breve recensione della Gama Eyas
Inviato: giovedì 21 dicembre 2023, 21:26
Nel tempo ho sviluppato una preferenza per le penne in ebanite, materiale che trovo piacevole al tatto (un po' simile al legno), caldo (dovuto alle sue caratteristiche di buon isolante), mediamente leggero, e spesso disponibile in una moltitudine di colori e varianti di più colori.
E' noto che diverse penne in ebanite dal costo solitamente abbordabile, oggi sono di origine indiana. Questo dipende dal fatto che durante l'espansione coloniale britannica, le tecnologie di base per produrre questi strumenti di scrittura arrivarono in India, e furono raccolte e implementate soprattutto da piccoli produttori.
Si tende ad attribuire la prima produzione di stilografiche in India a Ratnam, nel 1932. La "leggenda" racconta che una famiglia di orafi di Rajahmundry, incontrarono il Mahatma Gandhi, ed egli disse loro: "Perché non fate qualcosa di utile, invece di produrre gioielli d'oro?" e così iniziarono a produrre penne stilografiche...
In realtà già intorno al 1907 era iniziata una produzione di penne stilografiche da parte di un tal dottor Radhika Nath di Lucknow, che pare ottenne brevetti non solo in India, ma anche negli Stati Uniti e in Europa come produttore di penne stilografiche.
Per un certo periodo l'India continuò principalmente ad importare penne stilografiche, ma quando queste si guastavano o avevano necessità di manutenzione, essendo l'assistenza dall'Europa o dagli Stati Uniti ovviamente improponibile, i rivenditori impararono dapprima a ripararle e poi spesso diventarono produttori di penne stilografiche.
PenHospital, manutenzione e vendita silografiche, tuttora attivo a Culcatta (odierna Kolkata).
Così, nel 1947, quando l'India ottenne l'indipendenza, le penne stilografiche straniere co-esistevano in India insieme alla produzione nazionale, da parte di Ratnam, Ratnamson, Guider, Deccan, Sultan, Gama, Penco, Wilson, e altre.
Ratnam Pens
Guider pens
Nei racconti che riguardano la storia delle stilografiche in India, è a questo punto che si lamenta la scelta di una errata politica economica da parte del governo che nel tempo ha rallentato lo sviluppo tecnologico della industria indiana delle stilografiche, che fino a quel momento vantava un vantaggio competitivo, tecnologie paragonabili e costi inferiori.
Detto in breve, subito dopo l'indipendenza furono fatte delle scelte protezionistiche che ostacolavano l'importazione di beni, tra cui le stilografiche. L'industria delle stilografiche, venuta a mancare la concorrenza, in pratica si sedette sugli allori, continuando a produrre stilografiche con sistemi e tecnologie tradizionali (si dice delle penne indiane, a causa di questo ritardo nell'adozione di sistemi più avanzati, e quasi tutte quindi ancora con sistema di riempimento eyedropper: "Indian fountain pens are more of fountains and less of pens").
Tale protezionismo doveva durare un periodo breve, tuttavia rimase in vigore fino all'inizio degli anni 70...
Questo ha purtroppo nel più lungo termine causato un arretramento di questa industria locale, che seppure in ripresa negli ultimi 20 anni, è comunque ormai relegata nella dimensione di piccoli produttori, spesso a carattere artigianale.
Inquadrata un po' la storia, volevo parlarvi un po' meglio della Gama Eyas, una penna della menzionata Gama.
Fino a non molti anni fa questi produttori erano quasi irraggiungibili se non tramite telefono o per posta. Già alcuni anni fa molti avevano adottato whatsapp come sistema di comunicazione preferito, e nel più breve periodo diversi hanno istituito un sito internet, tra cui anche Gama (Gamapens.com).
Nell'inter-regno tra dover comunicare con il produttore per telefono e poi email, ed avere ora accesso diretto al loro sito/shop online, sono sorti alcuni intermediari (come AsaPens) che vendono online penne a proprio nome, e di altri produttori indiani.
