Parte II
Talvolta nelle discussioni sugli inchiostri stilografici è possibile osservare quella che viene comunemente chiamata cromatografia : una foto o immagine nella quale è possibile discernere su carta i diversi componenti di diversi colori che mescolati tra loro costituiscono il singolo colore originario dell'inchiostro stesso. In altre parole (semplici) si può dire che è una tecnica inversa della miscelazione di più colori .
In parole un poco più complesse , la cromatografia è una tecnica della chimica analitica che permette la separazione di un miscuglio omogeneo (nel nostro caso un inchiostro) nelle sue diverse componenti chimiche per mezzo della diversa affinità (chimica) che ciascun componente presenta nel distribuirsi tra due differenti fasi, una
fase fissa o stazionaria ed una
fase mobile , quest'ultima fatta scorrere sulla prima. Nella più semplice tecnica cromatografia la fase fissa è costituita da un foglio di carta sul quale è posta una goccia di campione , e la fase mobile è un solvente liquido quale ad esempio un alcool o molto più semplicemente dell'acqua che , lambendo un lato del supporto di carta dove è depositato il campione , si muove per capillarità (o per gravità a seconda della tecnica) sul foglio stesso ,
trascinando così i diversi componenti del campione sul foglio. I componenti chimici più affini alla carta (fase stazionaria) rimarranno nelle immediate vicinanze della zona di deposizione, mentre i componenti chimici più affini al solvente (fase mobile) verranno trascinati con quest'ultimo via via più lontano dalla zona di deposizione, attuando così una sorta di separazione spaziale tra i diversi componenti (in altre tecniche cromatografie come quella gascromatografica dove la fase mobile è un gas, avviene una separazione che possiamo definire temporale, a causa delle diverse velocità di trasporto dei componenti). Questo per semplificare molto la teoria che c’è dietro , chiedendo venia ai chimici analitici più duri e puri.
Per andare subito sul pratico esaminiamo due colori blu, uno leggermente più scuro e l’altro con una punta di turchese ma bello carico : il Sailor Blue Ink e il Dominant Industry “Dominant Blue”.
Il Sailor blue è presente (in quantità minore o maggiore) praticamente su tutta la lunghezza della striscia di carta imbibita dall’acqua , mentre il Dominant blue ha praticamente lasciato la zona di deposizione dell’inchiostro ed è migrato tutto nella zona superiore dove l’acqua ha terminato la sua corsa sul foglio. Intuitivamente si direbbe che il Sailor è più affine alla carta rispetto al Dominat.
In effetti immergendo brevemente in acqua un bigliettino scritto con i due inchiostri, uno risulta ancora leggibile mentre l’altro è solo una chiazza di colore.
Un’ altra cosa salta all’occhio dai cromatogrammi : questi inchiostri presi in esame , anche se di marche diverse , sembrano comportarsi in modo simile dove la componente blu/turchese si attesta nella zona alta (quindi più affine all’acqua) e poi via via a scendere si trovano le tonalità rosse, arancioni, gialle, grigie e violacee (ovviamente dove questi colori siano presenti miscelati all’inchiostro originale). Questo comportamento è alla base (o è la natura stessa) della tecnica cromatografia dove il composto colorato X lo troveremo sempre a quella altezza, il composto colorato Y a quell’altra altezza (ovviamente a parità di fase stazionaria e fase mobile, oppure a determinati tempi di eluizione per le tecniche cromatografiche più performanti ed in uso come la gascromatigrafia, la cromatografia liquida ad alte prestazioni, ecc…)
Siccome la cromatografia esegue (nei fatti) una estrazione, è possibile estrarre (o separare fisicamente) i diversi componenti del miscuglio originale. Prendendo ad esempio il verde Leaf Green di Dominant Industry , è possibile partendo dalla striscia di carta sulla quale è stata effettuata la cromatografia, separare la frazione di colore giallo da quella di colore blu/turchese semplicemente ritagliando la porzione di carta che contiene quei due colori.
Posti in due piccoli recipienti si aggiunge acqua
La componente blu/turchese e quella gialla erano posizionati nella zona alta del cromatogramma , è logico pensare che i due composti abbiano una più che buon affinità con l’acqua e che quindi siano facilmente diluitili nell’acqua stessa. Ed in effetti si ottengono due liquidi, uno di colore azzurrino e l’altro di colore giallo.
Non sto a dire che miscelando i due liquidi si ottiene …
Se siete giunti fino a qui, mi complimenti con voi per la pazienza !