Flessibilità, italic e “vecchie Signore”
Inviato: mercoledì 3 maggio 2023, 3:30
Dopo tre anni di silenzio: toc-toc, permesso, e buona sera a tutti!
Ho avuto la fortuna di imparare a scrivere tenendo in mano una Montegrappa economica, in resina bordeaux, con pennino carenato. Me la ricordo bene e oggi la posso descrivere, ma all’epoca era semplicemente la mia penna rossa.
È passato un po’ di tempo..., ma quel vizio non l’ho mai perso. Diciamo che sono “vecchio di penna” ma novizio di forum. Un caro saluto a tutti.
Potrei descrivermi come grafomane. Ho scritto con ogni tipo di strumento, ma come mi permette di esprimermi e mi fa sentire (mentre scrivo) una penna stilografica, rimane ancora ineguagliato.
In questa storia d’amore stilografico lunga una vita, ci sono stati momenti più intensi e altri più calmi. Momenti di smania, curiosità e accumulo e altri di rilassatezza, sintesi e riduzione.
Per fortuna (vale per me), non mi sono mai trasformato in un collezionista di penne. Magari molti flirt ma niente harem.
Nel corso del tempo, ho scoperto l’essenza meravigliosamente rudimentale delle stilografiche dei primi del ‘900, meglio se con carica a contagocce, e tutto il resto è progressivamente venuto meno. Ovviamente qualche stilografica da “viaggio e lavoro” continua a servire allo scopo, ma il godimento sta altrove, con le dita macchiate d’inchiostro e l’anima rigonfia di gioia.
Inevitabilmente, in molti decenni il treno s’è fatto lungo e carico. I fondi d’armadio e cassetti si sono riempiti di molte compagne di scrittura, sia quelle fedeli sia le traditrici.
Ho cercato di contaminare col “vizio stilografico” familiari, parenti, amici, colleghi e anche sconosciuti, facendo provare l’ebrezza del pennino lubrificato dall’inchiostro che fruscia sul foglio di carta. Spesso ho dispensato penne, per incentivare, motivare o anche semplicemente per omaggiare.
Oggi sono arrivato alla conclusione di tenermi stretti i “ferri vecchi” e le “vecchie Signore”, a cui unirò poche penne che proprio non posso perdere (regali e ricordi)), per poi liberarmi di tutto il resto.
È arrivato uno dei momenti di semplificazione e drastica riduzione, anche per potermi godere di più e meglio il “meno”, nel poco tempo disponibile.
Così, vincendo ritrosie e silenzio, sono giunto a presentarmi qui nel forum, perché, prima di dire addio alle mie “amate”, forse potrebbe essere piacevole condividere con appassionati qualche immagine e raccontare alcune storie che le rappresentano. Un’ultima passerella per le amanti di un tempo.
Buona vita e scrittura a tutti,
Ermes
Ho avuto la fortuna di imparare a scrivere tenendo in mano una Montegrappa economica, in resina bordeaux, con pennino carenato. Me la ricordo bene e oggi la posso descrivere, ma all’epoca era semplicemente la mia penna rossa.
È passato un po’ di tempo..., ma quel vizio non l’ho mai perso. Diciamo che sono “vecchio di penna” ma novizio di forum. Un caro saluto a tutti.
Potrei descrivermi come grafomane. Ho scritto con ogni tipo di strumento, ma come mi permette di esprimermi e mi fa sentire (mentre scrivo) una penna stilografica, rimane ancora ineguagliato.
In questa storia d’amore stilografico lunga una vita, ci sono stati momenti più intensi e altri più calmi. Momenti di smania, curiosità e accumulo e altri di rilassatezza, sintesi e riduzione.
Per fortuna (vale per me), non mi sono mai trasformato in un collezionista di penne. Magari molti flirt ma niente harem.
Nel corso del tempo, ho scoperto l’essenza meravigliosamente rudimentale delle stilografiche dei primi del ‘900, meglio se con carica a contagocce, e tutto il resto è progressivamente venuto meno. Ovviamente qualche stilografica da “viaggio e lavoro” continua a servire allo scopo, ma il godimento sta altrove, con le dita macchiate d’inchiostro e l’anima rigonfia di gioia.
Inevitabilmente, in molti decenni il treno s’è fatto lungo e carico. I fondi d’armadio e cassetti si sono riempiti di molte compagne di scrittura, sia quelle fedeli sia le traditrici.
Ho cercato di contaminare col “vizio stilografico” familiari, parenti, amici, colleghi e anche sconosciuti, facendo provare l’ebrezza del pennino lubrificato dall’inchiostro che fruscia sul foglio di carta. Spesso ho dispensato penne, per incentivare, motivare o anche semplicemente per omaggiare.
Oggi sono arrivato alla conclusione di tenermi stretti i “ferri vecchi” e le “vecchie Signore”, a cui unirò poche penne che proprio non posso perdere (regali e ricordi)), per poi liberarmi di tutto il resto.
È arrivato uno dei momenti di semplificazione e drastica riduzione, anche per potermi godere di più e meglio il “meno”, nel poco tempo disponibile.
Così, vincendo ritrosie e silenzio, sono giunto a presentarmi qui nel forum, perché, prima di dire addio alle mie “amate”, forse potrebbe essere piacevole condividere con appassionati qualche immagine e raccontare alcune storie che le rappresentano. Un’ultima passerella per le amanti di un tempo.
Buona vita e scrittura a tutti,
Ermes