Il recente sito di Gama ci dice che l'azienda (parte di Gem & Co.), fondata nel 1928, si trova tuttora a Parry's Corner a Chennai ed è uno dei più antichi specialisti di penne dell'India. Fondata da M C Cunnan e Venkatarangam Chetty, all'epoca progettava le penne a Chennai, che poi venivano prodotte in Inghilterra e importate. Col tempo, la produzione fu localizzata in India.
Gama Pens (Gem & Co.)
La Gama Eyas è la classica penna in ebanite, a forma di sigaro.
La penna è di dimensione medio-grande
Pen Length (Capped) 144mm (il sito Gama indica 154mm, ma misurata la mia, la lunghezza con cappuccio è 144mm)
Pen Length (Posted) 180mm
Grip Diameter 12mm (sezione leggermente rastremata verso il pennino, va da 13mm a 11mm)
Uncapped, ed escluso il pennino, la lunghezza è 105mm.
La dimensione è quindi non eccessiva e sostanzialmente molto simile a quella della FP.it 5000, o anche di una M800, tanto che la Gama stessa la definisce come "Pen Size: Regular".
Il pennino è descritto "Iridium Tipped chrome HQ nib" disponibile con tratto 0.65mm / 1 mm, ed è definito "Nib Size 35".
Qui bisogna aprire una parentesi sulla dimensione dei pennini indiani, argomento che ho toccato qui e là parlando d'altro.
La definizione indiana di nib size è spesso non chiara, se non fuorviante. Intanto size 35, verificato per esperienza su un po' di pennini indiani, fa riferimento alla lunghezza del pennino in millimetri: 35 mm. Questa definizione ci dice poco e niente circa le dimensioni reali che ci interessano di un pennino, ossia il diametro di curvatura (è da notare però che la lunghezza "tipica" dei pennini occidentali size 6 è 35 mm).
Altre volte i produttori indiani infatti definiscono i loro pennini come size 6.
Peccato che mentre da noi size 6 vuol quasi sempre dire diametro 6mm, ossia diametro di curvatura del pennino 6mm, foro della sezione (o diametro interno del collare se il pennino va in un collare) 6 mm, diametro dell'alimentatore 6mm, la definizione indiana size 6 è impropria.
Su un altro sito indiano di stilografiche ho di recente trovato la definizione corretta di size 6 secondo i canoni indiani: size 6 = diametro 6,35mm = 1/4 inch!
Tutto quadra, i produttori indiani, adottano per motivi storici le unità di misura anglosassoni, e dato che quasi certamente utilizzano strumenti di lavoro e produzione di origine anglosassone, producono come standard radicato utilizzando tali misure.
Il diametro delle loro sezioni, dei loro alimentatori, e dei loro pennini "size 6" è di 6,35mm (non 6mm), ma chiamarli size 6 è per loro una buona approssimazione...
La finitura della penna è disponibile nella tipica ebanite matt black (opaca), eccetto la sezione che è lucidata (e per molto tempo unica finitura disponibile), ma ora anche nelle classiche ebaniti mottled mustard, brown ripple, green ripple, con nero a contrasto.
Le finiture ripple hanno la classica ondina, mentre la mottled ha un disegno a spirale irregolare che avvolge la penna.
Questi disegni si ottengono manualmente quando si produce l'abanite, mescolando i colori, e sono quindi sempre diversi per ogni penna. La finitura matt black, è più spesso definita "brushed", perché ha effettivamente una sorta di spazzolatura lungo la lunghezza della penna, leggermente in rilievo. Tempo fa mi aveva spiegato un indiano appassionato di stilografiche che questa finitura era stata di proposito inventata per poter utilizzare ebaniti esternamente imperfette, in modo da mascherare eventuali difetti... ormai è diventata tradizionale per cui la si usa indipendentemente dalla qualità dell'ebanite. In alcune versioni (di altri produttori che usano questa finitura) la spazzolatura si interrompe alle estremità, lasciandole lucide sopra la clip, e al fondello.
Il corpo della penna reca inciso il nome Gama, in un piacevole corsivo, nero su nero, molto discreto.
L'aspetto nel suo insieme è semplice (niente anelli), pulito nelle forme (niente gradini!), e in sostanza gradevole. La clip scimmiotta il becco del pellicano, ma è un po' rozza e non molto funzionale (piuttosto dura), ed è l'unica parte che mi piace meno.
