Waterman 7 Ripple
Inviato: lunedì 4 dicembre 2023, 22:00
Nel 1927 Waterman ancora non era riuscita a distaccarsi dall’ebanite, essendo di fatto questo l’unico materiale usato nella produzione delle sue penne. Dei quattro maggiori produttori: Sheaffer aveva iniziato a produrre le sue Flat-Top in celluloide già nel 1924, Parker aveva convertito la produzione delle Duofold alla celluloide nel 1925, mentre proprio nel 1927 Wahl iniziò la produzione delle Gold Seal in celluloide. Probabilmente a causa del forte legame che aveva con il suo produttore di ebanite, la H.P.&Day Inc. successivamente acquistata, Waterman introdurrà la sua prima penna in celluloide, la Patrician, solo nel 1929.
E dunque in un’epoca in cui il mondo degli strumenti di scrittura diventava sempre più colorato, la sola mossa che Waterman riuscì a mettere in campo fu di farsi realizzare in esclusiva da Day una nuova ebanite a cui darà il nome Ripple, dal motivo ondulato creato con l’uso di due diversi colori, inizialmente il rosso e il nero. La nuova ebanite fece la sua prima apparizione sul mercato nel ‘26 sulle 55 e 56. Successivamente con la 94, verranno introdotte nuove colorazioni ripple, la Olive, la Blue&Green e la Rose..
Fu con la nuova ebanite ripple red (chiamata dai collezionisti RRHR ovvero Red Ripple Hard Rubber), che nel 1927 Waterman introdusse la nuova Waterman Number Seven o, più semplicemente, Waterman No.7
Ma in realtà la 7, almeno dal punto di vista estetico, di nuovo aveva ben poco, a ben guardarla ci si rende conto che altro non è che una 55 più lunga e con un pennino leggermente più grosso
La sola interessante novità introdotta dalla 7 sarà il nuovo codice di colori con cui si identifica il pennino. Ma andiamo con ordine e iniziamo dalle misure
Lunghezza chiusa: 143mm
Lunghezza aperta: 136mm
Lunghezza con cappuccio calzato: 183mm
Diametro fusto: 12mm
Peso: 19,4gr
Ci troviamo pertanto di fronte ad una penna di taglia grande, quasi una oversize per i canoni dell’epoca, essendo lunga quanto una 56 che, nel catalogo Waterman, era la seconda penna in ordine di grandezza dopo la 58.
Il cappuccio presenta ancora la classica Clip-Cap rivettata sul cappuccio così come fu introdotta da Waterman nel 1905. Il labbro è interamente rivestito da un anello metallico al fine di irrobustirlo.
Sulla parte superiore troviamo una sottile fascetta in caseina del colore corrispondente al pennino che vi è montato. Quindi, per chi ne avesse avuta più di una con pennino diverso, poteva prendere quella che avesse risposto alle sue esigenze senza il bisogno di aprire i cappucci per verificare il tipo di pennino. Lo stesso colore era stampato per esteso sul pennino. Quindi nel caso specifico di questa penna la fascetta è viola e sul pennino è inciso purple (viola). Quando la 7 fu immessa sul mercato i colori erano 6:
Rosso=Punta standard per uso generale ed in casa. Flessibile
Green=Punta Rigida, amico degli amici venditori per carta copiativa
Viola= Fine e Rigido, per ragionieri e per scrittura piccola
Rosa=Punta fine e flessibile per stenografi e per le sfumature
Blue=Punta smussata, una punta grossa per scrittura veloce
Yellow=Punta arrotondata, una punta inusuale per mancini.
Siamo quindi di fronte a dei pennini differenziati per il diverso uso, una scelta tutto sommata limitata, ma pensata in base all’utenza offrendo quelle che sarebbero le caratteristiche atte a coprire (secondo Waterman) ogni esigenza.
Come si vede dalla locandina pubblicitaria sopra, la banda colorata della prima versione della 7 non era contornata dalle due sottili strisce bianche. Queste furono introdotte l’anno successivo al fine di una più facile lettura del colore.
