Carta “come il burro”, sí o no?
Inviato: domenica 14 gennaio 2024, 15:13
Leggo spesso sul forum discussioni e consigli sull’uso di determinati tipi di inchiostri al fine di controllare il comportamento del pennino. Inchiostri più lubrificati che permettono al pennino di scorrere più facilmente, altri più secchi che “stringono” il tratto, e così via.
Più raramente mi sono imbattuto in considerazioni analoghe fatte sulla carta, che pure ha un ruolo fondamentale in tutto il processo.
Qui di seguito vi propongo un esempio, che non ha la pretesa di un essere un test, ma credo serva allo scopo di illustrare l’importanza del supporto nella equazione della scrittura.
Dunque due sole penne, assai diverse tra loro, una Montblanc 149 con pennino flessibile extra-fine e una Bohème con pennino fine. Anche i due inchiostri sono differenti: il MB Blue Permanent - usato nella 149 Calligraphy - è un “nanopigmentato” di certa densità e magro, mentre la Bohème usa un classicissimo - e purtroppo dismesso da tempo - Racing Green, sempre di Montblanc.
Ma veniamo alle carte. Ne ho scelte due che apparentemente si assomigliano molto. Entrambe sono di Fabriano, entrambe vergate, di grammatura molto simile (89 vs. 90 g). Ciò che le rende molto differenti è il contenuto di cotone: 40% nella Ingrés (sotto), nessuno nella Grifo (sopra).
L’assenza di cotone fa sì che la carta quasi non assorba, e ciò le conferisce quella sensazione di liscezza “burrosa” che consente al pennino di scorrere con estrema facilità sulla superficie dell’inchiostro. Il “prezzo” da pagare è chiaramente che il pennino rilascia una linea più ampia.
Sulla Ingrés il tratto è più sottile d la scorrevolezza del pennino si riduce perché l’inchiostro penetra le fibre del cotone.
Io ho la mia preferenza, ma è irrilevante al fine della dimostrazione. Spero avervi suggerito e fatto venire la voglia di mettere a confronto una carta liscia “come il burro” e una con più “dente”, per capire quale effetto, quale combinazione pennino/inchiostro/carta, piacciano maggiormente a voi per gli usi che vorrete farne.
Più raramente mi sono imbattuto in considerazioni analoghe fatte sulla carta, che pure ha un ruolo fondamentale in tutto il processo.
Qui di seguito vi propongo un esempio, che non ha la pretesa di un essere un test, ma credo serva allo scopo di illustrare l’importanza del supporto nella equazione della scrittura.
Dunque due sole penne, assai diverse tra loro, una Montblanc 149 con pennino flessibile extra-fine e una Bohème con pennino fine. Anche i due inchiostri sono differenti: il MB Blue Permanent - usato nella 149 Calligraphy - è un “nanopigmentato” di certa densità e magro, mentre la Bohème usa un classicissimo - e purtroppo dismesso da tempo - Racing Green, sempre di Montblanc.
Ma veniamo alle carte. Ne ho scelte due che apparentemente si assomigliano molto. Entrambe sono di Fabriano, entrambe vergate, di grammatura molto simile (89 vs. 90 g). Ciò che le rende molto differenti è il contenuto di cotone: 40% nella Ingrés (sotto), nessuno nella Grifo (sopra).
L’assenza di cotone fa sì che la carta quasi non assorba, e ciò le conferisce quella sensazione di liscezza “burrosa” che consente al pennino di scorrere con estrema facilità sulla superficie dell’inchiostro. Il “prezzo” da pagare è chiaramente che il pennino rilascia una linea più ampia.
Sulla Ingrés il tratto è più sottile d la scorrevolezza del pennino si riduce perché l’inchiostro penetra le fibre del cotone.
Io ho la mia preferenza, ma è irrilevante al fine della dimostrazione. Spero avervi suggerito e fatto venire la voglia di mettere a confronto una carta liscia “come il burro” e una con più “dente”, per capire quale effetto, quale combinazione pennino/inchiostro/carta, piacciano maggiormente a voi per gli usi che vorrete farne.