Leonardo Art Déco Terracotta: la mia prima ebanite
Inviato: domenica 7 maggio 2023, 11:15
Complice uno sconto da ultimi pezzi e la curiosità per i pennini elastici/flex che mi ha travolta dopo aver provato vari Omas Extra Lucens, ho comprato una Leonardo Art Déco Terracotta con pennino EF elastic. So che chi sul forum mi conosce, adesso è caduto dalla sedia, ma del pennino mi riservo di parlare in un prossimo post, dato che sto aspettando mi arrivi un altro soft!
Ho provato a raccontare come questa penna abbia rappresentato la mia prima esperienza diretta con l'ebanite. Per approdare alla Art Déco - lo so, è la "ventordicesima" Leonardo!- ho cercato a lungo, letto e chiesto a chi ha esperienza con questo materiale, sia come "scrittore" che come... "fumatore!".
Già da quando non ero ancora in possesso di nessuna penna in ebanite, avevo capito che si tratta di un materiale con caratteristiche sia olfattive che tattili, che mancano alla più economica (e pratica?) resina.
Anche l'ebanite, come la celluloide, teme i raggi diretti del sole, seppur con conseguenze diverse: la celluloide cristallizza (correggetemi se sbaglio), mente l'ebanite vira, ovvero "cambia colore".
Per quanto riguarda l'odore, non è necessario che porti l'Art Déco al naso: è così forte che mi basta usarla per sentirlo. Anche per me il tanfo dello zolfo è irresistibilmente attraente, trovo che aggiunga qualcosa in più al fascino all'oggetto, sembra renderlo "vivo”. La resina, che pure mi piace tanto per la sua praticità, manca di queste caratteristiche che rendono la penna profondamente speciale, e non è solo l'odore, ma anche il calore che l'ebanite assorbe e restituisce. Della relazione "ebanite-calore" ho fatto l'esperienza con un alimentatore, quando mi sono lanciata nel modellarlo ad un pennino surriscaldandolo in acqua bollente. Bello, anche se mi sono un po' scottata!
I produttori di ebaniti più famosi in Europa usate per le penne stilografiche, per pipe e per manici di coltelli sono New York Hamburg e SEM (Schoenberg Ebonite Manufaktur GmbH). Mi sono incuriosita alla provenienza dell'ebanite perché Leonardo specifica sempre sul sito se il materiale usato sia di provenienza tedesca o giapponese. Come ebanite tedesca, Leonardo usa New York Hamburg, Santini SEM. Per avere questa informazione ho chiesto direttamente ai produttori di stilografiche, mentre per capire che differenza ci sia tra i due fornitori mi sono dovuta addentrare nel mondo a me ignoto dei fumatori di pipa, esperienza alquanto bizzarra per un'anti-tabagista come la sottoscritta! Tra i i due produttori, il più costoso, ovvero il produttore di ebaniti di migliore qualità, è New York Hamburg.
Per capire perché un'ebanite sia più pregiata di altre, ho cercato in siti in cui si parla di argomenti come"classificazione delle materie plastiche" e di "neoprene". Non entro nel merito degli usi industriali (è un ottimo conduttore, ha svariate applicazioni, fu brevettata da Goodyear), ma dell'ebanite come sostituto del durissimo e scuro legno d'ebano che veniva usato per fare mobili.
A rendere pregiato questo materiale, che altrimenti sarebbe semplicemente gomma (vulcanizzata), è la percentuale di zolfo e minerali che esso contiene. Un'ebanite che "si rispetti" ha (almeno?) 40 parti di zolfo su 100 di gomma. Durante il processo di vulcanizzazione (otto ore a 140/160°c) alla mescola di gomma e zolfo vengono aggiunte sostanze minerali polverizzate come creta, ossido di zinco, magnesia, argilla e colori minerali che danno, appunto, colorazione al tutto.
La quantità di zolfo minima a cui la gomma deve essere mescolata per il processo di vulcanizzazione è circa il 20%, per cui immagino che le ebaniti meno costose contengano meno zolfo (e forse anche meno minerali?) e più gomma.
Non so chi sia il produttore di questa ebanite giapponese, su questa informazione Leonardo non mi ha dato disclosure, mi ha però garantito che la provenienza è autentica e che il produttore giapponese è top di gamma. Pare che questo materiale nipponico sia così duro da rendere sfidante la lavorazione. Lo zolfo contenuto nella Art Déco è visibile ad occhio nudo, ho scattato una foto per mostrare i puntini "nero"che costellano la penna.
Le caratteristiche che la Art Déco mette assieme tra materiale e decorazione guilloche la rendono per me una penna unica tra tutte quelle che ho. Nemmeno la Homo Sapiens, sebbene deliziosamente setosa al tatto e con tanti pori in vista, è riuscita a restituirmi la sensazione che sto provando con questa gomma vulcanizzata che odora di acqua sulfurea.
La mia penna in ebanite la cercavo liscia e monocolore, senza decorazioni. Ho ceduto al guilloche Art Déco perché l'uso della geometria per decorare mi ricorda la grafica commerciale dei processori Intel... lo so, sono nerd!
Qual è la vostra esperienza con le penne in ebanite? Qualcuno di voi ne possiede di vintage?
