① “Correspondence Inks”
② Primo calamaio “Tip-Fill” (De Luxe “Tip-Fill”)
③ Secondo calamaio “Tip-Fill” (“Tip-Fill” Bottle)
④ “Well-Top”
II) The “Well-Top” Bottle
Antecedenti storici e debutto sul mercato
Il calamaio
Le iscrizioni del Produttore
A) Sulla confezione in cartoncino
B) Sulla bottiglia
Osservazioni
Prova pratica
Conclusioni
* * *
I) Lo stato dell’arte dei calamai Waterman’s negli USA nell’anno 1936
Vi fu un anno di grazia, il 1936, in cui la Waterman americana si trovò a proporre al pubblico ben 4 diversi “calamai da tavolo” di nuova concezione contemporaneamente. Waterman Catalog, 1936 (fonte PCA)
Erano stati introdotti uno dopo l’altro (gli ultimi due addirittura insieme) nel triennio 1933-1936, con lo scopo prima di affiancare e poi di sostituire i tradizionali quanto gloriosi, ma oramai commercialmente vetusti “flaconi cilindrici”.
I nuovi “calamai da tavolo individuali” nel 1936 venivano così a distinguersi
• dalle bottiglie per ricariche, di grande capacità, destinate a uffici e scuole (ad esempio), che permettevano di riempire tutti i singoli calamai più piccoli attraverso un sistema di rabbocco (“pour-out device”, un versatore a cannuccia, anch’esso mostrato nella pagina di catalogo sopra allegata),
• e dai calamai da viaggio, che erano invece ancora e sempre cilindrici, di piccole dimensioni e inseriti in contenitori protettivi in legno e metallo (alluminio) e bachelite.
Dopo la definitiva fuoriuscita dai cataloghi americani delle penne eyedropper e delle safety (e perciò anche delle “pipette contagocce” loro dedicate e, conseguentemente dei caratteristici tappi che potevano comodamente alloggiarle in altezza, come quello visibile nell’immagine seguente tratta da una delle mie ultime recensioni) i tradizionali calamai cilindrici multiuso (da 2 e 4 once) continuarono comunque ad essere venduti richiusi con “tappi bassi” ancora fino alla seconda metà degli anni Trenta, ma come flaconi entry level, sotto la definizione di “Regular individual desk size containers” (contenitori standard individuali da tavolo).
Tuttavia, la loro storia ormai trentennale non li rendeva più adatti ad affrontare, se non quella qualitativa dell’inchiostro, almeno la “battaglia di immagine” contro l’agguerritissima concorrenza.
La situazione era stata complicata dalla Waterman stessa, che aveva avviato anzitempo la dismissione (inopinata, vista la loro grande bellezza ed eleganza) dei calamai su stelo a forma di “globo” (o “cardioide”, replicati in qualche modo ai giorni nostri dai meno recenti calamai Visconti), prodotti in cinque varianti successive a partire dal 1912, e destinati alle penne con caricamento “automatico” (ossia, dopo il 1915 in casa Waterman esclusivamente alle lever filler), rimanendo così già all’inizio degli anni Trenta senza una vera alternativa commerciale alla ormai “sorpassata” impostazione cilindrica.
La situazione cambiò dal 1933, sicuramente anche in vista del cinquantesimo anniversario di attività della Casa (1884-1934), e nel 1936, per promuovere più efficacemente la vendita dei quattro nuovi flaconi di inchiostro mostrati in apertura (stilisticamente tutti così pienamente quanto irresistibilmente Art Déco!), il marketing della Waterman decise di presentarli come dotati di “special features” (caratteristiche speciali), non solo evidentemente per il design, ma anche per il tipo di impiego per essi suggerito.
Passiamoli brevemente in rassegna uno dopo l’altro, in ordine di apparizione.
(N.B.: alcune delle informazioni che ho raccolto non le ritroverete da altre parti

①
“Correspondence Inks”
I “Correspondence Inks”, letteralmente “inchiostri per la corrispondenza”, debuttarono nella prima metà del 1933 (con i primi test di vendita documentati già alla fine di marzo). Chicago_Tribune_Wed__Jun_21__1933
I 6 colori disponibili vennero battezzati con nomi evocativi quali “Aztec Brown” o “South Sea Blue” (ecco quindi da dove avevano preso ispirazione i francesi per il loro capolavoro del 1938!), per venire incontro alla nuova voga (definita «tutta femminile») di abbinare la tonalità dell’inchiostro al colore della carta da lettera… Essendo un prodotto “alla moda” (e allegramente sbeffeggiato in quanto tale in alcuni articoli sui giornali dell’epoca!), costava più del minimo, e la sua raffinatezza si pagava 15cents di dollaro alla bottiglia.
