Prova su Carta - Schneider ID
Inviato: domenica 23 dicembre 2012, 16:29
Visto il successo della prova di durata della Schneider Base, che ho pubblicato ieri, spero di non annoiarvi aggiungendo anche la "prova su carta" dell'altra stilografica Schneider in mio possesso, una ID nera.
Partiamo dall'inizio. Del marchio Schneider e della mia esperienza positiva con la Base vi ho già raccontato ieri. Per quanto io sia soddisfatto della Base, si vede lontano un miglio che è una penna scolastica, per cui (stiamo parlando del 2010), quando ho visto, sempre in un negozio tedesco, la Schneider ID, l'ho comprata subito, insieme con la altrettanto strana biro (che tengo nella tasca del giubbino). Sia la Base che la ID "abitano" nel barattolo portapenne dell'ufficio. La differenza è che mentre la Base viene usata quando sono alla scrivania, la ID faceva da backup e mi segue in giro per l'azienda e per questo viene usata un po' meno. Dal momento che esiste un limite fisico al numero di penne che riesco ad usare, è stata recentemente regalata ad una collega che voleva cominciare ad usare una penna stilografica e che ne apprezzava il design, per cui da qualche mese è in uso quotidiano da parte di una nuova appassionata.
E' stata rimpiazzata in questo ruolo da una Lamy Nexx, ma non escludo che anche questa finisca regalata o che io possa ricomprarmi una ID. Le immagini risalgono al tempo dell'acquisto.
Aspetto e design 10/10
L'estetica di una penna è un fatto personale. A me la ID piace. Punto.
Basta guardare la foto per rendersi immediatamente conto del fatto che è una di quelle penne che si amano o si odiano, non ci sono mezze misure. Non dico che siamo a livelli da Rotring Core, ma quasi. Il nome "ID", come per una Citroen degli anni 50, sta per "Idea" e costituisce una gamma (penna stilografica, biro e matita) nella gamma Schneider, caratterizzata dal design particolare e dall'ampio uso di elastomero. Il cappuccio è sovradimensionato, rivestito in gomma e con una altrettanto sovradimensionata clip che è dotata persino di un anello che permetterebbe di appendersi la penna al collo (un modo simpatico per non passare inosservati). La mia versione è quella "seria", ovvero in nero. La stessa penna esiste nelle versioni verde lime e poropora. Le differenze in realtà sono minime, limtitate alla punta del cappuccio, alla scritta ID sul cilindro, ad un anello sempre sul cappuccio e alla zona tra l'impugnatura in gomma e il pennino, che sono in tinta anzichè cromate (la prima e la seconda) e in tinta invece che nere (le altre due). Il cilindro è realizzato in plastica semitrasparente, osservando la penna contro una fonte di luce sufficientemente forte si riesce a vedere il livello dell'inchiostro, anche se personalmente preferisco svitare. Il cappuccio è a pressione. Come ho detto, la ID mi piace, secondo me non è detto che una penna stilografica (che è lo strumento di scrittura classico per eccellenza) debba essere classica anche nel desgin. Apprezzo l'iniziativa di Schneider di avere realizzato qualcosa di nuovo, sfruttando i materiali e le tecnologie delle penne odierne. Considerato che il target di questa penna sono gli studenti delle superiori, sarei curioso di conoscere quale ne è stata l'accoglienza. Penso buona, visto che è a listino ancora oggi. La penna viene venduta in una scatoletta trasparente, con le due cartucce di ordinanza, una blu e l'altra è una falsa cartuccia.