Aggiungo un'ultima nota sul color terracotta: non è sgargiante, ha una tonalità antica che mi ricorda l'argilla o i mattoni "rossarancio" delle case irlandesi, anch'essi con dei puntini scuri. Insomma, non mi era mai capitato che una penna mi rapisse in modo così chimico come questa!
Ho provato a raccontare come questa penna abbia rappresentato la mia prima esperienza diretta con l'ebanite. Per approdare alla Art Déco - lo so, è la "ventordicesima" Leonardo!- ho cercato a lungo, letto e chiesto a chi ha esperienza con questo materiale, sia come "scrittore" che come... "fumatore!".
Già da quando non ero ancora in possesso di nessuna penna in ebanite, avevo capito che si tratta di un materiale con caratteristiche sia olfattive che tattili, che mancano alla più economica (e pratica?) resina.
Anche l'ebanite, come la celluloide, teme i raggi diretti del sole, seppur con conseguenze diverse: la celluloide cristallizza (correggetemi se sbaglio), mente l'ebanite vira, ovvero "cambia colore".
Per quanto riguarda l'odore, non è necessario che porti l'Art Déco al naso: è così forte che mi basta usarla per sentirlo. Anche per me il tanfo dello zolfo è irresistibilmente attraente, trovo che aggiunga qualcosa in più al fascino all'oggetto, sembra renderlo "vivo”. La resina, che pure mi piace tanto per la sua praticità, manca di queste caratteristiche che rendono la penna profondamente speciale, e non è solo l'odore, ma anche il calore che l'ebanite assorbe e restituisce. Della relazione "ebanite-calore" ho fatto l'esperienza con un alimentatore, quando mi sono lanciata nel modellarlo ad un pennino surriscaldandolo in acqua bollente. Bello, anche se mi sono un po' scottata!
I produttori di ebaniti più famosi in Europa usate per le penne stilografiche, per pipe e per manici di coltelli sono New York Hamburg e SEM (Schoenberg Ebonite Manufaktur GmbH). Mi sono incuriosita alla provenienza dell'ebanite perché Leonardo specifica sempre sul sito se il materiale usato sia di provenienza tedesca o giapponese. Come ebanite tedesca, Leonardo usa New York Hamburg, Santini SEM. Per avere questa informazione ho chiesto direttamente ai produttori di stilografiche, mentre per capire che differenza ci sia tra i due fornitori mi sono dovuta addentrare nel mondo a me ignoto dei fumatori di pipa, esperienza alquanto bizzarra per un'anti-tabagista come la sottoscritta! Tra i i due produttori, il più costoso, ovvero il produttore di ebaniti di migliore qualità, è New York Hamburg.
Per capire perché un'ebanite sia più pregiata di altre, ho cercato in siti in cui si parla di argomenti come"classificazione delle materie plastiche" e di "neoprene". Non entro nel merito degli usi industriali (è un ottimo conduttore, ha svariate applicazioni, fu brevettata da Goodyear), ma dell'ebanite come sostituto del durissimo e scuro legno d'ebano che veniva usato per fare mobili.
A rendere pregiato questo materiale, che altrimenti sarebbe semplicemente gomma (vulcanizzata), è la percentuale di zolfo e minerali che esso contiene. Un'ebanite che "si rispetti" ha (almeno?) 40 parti di zolfo su 100 di gomma. Durante il processo di vulcanizzazione (otto ore a 140/160°c) alla mescola di gomma e zolfo vengono aggiunte sostanze minerali polverizzate come creta, ossido di zinco, magnesia, argilla e colori minerali che danno, appunto, colorazione al tutto.
La quantità di zolfo minima a cui la gomma deve essere mescolata per il processo di vulcanizzazione è circa il 20%, per cui immagino che le ebaniti meno costose contengano meno zolfo (e forse anche meno minerali?) e più gomma.
Non so chi sia il produttore di questa ebanite giapponese, su questa informazione Leonardo non mi ha dato disclosure, mi ha però garantito che la provenienza è autentica e che il produttore giapponese è top di gamma. Pare che questo materiale nipponico sia così duro da rendere sfidante la lavorazione. Lo zolfo contenuto nella Art Déco è visibile ad occhio nudo, ho scattato una foto per mostrare i puntini "nero"che costellano la penna.
Le caratteristiche che la Art Déco mette assieme tra materiale e decorazione guilloche la rendono per me una penna unica tra tutte quelle che ho. Nemmeno la Homo Sapiens, sebbene deliziosamente setosa al tatto e con tanti pori in vista, è riuscita a restituirmi la sensazione che sto provando con questa gomma vulcanizzata che odora di acqua sulfurea.
La mia penna in ebanite la cercavo liscia e monocolore, senza decorazioni. Ho ceduto al guilloche Art Déco perché l'uso della geometria per decorare mi ricorda la grafica commerciale dei processori Intel... lo so, sono nerd!
Qual è la vostra esperienza con le penne in ebanite? Qualcuno di voi ne possiede di vintage?
Aggiungo un'ultima nota sul color terracotta: non è sgargiante, ha una tonalità antica che mi ricorda l'argilla o i mattoni "rossarancio" delle case irlandesi, anch'essi con dei puntini scuri. Insomma, non mi era mai capitato che una penna mi rapisse in modo così chimico come questa!