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22 febbraio 2025 - Hotel Hilton, via Galvani 12
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Pilot Custom Urushi: anche la mia recensione
- Koten90
- Siringa Rovesciata
- Messaggi: 3642
- Iscritto il: domenica 11 aprile 2021, 13:25
- La mia penna preferita: Una per ogni utilizzo
- Il mio inchiostro preferito: Noodler’s Eel X-Cactus
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Busto Arsizio
- Gender:
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Pilot Custom Urushi: anche la mia recensione
Ho atteso qualche giorno di utilizzo per iniziare a scrivere questa recensione che, anche se magari fa da doppione di quella di Stfngrandis, mi pare doverosa per una penna così a lungo desiderata.
Dopo più di un anno a valutarne l'acquisto, acquistando nel frattempo un tot di altre penne che quietassero la scimmia e spendendo così quasi la stessa cifra, forse di più, ho deciso di fare il grande passo. Non piacendomi il rosso (come colore, in generale) ho optato per la più classica versione nera, aggiungendo l'ennesima nera e oro alla mia collezione.
Per la descrizione di anellini, vere e verette, vi rimando ai numerosi video presenti sul tubo. Rispetto a quelli visti, ho notato che Pilot non mette più l'anellino di feltro all'interno del cappuccio per evitare di rovinare la lacca calzando il cappuccio (solo uno psicopatico / una persona con gravi deformità degli arti superiori calzerebbe un cappuccio così grosso e pesante su una penna così lunga!).
Posso dare un mio personale giudizio estetico che mi vede felice della linea "flat top" in vece della forma a sigaro delle Custom nere/oro (74, 742, 743, 823) e delle Urushi di casa Namiki (Yukari e Emperor); queste ultime, però, hanno una linea più tipicamente orientaleggiante che non viene interrotta da anelli vari e che continua a piacermi molto.
La metalleria impreziosisce la penna senza appesantirne la linea, anche se trovo un tantino inutile e asimmetrico l'anello dorato in cima al cappuccio, quando manca sul fondello. Ad appesantire la linea, unico difetto estetico che posso trovare, è la sagoma un po' ingombrante del cappuccio che forma un gradino pronunciato con il fusto (nel punto di innesto, il fusto si stringe rispetto alla sua parte posteriore per questioni ergonomiche), ma la cosa mi interessa poco: la penna si usa senza cappuccio ed è bellissima.
Il pennino è il più bello di casa Pilot, senza ombra di dubbio. L'unico migliore, ma si torna in casa Namiki, è quello bicolore con l'incisione del monte Fuji, montato sempre in taglia 30 sulle nuovissime Aya e, in taglie differenti, sulle penne con decorazioni Maki-e (non Nippon Art).
Il cappuccio si apre con 1¾ rotazioni come quello della 149, mezzo giro in più che sulle altre Pilot in mio possesso.
FINITURA URUSHI
La penna è interamente in ebanite rivestita da lacca Urushi tradizionale giapponese. La sensazione in mano è di un oggetto massiccio, estremamente solido, come fosse fatta di ottone, ma non fredda come una penna in metallo. A onor del vero, senza sapere della laccatura è difficile distinguerla da una penna del solito PMMA usata per la maggior parte delle penne in plastica (non uso "resina", visto che la lacca Urushi si ottiene da resina vegetale e non da petrolio). Sapendolo e facendoci attenzione, sembra di toccare l'anta di un mobile laccato lucido. È più morbida e delicata, come se si potesse rovinare solo passandoci un'unghia, fa anche più attrito sotto le dita. Non so spiegare ulteriormente la differenza che, per quanto sottile, c'è.
Mi sarebbe piaciuto avere, applicata nella lacca del fusto, la firma dell'artigiano che ha curato il processo di laccatura a testimonianza del lavoro che c'è dietro, ma è diritto riservato solo alle Maki-e decorate, non alle Urushi tinta unita (non ce l'hanno nemmeno le Namiki Yukari e Emperor). Forse avrebbe effettivamente stonato con l'estetica più occidentale della penna.
Ho notato che su questo materiale restano impresse più facilmente le impronte digitali, che vengono via in un attimo con una passata su un qualsiasi panno.
DIMENSIONI
Voglio fare una comparazione delle misure di questa penna (che sembrano spaventare) con una Montblanc 149 (sempre della categoria "oversize") e una Pilot Justus (penna "full size" media) Come si può evincere dalla tabella, le misure sono praticamente identiche a quelle di una MB149, sia per il pennino (maggiore solo di pochi decimi di millimetro), sia per il corpo penna (che risulta solo più lungo di quasi 1cm, oltre ai soliti decimi sui diametri).
La sezione, misurata su tutte e tre le penne a partire dalla filettatura per il cappuccio, risulta molto più corta sulla Montblanc (5mm) e molto più lunga sulla Justus (7mm) a causa del meccanismo di regolazione della "lingua".