Il cappuccio si svita con un giro e mezzo.
Il labbro sulla sezione è un po' old style, ma tutto sommato non stona.
continua...
E' noto che diverse penne in ebanite dal costo solitamente abbordabile, oggi sono di origine indiana. Questo dipende dal fatto che durante l'espansione coloniale britannica, le tecnologie di base per produrre questi strumenti di scrittura arrivarono in India, e furono raccolte e implementate soprattutto da piccoli produttori.
Si tende ad attribuire la prima produzione di stilografiche in India a Ratnam, nel 1932. La "leggenda" racconta che una famiglia di orafi di Rajahmundry, incontrarono il Mahatma Gandhi, ed egli disse loro: "Perché non fate qualcosa di utile, invece di produrre gioielli d'oro?" e così iniziarono a produrre penne stilografiche...
In realtà già intorno al 1907 era iniziata una produzione di penne stilografiche da parte di un tal dottor Radhika Nath di Lucknow, che pare ottenne brevetti non solo in India, ma anche negli Stati Uniti e in Europa come produttore di penne stilografiche.
Per un certo periodo l'India continuò principalmente ad importare penne stilografiche, ma quando queste si guastavano o avevano necessità di manutenzione, essendo l'assistenza dall'Europa o dagli Stati Uniti ovviamente improponibile, i rivenditori impararono dapprima a ripararle e poi spesso diventarono produttori di penne stilografiche.
PenHospital, manutenzione e vendita silografiche, tuttora attivo a Culcatta (odierna Kolkata).
Così, nel 1947, quando l'India ottenne l'indipendenza, le penne stilografiche straniere co-esistevano in India insieme alla produzione nazionale, da parte di Ratnam, Ratnamson, Guider, Deccan, Sultan, Gama, Penco, Wilson, e altre.
Ratnam Pens
Guider pens
Nei racconti che riguardano la storia delle stilografiche in India, è a questo punto che si lamenta la scelta di una errata politica economica da parte del governo che nel tempo ha rallentato lo sviluppo tecnologico della industria indiana delle stilografiche, che fino a quel momento vantava un vantaggio competitivo, tecnologie paragonabili e costi inferiori.
Detto in breve, subito dopo l'indipendenza furono fatte delle scelte protezionistiche che ostacolavano l'importazione di beni, tra cui le stilografiche. L'industria delle stilografiche, venuta a mancare la concorrenza, in pratica si sedette sugli allori, continuando a produrre stilografiche con sistemi e tecnologie tradizionali (si dice delle penne indiane, a causa di questo ritardo nell'adozione di sistemi più avanzati, e quasi tutte quindi ancora con sistema di riempimento eyedropper: "Indian fountain pens are more of fountains and less of pens").
Tale protezionismo doveva durare un periodo breve, tuttavia rimase in vigore fino all'inizio degli anni 70...
Questo ha purtroppo nel più lungo termine causato un arretramento di questa industria locale, che seppure in ripresa negli ultimi 20 anni, è comunque ormai relegata nella dimensione di piccoli produttori, spesso a carattere artigianale.
Inquadrata un po' la storia, volevo parlarvi un po' meglio della Gama Eyas, una penna della menzionata Gama.
Fino a non molti anni fa questi produttori erano quasi irraggiungibili se non tramite telefono o per posta. Già alcuni anni fa molti avevano adottato whatsapp come sistema di comunicazione preferito, e nel più breve periodo diversi hanno istituito un sito internet, tra cui anche Gama (Gamapens.com).
Nell'inter-regno tra dover comunicare con il produttore per telefono e poi email, ed avere ora accesso diretto al loro sito/shop online, sono sorti alcuni intermediari (come AsaPens) che vendono online penne a proprio nome, e di altri produttori indiani.
Il recente sito di Gama ci dice che l'azienda (parte di Gem & Co.), fondata nel 1928, si trova tuttora a Parry's Corner a Chennai ed è uno dei più antichi specialisti di penne dell'India. Fondata da M C Cunnan e Venkatarangam Chetty, all'epoca progettava le penne a Chennai, che poi venivano prodotte in Inghilterra e importate. Col tempo, la produzione fu localizzata in India.
