era commercializzato come Rodursal.
Il periodo che indichi dovrebbe essere quello precedente alla suddivisione in due sedi.
Sembra come la mia. Anche la tua (la prima che mostri) ha guarnizione in sughero e pistone smontabile?
Queste indicazioni mi aiuterebbero a datarla.

I marchi "minor" e "major" stranamente non sembrano essere stati registrati, nonostante siano forse quelli di maggiore diffusione.

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 12:01
da mastrogigino
Che lavoro della madonna!!
E che casino! Confesso che a metà mi sono perso nel marasma di nomi, luoghi e date che si intrecciavano peggio che in Guerra e Pace... :lol:

Se può servire aggiungo qualche foto della mia Ero trovata su una bancarella, sembra uguale alla tua ma con la guarnizione del pistone in Moplen invece che in sughero, e al posto della scritta Ero incisa sul fusto la mia ha il numero 407.

Ero: enigmi e pettini d'avorio

Inviato: domenica 24 marzo 2024, 12:47
da Esme
Eheh, sì, casino riassume bene il tutto. 🙂

407, credo sia il numero del modello, così mi è parso di capire da quelli che si trovano in rete.
La mia non ha nessun numero inciso, ma una "F" sulla ghiera del pistone che immagino sia riferita al pennino. Che è stato sostituito con un Artus (forse con alimentatore e collarino) e quindi non posso confermare.

Questo tipo di penna è stata mantenuta quasi immutata per molti anni e molti modelli. Le varie numerazioni non so bene a cosa si riferissero, forse al tipo di pennino.