A livello di diametro sezione, la Urushi è quella che presenta l'impugnatura più svasata.
Il peso (misurato con cartuccia / serbatoio pieni) risulta abbastanza simile tra le due "oversize". Si deve tener conto che il serbatoio della 149 contiene circa il doppio dell'inchiostro, ma si parla di 1ml contro 2ml, quindi non più di 1g di differenza.
Pesa comunque 10g meno della Capless, quindi non deve affatto preoccupare la questione.
La Urushi arriva con o-ring sulla filettatura tra fusto e sezione e pare che possa essere usata anche come penna a contagocce, aumentando a dismisura la capacità di ricarica (nel fusto ci sta quasi una seconda cartuccia Pilot!).
Discorso a parte va fatto per il cappuccio, che nella Urushi pesa inspiegabilmente ben 18g! Quando si cercano informazioni su questa penna dai negozianti, il peso complessivo della penna dichiarato è di 43g (reale riscontrato 40,4g) e la cosa spaventa, ma 40% del peso viene rimosso per poter scrivere, portando la penna a un peso più umano. (capito perché solo uno psicopatico lo calzerebbe?)
Nota a parte merita la posizione del baricentro (ottenuta cercando di bilanciare la penna su uno stuzzicadenti): se per la Pilot il baricentro si trova a metà della lunghezza della penna, per la Montblanc è decisamente più arretrato (ovviamente, vista la presenza del pistone nel fondo della penna). Questa differenza si manifesta con un pennino Pilot che ha naturalmente più peso a parità di impugnatura, mentre quello della Montblanc resta più leggero (io preferisco un pochino più di peso in avanti, mi facilita nella scrittura e mi dà una sensazione di minor fatica nella scrittura).
In entrambi i casi la penna risulta comunque bilanciata in mano, secondo me, grazie alla lunghezza del pennino che impone una presa più alta e una penna più orizzontale sul foglio. La differenza si noterebbe molto di più con un pennino più piccolo che porta la penna più in verticale.
PENNINO
Il pennino è, senza dubbio il punto forte di questa penna (come per la maggior parte delle penne giapponesi) e mamma Pilot non si smentisce: la casa di Tokyo è forte sui pennini morbidi e, con questo pennino taglia 30 (che, come abbiamo visto, corrisponde in tutto e per tutto alla taglia #8 occidentale) sfrutta la maggiore leva dei rebbi lunghi e una lega di oro a 18k (riservata solo alle Urushi, grande e 845 in taglia #15) per arrivare a una morbidezza superiore a quella del pennino Justus. Per avere una variazione di tratto più evidente, ho scelto la gradazione di pennino più fine disponibile: FM (peccato, avrei preferito un F).
La forza necessaria per divaricare i rebbi fino a 1mm è di circa 300g (380-400g per le mie due Justus, 210g per la 149 Calligraphy e 180g per la 912 FA). Se, come successo con la Justus, il pennino dovesse ammorbidirsi dopo il rodaggio iniziale, arriverebbe ad essere della giusta morbidezza per avere una variazione di tratto naturale senza appesantire la mano. Vedremo... L'elasticità del pennino è molto alta e permette un ritorno in posizione dei rebbi piuttosto rapido, evitando di avere ancora il tratto largo "in luce" dopo un tratto "in ombra". In questo è di nuovo inferiore al pennino FA, ma superiore al Calligraphy di Montblanc, con il quale si deve togliere pressione prima di arrivare in fondo al tratto. La finitura a due colori (oro giallo sui bordi e oro bianco al centro) lo rendono, a mio avviso, molto più bello, prestigioso e ricercato di un pennino "monocromatico".
La penna scrive sotto il suo peso. Sembra una frase celebre di capitan Ovvio visto il peso importante della penna, ma di recente ho provato una Kaweco Supra interamente in ottone (più pesante della Urushi) che non scriveva appena poggiata sul foglio. Vale lo stesso per la Pelikan M1000 che ho provato e che, nonostante fosse un idrante, faticava ad "attaccare" a scrivere per poi vomitare un fiume di inchiostro sul foglio.
Qui il flusso è bagnato ma non eccessivo e, su carta di buona qualità, si può vedere che il tratto forma una goccia di inchiostro in rilievo e che resta bagnata e lucida per qualche secondo.
Nota, per me, dolente è il leggero feedback del pennino che fruscia simile a una matita come la Justus F. Se troverò il coraggio di farlo, proverò a passarla sulla Micromesh 12000 per levigarla come piace a me (con la Justus è andata benone!).
La penna scrive molto bene e molto fine in reverse, anche se c'è, ovviamente, un feedback maggiore.
Da non sottovalutare la facilità di lavaggio del gruppo scrittura che, come in ogni Pilot, si sfila dalla sezione piuttosto semplicemente solo tirando e che il pennino ha una posizione obbligata sull'alimentatore tale per cui è impossibile sbagliare a rimontare il tutto. Mi fa prendere in considerazione l'idea di usare qualche inchiostro con brillantini in sospensione, che di solito tendono a essere difficili da rimuovere in penne meno agevoli.