Realizzazione e qualità: 9/10
Confesso che all'inizio ero un po' perplesso e non avrei dato più di un 7. Mi spiego. Ho comprato la penna senza prenderla in mano, a scatola chiusa, come si faceva in passato per una nota marca di marmellate... quando l'ho aperta ho scoperto che la penna è realizzata interamente in plastica (e questa non è stata una sorpresa), le uniche parti in metallo sono la clip (che sembra stampata da un pezzo di lamiera) e il pennino in acciaio. A destare le mie perplessità erano alcune scelte costruttive: la parte terminale del cappuccio in plastica metallizzata (che pensavo si sarebbe rovinata), l'ampio uso di elastomero (che con il passare del tempo pensavo sarebbe diventato appiccicoso) e il cilindro in plastica semitrasparente (che mi aspettavo si sarebbe graffiato). Con il passare del tempo queste mie perplessità si sono rivelate del tutto infondate, nonostante l'uso e l'andirivienei dal barattolo portapenne, ci sono solo dei normalissimi segni d'uso e le parti in gomma (il cappuccio e l'impugnatura) non sembrano avere risentito di tempo ed uso. Anche la tenuta del cappuccio a pressione (punto debole delle penne moderne) è rimasta la stessa. Chiaramente sto parlando di una penna economica, che costa poco meno di una Lamy Safari, ma per la fascia di prezzo è realizzata ragionevolmente bene, facendo uso della tecnica dello stampaggio a coiniezione (deve essere una specialità della casa, molte penne Schneider sono realizzate con questa tecnica), che la casa sembra essere in grado di padroneggiare molto bene. Si notano le linee di giunzione degli stampi, ma bisogna guardare bene, il fatto che i materiali e le finiture abbiano retto alla prova del tempo e dell'uso mi induce a pensare che siano stati scelti polimeri e trattamenti di qualità, compatibilmente con il contenimento dei costi. Mi sento di dare un 9, l'unico appunto è per la clip, che secondo me si sarebbe potuta realizzare con un pochino più di cura.
Peso e dimensioni: 9/10
Per essere una penna in plastica, è relativamente grande e pesante. In realtà gran parte del peso è nel cappuccio, sovradimensionato sia come dimensioni che materiali. Tolto il cappuccio, resta in mano una penna di dimensioni confrontabili con quelle della Lamy Safari o della Schneider Base. Come ho già detto, l'impugnatura è in gomma ed ha il classico design ergonomico delle penne tedesche, ma non è così "spinto" come nella Safari, il che può essere utile per chi non impugna la penna proprio come da manuale (di scrittura) o da istruzioni del maestro (tedesco). Nelle immagini che seguono ho fotografato la ID insieme con due Schneider Base, una del 2003 (quella con la finestrella sul cilindro) ed una del 2010. Come si può vedere, la ID è più grande quando è chiusa, ma è praticamente equivalente quando si toglie il cappuccio. Per chi non conosce la Base, le sue dimensioni sono esattamente equivalenti a quelle della Lamy Safari. Il cappuccio è la croce e delizia di questa penna, perchè le sue dimensioni e il suo peso rispetto al resto, potrebbero renderla un po' sbilanciata se uno ama scrivere con il cappuccio infilato sul cilindro, abitudine che io non ho.
Pennino e prestazioni: 9/10
E' una penna scolastica, e lo mostra chiaramente. Sulle prime pensavo che il pennino e l'alimentatore fossero gli stessi della Base, invece, come si vede dalle foto, così non è. Il pennino è in acciaio, quando l'ho comprata io era disponibile solo medio, non so se ci siano altre misure. E' relativamente piccolo e presenta un foro di sfiato, che il pennino della Base non ha. Sempre rispetto alla Base, il flusso e la larghezza del tratto sono molto più abbondanti, se la Base con il pennino M può essere paragonata ad una Lamy Safari con il pennino F, in questo caso il confronto è M su M. Questo può essere un vantaggio per alcuni, ma è necessario prestare un minimo di attenzione in più alla scelta della carta su cui scrivere. Per tutto il tempo in cui la ID è stata in mio possesso, è stata alimentata con la stessa (deprecabile) miscela di cartucce economiche Blue Royal acquistate nei supermercati tedeschi con la logica del "meno costa meglio è". Ciononostante la penna ha sempre scritto benissimo, segno che questo è il "carburante" ideale, i progettisti devono avere tenuto in conto il fatto che gli studenti tedeschi (come gli equivalenti di altri paesi) non amano spendere molto per le cartucce. Il pennino è rigido, come si addice ad una penna scolastica, non ho notato alcun problema di allineamento, false partenze o ruvidità. Insomma un'altra penna scolastica fatta e finita, di quelle che ci puoi scrivere il tema di italiano alla maturità senza rischiare i crampi alle dita. Sempre in considerazione di questo fatto, il pennino mantiene una scrittura decente anche se l'angolazione non è proprio ideale. Come per la Base, credo che in questa penna ci sia lo zampino della Heiko, il produttore di stilografiche della DDR che Schneider ha rilevato dopo l'unificazione. Considerato il costo della penna, non posso che dare il massimo dei voti.