Però c’è qualcosa che a ben pensare non torna: una penna che si chiama No. 7, costa 7$ ma ha solo 6 diversi pennini. Ad un certo punto qualcuno in Waterman si sarà accorto di questo fastidioso dettaglio e, quantomeno per un limitato periodo di tempo, pensò di sistemare la cosa. E così, ad un certo punto tra il ‘28 e il ‘29 , verrà introdotto il settimo colore, il Grigio ovvero un pennino obliquo. Sistemata questa cosa la penna verrà reclamizzata come la penna con 7 diversi pennini, "ecco perché la No. 7, venduta a 7$, è la penna per ogni uomo”
Dopo il ‘29 la questione dei colori si complica, alcuni spariscono, ne arrivano di nuovi e alcuni cambiano il tipo di punta. Vediamo comparire il Nero e il Marrone e si parla di un fantomatico Bianco presente su un vassoio da esposizione per i negozi in cui ci sono presenti ben 10 colori. Insomma, per chi è particolarmente interessato alla faccenda colori raccomando questa interessante lettura:
https://fountainpenhistory.blogspot.com ... -nibs.html.
Ritornando alla No. 7 in argomento, il cappuccio consente una rapida apertura/chiusura della penna in meno di un giro su una filettatura a 4 principi. Le dimensioni della penna ne consentono un uso senza la necessità di calzare il cappuccio. Ma reputo che sia una scelta profondamente errata in quanto, in primis, la penna non si sbilancia e poi sarebbe un vero crimine non godersi lo spettacolo di questa penna in assetto di scrittura, così come è stata pensata dai disegnatori dell’epoca. Ammetto comunque che questo è un giudizio di parte, io le penne le calzo sempre!
Il fusto della No.7 è praticamente identico a quello della 55, stesso diametro e stessa lunghezza, quel che fa la differenza in realtà è la sezione che sulla 7 è più lunga. Sul fusto troviamo inciso il marchio di casa in due posizioni, al centro e sulla sommità
Il sistema di ricarica è la solita levetta laterale di Waterman, semplice e ben ingegnerizzata con la sua bella palettina con su inciso il logo Ideal. Trovo che la migliore qualità di questa levetta sia la facilità con cui può essere sostituita. Questa infatti è imperniata in una gabbietta che è fissata alla fessura del fusto tramite due alette per ogni lato, pertanto in caso di rottura si cambia l’intera gabbietta in maniera tutto sommato semplice.
Il fusto è leggermente rastremato verso l’alto al fine di garantire al cappuccio di calzare in maniera salda. Meno percettibilmente, è rastremato anche verso la filettatura, passando da un diametro di 12mm a 11.3mm. In tal modo il fusto, assume una linea bella filante pur rimanendo una penna dall’impatto visivo importante. La sezione, grazie ai suoi 17mm di lunghezza e la sua forma risulta essere particolarmente confortevole, anche per le mie mani alquanto grandi.
Il pennino della No.7 presenta un nuovo foro a forma di buco della serratura. Sul pennino troviamo inciso il colore per esteso, Purple in questo caso, quindi Waterman – Ideal – Reg. U.S. - Pat. Off. - Made In – U.S.A. Insomma, viste le generose dimensioni del pennino Waterman decisamente non ha lesinato sulle informazioni stampate. Il pennino viene alimentato dallo spoon feeder di Waterman, in questo caso in ebanite ressa per fare il paio con il resto della penna.
Il tratto è esattamente quello che si sarebbe aspettato chi all’epoca andando al negozio avrebbe deciso di comprare un pennino Purple, ovvero un pennino duro come un chiodo con un tratto fine e dal flusso perfettamente misurato dallo spoon feeder. E’ perfettamente inutile spingere, non fa una grinza e non offre alcuna variazione di tratto. Ma scrive sempre ed ovunque, anche su un pezzo di carta igienica o dopo averla lasciata aperta per qualche minuto. E riparte sempre senza esitazioni scrivendo impeccabilmente, insomma nonostante la novantina di anni abbondante, trovo sia ancora una penna perfetta per la mia agenda e gli appunti veloci durante una riunione.
