I miei elastici e flex: qualche esercizio di scrittura
Inviato: martedì 12 settembre 2023, 12:15
In questi due post ho parlato dei miei esordi con i pennini elastici in oro 14k di Leonardo:
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Da quando sono entrata in possesso di questi due pennini elastici, la mia vita "stilografara" è cambiata: ho temporaneamente messo da parte pennini stub/Italici più grandi e più rigidi e ho cominciato a fare esercizi per provare ad ottenere dalla flessione del pennino la variazione di tratto che nei rigidi stub/italic è data dal modo in cui è tagliato l'iridio.
Le immagini che seguono mostrano i risultati fino ad ora ottenuti e anche la lunga salita che mi si snoda davanti:
In questo momento la Art Déco con l'EF è caricata con un inchiostro secondo me bellissimo (Grazie Tomcar) ma anche molto particolare, il Robert Oster Blood Moon. In foto è difficilissimo rendere giustizia allo shading ma dal vivo il risultato finale è notevole. Con altri inchiostri come il Montblanc Midnight Blue lo shading è molto pronunciato, quasi come se ascendenti e discendenti fossero scritti con due colori diversi, mentre con questo Robert Oster, che è molto più bagnato,si ottiene una variazione più morbida, come un passaggio di ombre.
Grazie all'esercizio ripetuto e costante con i pennini elastici in oro di Leonardo, ho iniziato ad apprezzare di più l'uso dei pennini flessibili che richiedono il saper dosare mano leggera e pressione.
Di seguito, un'immagine panoramica dei flex che ora, finalmente, uso con più soddisfazione e con ancora ampio-enorme margine (sarebbe più corretto dire "prateria") di miglioramento:
I pennini Omas Extra Lucens ed Extra sono (relativamente alle mie conoscenze in materia) la Urstoff dell' "essere pennino" , perfetti per feedback, scorrevolezza, bellezza di tratto.
Il Montblanc calligraphy è quello della 146, è montato su una Scribo Piuma (che nasceva con un B Flex inqualificabile, un non-pennino) e quindi su alimentatore in ebanite. Frankenpen fatta da me, e che preferisco al calligraphy con alimentatore in ABS. Bel pennino come risultato finale ma anonimo come sensazione di scrittura. Il tratto è, tuttavia, indubbiamente bello e la variazione pure.
Il pennino di titanio di Leonardo è quello con meno ampiezza tratto sottile - tratto largo ma, per me che non faccio copperplate o calligrafia vera e propria, offre un risultato stupefacente soprattutto tenendo conto della sensazione di scrittura che è unica. Questo pennino merita una nota di apprezzamento anche perché tra i 4 flex, è quello che riesco ad usare anche dal divano. Mi capita spesso di non scrivere al tavolo ma di mettermi sul divano poggiando il quaderno su un cuscino, una postura sicuramente non ortodossa e per cui la stilografica non è pensata, tuttavia questo Ti22 che Leonardo ha ottenuto dalla lavorazione della lamina standard di Bock, scrive così bene che anche su un piano di appoggio improprio scorre e flette che è un piacere scriverci.
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Da quando sono entrata in possesso di questi due pennini elastici, la mia vita "stilografara" è cambiata: ho temporaneamente messo da parte pennini stub/Italici più grandi e più rigidi e ho cominciato a fare esercizi per provare ad ottenere dalla flessione del pennino la variazione di tratto che nei rigidi stub/italic è data dal modo in cui è tagliato l'iridio.
Le immagini che seguono mostrano i risultati fino ad ora ottenuti e anche la lunga salita che mi si snoda davanti:
In questo momento la Art Déco con l'EF è caricata con un inchiostro secondo me bellissimo (Grazie Tomcar) ma anche molto particolare, il Robert Oster Blood Moon. In foto è difficilissimo rendere giustizia allo shading ma dal vivo il risultato finale è notevole. Con altri inchiostri come il Montblanc Midnight Blue lo shading è molto pronunciato, quasi come se ascendenti e discendenti fossero scritti con due colori diversi, mentre con questo Robert Oster, che è molto più bagnato,si ottiene una variazione più morbida, come un passaggio di ombre.
Grazie all'esercizio ripetuto e costante con i pennini elastici in oro di Leonardo, ho iniziato ad apprezzare di più l'uso dei pennini flessibili che richiedono il saper dosare mano leggera e pressione.
Di seguito, un'immagine panoramica dei flex che ora, finalmente, uso con più soddisfazione e con ancora ampio-enorme margine (sarebbe più corretto dire "prateria") di miglioramento:
I pennini Omas Extra Lucens ed Extra sono (relativamente alle mie conoscenze in materia) la Urstoff dell' "essere pennino" , perfetti per feedback, scorrevolezza, bellezza di tratto.
Il Montblanc calligraphy è quello della 146, è montato su una Scribo Piuma (che nasceva con un B Flex inqualificabile, un non-pennino) e quindi su alimentatore in ebanite. Frankenpen fatta da me, e che preferisco al calligraphy con alimentatore in ABS. Bel pennino come risultato finale ma anonimo come sensazione di scrittura. Il tratto è, tuttavia, indubbiamente bello e la variazione pure.
Il pennino di titanio di Leonardo è quello con meno ampiezza tratto sottile - tratto largo ma, per me che non faccio copperplate o calligrafia vera e propria, offre un risultato stupefacente soprattutto tenendo conto della sensazione di scrittura che è unica. Questo pennino merita una nota di apprezzamento anche perché tra i 4 flex, è quello che riesco ad usare anche dal divano. Mi capita spesso di non scrivere al tavolo ma di mettermi sul divano poggiando il quaderno su un cuscino, una postura sicuramente non ortodossa e per cui la stilografica non è pensata, tuttavia questo Ti22 che Leonardo ha ottenuto dalla lavorazione della lamina standard di Bock, scrive così bene che anche su un piano di appoggio improprio scorre e flette che è un piacere scriverci.