Rohrer & Klingner Salix (50 ml)
Inviato: domenica 21 maggio 2023, 18:49
Per gli inchiostri che uso non sento il bisogno di caratteristiche tecniche specialistiche. Non ho bisogno di resistenza all'acqua, durabilità particolare, o resistenza agli attacchi. Insomma, non mi servirebbe un ferrogallico. Ma sono curioso, e pertanto dovevo provarne uno tra i più celebrati. Ecco quindi la mia recensione del Salix.
L'azienda
Nata tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, R&K è un'azienda a conduzione familiare (ho contato almeno 5 generazioni alla guida dell'azienda) che tramanda spiccate competenze chimiche dedicate all'espressione artistica. Tuttora descrive i propri inchiostri come fatti a mano, e dichiara la propria attenzione alla sostenibilità. L'evidente differenziazione dei prodotti, e l'ampiezza dell'offerta, me la fanno facilmente confrontare con Diamine.
La boccetta
Cilindrica, semplice, in vetro scuro, con tappo metallico. Sembra arrivare direttamente da un'altra epoca, complice l'etichetta retrò (e interamente in tedesco). Apprezzo la tinta del vetro: rinunciando ai vezzi estetici (amiamo tutti intravvedere il colore dell'inchiostro), il produttore sceglie di preservare il contenuto dai potenziali effetti della radiazione luminosa.
La bocca del calamaio è larga a sufficienza per lasciar passare anche le sezioni delle penne più imponenti, ma l'altezza della boccetta, e l'assenza di accortezze per raccogliere le ultime gocce di inchiostro, non me la lasciano considerare tra le mie preferite. Anche il lamierino usato per il tappo, deformabile e piuttosto scivoloso, non ne aumenta la simpatia.
Penne e carta
Ho usato per la prova le due penne che ho in ufficio in questo momento. Una Visconti Homo Sapiens Bronze LE M e una Pilot 78G con pennino Wing Sung EF. Siamo agli antipodi per levatura, tratto, comportamento. La taglia del pennino della prima è rintracciabile solo dalla stampigliatura: sembra un BB, e la penna consuma come una Ferrari. La giappo-cinese ha invece un flusso incredibilmente controllato, e scrive sottile come un capello.
La carta invece è la Fedrigoni Bioprima Book (85 g/m2). Più famosa perché usata per i Fabriano EcoQua collati, quella della prova proviene invece da dei taccuini realizzati alcuni anni fa per l'azienda per cui lavoro, e di cui posso certificare la provenienza.
La prova
Preferisco lasciar parlare la foto, ma sottolineo l'understatement di questo inchiostro, che vede nelle caratteristiche tecniche la sua essenza. Assenti i difetti tipici di molti altri, è capace di neutralizzare la natura di annaffiatoio del manganello vulcanico senza però strozzare l'ago sinonipponico. Entrambe poi ripartono al primo colpo anche dopo un fine settimana di inutilizzo: indice di un equilibrio penna-inchiostro che non viene penalizzato da quest'ultimo. Le sfumature che mostra durante la scrittura quando fluisce dal pennino più ricco, si perdono quasi tutte una volte asciutto. Unica pecca: tende a seccare/depositarsi in alimentatori, tappo della boccetta, guarnizione del calamaio da viaggio, e ovunque possa restare tranquillo per qualche ora. Secca inoltre perfettamente su dita e indumenti, da cui però sparisce con alcol o (meglio) igienizzante gel.
Un giudizio
La tonalità dell'inchiostro è esattamente identica a quella delle foto reperibili un po' ovunque in rete. Blu-grigia, un po' "secca", fa cielo-di-Lipsia-il-13-novembre-alle-11. Insomma: (per me) pienamente dimenticabile. Ma se serve un inchiostro quasi "magico" per le sue prestazioni, e l'equilibrio quasi perfetto tra di esse, a un prezzo che definirei basso, è un must have. Pertanto: non credo che lo ricomprerò, ma per molti da avere.
L'azienda
Nata tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, R&K è un'azienda a conduzione familiare (ho contato almeno 5 generazioni alla guida dell'azienda) che tramanda spiccate competenze chimiche dedicate all'espressione artistica. Tuttora descrive i propri inchiostri come fatti a mano, e dichiara la propria attenzione alla sostenibilità. L'evidente differenziazione dei prodotti, e l'ampiezza dell'offerta, me la fanno facilmente confrontare con Diamine.
La boccetta
Cilindrica, semplice, in vetro scuro, con tappo metallico. Sembra arrivare direttamente da un'altra epoca, complice l'etichetta retrò (e interamente in tedesco). Apprezzo la tinta del vetro: rinunciando ai vezzi estetici (amiamo tutti intravvedere il colore dell'inchiostro), il produttore sceglie di preservare il contenuto dai potenziali effetti della radiazione luminosa.
La bocca del calamaio è larga a sufficienza per lasciar passare anche le sezioni delle penne più imponenti, ma l'altezza della boccetta, e l'assenza di accortezze per raccogliere le ultime gocce di inchiostro, non me la lasciano considerare tra le mie preferite. Anche il lamierino usato per il tappo, deformabile e piuttosto scivoloso, non ne aumenta la simpatia.
Penne e carta
Ho usato per la prova le due penne che ho in ufficio in questo momento. Una Visconti Homo Sapiens Bronze LE M e una Pilot 78G con pennino Wing Sung EF. Siamo agli antipodi per levatura, tratto, comportamento. La taglia del pennino della prima è rintracciabile solo dalla stampigliatura: sembra un BB, e la penna consuma come una Ferrari. La giappo-cinese ha invece un flusso incredibilmente controllato, e scrive sottile come un capello.
La carta invece è la Fedrigoni Bioprima Book (85 g/m2). Più famosa perché usata per i Fabriano EcoQua collati, quella della prova proviene invece da dei taccuini realizzati alcuni anni fa per l'azienda per cui lavoro, e di cui posso certificare la provenienza.
La prova
Preferisco lasciar parlare la foto, ma sottolineo l'understatement di questo inchiostro, che vede nelle caratteristiche tecniche la sua essenza. Assenti i difetti tipici di molti altri, è capace di neutralizzare la natura di annaffiatoio del manganello vulcanico senza però strozzare l'ago sinonipponico. Entrambe poi ripartono al primo colpo anche dopo un fine settimana di inutilizzo: indice di un equilibrio penna-inchiostro che non viene penalizzato da quest'ultimo. Le sfumature che mostra durante la scrittura quando fluisce dal pennino più ricco, si perdono quasi tutte una volte asciutto. Unica pecca: tende a seccare/depositarsi in alimentatori, tappo della boccetta, guarnizione del calamaio da viaggio, e ovunque possa restare tranquillo per qualche ora. Secca inoltre perfettamente su dita e indumenti, da cui però sparisce con alcol o (meglio) igienizzante gel.
Un giudizio
La tonalità dell'inchiostro è esattamente identica a quella delle foto reperibili un po' ovunque in rete. Blu-grigia, un po' "secca", fa cielo-di-Lipsia-il-13-novembre-alle-11. Insomma: (per me) pienamente dimenticabile. Ma se serve un inchiostro quasi "magico" per le sue prestazioni, e l'equilibrio quasi perfetto tra di esse, a un prezzo che definirei basso, è un must have. Pertanto: non credo che lo ricomprerò, ma per molti da avere.