Sono i miei amici di penna, e per me non é poco. Perché non basta parlare insieme delle stesse cose per diventare amici, ci vuole un legame speciale, e le penne sono speciali per questo. Le penne scrivono, a modo loro parlano. Raccontano storie e ci fanno raccontare.
Ho bazzicato, più in passato che oggi, qualche forum di orologi, e non ho fatto amicizie. Non scrivono, gli orologi, e non lasciano molto per raccontare...
Ai miei amici di penna dedico una linea scritta, e perché si legga chiara la ripeto di nuovo su due linee:
Sí, gli amici nelle penne sono amici nell'anima.
Avevo pensato di non fare nomi, perché c'é sempre il rischio (o la certezza) che qualcuno resti fuori mentre dovrebbe essere nel gruppo. Però ho preferito correre il rischio e dire ai miei amici che é questa breve linea é dedicata a loro, senza nessun ordine, mescolati alla rinfusa. E come potete vedere, di alcuni di voi conosco solamente il "nome di battaglia": Cesare Augusto (Automedonte), Giorgio (Musicus), Caterina (MiraB), Cesare (colex), Enrico (sansenri), Francesco (francoiacc), Silvia (Silvia1974), Polemarco, Riccardo (ricart), Daniela (Irishtales), Alessio (Koten90), Laura (Silemar), Cesare (Cex71), calli1958, Enrica (AinNithael), Hologon, Mirko (Mir70), Giovanni Paolo (G P M P), bcontrario, Stefano (Ste003), Dory, Renato (JohnDT10), Riccardo (stanzarichi), Renzo (Mightyspank), Simone (JetMcQuack)...
Piú d'una volta qualcuno mi ha chiesto qui, sul forum, "come nasce" un piccolo testo calligrafico. Di solito ne eseguo una o varie versioni su vari tipi di carte di differenti dimensioni, alla ricerca delle "curve" giuste. Spesso le prove hanno una spontaneità che alla fine manca alla versione definitiva, ma quest'ultima ha generalmente un equilibrio che manca alle prove. Ve ne allego un esempio.