Alimentazione e manutenzione: 10/10
L'alimentazione è quella classica: cartucce internazionali lunghe o corte o converter. La penna viene venduta senza, ma non credo che ci siano problemi ad alloggiare un converter standard, anche se non ho mai provato. Per tutto il tempo che ho avuto la penna in uso, non ho rilevato alcun problema, solo una volta ho avuto bisogno di "resuscitare" la penna, dopo che era rimasta per oltre un mese nel barattolo con la punta rivolta verso l'alto, e per giunta era estate. Mi ricordo che per pigrizia non sono andato nemmeno in cerca del lavandino, ho tolto la cartuccia, preso la bottiglietta d'acqua che avevo sulla scrivania, messo due gocce sul pennino, infilato una cartuccia nuova e via verso nuove e incredibili scritture...
Rapporto qualità/prezzo: 10/10
Allora, pagata circa 15 Euro nel 2010, nello stesso supermercato la Safari ne costava 17. A parte le perplessità iniziali, la fornace del tempo ha cambiato il mio giudizio, come ho già detto, una penna scolastica fatta e finita, zero problemi. Difficile pretendere di più un questa fascia di prezzo, considerata la realizzazione molto più costosa del cappuccio e del cilindro, che sono composti da materiali diversi. Penso che se questa penna avesse un marchio più blasonato, potrebbe spuntare un prezzo sui 25 Euro, anche se così diventerebbe fuori target per molti studenti. Ripeto quanto ho scritto per la Base, è chiaro che il fabbricante ha cercato di contenere i costi, ma lo ha fatto senza sacrificare quel che conta, e cioè la funzionalità della penna, che è la ragione prima di esistenza di una penna scolastica. E comunque, se uno vuole risparmiare, può sempre optare per la Base.
Voto finale: 9/10
Tirando le somme, mi sento di dare a questa penna quasi il massimo dei voti. Avrei preferito un pennino M un po' più sottile, come quello della base e un pochino più di cura nella realizzazione della clip. Per il resto posso dire di esserne stato più che soddisfatto, al punto da averla regalata. No, non è una contraddizione, l'ho regalata ad una collega che non aveva mai usato una stilografica, era incuriosita dal design, e oggi la usa tutti i giorni. Regalare una penna "capricciosa" o problematica a qualcuno che non ha mai scritto con una stilografica è la ricetta perfetta per allontanarlo per sempre da questo tipo di penne. Con la ID sapevo di andare sul sicuro. Di solito per questo tipo di regali tengo qualche Base, ma alla mia collega piaceva di più la ID. E qui tiriamo in ballo ancora il giudizio sull'estetica, che è un fattore strettamente personale. A me la ID piace, ma riconosco che qualcuno potrebbe considerarla kitch, se non un incubo sotto forma di penna. Il che non mi dispiace, preferisco comprare una penna che mi piace tanto anche esteticamente, pur sapendo che qualcuno la troverà orribile, che non vivere in un mondo di oggetti così così, fatti per accontentare tutti senza scontentare nessuno.
P.S. Ho recensito questa penna poco dopo l'acquisto su un altro forum. Conforntando le recensioni, ci sono alcune differenze, che sono in gran parte dovute al mio disappunto iniziale, quando ho aperto la scatola e iniziato ad usare la penna. Molte delle mie remore sono scomparse o si sono fortemente attenuate con il passare del tempo, man mano che la ID si è rivelata per quel che è, una robusta penna scolastica con un aspetto di design, venduta ad un prezzo più che ragionevole. Non a caso sto pensando di ricomprarla.