SENSAZIONI E PROVE DI SCRITTURA
La prima sera in cui ho ricevuto la penna ho innestato una cartuccia di Pilot Black e ho iniziato a scrivere. Nel giro di un'ora e mezza ho dovuto fermarmi perché, dopo 9 pagine A4 piene, era finita la cartuccia. Nonostante le dimensioni e il peso, la penna non stanca minimamente. Il pennino morbido aiuta in questo senso, perché ammortizza la pressione della mano e il rimbalzo che ritorna dal foglio, soprattutto se il supporto di scrittura è rigido sotto al foglio.
Su una penna di questa eleganza, non ci vedo molto bene i colori, se non molto scuri. Potrei provarci un testa di moro (Diamine Macassar, Herbin Terre d'Ombre...), il Midnight Blu di Montblanc (che però non lubrifica affatto e sbiadisce un po' asciugandosi), il mio mix verde/nero che ho denominato X-Cactus (composto da X-Feather + Green Cactus) o qualche altro mix ancora da sperimentare (ho in mente di provare a scurire il #41 Brown e l'AirCorp BlueBlack)... sicuramente non ci caricherei il Green Marine o l'Alt-Goldgrün...
Inizio a scrivere questa recensione durante la terza cartuccia, con il terzo nero diverso.
Rispetto alla Justus, ha un flusso di inchiostro più abbondante e l'abbinamento con il Polar Black non è dei migliori. Per quanto l'inchiostro si presti a ridurre il feedback molto più del nero Pilot, tende anche a rendere il tratto più abbondante e bagnato e, con questa penna, non ce n'è proprio bisogno. È uno di quei casi in cui il tratto aumenta di una taglia se non si sta molto leggeri e non si scrive piuttosto velocemente.
Il nero Pilot ha ovviamente una resa perfetta in termini di flusso, ma oltre a non lubrificare molto, trovo che un nero che sfuma al grigio nei tratti meno saturi, non sia veramente un nero.
Il terzo tentativo è con X-Feather che, pur "ingrassando" un po' il pennino, ha un flusso più moderato e contiene il tratto. In alcuni punti addirittura troppo: se si va di fretta, i tratti più lunghi e veloci risulteranno spesso interrotti (discendenti di t e f). Con questo inchiostro il tratto dimagrisce a livello della Justus F. Con la consapevolezza di dover andare piano, può essere una buona combinazione che enfatizza decisamente la variazione di tratto. Resta ben lontana dall'essere la combinazione perfetta.
Durante un'altra pausa nella scrittura della recensione, mi sono stufato dell'inefficienza dell'X-Feather e ho sostituito l'inchiostro con il mio mix X-Cactus. La componente verde è un inchiostro Noodler's della linea EEL, quella che contiene lubrificante come i Polar. Con questo mix si trova la via di mezzo tra i due inchiostri neri provati in precedenza: il tratto è molto fine, ma non si verificano salti di tratto. Il flusso è ben regolato e il tratto risulta bagnato quasi in ogni punto (tolti i punti in cui la linea curva velocemente dall'alto in basso, lontano dalle zone in cui la pressione viene esercitata naturalmente liberando più inchiostro) rivelando uno shading importante. Il colore dell'inchiostro steso va dal verde foresta al nero con tonalità intermedie di verde scuro e scurissimo. Bellissimo ed elegante.
Come detto in precedenza, la lacca Urushi conferisce un minimo di attrito in più che aiuta a non far scivolare le dita verso il pennino. L'impugnatura svasata che si allarga prima del pennino elimina ogni rischio di andare oltre e toccare il pennino / l'alimentatore sporcandosi.
La maggiore lunghezza del corpo penna consente di avere un ottimo appoggio del fusto nell'incavo della mano, anche decidendo di impugnare la penna più in alto, sopra la filettatura del cappuccio. La filettatura non è fastidiosa sotto le dita, volendo impugnare proprio lì. È una penna che permette di impugnarla in qualsiasi modo, a patto che piaccia avere la mano bella piena.
Il feedback, come già detto, è un mio cruccio. A me piace una penna "a levitazione magnetica", che non faccia nemmeno un fruscio mentre si scrive, ma in questo caso sembra di usare una matita a mina dura appena arrotondata. È una sensazione tutt'altro che spiacevole, anche se avrei preferito altro. Senz'altro è mantenuta la tipica scorrevolezza Pilot che fa volare la penna quando si vuole scrivere velocemente, anche con mano un po' più pesante del normale.
GIUDIZIO FINALE
Credo sia una delle penne più eleganti, versatili e soddisfacenti in commercio. La naturale evoluzione della linea Custom, con un pennino fenomenale e capace di quasi ogni cosa. Anche se avrei preferito un tratto di partenza più fine, capisco che una penna di queste dimensioni e peso potrebbe faticare a muoversi su un pennino molto fine, accentuando gli impuntamenti e il feedback.
