Vi presento la mia Montblanc 149 moderna.
Inviato: mercoledì 24 agosto 2022, 21:32
Con la 149 moderna ho sempre avuto un rapporto molto conflittuale, è una penna iconica, uno status symbol, la penna con la stellina per eccellenza con un pennino che non solo è tra i più belli in circolazione, ma che molto raramente delude nelle sue performance di scrittura. Possiamo obiettare quel che vogliamo su Montblanc, ma un dato di fatto oggettivo è che i pennini li sanno e li hanno sempre saputi fare.
Ma trovo che la 149 sia oltraggiosamente costosa per quel che è. Insomma oltre al suo bel gruppo scrittura abbiamo una penna realizzata versando della resina fusa in uno stampo e con un pistone buono ma che non è poi ma nulla di eccezionale, anzi quando me ne capita una tra le mani che è stata lasciata li con l’inchiostro a rinsecchire non è improbabile che prima di riuscire a sbloccare il pistone si spezzi la vite in plastica abbastanza debolucccia. Fortuna che nelle ultime versioni è stata sostituita con una vite in ottone. E comunque per fare un po’ di manutenzione al pistone non è che ci voglia tutta questa arca di scienze, basterebbe una chiavetta che però Montblanc non fornisce costringendo a rivolgersi o all’assistenza ufficiale o ad attrezzi venduti da terzi a prezzi tavolta esagerati.
Comunque, pagata il giusto prezzo è una penna che mi ha semrpre attratto, ma ancora non ne avevo trovata una che mi affascinasse e che fosse vagamente degna di affiancare la Silver Rings. Poi finalmente è arrivata la mia 149 in resina stampata, e la scintilla è scattata solo ed unicamente grazie al gruppo scrittura. Eccolo:
La penna è databile nel primo lustro degli anni 70; tra i vari elementi, tutti congrui, quello che restringe la datazione in questo preciso intervallo è l’alimentatore in ebanite solido.
Il pennino visibile in foto è un pennino 18C OBB, un pennino che mi piace definire dal tratto “glorioso”, perché rende gloria ad ogni inchiostro con il suo flusso generoso. Il pennino OBB è un pennino però che richiede un minimo di perizia nell’uso o, se vogliamo, una non corretta impugnatura della penna. Infatti il pennino Obliquo è disegnato per chi, come me, ha la tendenza a non tenere la punta del pennino parallelo sulla carta ma a ruotarlo verso sinistra. L’inclinazione della punta compensa quindi questo difetto facendo scorrere la punta del pennino parallelo sulla carta. I pennini da B a BBB (già 3B!) di Monttblanc sono a tutti gli effetti dei pennini stub, e questo come da tradizione della casa, è uno stub che quando è poggiato sulla carta nella sua posizione ruotata, scorre al punto da diventare quasi scivoloso, è una penna a cui un inchiostro “domaflusso” non fa male. Trovo che dia il meglio di se su carte non eccessivamente patinate dove si riesce a percepire il giusto feedback che aiuta a mantenerne il controllo. Se messo diritto sulla carta però si fa sentire, gratta leggermente e tende a saltare, tuttavia questo per un pennino Obliquo è fisiologico. Ma dove veramente eccelle è la sua morbidezza, è un pennino ovattoso che offre una piacevole variazione di tratto, uno di quelli che fa venire voglia di scrivere e scrivere e scrivere…. E poi anche l’occhio vuole la sua parte e, come dicevo sopra, trovo che questo pennino sia maestosamente bello.
Oramai sono diversi i marchi, in particolar modo nostrani, che si sono orientati verso la produzione in casa di pennini, e sinceramente credo che in termini di flusso, morbidezza e feedback ce ne siano di qualità tale da non far rimpiangere un pennino come questo. Ma un OBB su una 149 è un pennino lussurioso su una penna lussuosa, secondo solo ad un OBBB di quegli anni o antecedente, e purtroppo per me questo ne fa una penna irrinunciabile. Per cui posso finalmente dire di aver trovato la mia 149 in resina.
Ma trovo che la 149 sia oltraggiosamente costosa per quel che è. Insomma oltre al suo bel gruppo scrittura abbiamo una penna realizzata versando della resina fusa in uno stampo e con un pistone buono ma che non è poi ma nulla di eccezionale, anzi quando me ne capita una tra le mani che è stata lasciata li con l’inchiostro a rinsecchire non è improbabile che prima di riuscire a sbloccare il pistone si spezzi la vite in plastica abbastanza debolucccia. Fortuna che nelle ultime versioni è stata sostituita con una vite in ottone. E comunque per fare un po’ di manutenzione al pistone non è che ci voglia tutta questa arca di scienze, basterebbe una chiavetta che però Montblanc non fornisce costringendo a rivolgersi o all’assistenza ufficiale o ad attrezzi venduti da terzi a prezzi tavolta esagerati.
Comunque, pagata il giusto prezzo è una penna che mi ha semrpre attratto, ma ancora non ne avevo trovata una che mi affascinasse e che fosse vagamente degna di affiancare la Silver Rings. Poi finalmente è arrivata la mia 149 in resina stampata, e la scintilla è scattata solo ed unicamente grazie al gruppo scrittura. Eccolo:
La penna è databile nel primo lustro degli anni 70; tra i vari elementi, tutti congrui, quello che restringe la datazione in questo preciso intervallo è l’alimentatore in ebanite solido.
Il pennino visibile in foto è un pennino 18C OBB, un pennino che mi piace definire dal tratto “glorioso”, perché rende gloria ad ogni inchiostro con il suo flusso generoso. Il pennino OBB è un pennino però che richiede un minimo di perizia nell’uso o, se vogliamo, una non corretta impugnatura della penna. Infatti il pennino Obliquo è disegnato per chi, come me, ha la tendenza a non tenere la punta del pennino parallelo sulla carta ma a ruotarlo verso sinistra. L’inclinazione della punta compensa quindi questo difetto facendo scorrere la punta del pennino parallelo sulla carta. I pennini da B a BBB (già 3B!) di Monttblanc sono a tutti gli effetti dei pennini stub, e questo come da tradizione della casa, è uno stub che quando è poggiato sulla carta nella sua posizione ruotata, scorre al punto da diventare quasi scivoloso, è una penna a cui un inchiostro “domaflusso” non fa male. Trovo che dia il meglio di se su carte non eccessivamente patinate dove si riesce a percepire il giusto feedback che aiuta a mantenerne il controllo. Se messo diritto sulla carta però si fa sentire, gratta leggermente e tende a saltare, tuttavia questo per un pennino Obliquo è fisiologico. Ma dove veramente eccelle è la sua morbidezza, è un pennino ovattoso che offre una piacevole variazione di tratto, uno di quelli che fa venire voglia di scrivere e scrivere e scrivere…. E poi anche l’occhio vuole la sua parte e, come dicevo sopra, trovo che questo pennino sia maestosamente bello.
Oramai sono diversi i marchi, in particolar modo nostrani, che si sono orientati verso la produzione in casa di pennini, e sinceramente credo che in termini di flusso, morbidezza e feedback ce ne siano di qualità tale da non far rimpiangere un pennino come questo. Ma un OBB su una 149 è un pennino lussurioso su una penna lussuosa, secondo solo ad un OBBB di quegli anni o antecedente, e purtroppo per me questo ne fa una penna irrinunciabile. Per cui posso finalmente dire di aver trovato la mia 149 in resina.