Presentazione Georgicus
Inviato: domenica 7 maggio 2023, 21:47
Un caloroso saluto agli iscritti e grazie per l'accoglienza.
Il rapporto con le penne stilografiche ha avuto nella mia vita fasi alterne. Le prime stilografiche con cui ho avuto a che fare, verso la fine delle elementari, erano le classiche Pelikan scolastiche con pennino M in acciaio e caricamento a cartuccia, approcciate più che altro per mia curiosità, essendo per noi allora di ordinanza, su prescrizione della maestra, la Bic "nero di china punta fine" (nei fatti poi ne avevamo anche di rosse, di blu, e pure versioni rielaborate in cerbottane). Della stilografica Pelikan dei miei primordi ne ho avute diverse, in quanto ricordo di averne più volte piegato i rebbi a causa della sbadataggine infantile.
Poi più nulla né alle medie né al liceo: sempre biro, fino ad un embrionale risveglio di interesse appena passati i vent'anni, quando la mia fidanzata e futura moglie, sapendo del mio debole (solo estetico) per le Parker dovuto al disegno a freccia della clip, in un Natale dei primi anni '80 mi regalò una stilografica Parker laccata nera con finiture dorate e pennino d'oro, acquistata a Milano nel mitico negozio di Ercolessi in Corso Vittorio Emanuele II.
Ma non era ancora scoccata la scintilla: dopo gli iniziali entusiasmi fatti di brevi utilizzi e sempre più lunghi riposi, la povera Parker, con tanto di confezione e garanzia, finì sporca e negletta in un cassetto per decenni.
Il mio "risveglio dei sensi" nei confronti delle stilografiche l'ho avuto solo nel 2013, quando iniziai a leggere e ad approfondire in Internet le mie conoscenze teoriche sulle stilografiche, rendendomi presto conto che l'argomento suscitava in me un sempre maggiore interesse. Iniziai così a conoscere le penne giapponesi e mi focalizzai in particolare sulle Sailor, finché un giorno decisi di acquistare a Milano da Brunori la mia prima stilografica dell'età adulta, una Sailor 1911 Young nera con pennino M, che quasi subito mi feci cambiare passando ad un F: la stura era data.
Da lì, nel volgere di qualche anno, seguirono la Pelikan P205 con pennino EF in acciaio (inizialmente per ragioni di praticità non volevo il caricamento a pistone), le ottime Lamy Safari (nera opaca con un EF di eccezionale finezza, Vista con l' 1.1 stub e Al-Star dotata di pennino 1.5 stub), con le quali iniziai ad usare anche il converter, cui fecero seguito una bellissima Twsbi Diamond 580 con pennino 1.1 stub, una Cross Classic Century pennino F nell'elegante finitura in nero spazzolato pvd, una Pineider La Grande Bellezza Gemstones rosso Rodolite dotata di un intererssantissimo pennino F dotato di grande comunicativa (poi malauguratamente sostituito con un malriuscito EF), una Pelikan M805 Stresemann con pennino EF, una Pilot Custom 742 color rosso scuro corredata di pennino Posting (il migliore e il più sottile pennino che io conosca, mai secco anche dopo mesi di fermo) e, molto recentemente, una Pilot Capless con finitura in legno nero equipaggiata di uno scorrevolissimo pennino F. Da mio padre ho ereditato infine un'Aurora Ypsilon rosso scuro pennino M, mai inchiostrada (non amo la gradazione M, tantomeno se europea), putroppo marchiata col logo di una ditta farmaceutica, essendo dono di un rappresentante di commercio.
Tra le penne che desidererei amo moltissimo l'Aurora 88 nella rara finitura Black Mamba in EF, ma il prezzo di acquisto - ammesso che si trovi ancora - me la rende eticamente, prima ancora che economicamente, inavvicinabile.
Fatta questa stucchevole carrellata di presentazione devo comunque aggiungere che non mi considero affatto un vero collezionista, né tantomeno un intenditore: le stilografiche fanno infatti parte, dopo la moto e con il pianoforte e il tiro al poligono, delle mie passioni poco o nulla espresse a causa dello scarsissimo tempo di cui dispongo, tanto per ragioni di lavoro e familiari, quanto ora ahimè anche per motivi di salute.
Il mondo delle stilografiche resta quindi per me una piacevole oasi, un momento di distrazione e di gradevolissima evasione dalla realtà: in quest'ottica lo sterminato sito del forum FountainPen.it personalmente è stato e sempre rappresenta un'imprescindibile miniera di nozioni tecniche, autorevoli opinioni e preziosi consigli, o a volte anche solo una gradevole lettura elusiva dei pensieri quotidiani, il tutto incorniciato in una rara atmosfera di calda familiarità non scevra di sottile ironia.
