Una Bexley Americana Sierra Silver
Inviato: lunedì 20 febbraio 2023, 22:46
Un breve cenno su Bexley (perdonate, non ho riferimenti storici molto precisi).
Nel 1993, Howard Levy, un collezionista di Bexley, cittadina dell’Ohio, si accorse che molti dei produttori delle penne che collezionava - molte delle quali americane - non esistevano più! Sheaffer e Cross esistevano ancora, Wahl, Esterbrook e Conklin non c’erano già più, Waterman e Parker resistevano, ma le penne erano prodotte in Europa! Decise allora di fondare una sua azienda di stilografiche, scommettendo su una attesa domanda di penne moderne prodotte negli Stati Uniti.
Come molti collezionisti, Levy apprezzava le linee dei modelli classici, lui stesso era collezionista di Parker Duofold, Vacumatic e 51.
Decise quindi di ispirarsi a penne classiche americane d’epoca, utilizzando materiali tradizionali come l’ebanite, ma utilizzando anche plastiche moderne, per cercare di ricreare alcuni effetti di colore vintage, simili a quelli dell’Art Déco.
Le sue penne, pur traendo ispirazione, non erano repliche, Bexley riuscì quasi sempre a fare qualcosa di originale con dei rimandi a modelli classici.
Molte delle penne Bexley nacquero comunque di dimensioni maggiori delle penne vintage, utilizzando molto spesso pennini #6 e a volte anche #8. Pare vi fosse già allora (soprattutto in US) molta richiesta per le oversize…
La maggior parte delle penne Bexley aveva un meccanismo di riempimento a cartuccia/converter, seppure uscirono anche alcuni modelli con un caricamento a stantuffo (del cui funzionamento non si parlò mai troppo bene…).
Infischiandosene dei commenti di qualcuno che snobbò un poco la sua idea, vedendola soltanto come produzione di repliche mai all’altezza degli originali, Levy proseguì per la sua strada producendo “prodotti per essere usati”, ed ebbe per un periodo anche un discreto successo, soprattutto locale.
All’inizio Bexley produsse penne elaborate e costose con molte finiture in oro o argento, fino all'impennata dei prezzi dell'oro nei primi anni 2000. Utilizzarono principalmente pennini d'oro (prodotti da Bock) fino al 2006 circa e poi passarono ai pennini in acciaio (prodotti da Jowo), mentre pare che sui primissimi modelli abbiano montato pennini 14k prodotti da Minka a Taiwan!
Dopo di allora Bexley ha iniziato a produrre via via una serie di penne più accessibili, in molte varianti di colore, spesso sfornando piccoli lotti di modelli Bexley già noti, ma con livree non ufficiali da catalogo, che Howard stesso ha venduto su eBay (nome del venditore ebay: Bexlevy – Mi ha sempre colpito l’arguzia del nome, un furbo miscuglio tra Bexley e Levy!) negli anni prima della chiusura della azienda.
Poi per qualche motivo (che non esito a supporre economico), in tempi recenti Howard Levy ha ceduto tutto a quelli di The Pen Family (seppure si dica che faccia ancora qualcosa di molto limitato a suo nome in US).
Howard oltretutto risulta essere persona simpatica (ho scambiato breve corrispondenza anni fa, acquistando alcune delle sue penne, direttamente da lui, a prezzi oltretutto scontati!)
Vi ho raccontato molto in breve, raccogliendo informazioni qua e là (soprattutto dal sito di Richard Binder), riguardo Bexley, perché ritengo sia poco conosciuta e perché ho da poco ripreso in mano una Bexley Americana, in Sierra Silver, che molto evidentemente si ispira alla Doric. E’ una penna piacevolmente semplice, in resina marmorizzata “grigio sale” semi-trasparente e clip a cravatta di disegno familiare, con cappuccio e fusto a otto facce, con sistema di caricamento a converter. Il pennino è un bel pennino in oro 14k, con un gradevole piccolo intarsio rodiato, dal tratto F, estremamente scorrevole e con un rilevabile accenno di morbidezza, che ha flusso regolare senza incertezze.
Questa penna fu prodotta in altre colorazioni
La penna ha purtroppo qualche problemino perché caricandola mi sono accorto che la sezione si riempie di inchiostro nell’intercapedine tra l’interno e il collare del pennino.
Ho tolto il converter e svitato il gruppo pennino, e ho trovato subito il colpevole, il collare (housing) è sicuramente crepato, dato che noto che l’inchiostro trasuda sulla superfice cilindrica del collare.
(ecco la sezione annegata in Pilot blue-black...)
Considero subito la sostituzione, ma…il collare non è né Jowo, né Bock!
Accidenti ricordavo che i pennini Bexley in oro pur essendo Bock non erano montati su collari Bock… (mentre invece poi quando Bexley è passata a Jowo ha adottato sia pennino che collare/alimentatore Jowo).
Lo guardo bene e penso “io però questo collare l’ho già visto” e mi viene in mente la mia recente vicissitudine con una Santini Libra affetta da un problema simile (per cause però poi rivelatesi diverse).
Faccio la prova… incredibile coincidenza, il collare è identico a quello della Santini! (tanto che, già che ci sono, faccio un giro con lo stub Santini sulla Americana...)
Ora mi serve un sostituto, e mi resta solo da capire che collare è… oppure nemmeno, mi basta chiedere a Santini se siano così gentili da fornirmi un collare di ricambio…(o dirmi dove reperirlo). Peccato lasciarla così, merita un collarino nuovo, soprattutto per il suo gradevole pennino.