Richiama inchiostri eleganti, con colori poco saturi e scuri, come molte penne nere con finiture oro, ma con una consapevolezza di prestigio in più per l'importanza del modello e della finitura veramente preziosa.
A mio parere, vince il confronto diretto con l'omologa di Montblanc per presenza in mano e comodità d'uso; resta aperto il confronto con la Justus che, essendo di una taglia più piccola, risulta più leggera e meno delicata, trasportabile senza remore e con tratto nettamente più fine; il paragone F contro FM parrebbe non avere molto senso, ma la questione verte anche sul flusso di inchiostro maggiore nella Urushi.
Nella recensione non ho preso volutamente in considerazione il converter in dotazione, dato che lo trovo al pari della fantozziana corazzata Kotionkin.
Dopo più di un anno a valutarne l'acquisto, acquistando nel frattempo un tot di altre penne che quietassero la scimmia e spendendo così quasi la stessa cifra, forse di più, ho deciso di fare il grande passo. Non piacendomi il rosso (come colore, in generale) ho optato per la più classica versione nera, aggiungendo l'ennesima nera e oro alla mia collezione.
Per la descrizione di anellini, vere e verette, vi rimando ai numerosi video presenti sul tubo. Rispetto a quelli visti, ho notato che Pilot non mette più l'anellino di feltro all'interno del cappuccio per evitare di rovinare la lacca calzando il cappuccio (solo uno psicopatico / una persona con gravi deformità degli arti superiori calzerebbe un cappuccio così grosso e pesante su una penna così lunga!).
Posso dare un mio personale giudizio estetico che mi vede felice della linea "flat top" in vece della forma a sigaro delle Custom nere/oro (74, 742, 743, 823) e delle Urushi di casa Namiki (Yukari e Emperor); queste ultime, però, hanno una linea più tipicamente orientaleggiante che non viene interrotta da anelli vari e che continua a piacermi molto.
La metalleria impreziosisce la penna senza appesantirne la linea, anche se trovo un tantino inutile e asimmetrico l'anello dorato in cima al cappuccio, quando manca sul fondello. Ad appesantire la linea, unico difetto estetico che posso trovare, è la sagoma un po' ingombrante del cappuccio che forma un gradino pronunciato con il fusto (nel punto di innesto, il fusto si stringe rispetto alla sua parte posteriore per questioni ergonomiche), ma la cosa mi interessa poco: la penna si usa senza cappuccio ed è bellissima.
Il pennino è il più bello di casa Pilot, senza ombra di dubbio. L'unico migliore, ma si torna in casa Namiki, è quello bicolore con l'incisione del monte Fuji, montato sempre in taglia 30 sulle nuovissime Aya e, in taglie differenti, sulle penne con decorazioni Maki-e (non Nippon Art).
Il cappuccio si apre con 1¾ rotazioni come quello della 149, mezzo giro in più che sulle altre Pilot in mio possesso.
FINITURA URUSHI
La penna è interamente in ebanite rivestita da lacca Urushi tradizionale giapponese. La sensazione in mano è di un oggetto massiccio, estremamente solido, come fosse fatta di ottone, ma non fredda come una penna in metallo. A onor del vero, senza sapere della laccatura è difficile distinguerla da una penna del solito PMMA usata per la maggior parte delle penne in plastica (non uso "resina", visto che la lacca Urushi si ottiene da resina vegetale e non da petrolio). Sapendolo e facendoci attenzione, sembra di toccare l'anta di un mobile laccato lucido. È più morbida e delicata, come se si potesse rovinare solo passandoci un'unghia, fa anche più attrito sotto le dita. Non so spiegare ulteriormente la differenza che, per quanto sottile, c'è.
Mi sarebbe piaciuto avere, applicata nella lacca del fusto, la firma dell'artigiano che ha curato il processo di laccatura a testimonianza del lavoro che c'è dietro, ma è diritto riservato solo alle Maki-e decorate, non alle Urushi tinta unita (non ce l'hanno nemmeno le Namiki Yukari e Emperor). Forse avrebbe effettivamente stonato con l'estetica più occidentale della penna.
Ho notato che su questo materiale restano impresse più facilmente le impronte digitali, che vengono via in un attimo con una passata su un qualsiasi panno.
DIMENSIONI
Voglio fare una comparazione delle misure di questa penna (che sembrano spaventare) con una Montblanc 149 (sempre della categoria "oversize") e una Pilot Justus (penna "full size" media) Come si può evincere dalla tabella, le misure sono praticamente identiche a quelle di una MB149, sia per il pennino (maggiore solo di pochi decimi di millimetro), sia per il corpo penna (che risulta solo più lungo di quasi 1cm, oltre ai soliti decimi sui diametri).
La sezione, misurata su tutte e tre le penne a partire dalla filettatura per il cappuccio, risulta molto più corta sulla Montblanc (5mm) e molto più lunga sulla Justus (7mm) a causa del meccanismo di regolazione della "lingua".
