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Un breve intervento dedicato a una penna della quale si é parlato poco, in termini calligrafici, la Montblanc Meisterstück Le Grand Calligraphy.

Ieri sera siamo stati a cena con amici e la mia carissima amica Sylvia, conoscendo la mia passione per la calligrafia, mi ha portato in prestito la sua Montblanc Le Grand Calligraphy per poterla usare qui a casa per qualche giorno. Un pensiero fantastico.

Usandola brevemente ieri sera e stamattina (e certamente la proverò ancora con altri esercizi nei prossimi giorni) l'ho trovata semplicemente fantastica! Mi ha fatto piacere notare, attraverso una breve ricerca in linea, che differenza della sorella maggiore la Le Grand Calligraphy é ancora disponibile per l'acquisto in molti negozi.

Qui due prove su due carte diverse, con l'inchiostro che la penna aveva nel serbatoio e che mi pare sia l'Irish Green di Montblanc.

Si nn o contento di vedere una prova fatta per bene di questa penna sconosciuta ai più!

Ho entrambe le calligraphy e la piccola è la mia penna quotidiana. Ho tutte le giapponesi del mondo (quasi), ma nessuna ha un pennino così fine e senza feedback.

L’ho caricata con il noodler’s black e il tratto di partenza è davvero un capello, ma appena premi ha una variazione di tratto direi drammatica!

Se hai modo di fare altre prove pubblicale che sono molto curioso!

pensate che io ho sempre creduto che il tratto base di partenza fosse più spesso di quello della 149...bho perché mi ero fatto questa convinzione

bcontrario ha scritto: ↑venerdì 31 marzo 2023, 20:52 pensate che io ho sempre creduto che il tratto base di partenza fosse più spesso di quello della 149...bho perché mi ero fatto questa convinzione

Anche io ne ero convinto.
Qualche anno fa ho provato la prima Le grand calligraphy, uscita in versione solitaire con foglia d’oro, che fu commercializzata nello stesso periodo della 149 calligraphy.
Mi ricordo che ero rimasto stupito di quanto il tratto di partenza fosse più spesso della 149, pur avendo una certa flessibilità e variazione di tratto. Era quasi un medio.
In alcune boutique, come quella di piazza della scala a Milano, hanno ancora un tester di questo pennino flessibile “da firma”. A prima vista sembra quello che è stato poi montato sulla le grand calligraphy, ma si vede anche ad occhio che ha una punta più spessa. Sono tornato a provare questo povero tester qualche settimana fa; La mano leggera degli appassionati del marchio l’hanno ormai trasformato in un BB.

Dopo l’acquisto della Golden Leaf si può (poteva) mandare gratuitamente in assistenza per chiedere di modificare il pennino. Con me ovviamente non sono riusciti ad ottenere un tratto EF ma da medio lo hanno trasformato in fine.

vabbè ma se é un discorso di fargli un po' di zigozago (to crisscross the nib) so' bono pure da solo
comunque effettivamente la 146 cally é disponibile....grande tentazione. ma passo. mi modero. faccio un fioretto.
la prossima penna che comprerò, se la troverò, sarà la hemingway.

Ieri sera ho usato ancora un po’ la 146 Calligraphy. È una grande penna. Per me, per la mia sensazione, il pennino è molto “Omas Extra Lucens”, molto reattivo e non eccessivamente morbido. So che vi sono differenze tra pennino e pennino, ma nella mia esperienza gli Omas Extra (non Lucens) sono di solito un poco più flessibili, a parità di elasticità.

Qui vi propongo una prova che avrei voluto fare da tempo, le due Calligraphy flessibili di Montblanc l’una accanto all’altra, 149 vs 146 (o Le Grand, come la chiama ora il marketing di Montblanc).


Che dire? Spettacolari! Quel che possono fare lo vedete da soli, nonostante l’interlinea tristemente digradante (quando mi sono accorto che non ci stavano le dieci linee era ormai troppo tardi…). Una riga ciascuna, cominciando con la 149 e l’inchiostro Iroshizuku chiku-rin e continuando con la 146 e l’Irish Green di Montblanc (più scuro e un poco più “freddo”).