Nel 1993, Howard Levy, un collezionista di Bexley, cittadina dell’Ohio, si accorse che molti dei produttori delle penne che collezionava - molte delle quali americane - non esistevano più! Sheaffer e Cross esistevano ancora, Wahl, Esterbrook e Conklin non c’erano già più, Waterman e Parker resistevano, ma le penne erano prodotte in Europa! Decise allora di fondare una sua azienda di stilografiche, scommettendo su una attesa domanda di penne moderne prodotte negli Stati Uniti.
Come molti collezionisti, Levy apprezzava le linee dei modelli classici, lui stesso era collezionista di Parker Duofold, Vacumatic e 51.
Decise quindi di ispirarsi a penne classiche americane d’epoca, utilizzando materiali tradizionali come l’ebanite, ma utilizzando anche plastiche moderne, per cercare di ricreare alcuni effetti di colore vintage, simili a quelli dell’Art Déco.
Le sue penne, pur traendo ispirazione, non erano repliche, Bexley riuscì quasi sempre a fare qualcosa di originale con dei rimandi a modelli classici.
Molte delle penne Bexley nacquero comunque di dimensioni maggiori delle penne vintage, utilizzando molto spesso pennini #6 e a volte anche #8. Pare vi fosse già allora (soprattutto in US) molta richiesta per le oversize…
La maggior parte delle penne Bexley aveva un meccanismo di riempimento a cartuccia/converter, seppure uscirono anche alcuni modelli con un caricamento a stantuffo (del cui funzionamento non si parlò mai troppo bene…).
Infischiandosene dei commenti di qualcuno che snobbò un poco la sua idea, vedendola soltanto come produzione di repliche mai all’altezza degli originali, Levy proseguì per la sua strada producendo “prodotti per essere usati”, ed ebbe per un periodo anche un discreto successo, soprattutto locale.
All’inizio Bexley produsse penne elaborate e costose con molte finiture in oro o argento, fino all'impennata dei prezzi dell'oro nei primi anni 2000. Utilizzarono principalmente pennini d'oro (prodotti da Bock) fino al 2006 circa e poi passarono ai pennini in acciaio (prodotti da Jowo), mentre pare che sui primissimi modelli abbiano montato pennini 14k prodotti da Minka a Taiwan!
Dopo di allora Bexley ha iniziato a produrre via via una serie di penne più accessibili, in molte varianti di colore, spesso sfornando piccoli lotti di modelli Bexley già noti, ma con livree non ufficiali da catalogo, che Howard stesso ha venduto su eBay (nome del venditore ebay: Bexlevy – Mi ha sempre colpito l’arguzia del nome, un furbo miscuglio tra Bexley e Levy!) negli anni prima della chiusura della azienda.
Poi per qualche motivo (che non esito a supporre economico), in tempi recenti Howard Levy ha ceduto tutto a quelli di The Pen Family (seppure si dica che faccia ancora qualcosa di molto limitato a suo nome in US).
Howard oltretutto risulta essere persona simpatica (ho scambiato breve corrispondenza anni fa, acquistando alcune delle sue penne, direttamente da lui, a prezzi oltretutto scontati!)
Vi ho raccontato molto in breve, raccogliendo informazioni qua e là (soprattutto dal sito di Richard Binder), riguardo Bexley, perché ritengo sia poco conosciuta e perché ho da poco ripreso in mano una Bexley Americana, in Sierra Silver, che molto evidentemente si ispira alla Doric. E’ una penna piacevolmente semplice, in resina marmorizzata “grigio sale” semi-trasparente e clip a cravatta di disegno familiare, con cappuccio e fusto a otto facce, con sistema di caricamento a converter. Il pennino è un bel pennino in oro 14k, con un gradevole piccolo intarsio rodiato, dal tratto F, estremamente scorrevole e con un rilevabile accenno di morbidezza, che ha flusso regolare senza incertezze.
Questa penna fu prodotta in altre colorazioni
La penna ha purtroppo qualche problemino perché caricandola mi sono accorto che la sezione si riempie di inchiostro nell’intercapedine tra l’interno e il collare del pennino.
Ho tolto il converter e svitato il gruppo pennino, e ho trovato subito il colpevole, il collare (housing) è sicuramente crepato, dato che noto che l’inchiostro trasuda sulla superfice cilindrica del collare.
(ecco la sezione annegata in Pilot blue-black...)
Considero subito la sostituzione, ma…il collare non è né Jowo, né Bock!
Accidenti ricordavo che i pennini Bexley in oro pur essendo Bock non erano montati su collari Bock… (mentre invece poi quando Bexley è passata a Jowo ha adottato sia pennino che collare/alimentatore Jowo).
Lo guardo bene e penso “io però questo collare l’ho già visto” e mi viene in mente la mia recente vicissitudine con una Santini Libra affetta da un problema simile (per cause però poi rivelatesi diverse).
Faccio la prova… incredibile coincidenza, il collare è identico a quello della Santini! (tanto che, già che ci sono, faccio un giro con lo stub Santini sulla Americana...)
Ora mi serve un sostituto, e mi resta solo da capire che collare è… oppure nemmeno, mi basta chiedere a Santini se siano così gentili da fornirmi un collare di ricambio…(o dirmi dove reperirlo). Peccato lasciarla così, merita un collarino nuovo, soprattutto per il suo gradevole pennino.