A livello di diametro sezione, la Urushi è quella che presenta l'impugnatura più svasata.
Il peso (misurato con cartuccia / serbatoio pieni) risulta abbastanza simile tra le due "oversize". Si deve tener conto che il serbatoio della 149 contiene circa il doppio dell'inchiostro, ma si parla di 1ml contro 2ml, quindi non più di 1g di differenza.
Pesa comunque 10g meno della Capless, quindi non deve affatto preoccupare la questione.
La Urushi arriva con o-ring sulla filettatura tra fusto e sezione e pare che possa essere usata anche come penna a contagocce, aumentando a dismisura la capacità di ricarica (nel fusto ci sta quasi una seconda cartuccia Pilot!).
Discorso a parte va fatto per il cappuccio, che nella Urushi pesa inspiegabilmente ben 18g! Quando si cercano informazioni su questa penna dai negozianti, il peso complessivo della penna dichiarato è di 43g (reale riscontrato 40,4g) e la cosa spaventa, ma 40% del peso viene rimosso per poter scrivere, portando la penna a un peso più umano. (capito perché solo uno psicopatico lo calzerebbe?)
Nota a parte merita la posizione del baricentro (ottenuta cercando di bilanciare la penna su uno stuzzicadenti): se per la Pilot il baricentro si trova a metà della lunghezza della penna, per la Montblanc è decisamente più arretrato (ovviamente, vista la presenza del pistone nel fondo della penna). Questa differenza si manifesta con un pennino Pilot che ha naturalmente più peso a parità di impugnatura, mentre quello della Montblanc resta più leggero (io preferisco un pochino più di peso in avanti, mi facilita nella scrittura e mi dà una sensazione di minor fatica nella scrittura).
In entrambi i casi la penna risulta comunque bilanciata in mano, secondo me, grazie alla lunghezza del pennino che impone una presa più alta e una penna più orizzontale sul foglio. La differenza si noterebbe molto di più con un pennino più piccolo che porta la penna più in verticale.
PENNINO
Il pennino è, senza dubbio il punto forte di questa penna (come per la maggior parte delle penne giapponesi) e mamma Pilot non si smentisce: la casa di Tokyo è forte sui pennini morbidi e, con questo pennino taglia 30 (che, come abbiamo visto, corrisponde in tutto e per tutto alla taglia #8 occidentale) sfrutta la maggiore leva dei rebbi lunghi e una lega di oro a 18k (riservata solo alle Urushi, grande e 845 in taglia #15) per arrivare a una morbidezza superiore a quella del pennino Justus. Per avere una variazione di tratto più evidente, ho scelto la gradazione di pennino più fine disponibile: FM (peccato, avrei preferito un F).
La forza necessaria per divaricare i rebbi fino a 1mm è di circa 300g (380-400g per le mie due Justus, 210g per la 149 Calligraphy e 180g per la 912 FA). Se, come successo con la Justus, il pennino dovesse ammorbidirsi dopo il rodaggio iniziale, arriverebbe ad essere della giusta morbidezza per avere una variazione di tratto naturale senza appesantire la mano. Vedremo... L'elasticità del pennino è molto alta e permette un ritorno in posizione dei rebbi piuttosto rapido, evitando di avere ancora il tratto largo "in luce" dopo un tratto "in ombra". In questo è di nuovo inferiore al pennino FA, ma superiore al Calligraphy di Montblanc, con il quale si deve togliere pressione prima di arrivare in fondo al tratto. La finitura a due colori (oro giallo sui bordi e oro bianco al centro) lo rendono, a mio avviso, molto più bello, prestigioso e ricercato di un pennino "monocromatico".
La penna scrive sotto il suo peso. Sembra una frase celebre di capitan Ovvio visto il peso importante della penna, ma di recente ho provato una Kaweco Supra interamente in ottone (più pesante della Urushi) che non scriveva appena poggiata sul foglio. Vale lo stesso per la Pelikan M1000 che ho provato e che, nonostante fosse un idrante, faticava ad "attaccare" a scrivere per poi vomitare un fiume di inchiostro sul foglio.
Qui il flusso è bagnato ma non eccessivo e, su carta di buona qualità, si può vedere che il tratto forma una goccia di inchiostro in rilievo e che resta bagnata e lucida per qualche secondo.
Nota, per me, dolente è il leggero feedback del pennino che fruscia simile a una matita come la Justus F. Se troverò il coraggio di farlo, proverò a passarla sulla Micromesh 12000 per levigarla come piace a me (con la Justus è andata benone!).
La penna scrive molto bene e molto fine in reverse, anche se c'è, ovviamente, un feedback maggiore.