In chiusura direi che benché la 7 sia solo una 55 più lunga e con un pennino più grosso, in realtà ha quel qualcosa in più che la rendono una delle più eleganti penne mai prodotte da Waterman. Sui colori dei pennini dico solo che fu una ingegnosa scelta di marketing, quel che conta è la qualità, e quella c’è tutta.
E dunque in un’epoca in cui il mondo degli strumenti di scrittura diventava sempre più colorato, la sola mossa che Waterman riuscì a mettere in campo fu di farsi realizzare in esclusiva da Day una nuova ebanite a cui darà il nome Ripple, dal motivo ondulato creato con l’uso di due diversi colori, inizialmente il rosso e il nero. La nuova ebanite fece la sua prima apparizione sul mercato nel ‘26 sulle 55 e 56. Successivamente con la 94, verranno introdotte nuove colorazioni ripple, la Olive, la Blue&Green e la Rose..
Fu con la nuova ebanite ripple red (chiamata dai collezionisti RRHR ovvero Red Ripple Hard Rubber), che nel 1927 Waterman introdusse la nuova Waterman Number Seven o, più semplicemente, Waterman No.7
Ma in realtà la 7, almeno dal punto di vista estetico, di nuovo aveva ben poco, a ben guardarla ci si rende conto che altro non è che una 55 più lunga e con un pennino leggermente più grosso
La sola interessante novità introdotta dalla 7 sarà il nuovo codice di colori con cui si identifica il pennino. Ma andiamo con ordine e iniziamo dalle misure
Lunghezza chiusa: 143mm
Lunghezza aperta: 136mm
Lunghezza con cappuccio calzato: 183mm
Diametro fusto: 12mm
Peso: 19,4gr
Ci troviamo pertanto di fronte ad una penna di taglia grande, quasi una oversize per i canoni dell’epoca, essendo lunga quanto una 56 che, nel catalogo Waterman, era la seconda penna in ordine di grandezza dopo la 58.
Il cappuccio presenta ancora la classica Clip-Cap rivettata sul cappuccio così come fu introdotta da Waterman nel 1905. Il labbro è interamente rivestito da un anello metallico al fine di irrobustirlo.
Sulla parte superiore troviamo una sottile fascetta in caseina del colore corrispondente al pennino che vi è montato. Quindi, per chi ne avesse avuta più di una con pennino diverso, poteva prendere quella che avesse risposto alle sue esigenze senza il bisogno di aprire i cappucci per verificare il tipo di pennino. Lo stesso colore era stampato per esteso sul pennino. Quindi nel caso specifico di questa penna la fascetta è viola e sul pennino è inciso purple (viola). Quando la 7 fu immessa sul mercato i colori erano 6:
Rosso=Punta standard per uso generale ed in casa. Flessibile
Green=Punta Rigida, amico degli amici venditori per carta copiativa
Viola= Fine e Rigido, per ragionieri e per scrittura piccola
Rosa=Punta fine e flessibile per stenografi e per le sfumature
Blue=Punta smussata, una punta grossa per scrittura veloce
Yellow=Punta arrotondata, una punta inusuale per mancini.
Siamo quindi di fronte a dei pennini differenziati per il diverso uso, una scelta tutto sommata limitata, ma pensata in base all’utenza offrendo quelle che sarebbero le caratteristiche atte a coprire (secondo Waterman) ogni esigenza.
Come si vede dalla locandina pubblicitaria sopra, la banda colorata della prima versione della 7 non era contornata dalle due sottili strisce bianche. Queste furono introdotte l’anno successivo al fine di una più facile lettura del colore.