La 149 ha un pennino più flessibile (anche rispetto a una Omas Extra), con un “ritorno” più pigro. Una volta appreso come domare questa pigrizia fornisce, a mio avviso, l’esperienza di scrittura più piacevole. Il pennino della 146 è più elastico e per questo più facile in calligrafia appuntita, anche se richiede di esercitare un poco più di pressione per ottenere i tratti delle ombre.

Per me, son due meraviglie. Il meglio che Montblanc abbia fatto nell’ultimo mezzo secolo.

La 146 Calligraphy é tornata a casa dala sua proprietaria.

È ora di tornare alla mia fidata Calligraphy 149. Sono contento di aver avuto l'opportunità di passare un po' di tempo con il pennino calligrafico della 146, ma devo confessare che preferisco di gran lunga la forma e le dimensioni del pennino 149 Calligraphy, e preferisco il suo comportamento sulla carta. Mi diverto di più con la mia 149 Calligraphy e mi piace di più la linea più audace di cui è capace questa penna.

Il pennino della 146 Calligraphy è meno flessibile ma più elastico, e questo gli conferisce uno "snapback" migliore e più istantaneo. Lo trovo un pennino favoloso, e per certi aspetti più "facile" per la pratica calligrafica, ma un po' meno espressivo nella scrittura quotidiana.

Per me, per il mio stile di scrittura, il pennino flessibile della 149 Calligraphy offre un'esperienza più piacevole, perché è più flessibile e consente una certa variazione di linea anche sotto la bassa pressione della normale scrittura quotidiana. È un pennino più divertente.

Come ultima considerazione, non esiterei a consigliare uno qualsiasi di questi due pennini anche a chi volesse avere una sola Meisterstück nella propria collezione, perché avrebbe una penna eccezionale per la scrittura "normale" e un ottimo strumento per la calligrafia a punta .

Prendete questa osservazione con tutta la soggettività del caso ma, anche se trovo che entrambe siano penne straordinarie, non scambierei il pennino della mia 149 Calligraphy con quello di una Le Grand.

Finalmente, è probabile che io riesca a risparmiare un po' di soldi e manenermi fedele alla mia calligrafia 149s (plurale)!

Ed ecco qui due esercizi "molto simili" eseguiti con le due penne, sulla stessa carta (Fabriano Studio Watercolor) la 146 Calligraphy caricata con Montblanc Irish Greeen per il testo in inglese, e la 149 Calligraphy con il suo docile pennino caricata con Iroshizuku chiku-rin per scrivere "Il potere di una penna...".

Oh, benedetta 149, che piacere....

Grazie per aver dato un'occhiata.

“La mano conta” e qui è ancora più evidente questa verità.
Per quanto possa essere attratto da entrambe le penne, razionalmente prevale un fascino maggiore per le sue abilità calligrafiche rispetto a quelle tecniche dei due strumenti usati.
Sinceri complimenti e grazie per il contributo di comparazione.

fufluns ha scritto: ↑domenica 23 aprile 2023, 1:26 ...
Grazie per aver dato un'occhiata.

Buongiorno fufluns.
Io ho dato un'occhiata (profana) a questi due scritti e sebbene la tua preferenza in termini di piacere di scrittura sia per la 149 Calligraphy , a me sembra di notare però che la tua mano è a suo agio più con la 146 C. , nel senso che sul foglio vergato con quest'ultima penna vedo un tratto più sicuro e fluido. Sarà solo questione d'inchiostro e pennini diversi (o sulla capacità che ciascuna persona ha di osservare il mondo e ciò che lo circonda a modo proprio).

No, decisamente no. Essendo più rigido, e richiedendo perciò maggior pressione per ottenere la stessa larghezza del tratto, l’andamento della mano con la 146 è meno fluido e il gesto è meno “libero”. Almeno per la mia mano.

grazie Fufluns per i "sample", comunque resi spettacolari anche dalle tue capacità calligrafiche e fotografiche.
in base a come la descrivi, temo che per i miei gusti mi innamorerei della 146 anche più che della 149, ma non la provo in quanto voglio risparmiare per la Hemy, visto mai ne trovassi una a modino.