Da non sottovalutare la facilità di lavaggio del gruppo scrittura che, come in ogni Pilot, si sfila dalla sezione piuttosto semplicemente solo tirando e che il pennino ha una posizione obbligata sull'alimentatore tale per cui è impossibile sbagliare a rimontare il tutto. Mi fa prendere in considerazione l'idea di usare qualche inchiostro con brillantini in sospensione, che di solito tendono a essere difficili da rimuovere in penne meno agevoli.
SENSAZIONI E PROVE DI SCRITTURA
La prima sera in cui ho ricevuto la penna ho innestato una cartuccia di Pilot Black e ho iniziato a scrivere. Nel giro di un'ora e mezza ho dovuto fermarmi perché, dopo 9 pagine A4 piene, era finita la cartuccia. Nonostante le dimensioni e il peso, la penna non stanca minimamente. Il pennino morbido aiuta in questo senso, perché ammortizza la pressione della mano e il rimbalzo che ritorna dal foglio, soprattutto se il supporto di scrittura è rigido sotto al foglio.
Su una penna di questa eleganza, non ci vedo molto bene i colori, se non molto scuri. Potrei provarci un testa di moro (Diamine Macassar, Herbin Terre d'Ombre...), il Midnight Blu di Montblanc (che però non lubrifica affatto e sbiadisce un po' asciugandosi), il mio mix verde/nero che ho denominato X-Cactus (composto da X-Feather + Green Cactus) o qualche altro mix ancora da sperimentare (ho in mente di provare a scurire il #41 Brown e l'AirCorp BlueBlack)... sicuramente non ci caricherei il Green Marine o l'Alt-Goldgrün...
Inizio a scrivere questa recensione durante la terza cartuccia, con il terzo nero diverso.
Rispetto alla Justus, ha un flusso di inchiostro più abbondante e l'abbinamento con il Polar Black non è dei migliori. Per quanto l'inchiostro si presti a ridurre il feedback molto più del nero Pilot, tende anche a rendere il tratto più abbondante e bagnato e, con questa penna, non ce n'è proprio bisogno. È uno di quei casi in cui il tratto aumenta di una taglia se non si sta molto leggeri e non si scrive piuttosto velocemente.
Il nero Pilot ha ovviamente una resa perfetta in termini di flusso, ma oltre a non lubrificare molto, trovo che un nero che sfuma al grigio nei tratti meno saturi, non sia veramente un nero.
Il terzo tentativo è con X-Feather che, pur "ingrassando" un po' il pennino, ha un flusso più moderato e contiene il tratto. In alcuni punti addirittura troppo: se si va di fretta, i tratti più lunghi e veloci risulteranno spesso interrotti (discendenti di t e f). Con questo inchiostro il tratto dimagrisce a livello della Justus F. Con la consapevolezza di dover andare piano, può essere una buona combinazione che enfatizza decisamente la variazione di tratto. Resta ben lontana dall'essere la combinazione perfetta.
Durante un'altra pausa nella scrittura della recensione, mi sono stufato dell'inefficienza dell'X-Feather e ho sostituito l'inchiostro con il mio mix X-Cactus. La componente verde è un inchiostro Noodler's della linea EEL, quella che contiene lubrificante come i Polar. Con questo mix si trova la via di mezzo tra i due inchiostri neri provati in precedenza: il tratto è molto fine, ma non si verificano salti di tratto. Il flusso è ben regolato e il tratto risulta bagnato quasi in ogni punto (tolti i punti in cui la linea curva velocemente dall'alto in basso, lontano dalle zone in cui la pressione viene esercitata naturalmente liberando più inchiostro) rivelando uno shading importante. Il colore dell'inchiostro steso va dal verde foresta al nero con tonalità intermedie di verde scuro e scurissimo. Bellissimo ed elegante.
Come detto in precedenza, la lacca Urushi conferisce un minimo di attrito in più che aiuta a non far scivolare le dita verso il pennino. L'impugnatura svasata che si allarga prima del pennino elimina ogni rischio di andare oltre e toccare il pennino / l'alimentatore sporcandosi.
La maggiore lunghezza del corpo penna consente di avere un ottimo appoggio del fusto nell'incavo della mano, anche decidendo di impugnare la penna più in alto, sopra la filettatura del cappuccio. La filettatura non è fastidiosa sotto le dita, volendo impugnare proprio lì. È una penna che permette di impugnarla in qualsiasi modo, a patto che piaccia avere la mano bella piena.
Il feedback, come già detto, è un mio cruccio. A me piace una penna "a levitazione magnetica", che non faccia nemmeno un fruscio mentre si scrive, ma in questo caso sembra di usare una matita a mina dura appena arrotondata. È una sensazione tutt'altro che spiacevole, anche se avrei preferito altro. Senz'altro è mantenuta la tipica scorrevolezza Pilot che fa volare la penna quando si vuole scrivere velocemente, anche con mano un po' più pesante del normale.
GIUDIZIO FINALE
Credo sia una delle penne più eleganti, versatili e soddisfacenti in commercio. La naturale evoluzione della linea Custom, con un pennino fenomenale e capace di quasi ogni cosa. Anche se avrei preferito un tratto di partenza più fine, capisco che una penna di queste dimensioni e peso potrebbe faticare a muoversi su un pennino molto fine, accentuando gli impuntamenti e il feedback.
