Ad ogni modo, ho caricato la mia Omas con l'inchiostro Carbon Black di Graf von Faber Castell (un nero scuro e denso) e ho scritto una delle massime con le quali mi diletto ultimamente: Nil satis nisi optimum. Che pennino! Sottilissimo e scorrevole sulle linee sottili, generoso sulle discendenti ingrossate, ubbidiente e preciso! Una gioia da usare.
Questo pennino extra-fine é davvero un "fuoriserie". Mi chiedo che cosa farebbe questo pennino nelle mani di una calligrafo davvero, come calli1958...
Possiedo un altro Omas Extra extra-fine, due Extra Lucens extra-fini e un Extra in gradazione fine. Nessuno degli altri arriva alle splendide prestazioni di quello che é trovai montato sulla Gentlemen (che per quei casi della vita comprai nuova in un mercatino online). Il migliore, dopo di questo, é a mio parere il pennino fine che monta una Milord Grigioperla che mi vendette il Grande Maestro Paolo, anch'esso un Extra ma con una linea di partenza meno sottile. I due Extra Lucens (uno su una Omas Extra degli anni '40, l'altro su una Gentlemen Grigioperla degli anni '60) sono entrambi fantastici e divertenti, ma leggermente piú rigidi: fanno ottima calligrafia, ma con uno sforzo maggiore.
Ora, come forse alcuni di voi ricorderanno, in varie occasioni in passato ho comparato questo pennino "fuoriserie" con un altro pennino che considero particolarmente straordinario, essendo un pennino contemporaneo, quello della Montablnac 149 Calligraphy Flessibile. Non avevo più ritentato questo confronto dopo l'incidente della mia Calligraphy, ma avendo tra le mani la fantastica Omas Gentlemen mi é sembrato giusto dare un'opportunità al pennino Calligraphy "riparato" per vedere come si comportasse nel duello.
La foto che segue mostra il risultato di questo testa-a-testa. 149 Calligraphy é caricata con Graf von Faber Castell Garnet Red, e sempre sulla stessa carta (Fabriano Ingres 90 g) ho scritto due versioni della massima, una più ingrossata e l'altra (in primo piano) più leggera.
"Ai posteri l'ardua sentenza".... (Alessandro Manzoni). A mio avviso, il pennino “fenice" continua a mantenere la testa alta di fronte all'eccezionalissimo Omas. Appena più morbido, con uno snapback appena minore e un "finissimo" meno fine di quello del pennino OMAS, é comunque piacevolissimo da usare e dà risultati che mi sembrano calligraficamente molto compatibili con quelli dell'Omas fuoriserie. Insomma, prova superata, per quel che mi riguarda.
Ed ora, per quelli che come me, oltre alla passione per le penna hanno anche quella per la fotografia, permettetemi una breve digressione fotografica.
L'immagine più sopra é stata ripresa con una Hasselblad 501CM e obiettivo Planar da 80mm, a mano libera, mentre ero appollaiato in precario equilibrio su una scaletta di alluminio, alla luce mattutina naturale proveniente da una finestra schermata con una cortina chiara. Il diaframma f/8 spiega perché il primo piano non sia del tutto a fuoco. Ma per usare un diaframma f/8 e un tempo appena compatibile con l'obiettivo da 80 mm (1/60"), ho dovuto impostare sul sensore digitale della mia fotocamera (Hasselblad CFV 50 II) una sensibilità di 1600 ISO!
L'immagine risultante, in termini di "grana" e pulizia, mi sembra straordinaria, una cosa del tutto impensabile per la mia Hasselblad H5D. Quest'ultima monta un sensore (anch'esso da 50MP) del tipo CCD, mentre il dorso digitale che uso con le mie Hasselblad V ha un sensore CMOS. Il sensore CCD é, secondo me, imbattibile per la dolcezza dei contrasti e la fedeltà dei colori, quando lo si usa a 50 e 100 ISO. Già a 200 ISO, però, l'immagine ha una qualità notoriamente inferiore e a 400 ISO lo considero inutilizzabile.
Il sensore CMOS mi ha permesso, a 1600 ISO, una fotografia altrimenti impossibile, e con una qualità che io considero pie che accettabile.
Grazie per la pazienza nel leggere questo excursus fuori tema.