Gama Pens (Gem & Co.)
La Gama Eyas è la classica penna in ebanite, a forma di sigaro.
La penna è di dimensione medio-grande
Pen Length (Capped) 144mm (il sito Gama indica 154mm, ma misurata la mia, la lunghezza con cappuccio è 144mm)
Pen Length (Posted) 180mm
Grip Diameter 12mm (sezione leggermente rastremata verso il pennino, va da 13mm a 11mm)
Uncapped, ed escluso il pennino, la lunghezza è 105mm.
La dimensione è quindi non eccessiva e sostanzialmente molto simile a quella della FP.it 5000, o anche di una M800, tanto che la Gama stessa la definisce come "Pen Size: Regular".
Il pennino è descritto "Iridium Tipped chrome HQ nib" disponibile con tratto 0.65mm / 1 mm, ed è definito "Nib Size 35".
Qui bisogna aprire una parentesi sulla dimensione dei pennini indiani, argomento che ho toccato qui e là parlando d'altro.
La definizione indiana di nib size è spesso non chiara, se non fuorviante. Intanto size 35, verificato per esperienza su un po' di pennini indiani, fa riferimento alla lunghezza del pennino in millimetri: 35 mm. Questa definizione ci dice poco e niente circa le dimensioni reali che ci interessano di un pennino, ossia il diametro di curvatura (è da notare però che la lunghezza "tipica" dei pennini occidentali size 6 è 35 mm).
Altre volte i produttori indiani infatti definiscono i loro pennini come size 6.
Peccato che mentre da noi size 6 vuol quasi sempre dire diametro 6mm, ossia diametro di curvatura del pennino 6mm, foro della sezione (o diametro interno del collare se il pennino va in un collare) 6 mm, diametro dell'alimentatore 6mm, la definizione indiana size 6 è impropria.
Su un altro sito indiano di stilografiche ho di recente trovato la definizione corretta di size 6 secondo i canoni indiani: size 6 = diametro 6,35mm = 1/4 inch!
Tutto quadra, i produttori indiani, adottano per motivi storici le unità di misura anglosassoni, e dato che quasi certamente utilizzano strumenti di lavoro e produzione di origine anglosassone, producono come standard radicato utilizzando tali misure.
Il diametro delle loro sezioni, dei loro alimentatori, e dei loro pennini "size 6" è di 6,35mm (non 6mm), ma chiamarli size 6 è per loro una buona approssimazione...
La finitura della penna è disponibile nella tipica ebanite matt black (opaca), eccetto la sezione che è lucidata (e per molto tempo unica finitura disponibile), ma ora anche nelle classiche ebaniti mottled mustard, brown ripple, green ripple, con nero a contrasto.
Le finiture ripple hanno la classica ondina, mentre la mottled ha un disegno a spirale irregolare che avvolge la penna.
Questi disegni si ottengono manualmente quando si produce l'abanite, mescolando i colori, e sono quindi sempre diversi per ogni penna. La finitura matt black, è più spesso definita "brushed", perché ha effettivamente una sorta di spazzolatura lungo la lunghezza della penna, leggermente in rilievo. Tempo fa mi aveva spiegato un indiano appassionato di stilografiche che questa finitura era stata di proposito inventata per poter utilizzare ebaniti esternamente imperfette, in modo da mascherare eventuali difetti... ormai è diventata tradizionale per cui la si usa indipendentemente dalla qualità dell'ebanite. In alcune versioni (di altri produttori che usano questa finitura) la spazzolatura si interrompe alle estremità, lasciandole lucide sopra la clip, e al fondello.
Il corpo della penna reca inciso il nome Gama, in un piacevole corsivo, nero su nero, molto discreto.
L'aspetto nel suo insieme è semplice (niente anelli), pulito nelle forme (niente gradini!), e in sostanza gradevole. La clip scimmiotta il becco del pellicano, ma è un po' rozza e non molto funzionale (piuttosto dura), ed è l'unica parte che mi piace meno.
Il cappuccio si svita con un giro e mezzo.
Il labbro sulla sezione è un po' old style, ma tutto sommato non stona.
continua...