Vostre opinioni sul pennino Triumph

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Miata
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Vostre opinioni sul pennino Triumph

Messaggio da Miata »

Buongiorno a tutti

vediamo se qualcuno ha voglia di filosofeggiare con me in merito ad un pennino ed al suo carattere.

Amo profondamente il tratto della mia Sheaffer col pennino Triumph F, che ho sempre usato con il Noodler's Walnut.
Mi sembra che il pennino abbia una sua personalità, e che non sia soltanto un "F". Dalla foto che allego, si intuisce come il tratto ascendente risulti leggermente più secco e il discendente più umido. Inoltre, io avverto il tratto come leggermente tagliente, spigoloso (diciamo come potrebbe essere un journal o uno stub?), ed è una caratteristica che mi piace moltissimo. Trattandosi di una penna di almeno 60 anni, ricordo che qualcuno mi aveva detto che il pennino potrebbe essersi consumato in un certo modo, in base a come veniva utilizzato (è possibile o me lo sono sognata?).
Img829.jpg
Oltre che fare una sviolinata a questa penna, che mi emoziona ogni volta che la utilizzo, volevo un vostro parere: voi come le definireste? Dire che è un pennino fine, non sembra riduttivo? Inoltre non è flessibile, senza dubbio, ma non riuscirei a definirlo rigido: ha una qualche tipo di morbidezza nella sua non eccessiva scorrevolezza; è assai difficile rendere in parole la sensazione.

Per esempio, il pennino della Falcon, per quanto molto molleggiato, è anche rigido, e nella scrittura giornaliera, non è poi così piacevole. Mentre mi piacerebbe avere altre penne che scrivono come la Sheaffer.

Allora mi sorge un altro dubbio: dipenderà dall'inclinazione con cui tengo la penna? Dalla distanza tra il pennino e la mano (io impugno la penna piuttosto in basso, ma ovviamente in base alla struttura della penna stesa, la distanza mano-punta del pennino non sarà mai identica in tutte le penne).

Più passo del tempo ad usare stilografiche, e in teoria a conoscerle, meno le capisco, nel senso buono del termine. Perché le descrizioni analitiche non renderanno neppur vagamente le sensazioni che se ne ricevono. Più di un paio di scarpe, mi sembra oggi che la penna vada provata.

Magari ho detto ovvietà, magari ho detto sciocchezze.

Img830.jpg
Florinda
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sansenri
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Messaggio da sansenri »

nessuna ovvietà, quello che dici è reale (ogni penna è diversa - e anche ogni pennino - e va provata, e le sensazioni sottilmente diverse non sono facili da descrivere / trasmettere ad altri, inoltre è diverso chi scrive e potrebbe quindi non provare le stesse sensazioni).
Vale a maggior ragione per le penne di una volta almeno fino al vintage, mentre le differenze tendono a ridursi sul moderno (dove la riproducibilità aumenta, nel senso che i produttori sono in grado di produrre penne e pennini più simili a se stessi, perché la produzione è sempre più automatizzata).

E' sicuramente anche possibile che il pennino prenda un carattere da chi l'ha posseduto prima, soprattutto considerando che se torniamo indietro di 40-50 anni il possessore della penna molto spesso aveva quella penna e basta e la usava molto.
Per personale esperienza un pennino M di una Pelikan che ho posseduto come unica penna per quasi trent'anni (e allora, prima dei PC, si scriveva davvero molto) era diventato un OM-OB... (oggi, chi possiede una stilografica spesso ne possiede diverse altre e le usa a rotazione, molto più difficile consumare a quel modo l'iridio).
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Esme
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Messaggio da Esme »

Miata ha scritto: martedì 3 gennaio 2023, 14:53 Trattandosi di una penna di almeno 60 anni, ricordo che qualcuno mi aveva detto che il pennino potrebbe essersi consumato in un certo modo, in base a come veniva utilizzato (è possibile o me lo sono sognata?).

Allora mi sorge un altro dubbio: dipenderà dall'inclinazione con cui tengo la penna?
Non te lo sei sognata. 🙂
È una delle cose che mi piace scoprire nelle mie vecchiette, che essendo tra l'altro quasi sempre penne da lavoro e non da firma, hanno spesso il pennino limato dall'uso.
Quelle più vecchie senza iridio sembrano proprio piallate!
A volte non è solo l'usura della punta, ma anche la leggerissima variazione di geometria del pennino provocata dall'uso continuo, soprattutto con scrittori dalla mano un po' pesante e pennini malleabili.

Ogni volta si scopre l'inclinazione di scrittura del precedente proprietario.
Avvicinandosi al periodo di produzione delle biro, queste testimonianze d'uso diminuiscono, sia per il minor uso sia per l'utilizzo di pennini più rigidi e molto meno usurabili.
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Messaggio da rolex hunter »

Miata ha scritto: Trattandosi di una penna di almeno 60 anni, ricordo che qualcuno mi aveva detto che il pennino potrebbe essersi consumato in un certo modo, in base a come veniva utilizzato (è possibile o me lo sono sognata?).

Allora mi sorge un altro dubbio: dipenderà dall'inclinazione con cui tengo la penna?
Esme ha scritto: A volte non è solo l'usura della punta, ma anche la leggerissima variazione di geometria del pennino provocata dall'uso continuo, soprattutto con scrittori dalla mano un po' pesante e pennini malleabili.

Ogni volta si scopre l'inclinazione di scrittura del precedente proprietario.
Avvicinandosi al periodo di produzione delle biro, queste testimonianze d'uso diminuiscono, sia per il minor uso sia per l'utilizzo di pennini più rigidi e molto meno usurabili.
Florinda, non te lo sei sognata, ed Esme ha affatto ragione, condivido in pieno.

Edis può confermare che una volta (l'anno scoros.... anzi no, 2 anni fa, adesso) ho comprato una penna da lei, ed appena è arrivata (scriveva strano tra le mie dita), la prima cosa che le ho chiesto è stata "tu come la tenevi, per scrivere???"
Giorgio

la penna perfetta non esiste, quindi per essere felici bisogna avere tante penne (cit.)
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Messaggio da edis »

rolex hunter ha scritto: mercoledì 4 gennaio 2023, 12:37

Edis può confermare che una volta (l'anno scoros.... anzi no, 2 anni fa, adesso) ho comprato una penna da lei, ed appena è arrivata (scriveva strano tra le mie dita), la prima cosa che le ho chiesto è stata "tu come la tenevi, per scrivere???"
E io ti ho risposto: storta :mrgreen: vai tutto a sinistra!
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