Filcao Altlantica Blue
Inviato: lunedì 25 luglio 2022, 22:30
Filcao fu fondata nel 1963 da Franco Grisolia ed è stata una delle ultime fabbriche di penne ad aver chiuso i battenti in quel di Settimo Torinese, quando nel 2015 venne a mancare il suo fondatore. E' un marchio che non conoscevo di persona, non avevo mai avuto modo di mettere le mani su una Filcao o vederne una da vicino, ma in diverse occasioni mi è capitato di leggere o sentire ottimi opinioni di queste penne.
Così quando mi sono imbattuto in questa Atlantica ad un prezzo molto conveniente, ho deciso di farla mia. Devo dire che è una penna davvero interessante, realizzata in acetato di cellulosa e con caricamento a pulsante di fondo.
Il materiale della penna è stato la prima cosa che ha attirato la mia attenzione, è una moderna celluloide blue con delle screziature arancio, se vogliamo nulla di esotico, non vi sono sfumature particolari e tanto meno presenta la profondità e la luminosità tipiche delle più esclusive celluloidi prodotte, ma è comunque accattivante e, soprattutto, piacevole al tatto.
La linea della penna ricalca la tipica produzione di Settimo degli anni d'oro, una flat top importante, direi mascolina, con un cappuccio rastremato in cima ed un fusto leggermente bombato verso il centro. E' una penna senza fronzoli e senza vezzi, classica ed essenziale, stringendola tra le dite si sente tutta la solidità di una costruzione di ottimo livello ed il piacere di maneggiare della celluloide.
Le dimensioni sono quelle di una penna di taglia grande, eccole.
Lunghezza da chiusa: 141mm
Lunghezza da aperta: 133mm
Lunghezza calzata: 170mm
Diametro max fusto: 14mm
Diametro sezione: 12-10mm
Peso:24gr.
Il cappuccio è abbastanza pratico da mettere e rimuovere, si svita in un giro e mezzo ed ha una filettatura a due principi . Può essere calzato sulla penna senza sbilanciarla eccessivamente all'indietro rendendola molto elegante in assetto da scrittura. Comunque viste le dimensioni può essere tranquillamente usata senza calzare il cappuccio anche da chi ha le mani più grandi. La clip si fa notare, è bella grande ed ha una forma molto classica. Alla base del cappuccio, infine, vi è un semplice anello in argento 925 senza alcun fronzolo, su cui è inciso "Filcao - Italia" e il titolo del metallo.
Il caricamento della penna è anche esso in linea con lo stile della produzione anni '40 a cui si rifà, ossia a pulsante di fondo. Trovo che doni un certo tocco di esclusività a questa penna, benché per mia natura non sia un fan dei sistemi di caricamento "esoterici". Un buon sistema a cartuccia o, al più, un pistone, svolgono egregiamente allo scopo senza troppe complicazioni.
Ovviamente anche la sezione della penna è coerente alla produzione anni '40, quindi una sezione semplice, lineare e comoda insomma fatta per far scrivere. E' rastremata verso la punta, lunga il giusto, con un colletto ben pronunciato alla fine che dice: "seri arrivato alla fine non andare oltre che finisci con le dita sul pennino e ti sporchi"
La penna è originariamente dotata di un pennino di produzione Shmidt, un Iridium Point Germany di quelli veri e non di quelli cinesi per intenderci. Detta in poche parole un #6 senza infamia e senza lode che fa bene il suo lavoro... ma io l'ho trovato terribilmente noioso, duro come un chiodo e con un flusso da manuale. E così in men che non si dica l'ho rimpiazzato con un BCI realizzato da Nagahara per Franklin Christoph, rendendola in tal modo una penna dal tratto molto più interessante. Tuttavia mi riservo in futuro di dotarla di un bel pennino vintage, credo che una bellezza del genere con un caricamento a pulsante di fondo non possa ambire a nulla di meglio.
