Sheaffer 444
Inviato: lunedì 29 maggio 2023, 16:02
Ernő Rubik crea il cubo che dà il suo nome.
15 gennaio: negli Stati Uniti d’America debutta sulla rete televisiva ABC la fortunata serie Happy Days. 13 febbraio: l'Unione Sovietica espelle il dissidente Aleksandr Solženicyn, accusato di aver svolto attività antisovietiche. 26 dicembre: viene lanciata la stazione spaziale russa Saljut 4.
Dopo aver recuperato ed utilizzato per diverso tempo una Sheaffer’S Imperial IV (viewtopic.php?p=288131#p288131), mi sono deciso ad acquistare una stilografica simile, la 444 CT appunto, sia allo scopo di disporre d’una penna simile ma più robusta nei materiali, per poterla portare sempre con me, senza timori, in ogni situazione, sia da aggiungere alla mia modesta collezione un modello con pennino intarsiato in versione più corta di quella della Imperial IV (una versione molto simile a quella, seppur d’oro, montata sul bellissimo set da scrivania J15) e di diverso materiale.
Dal punto di vista estetico, i due modelli sono molto simili, tanto che la 444 riceve anche l’appellativo di “quasi Imperial”: il che costituisce, per me, un vantaggio notevole, perché apprezzo moltissimo sia il pennino intarsiato sia le forme della Imperial IV, sia le dimensioni, che trovo ideali per la scrittura con cappuccio calzato, che prediligo nel caso di questo modello.
Ma veniamo alle caratteristiche tecniche principali:
- lunghezza chiusa: 131 mm
- lunghezza aperta: 113 mm
- lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 146 mm
- lunghezza della sezione: 43 mm
- lunghezza del cappuccio: 61 mm
- lunghezza del fermaglio: 30 mm
- diametro massimo del fusto: 11,7 mm
- diametro massimo del cappuccio: 11,7 mm
- diametro medio della sezione: 10 mm
Il cappuccio calza bene, senza il rischio d’essere proiettato per la stanza, e chiude bene.
La 444 CT, grazie al disegno così indovinato ed al tipo di finiture, appare ancora attualissima, nonostante sia stata introdotta negli anni 1970, circa mezzo secolo fa, quando in Italia costava 9.000 Lire e poteva essere affiancata da una penna a sfera coordinata al prezzo di 4.000 Lire. Del modello 444 furono offerte anche altre versioni, come la 440, con fusto in plastica, la 444X (con finiture dorate e pennino in acciaio) e la 444XG (con finiture dorate e pennino d’oro).
L’alimentazione segue lo standard introdotto nel 1960 dalla Parker 45 (cartuccia / converter), a tutto vantaggio della praticità. Con una scelta molto razionale ed indovinata, il produttore statunitense ha sempre mantenuto invariato l’attacco per le proprie cartucce ed i propri converter: una 444 può essere agevolmente equipaggiata con un converter Sheaffer moderno: La qualità generale della 444 è davvero buona, il che non stupisce: sappiamo bene che, fino a quando qualità ed innovazione tecnica orientavano le scelte del pubblico, Sheaffer non ebbe alcuna difficoltà nel rimanere ai vertici del mercato mondiale. Nell’utilizzo questa qualità si sente.
La penna è ben bilanciata, anche con il cappuccio calzato (che inevitabilmente sposta un po’ il baricentro all’indietro, ma, almeno per i miei gusti, in modo non fastidioso).
Il bel pennino intarsiato, introdotto nel 1959 con la “Pen For Men", si rivela scorrevole e comodo. La scrittura è pronta, senza difetti, regolare nel flusso, non eccessivo ma neppure magro.
Per le mie prove ho utilizzato uno dei miei blu preferiti, lo Sheaffer Skrip in calamaio, e carta di diversi tipi: Il rendimento è sempre buono, facendo di questa stilografica una compagna ideale per tutti i giorni, anche perché il colore dell’acciaio la rende adatta all’abbinamento con ogni tipo d’abito professionale. Il fermaglio, con meccanismo interno a molla, rende comodo l’inserimento nel taschino della giacca e mantiene convenientemente e costantemente la presa, senza rovinare il tessuto.
Il bel punto bianco, il famoso “White Dot” introdotto nel 1924, fa bella mostra di sé alla sommità della clip.
Non mi rimane che chiudere questa recensione, breve e senza pretese, con una nota, purtroppo, di rammarico; è un peccato che la proprietà attuale di Sheaffer non desideri rinverdirne i fasti: il marchio, e la sua storia illustre e brillante, lo meriterebbero senz’altro.