stringo un po' di storia in mano.
Qualcun altro preferisce le penne usate, come me, alle penne "vergini"?
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Anch'io, sebbene mentalmente io associ le vintage alla levetta, non allo stantuffo (capita che quelle che ho siano quasi tutte a levetta).Andrea_R ha scritto:Sono solo un paio di mesi che ho iniziato a usare le stilografiche e mi sono accorto di essere irrimediabilmente attratto dal "vintage". Questioni prettamente tecniche a parte le penne nuove, lucenti e brillanti non hanno il fascino di quell'oggetto consumato, a volte sbreccato che riutilizzi da anni, chiedendoti quali storie potrebbe raccontare, è impagabile il rituale immergendo il pennino nell'inchiostro ed annusando l'aria satura di chimico, il fondello che gira, lo stantuffo che scende, il colore che sale, lo stillicidio del pennino sulla carta, crochi che sbocciano dalla neve...
stringo un po' di storia in mano.
Qualcun altro preferisce le penne usate, come me, alle penne "vergini"?
Il mio giudizio sulle penne a levetta è sicuramente inficiato dalla mia inesperienza, ne ho solo una ma veramente piccola per me e così la trovo scomoda per l'uso quotidiano, un altro sistema di caricamento che mi affascina invece è il coin filler, ma che, almeno a breve, non avrò l'opportunità di sperimentareklapaucius ha scritto:Anch'io, sebbene mentalmente io associ le vintage alla levetta, non allo stantuffo (capita che quelle che ho siano quasi tutte a levetta).Andrea_R ha scritto:Sono solo un paio di mesi che ho iniziato a usare le stilografiche e mi sono accorto di essere irrimediabilmente attratto dal "vintage". Questioni prettamente tecniche a parte le penne nuove, lucenti e brillanti non hanno il fascino di quell'oggetto consumato, a volte sbreccato che riutilizzi da anni, chiedendoti quali storie potrebbe raccontare, è impagabile il rituale immergendo il pennino nell'inchiostro ed annusando l'aria satura di chimico, il fondello che gira, lo stantuffo che scende, il colore che sale, lo stillicidio del pennino sulla carta, crochi che sbocciano dalla neve...
stringo un po' di storia in mano.
Qualcun altro preferisce le penne usate, come me, alle penne "vergini"?
Comunque piu' che il fascino del consumato, dell'usato, su di me agisce il fascino di penne esteticamente piu' eleganti, piu' originali e in alcuni casi anche tecnicamente superiori (un pennino che scrive sia normalmente sia flesso e' tecnicamente superiore a un pennino rigido e basta).
Mi permetto di suggerirti di andare indietro di altri 20 anni 1940/1960. Potresti avere delle sorprese. Oltre diventano un po' più problematiche e son d'accordo con te.Rampa ha scritto:Anch'io sono un grande estimatore di penne vissute (chiamarle "usate" mi sembra riduttivo), il periodo che preferisco è il ventennio 1960-1980: le penne più antiche non mi sembrano molto affidabili per un uso giornaliero e quelle più moderne a volte hanno pennini un pò troppo rigidi per i miei gusti. Ciò detto posseggo da poco tempo una Montblanc 22 e l'ho trovata subito bellissima e deliziosa da guardare e da usare, ringrazio il cielo che non sia tra le favorite di chi ama il marchio Montblanc e che si trovi a prezzi piuttosto buoni.
Ero io AndreaAndrea1979 ha scritto:Ciao, finora non ho trovato una "vintage" che mi attiri, anzi. Mi piacciano invece decisamente le linee moderne o semimoderne (non so come considerate la Lamy 2000 o la 149). Ma è possibile che con il passare degli anni i gusti mutino (non so più chi, proprio in questo forum, raccontava di essersi convertito dalle penne nere alle colorate).