Richiama inchiostri eleganti, con colori poco saturi e scuri, come molte penne nere con finiture oro, ma con una consapevolezza di prestigio in più per l'importanza del modello e della finitura veramente preziosa.
A mio parere, vince il confronto diretto con l'omologa di Montblanc per presenza in mano e comodità d'uso; resta aperto il confronto con la Justus che, essendo di una taglia più piccola, risulta più leggera e meno delicata, trasportabile senza remore e con tratto nettamente più fine; il paragone F contro FM parrebbe non avere molto senso, ma la questione verte anche sul flusso di inchiostro maggiore nella Urushi.
Nella recensione non ho preso volutamente in considerazione il converter in dotazione, dato che lo trovo al pari della fantozziana corazzata Kotionkin.
Ultima modifica di Koten90 il sabato 18 febbraio 2023, 20:50, modificato 1 volta in totale.
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
C7H14S [cit. Chimicazza]
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
C7H14S [cit. Chimicazza]
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Pilot Custom Urushi: anche la mia recensione
"dato che lo trovo al pari della fantozziana corazzata Kotionkin."
Ma non era Potemkin?
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
Bella recensione
Ma non era Potemkin?
Bella recensione
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Marco
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Bellissima recensione
Grazie!
Sarebbe interessante vedere un confronto con la Urushi 845 (credo dimensionalmente simile alla Justus...)
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Sarebbe interessante vedere un confronto con la Urushi 845 (credo dimensionalmente simile alla Justus...)
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Renato.
"Docendo discitur"
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- bcontrario
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si ma kotionkin é un lapsus
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alessio me la leggerò con accuratezza...ti chiedo se possibile una riga di raffronto con la justus F...che accanto a lei sembra piccola.
congratulazioni...é un bel traguardo per un appassionato.
Ultima modifica di bcontrario il sabato 18 febbraio 2023, 20:15, modificato 1 volta in totale.
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Alessio, recensione a parte, complimenti hai preso una penna bellissima
Enrico
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L’originale era Potemkin, per motivi di copyright fu cambiato il nome. Allo stesso modo, l’acqua più gasata del mondo veniva chiamata Bertier, invece di Perrier
In arrivo a brevebcontrario ha scritto: ↑sabato 18 febbraio 2023, 19:59ti chiedo se possibile una riga di raffronto con la justus F...che accanto a lei sembra piccola.
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Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
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Recensione molto completa. Ancora complimenti per la penna. Dal resoconto sugli inchiostri che hai usato potresti provare il Noodler's El Lawrence, assai simile al tuo mix, assai particolare .
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Eccola!bcontrario ha scritto: ↑sabato 18 febbraio 2023, 19:59ti chiedo se possibile una riga di raffronto con la justus F...
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Mi aveva incuriosito, ma tende troppo al verde oliva per i miei gusti. Nella prova di scrittura qui sopra si vede l’X-Cactus che, nonostante il viraggio dovuto alla carta avorio, resta più verso il verde brillante.novainvicta ha scritto: ↑sabato 18 febbraio 2023, 21:40 potresti provare il Noodler's El Lawrence, assai simile al tuo mix, assai particolare .
Qui recensione dettagliata dell’ X-Cactus
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Ciao Alessio, bella recensione molto particolareggiata!
Complimenti anche per l'inchiostro! Auguri per la Urushi
Complimenti anche per l'inchiostro! Auguri per la Urushi

- bcontrario
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letta tutta, grazie infinite per aver condiviso il tuo competente parere.
si capisce che ne sei già innamorato.
nel confronto con la justus emerge quanto (nelle tue mani) la justus potrebbe essere impiegata con successo anche per lo spencerian.
Devo dire invece che il tratto base della urushi, per i miei gusti, é un po' troppo spesso...ma magari é solo questione di farci l'abitudine.
un'altra penna che a mio avviso ha un tratto base un filo gnerto é la 149 Calligraphy: e allora mi richiede carte non troppo lisce e inchiostri asciutti, dando il meglio di sé su fabriano artist journal con permanent blue di montblanc, dove esce un vero EF. e i capolavori di fufluns confermano ciò.
a questo punto, potresti farci un paragone anche con la 149?? mi pare di aver capito che se ti avesse convinto la urushi, avresti valutato di venderla...
si capisce che ne sei già innamorato.
nel confronto con la justus emerge quanto (nelle tue mani) la justus potrebbe essere impiegata con successo anche per lo spencerian.
Devo dire invece che il tratto base della urushi, per i miei gusti, é un po' troppo spesso...ma magari é solo questione di farci l'abitudine.
un'altra penna che a mio avviso ha un tratto base un filo gnerto é la 149 Calligraphy: e allora mi richiede carte non troppo lisce e inchiostri asciutti, dando il meglio di sé su fabriano artist journal con permanent blue di montblanc, dove esce un vero EF. e i capolavori di fufluns confermano ciò.
a questo punto, potresti farci un paragone anche con la 149?? mi pare di aver capito che se ti avesse convinto la urushi, avresti valutato di venderla...