Partiamo dall'inizio. Del marchio Schneider e della mia esperienza positiva con la Base vi ho già raccontato ieri. Per quanto io sia soddisfatto della Base, si vede lontano un miglio che è una penna scolastica, per cui (stiamo parlando del 2010), quando ho visto, sempre in un negozio tedesco, la Schneider ID, l'ho comprata subito, insieme con la altrettanto strana biro (che tengo nella tasca del giubbino). Sia la Base che la ID "abitano" nel barattolo portapenne dell'ufficio. La differenza è che mentre la Base viene usata quando sono alla scrivania, la ID faceva da backup e mi segue in giro per l'azienda e per questo viene usata un po' meno. Dal momento che esiste un limite fisico al numero di penne che riesco ad usare, è stata recentemente regalata ad una collega che voleva cominciare ad usare una penna stilografica e che ne apprezzava il design, per cui da qualche mese è in uso quotidiano da parte di una nuova appassionata.
E' stata rimpiazzata in questo ruolo da una Lamy Nexx, ma non escludo che anche questa finisca regalata o che io possa ricomprarmi una ID. Le immagini risalgono al tempo dell'acquisto.
Aspetto e design 10/10
L'estetica di una penna è un fatto personale. A me la ID piace. Punto.
Basta guardare la foto per rendersi immediatamente conto del fatto che è una di quelle penne che si amano o si odiano, non ci sono mezze misure. Non dico che siamo a livelli da Rotring Core, ma quasi. Il nome "ID", come per una Citroen degli anni 50, sta per "Idea" e costituisce una gamma (penna stilografica, biro e matita) nella gamma Schneider, caratterizzata dal design particolare e dall'ampio uso di elastomero. Il cappuccio è sovradimensionato, rivestito in gomma e con una altrettanto sovradimensionata clip che è dotata persino di un anello che permetterebbe di appendersi la penna al collo (un modo simpatico per non passare inosservati). La mia versione è quella "seria", ovvero in nero. La stessa penna esiste nelle versioni verde lime e poropora. Le differenze in realtà sono minime, limtitate alla punta del cappuccio, alla scritta ID sul cilindro, ad un anello sempre sul cappuccio e alla zona tra l'impugnatura in gomma e il pennino, che sono in tinta anzichè cromate (la prima e la seconda) e in tinta invece che nere (le altre due). Il cilindro è realizzato in plastica semitrasparente, osservando la penna contro una fonte di luce sufficientemente forte si riesce a vedere il livello dell'inchiostro, anche se personalmente preferisco svitare. Il cappuccio è a pressione. Come ho detto, la ID mi piace, secondo me non è detto che una penna stilografica (che è lo strumento di scrittura classico per eccellenza) debba essere classica anche nel desgin. Apprezzo l'iniziativa di Schneider di avere realizzato qualcosa di nuovo, sfruttando i materiali e le tecnologie delle penne odierne. Considerato che il target di questa penna sono gli studenti delle superiori, sarei curioso di conoscere quale ne è stata l'accoglienza. Penso buona, visto che è a listino ancora oggi. La penna viene venduta in una scatoletta trasparente, con le due cartucce di ordinanza, una blu e l'altra è una falsa cartuccia.