Però c’è qualcosa che a ben pensare non torna: una penna che si chiama No. 7, costa 7$ ma ha solo 6 diversi pennini. Ad un certo punto qualcuno in Waterman si sarà accorto di questo fastidioso dettaglio e, quantomeno per un limitato periodo di tempo, pensò di sistemare la cosa. E così, ad un certo punto tra il ‘28 e il ‘29 , verrà introdotto il settimo colore, il Grigio ovvero un pennino obliquo. Sistemata questa cosa la penna verrà reclamizzata come la penna con 7 diversi pennini, "ecco perché la No. 7, venduta a 7$, è la penna per ogni uomo”
Dopo il ‘29 la questione dei colori si complica, alcuni spariscono, ne arrivano di nuovi e alcuni cambiano il tipo di punta. Vediamo comparire il Nero e il Marrone e si parla di un fantomatico Bianco presente su un vassoio da esposizione per i negozi in cui ci sono presenti ben 10 colori. Insomma, per chi è particolarmente interessato alla faccenda colori raccomando questa interessante lettura:
https://fountainpenhistory.blogspot.com ... -nibs.html.
Ritornando alla No. 7 in argomento, il cappuccio consente una rapida apertura/chiusura della penna in meno di un giro su una filettatura a 4 principi. Le dimensioni della penna ne consentono un uso senza la necessità di calzare il cappuccio. Ma reputo che sia una scelta profondamente errata in quanto, in primis, la penna non si sbilancia e poi sarebbe un vero crimine non godersi lo spettacolo di questa penna in assetto di scrittura, così come è stata pensata dai disegnatori dell’epoca. Ammetto comunque che questo è un giudizio di parte, io le penne le calzo sempre!
Il fusto della No.7 è praticamente identico a quello della 55, stesso diametro e stessa lunghezza, quel che fa la differenza in realtà è la sezione che sulla 7 è più lunga. Sul fusto troviamo inciso il marchio di casa in due posizioni, al centro e sulla sommità
Il sistema di ricarica è la solita levetta laterale di Waterman, semplice e ben ingegnerizzata con la sua bella palettina con su inciso il logo Ideal. Trovo che la migliore qualità di questa levetta sia la facilità con cui può essere sostituita. Questa infatti è imperniata in una gabbietta che è fissata alla fessura del fusto tramite due alette per ogni lato, pertanto in caso di rottura si cambia l’intera gabbietta in maniera tutto sommato semplice.
Il fusto è leggermente rastremato verso l’alto al fine di garantire al cappuccio di calzare in maniera salda. Meno percettibilmente, è rastremato anche verso la filettatura, passando da un diametro di 12mm a 11.3mm. In tal modo il fusto, assume una linea bella filante pur rimanendo una penna dall’impatto visivo importante. La sezione, grazie ai suoi 17mm di lunghezza e la sua forma risulta essere particolarmente confortevole, anche per le mie mani alquanto grandi.
Il pennino della No.7 presenta un nuovo foro a forma di buco della serratura. Sul pennino troviamo inciso il colore per esteso, Purple in questo caso, quindi Waterman – Ideal – Reg. U.S. - Pat. Off. - Made In – U.S.A. Insomma, viste le generose dimensioni del pennino Waterman decisamente non ha lesinato sulle informazioni stampate. Il pennino viene alimentato dallo spoon feeder di Waterman, in questo caso in ebanite ressa per fare il paio con il resto della penna.
Il tratto è esattamente quello che si sarebbe aspettato chi all’epoca andando al negozio avrebbe deciso di comprare un pennino Purple, ovvero un pennino duro come un chiodo con un tratto fine e dal flusso perfettamente misurato dallo spoon feeder. E’ perfettamente inutile spingere, non fa una grinza e non offre alcuna variazione di tratto. Ma scrive sempre ed ovunque, anche su un pezzo di carta igienica o dopo averla lasciata aperta per qualche minuto. E riparte sempre senza esitazioni scrivendo impeccabilmente, insomma nonostante la novantina di anni abbondante, trovo sia ancora una penna perfetta per la mia agenda e gli appunti veloci durante una riunione.
In chiusura direi che benché la 7 sia solo una 55 più lunga e con un pennino più grosso, in realtà ha quel qualcosa in più che la rendono una delle più eleganti penne mai prodotte da Waterman. Sui colori dei pennini dico solo che fu una ingegnosa scelta di marketing, quel che conta è la qualità, e quella c’è tutta.