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Sarebbe il caso di fare le comparazioni caricando tutte co. Lo stesso inchiostro… la 149 ha già tanto feedback, caricarla con un inchiostro asciutto non è una bella cosa, usandola su carta porosa peggio ancora. Al momento ho caricato il MB Midnight Blue, quello in cui avevo messo il sapone per dare un pochino di flusso in più, ma non lubrifica e sembra sempre di scrivere col freno a mano tirato. Difficile, comunque, che la venda al momento. Un’edizione limitata di Montblanc amata come questa aumenterà parecchio di valore tra qualche anno.bcontrario ha scritto: ↑domenica 19 febbraio 2023, 9:51 letta tutta, grazie infinite per aver condiviso il tuo competente parere.
si capisce che ne sei già innamorato.
nel confronto con la justus emerge quanto (nelle tue mani) la justus potrebbe essere impiegata con successo anche per lo spencerian.
Devo dire invece che il tratto base della urushi, per i miei gusti, é un po' troppo spesso...ma magari é solo questione di farci l'abitudine.
un'altra penna che a mio avviso ha un tratto base un filo gnerto é la 149 Calligraphy: e allora mi richiede carte non troppo lisce e inchiostri asciutti, dando il meglio di sé su fabriano artist journal con permanent blue di montblanc, dove esce un vero EF. e i capolavori di fufluns confermano ciò.
a questo punto, potresti farci un paragone anche con la 149?? mi pare di aver capito che se ti avesse convinto la urushi, avresti valutato di venderla...
La Justus fa un bel lavoro, ma essendo più sottile della Urushi, si fatica parecchio di più a ottenere quei tratti aperti (sia per il pennino meno morbido, sia per la maggiore difficoltà a esercitare forza in meno spazio). Lo Spencerian è quasi tutto mono-linea, quindi ti do ragione.
Se in serata trovo il tempo, faccio un po’ di lavaggi e ricarico tutto con X-Cactus per le prove
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Provala su carta fabriano ruvida da disegno, 110grammi, ti stupiràKoten90 ha scritto: ↑lunedì 20 febbraio 2023, 7:02Sarebbe il caso di fare le comparazioni caricando tutte co. Lo stesso inchiostro… la 149 ha già tanto feedback, caricarla con un inchiostro asciutto non è una bella cosa, usandola su carta porosa peggio ancora. Al momento ho caricato il MB Midnight Blue, quello in cui avevo messo il sapone per dare un pochino di flusso in più, ma non lubrifica e sembra sempre di scrivere col freno a mano tirato. Difficile, comunque, che la venda al momento. Un’edizione limitata di Montblanc amata come questa aumenterà parecchio di valore tra qualche anno.bcontrario ha scritto: ↑domenica 19 febbraio 2023, 9:51 letta tutta, grazie infinite per aver condiviso il tuo competente parere.
si capisce che ne sei già innamorato.
nel confronto con la justus emerge quanto (nelle tue mani) la justus potrebbe essere impiegata con successo anche per lo spencerian.
Devo dire invece che il tratto base della urushi, per i miei gusti, é un po' troppo spesso...ma magari é solo questione di farci l'abitudine.
un'altra penna che a mio avviso ha un tratto base un filo gnerto é la 149 Calligraphy: e allora mi richiede carte non troppo lisce e inchiostri asciutti, dando il meglio di sé su fabriano artist journal con permanent blue di montblanc, dove esce un vero EF. e i capolavori di fufluns confermano ciò.
a questo punto, potresti farci un paragone anche con la 149?? mi pare di aver capito che se ti avesse convinto la urushi, avresti valutato di venderla...
La Justus fa un bel lavoro, ma essendo più sottile della Urushi, si fatica parecchio di più a ottenere quei tratti aperti (sia per il pennino meno morbido, sia per la maggiore difficoltà a esercitare forza in meno spazio). Lo Spencerian è quasi tutto mono-linea, quindi ti do ragione.
Se in serata trovo il tempo, faccio un po’ di lavaggi e ricarico tutto con X-Cactus per le prove![]()
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innanzitutto grazie anticipatamente per la comparativa che vorrai fare, secondo me sarebbe una anteprima mondiale, non si trova in nessun altro luogo.
dopodiché a giorni esce la prova del pelikan blue black su 149 e moleskine....e ti stupirà.
Ultima modifica di bcontrario il lunedì 20 febbraio 2023, 11:59, modificato 1 volta in totale.
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Ma dici gli album scolastici?Stfngrandis ha scritto: ↑lunedì 20 febbraio 2023, 7:37 Provala su carta fabriano ruvida da disegno, 110grammi, ti stupirà![]()