Realizzazione e qualità: 9/10
Confesso che all'inizio ero un po' perplesso e non avrei dato più di un 7. Mi spiego. Ho comprato la penna senza prenderla in mano, a scatola chiusa, come si faceva in passato per una nota marca di marmellate... quando l'ho aperta ho scoperto che la penna è realizzata interamente in plastica (e questa non è stata una sorpresa), le uniche parti in metallo sono la clip (che sembra stampata da un pezzo di lamiera) e il pennino in acciaio. A destare le mie perplessità erano alcune scelte costruttive: la parte terminale del cappuccio in plastica metallizzata (che pensavo si sarebbe rovinata), l'ampio uso di elastomero (che con il passare del tempo pensavo sarebbe diventato appiccicoso) e il cilindro in plastica semitrasparente (che mi aspettavo si sarebbe graffiato). Con il passare del tempo queste mie perplessità si sono rivelate del tutto infondate, nonostante l'uso e l'andirivienei dal barattolo portapenne, ci sono solo dei normalissimi segni d'uso e le parti in gomma (il cappuccio e l'impugnatura) non sembrano avere risentito di tempo ed uso. Anche la tenuta del cappuccio a pressione (punto debole delle penne moderne) è rimasta la stessa. Chiaramente sto parlando di una penna economica, che costa poco meno di una Lamy Safari, ma per la fascia di prezzo è realizzata ragionevolmente bene, facendo uso della tecnica dello stampaggio a coiniezione (deve essere una specialità della casa, molte penne Schneider sono realizzate con questa tecnica), che la casa sembra essere in grado di padroneggiare molto bene. Si notano le linee di giunzione degli stampi, ma bisogna guardare bene, il fatto che i materiali e le finiture abbiano retto alla prova del tempo e dell'uso mi induce a pensare che siano stati scelti polimeri e trattamenti di qualità, compatibilmente con il contenimento dei costi. Mi sento di dare un 9, l'unico appunto è per la clip, che secondo me si sarebbe potuta realizzare con un pochino più di cura.
Peso e dimensioni: 9/10
Per essere una penna in plastica, è relativamente grande e pesante. In realtà gran parte del peso è nel cappuccio, sovradimensionato sia come dimensioni che materiali. Tolto il cappuccio, resta in mano una penna di dimensioni confrontabili con quelle della Lamy Safari o della Schneider Base. Come ho già detto, l'impugnatura è in gomma ed ha il classico design ergonomico delle penne tedesche, ma non è così "spinto" come nella Safari, il che può essere utile per chi non impugna la penna proprio come da manuale (di scrittura) o da istruzioni del maestro (tedesco). Nelle immagini che seguono ho fotografato la ID insieme con due Schneider Base, una del 2003 (quella con la finestrella sul cilindro) ed una del 2010. Come si può vedere, la ID è più grande quando è chiusa, ma è praticamente equivalente quando si toglie il cappuccio. Per chi non conosce la Base, le sue dimensioni sono esattamente equivalenti a quelle della Lamy Safari. Il cappuccio è la croce e delizia di questa penna, perchè le sue dimensioni e il suo peso rispetto al resto, potrebbero renderla un po' sbilanciata se uno ama scrivere con il cappuccio infilato sul cilindro, abitudine che io non ho.
Pennino e prestazioni: 9/10
E' una penna scolastica, e lo mostra chiaramente. Sulle prime pensavo che il pennino e l'alimentatore fossero gli stessi della Base, invece, come si vede dalle foto, così non è. Il pennino è in acciaio, quando l'ho comprata io era disponibile solo medio, non so se ci siano altre misure. E' relativamente piccolo e presenta un foro di sfiato, che il pennino della Base non ha. Sempre rispetto alla Base, il flusso e la larghezza del tratto sono molto più abbondanti, se la Base con il pennino M può essere paragonata ad una Lamy Safari con il pennino F, in questo caso il confronto è M su M. Questo può essere un vantaggio per alcuni, ma è necessario prestare un minimo di attenzione in più alla scelta della carta su cui scrivere. Per tutto il tempo in cui la ID è stata in mio possesso, è stata alimentata con la stessa (deprecabile) miscela di cartucce economiche Blue Royal acquistate nei supermercati tedeschi con la logica del "meno costa meglio è". Ciononostante la penna ha sempre scritto benissimo, segno che questo è il "carburante" ideale, i progettisti devono avere tenuto in conto il fatto che gli studenti tedeschi (come gli equivalenti di altri paesi) non amano spendere molto per le cartucce. Il pennino è rigido, come si addice ad una penna scolastica, non ho notato alcun problema di allineamento, false partenze o ruvidità. Insomma un'altra penna scolastica fatta e finita, di quelle che ci puoi scrivere il tema di italiano alla maturità senza rischiare i crampi alle dita. Sempre in considerazione di questo fatto, il pennino mantiene una scrittura decente anche se l'angolazione non è proprio ideale. Come per la Base, credo che in questa penna ci sia lo zampino della Heiko, il produttore di stilografiche della DDR che Schneider ha rilevato dopo l'unificazione. Considerato il costo della penna, non posso che dare il massimo dei voti.