Il rapporto con le penne stilografiche ha avuto nella mia vita fasi alterne. Le prime stilografiche con cui ho avuto a che fare, verso la fine delle elementari, erano le classiche Pelikan scolastiche con pennino M in acciaio e caricamento a cartuccia, approcciate più che altro per mia curiosità, essendo per noi allora di ordinanza, su prescrizione della maestra, la Bic "nero di china punta fine" (nei fatti poi ne avevamo anche di rosse, di blu, e pure versioni rielaborate in cerbottane). Della stilografica Pelikan dei miei primordi ne ho avute diverse, in quanto ricordo di averne più volte piegato i rebbi a causa della sbadataggine infantile.
Poi più nulla né alle medie né al liceo: sempre biro, fino ad un embrionale risveglio di interesse appena passati i vent'anni, quando la mia fidanzata e futura moglie, sapendo del mio debole (solo estetico) per le Parker dovuto al disegno a freccia della clip, in un Natale dei primi anni '80 mi regalò una stilografica Parker laccata nera con finiture dorate e pennino d'oro, acquistata a Milano nel mitico negozio di Ercolessi in Corso Vittorio Emanuele II.
Ma non era ancora scoccata la scintilla: dopo gli iniziali entusiasmi fatti di brevi utilizzi e sempre più lunghi riposi, la povera Parker, con tanto di confezione e garanzia, finì sporca e negletta in un cassetto per decenni.
Il mio "risveglio dei sensi" nei confronti delle stilografiche l'ho avuto solo nel 2013, quando iniziai a leggere e ad approfondire in Internet le mie conoscenze teoriche sulle stilografiche, rendendomi presto conto che l'argomento suscitava in me un sempre maggiore interesse. Iniziai così a conoscere le penne giapponesi e mi focalizzai in particolare sulle Sailor, finché un giorno decisi di acquistare a Milano da Brunori la mia prima stilografica dell'età adulta, una Sailor 1911 Young nera con pennino M, che quasi subito mi feci cambiare passando ad un F: la stura era data.
Da lì, nel volgere di qualche anno, seguirono la Pelikan P205 con pennino EF in acciaio (inizialmente per ragioni di praticità non volevo il caricamento a pistone), le ottime Lamy Safari (nera opaca con un EF di eccezionale finezza, Vista con l' 1.1 stub e Al-Star dotata di pennino 1.5 stub), con le quali iniziai ad usare anche il converter, cui fecero seguito una bellissima Twsbi Diamond 580 con pennino 1.1 stub, una Cross Classic Century pennino F nell'elegante finitura in nero spazzolato pvd, una Pineider La Grande Bellezza Gemstones rosso Rodolite dotata di un intererssantissimo pennino F dotato di grande comunicativa (poi malauguratamente sostituito con un malriuscito EF), una Pelikan M805 Stresemann con pennino EF, una Pilot Custom 742 color rosso scuro corredata di pennino Posting (il migliore e il più sottile pennino che io conosca, mai secco anche dopo mesi di fermo) e, molto recentemente, una Pilot Capless con finitura in legno nero equipaggiata di uno scorrevolissimo pennino F. Da mio padre ho ereditato infine un'Aurora Ypsilon rosso scuro pennino M, mai inchiostrada (non amo la gradazione M, tantomeno se europea), putroppo marchiata col logo di una ditta farmaceutica, essendo dono di un rappresentante di commercio.
Tra le penne che desidererei amo moltissimo l'Aurora 88 nella rara finitura Black Mamba in EF, ma il prezzo di acquisto - ammesso che si trovi ancora - me la rende eticamente, prima ancora che economicamente, inavvicinabile.
Fatta questa stucchevole carrellata di presentazione devo comunque aggiungere che non mi considero affatto un vero collezionista, né tantomeno un intenditore: le stilografiche fanno infatti parte, dopo la moto e con il pianoforte e il tiro al poligono, delle mie passioni poco o nulla espresse a causa dello scarsissimo tempo di cui dispongo, tanto per ragioni di lavoro e familiari, quanto ora ahimè anche per motivi di salute.
Il mondo delle stilografiche resta quindi per me una piacevole oasi, un momento di distrazione e di gradevolissima evasione dalla realtà: in quest'ottica lo sterminato sito del forum FountainPen.it personalmente è stato e sempre rappresenta un'imprescindibile miniera di nozioni tecniche, autorevoli opinioni e preziosi consigli, o a volte anche solo una gradevole lettura elusiva dei pensieri quotidiani, il tutto incorniciato in una rara atmosfera di calda familiarità non scevra di sottile ironia.