L’abbinamento nelle pubblicità con l’alimentatore “Tip-Fill” (https://www.fountainpen.it/Tip-Fill), lanciato proprio in quel periodo sulle Waterman #7 in celluloide [@Simone: le prime Ads da me rinvenute sono del giugno 1933], non andò mai oltre al semplice accostamento (anzi, nelle immagini pubblicitarie ove sia presente anche una boccetta di inchiostro in silhouette per mostrare il pescaggio del pennino, la boccetta è sempre quella tradizionale cilindrica), e gli “inchiostri per la corrispondenza” rimasero tali nella loro nicchia di mercato sino alla dismissione (con la trasmigrazione dei loro nomi esotici sulle successive boccette "Tip-Fill" di seconda generazione).
②
Primo calamaio “Tip-Fill”
Innanzi tutto sgombriamo il campo da un equivoco lessicale (almeno per noi italiani) che ha permesso alla Waterman di avvalersi di un efficace gioco di parole:
• Tip = (sostantivo) la punta
• To Tip = (verbo) coricare, rovesciare, ribaltare, inclinare.
È chiaro che nell’alimentatore “tip-fill” la parola tip stia per punta, e il significato è dunque di “riempimento della punta” (ossia “attraverso la sola punta”).
Nella boccetta di inchiostro “tip-fill”, invece, la parola tip sta per coricare/ribaltare, e il significato è di “caricamento col coricare” (ossia “dal flacone coricato”).
Quindi, portando lo stesso nome, neppure volendo si sarebbero potuti scindere i destini dell’alimentatore (1933) da quelli del calamaio (1935).
Il primo dei due flaconi “Tip-Fill” (numero 2 nel primo allegato), era stato progettato da uno dei massimi creatori di stilografiche di sempre, il designer Gabriel Larsen, lo stesso che aveva disegnato la Patrician, la #94, la Lady Patricia anche nella versione Ink-Vue… Questo calamaio era il più grande del gruppo con le sue 4 oz. di inchiostro (quindi con la capacità doppia rispetto agli altri), ed era venduto a 25cents.
Grazie alle caratteristiche del caricamento “tip-fill” implementato sulle stilografiche della Casa vendute all’epoca (che, gioverà ricordarlo, richiedeva la sommersione del gruppo scrittura solo fino al foro di sfiato del pennino, e non fino a ricomprendere anche parte della sezione come era/sarebbe prassi con un alimentatore tradizionale), anche l’uso del calamaio poteva essere associato ad un’idea di pulizia e ordine, promettendo inoltre un sostanzioso risparmio di inchiostro grazie alla possibilità di coricamento su una delle facce laterali onde favorire la suzione anche dell’ultima goccia di inchiostro in essi originariamente contenuta.
Come per tutte le altre creazioni di Larsen, la bellezza della bottiglia (che mi arriverà tra meno di un mese dal Canada

Il calamaio fu lanciato nel 1935 nel mese di agosto (così come vedremo avverrà anche per tutti i calamai successivi), giusto in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico, con il nome-prodotto
<“Tip-Fill” Bottle>.
Oakland_Tribune_Mon__Aug_19__1935
Questo nome commerciale dovette però giocoforza essere aggiornato già l’anno seguente, per l’avvento sul mercato dell’altro calamaio coricabile, più economico (certamente per gli studenti!) a soli 10cents al pezzo per 2 once di inchiostro, e il calamaio fu quindi ribattezzato (come chiaramente si legge nell’allegato iniziale)
<De Luxe “Tip-Fill”>
(ma si troverà in seguito reclamizzato anche con la grafia “DeLuxe”, tutto attaccato).
In Italia lo splendido design di questo flacone verrà in qualche modo replicato dai calamai Diamante.
③
Secondo calamaio “Tip-Fill”
Il 3° e il 4° calamaio da me contrassegnati nell’allegato iniziale furono lanciati contemporaneamente (secondo le mie ricerche a distanza di una sola settimana l’uno dall’altro), sempre cominciando dall’Ovest del paese. The_San_Francisco_Examiner_Tue__Aug_25__1936
Lo avrete tutti senz’altro riconosciuto, perché è sostanzialmente in uso ancora oggi dopo 87 anni di onoratissimo servizio: come si può notare, al momento del lancio sulla stampa quotidiana questo, che diverrà il più celebre di tutti i calamai della Casa, non aveva neppure un nome, ma era sommariamente indicato con l’imbarazzante locuzione
<A new bottle for Waterman Inks>
(= una nuova bottiglia per gli inchiostri Waterman)
e venduto al prezzo di 10cents di dollaro a flacone, risultando così il più economico del gruppo dei “nuovi” calamai.
In realtà, però, il flacone era già stato prudentemente brevettato al momento del lancio, mentre il più costoso “Well-Top” non lo era ancora...
[@Simone: iscritto nel vetro sul fondo delle bottiglie si può leggere:
PAT.D 98958
che rimanda al brevetto
USD98958S - Design for a bottle or similar.]