Il mio giudizio generale su questa penna non può che essere positivo, per una manciata di euro mi sono portato a casa una penna elegante, solida, realizzata bene con ottimi materiale e con un esclusivo caricamento a pulsante di fondo. Forse la sola vera pecca è il suo un gruppo scrittura, noioso benché faccia egregiamente il suo lavoro, ma facilmente sostituibile con un pennino #6.
Così quando mi sono imbattuto in questa Atlantica ad un prezzo molto conveniente, ho deciso di farla mia. Devo dire che è una penna davvero interessante, realizzata in acetato di cellulosa e con caricamento a pulsante di fondo.
Il materiale della penna è stato la prima cosa che ha attirato la mia attenzione, è una moderna celluloide blue con delle screziature arancio, se vogliamo nulla di esotico, non vi sono sfumature particolari e tanto meno presenta la profondità e la luminosità tipiche delle più esclusive celluloidi prodotte, ma è comunque accattivante e, soprattutto, piacevole al tatto.
La linea della penna ricalca la tipica produzione di Settimo degli anni d'oro, una flat top importante, direi mascolina, con un cappuccio rastremato in cima ed un fusto leggermente bombato verso il centro. E' una penna senza fronzoli e senza vezzi, classica ed essenziale, stringendola tra le dite si sente tutta la solidità di una costruzione di ottimo livello ed il piacere di maneggiare della celluloide.
Le dimensioni sono quelle di una penna di taglia grande, eccole.
Lunghezza da chiusa: 141mm
Lunghezza da aperta: 133mm
Lunghezza calzata: 170mm
Diametro max fusto: 14mm
Diametro sezione: 12-10mm
Peso:24gr.
Il cappuccio è abbastanza pratico da mettere e rimuovere, si svita in un giro e mezzo ed ha una filettatura a due principi . Può essere calzato sulla penna senza sbilanciarla eccessivamente all'indietro rendendola molto elegante in assetto da scrittura. Comunque viste le dimensioni può essere tranquillamente usata senza calzare il cappuccio anche da chi ha le mani più grandi. La clip si fa notare, è bella grande ed ha una forma molto classica. Alla base del cappuccio, infine, vi è un semplice anello in argento 925 senza alcun fronzolo, su cui è inciso "Filcao - Italia" e il titolo del metallo.
Il caricamento della penna è anche esso in linea con lo stile della produzione anni '40 a cui si rifà, ossia a pulsante di fondo. Trovo che doni un certo tocco di esclusività a questa penna, benché per mia natura non sia un fan dei sistemi di caricamento "esoterici". Un buon sistema a cartuccia o, al più, un pistone, svolgono egregiamente allo scopo senza troppe complicazioni.
Ovviamente anche la sezione della penna è coerente alla produzione anni '40, quindi una sezione semplice, lineare e comoda insomma fatta per far scrivere. E' rastremata verso la punta, lunga il giusto, con un colletto ben pronunciato alla fine che dice: "seri arrivato alla fine non andare oltre che finisci con le dita sul pennino e ti sporchi"
La penna è originariamente dotata di un pennino di produzione Shmidt, un Iridium Point Germany di quelli veri e non di quelli cinesi per intenderci. Detta in poche parole un #6 senza infamia e senza lode che fa bene il suo lavoro... ma io l'ho trovato terribilmente noioso, duro come un chiodo e con un flusso da manuale. E così in men che non si dica l'ho rimpiazzato con un BCI realizzato da Nagahara per Franklin Christoph, rendendola in tal modo una penna dal tratto molto più interessante. Tuttavia mi riservo in futuro di dotarla di un bel pennino vintage, credo che una bellezza del genere con un caricamento a pulsante di fondo non possa ambire a nulla di meglio.
Il mio giudizio generale su questa penna non può che essere positivo, per una manciata di euro mi sono portato a casa una penna elegante, solida, realizzata bene con ottimi materiale e con un esclusivo caricamento a pulsante di fondo. Forse la sola vera pecca è il suo un gruppo scrittura, noioso benché faccia egregiamente il suo lavoro, ma facilmente sostituibile con un pennino #6.