Alimentazione e manutenzione: 10/10
L'alimentazione è quella classica: cartucce internazionali lunghe o corte o converter. La penna viene venduta senza, ma non credo che ci siano problemi ad alloggiare un converter standard, anche se non ho mai provato. Per tutto il tempo che ho avuto la penna in uso, non ho rilevato alcun problema, solo una volta ho avuto bisogno di "resuscitare" la penna, dopo che era rimasta per oltre un mese nel barattolo con la punta rivolta verso l'alto, e per giunta era estate. Mi ricordo che per pigrizia non sono andato nemmeno in cerca del lavandino, ho tolto la cartuccia, preso la bottiglietta d'acqua che avevo sulla scrivania, messo due gocce sul pennino, infilato una cartuccia nuova e via verso nuove e incredibili scritture...
Rapporto qualità/prezzo: 10/10
Allora, pagata circa 15 Euro nel 2010, nello stesso supermercato la Safari ne costava 17. A parte le perplessità iniziali, la fornace del tempo ha cambiato il mio giudizio, come ho già detto, una penna scolastica fatta e finita, zero problemi. Difficile pretendere di più un questa fascia di prezzo, considerata la realizzazione molto più costosa del cappuccio e del cilindro, che sono composti da materiali diversi. Penso che se questa penna avesse un marchio più blasonato, potrebbe spuntare un prezzo sui 25 Euro, anche se così diventerebbe fuori target per molti studenti. Ripeto quanto ho scritto per la Base, è chiaro che il fabbricante ha cercato di contenere i costi, ma lo ha fatto senza sacrificare quel che conta, e cioè la funzionalità della penna, che è la ragione prima di esistenza di una penna scolastica. E comunque, se uno vuole risparmiare, può sempre optare per la Base.
Voto finale: 9/10
Tirando le somme, mi sento di dare a questa penna quasi il massimo dei voti. Avrei preferito un pennino M un po' più sottile, come quello della base e un pochino più di cura nella realizzazione della clip. Per il resto posso dire di esserne stato più che soddisfatto, al punto da averla regalata. No, non è una contraddizione, l'ho regalata ad una collega che non aveva mai usato una stilografica, era incuriosita dal design, e oggi la usa tutti i giorni. Regalare una penna "capricciosa" o problematica a qualcuno che non ha mai scritto con una stilografica è la ricetta perfetta per allontanarlo per sempre da questo tipo di penne. Con la ID sapevo di andare sul sicuro. Di solito per questo tipo di regali tengo qualche Base, ma alla mia collega piaceva di più la ID. E qui tiriamo in ballo ancora il giudizio sull'estetica, che è un fattore strettamente personale. A me la ID piace, ma riconosco che qualcuno potrebbe considerarla kitch, se non un incubo sotto forma di penna. Il che non mi dispiace, preferisco comprare una penna che mi piace tanto anche esteticamente, pur sapendo che qualcuno la troverà orribile, che non vivere in un mondo di oggetti così così, fatti per accontentare tutti senza scontentare nessuno.
P.S. Ho recensito questa penna poco dopo l'acquisto su un altro forum. Conforntando le recensioni, ci sono alcune differenze, che sono in gran parte dovute al mio disappunto iniziale, quando ho aperto la scatola e iniziato ad usare la penna. Molte delle mie remore sono scomparse o si sono fortemente attenuate con il passare del tempo, man mano che la ID si è rivelata per quel che è, una robusta penna scolastica con un aspetto di design, venduta ad un prezzo più che ragionevole. Non a caso sto pensando di ricomprarla.