L’impressione che si ricava dal Catalogo allegato all’inizio è che, gettando nella mischia contemporaneamente i due calamai con gli stessi inchiostri (i permanenti, il lavabile e i colorati) ma con “tecnologie” e prezzi diversi, la Casa volesse in qualche modo rimettersi al verdetto del mercato per vedere quale si sarebbe imposto presso il pubblico…
In quanto sia faccettato che coricabile, concettualmente il flacone deriva dalla precedente “Tip-Fill Bottle” (numero 2), e sarà inevitabile per la Waterman arrivare a definirlo (già nel Catalogo allegato, che daterei quindi alla seconda metà del 1936) con lo stesso identico nome del precedente, ovvero
<“Tip-Fill” Bottle>
promuovendo però parallelamente la più grande, raffinata e costosa boccetta di Larsen a <De Luxe “Tip-Fill”>.
Chi abbia vinto la sfida del 1936, beh, questo tutti lo sanno: l’anno seguente 1937, per l’inizio della scuola ad agosto questo calamaio sarà l’unica proposta per il nuovo anno scolastico e poi sempre avanti… in saecula saeculorum!
④
“Well-Top”
Col tempo conto di dedicare anche a ciascuno degli altri modelli testé presentati una breve monografia, ma oggi mi dedicherò alla star del gruppo (stando alla pagina di catalogo mostrata all’inizio) in quello straordinario 1936: il mitico calamaio “WELL-TOP”.
II) The “Well-Top” Bottle
Antecedenti storici e debutto sul mercato
Questa volta potrò anticipare (!) sia la stampa quotidiana dell’epoca (cui sono abbonato), sia le riviste “di settore” (cartoleria) sia quelle “generaliste” con quello che io giudico un addendum al Catalogo Waterman del 1936, da me acquistato sulla baia.
Questo foglio singolo stampato su carta patinata ma da un solo lato, in un formato volantino 34 x 21,5 cm, dovrebbe costituire la comunicazione della Waterman ai propri grossisti/rivenditori (attraverso l’invio di un nuovo catalogo o di aggiornamenti “a fogli sfusi” dell’ultimo catalogo distribuito) riguardo alla disponibilità di un nuovissimo calamaio, da vendere al dettaglio al prezzo di 15c (centesimi di dollaro). Che la comunicazione del messaggio non fosse diretta al pubblico si evince chiaramente dalle dettagliate indicazioni relative agli stock ordinabili e al loro peso. WATERMAN - 1936.07 - WELL-TOP INKWELL - Leaflet
Il volantino è datato luglio 1936 (7.1936, data visibile in basso a sinistra), e questa data potrà dunque essere considerata come il debutto ufficiale del calamaio "WELL-TOP".

E fin dal debutto il nome commerciale del prodotto compare nella stessa pagina in una doppia grafia, con e senza trattino:
WELL-TOP / WELL TOP
(sullo striscione nel disegno e nel testo a corredo col trattino, sull’etichetta della bottiglia e sull’espositore senza).
Sul sito dei Pen Collectors of America (PCA) è disponibile una cosiddetta «Waterman Ink Bottle Brochure (ca. 1936)» https://drive.google.com/file/d/1LXNnLI ... -954w/view con caratteri tipografici identici e motto (claim) pressoché coincidente, che è sicuramente successiva a quella da me presentata in quanto costituisce (con tutti e 4 i modelli presenti) una “ricapitolazione” per i rivenditori, proprio come la pagina di catalogo 1936 a colori che ho allegato in apertura di articolo.
Il significato del nome commerciale “WELL-TOP” (o “Well Top”), letteralmente «Pozzo-Cima», è chiaramente rinvenibile nelle pubblicità e sta ad indicare la caratteristica unica di avere «the well at the top» ovvero «IL POZZO SULLA CIMA», poiché per “pozzo” in questo caso la Waterman non voleva intendere l’intero flacone, ma soltanto la sua lunga parte superiore cilindrica in cui si doveva raccogliere l’inchiostro per il caricamento.
Molto interessante (si può leggere nel mio conferimento precedente) il riferimento ad altri “contenitori dello stesso genere” rispetto ai quali il “pozzo” (la parte superiore, cilindrica, del flacone) del Well-Top «occupa completamente l’interno del profondo collo, caratterizzato da un’imboccatura estremamente ampia». Il riferimento, ovviamente polemico!, è a mio avviso diretto alla soluzione quasi omonima sviluppata della concorrente Sheaffer, lo Skrip-Well (=il pozzo dello Skrip, dove Skrip era il nome commerciale dell’inchiostro Sheaffer’s) sul mercato già da oltre un anno [@Simone: come testimonia questa Ad del maggio 1935, che quindi conferma la tua ipotesi sul Wiki, ma le prime prove di mercato sono del marzo 1935 in California] https://www.fountainpen.it/Skrip-Well The_Baltimore_Sun_Sun__May_12__1935
Il calamaio della concorrenza negli USA era dotato di una sorta di “tasca” in vetro e, effettivamente, sfruttava solo parte dell’imboccatura. Nel 1944, quando il flacone Waterman era già stato dismesso da anni, la Sheaffer arriverà perfino a denominare questo suo pratico ma “prosaico” sistema “Top Well”, ossia l’inverso del “Well-Top” di Waterman...
Continua…