La Parker Duofold "Big Red"

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Tribbo
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La Parker Duofold "Big Red"

Messaggio da Tribbo »

Salve Amici
Come non condividere con voi le mie impressioni su quella che è una delle mie migliori penne.. la Parker Duofold Big Red! Una anziana ma arzilla signora di almeno 80 o 90 anni
Ma prima un poco di storia: nel 1921 un certo Lewis Tebbel, che era uno dei direttori di filiale della Parker, ebbe un’idea geniale quanto pazza: riprendere un vecchio modello della Parker che si chiamava Jack Knife e riproporlo in grandi dimensioni e con un improbabilissimo colore rosso. E non solo: Tebbel vorrà chiamare la penna Duofold, perché costerà due volte tanto la media del prezzo delle stilografiche di allora (circa 7 dollari).
Realizzata inizialmente in ebanite di un colore rosso vivo (per questo chiamata Big Red), fu una vera e propria rivoluzione nel mondo fino allora dominato dal colore nero e smorto dell’ebanite, ed anticipò di vari anni l'introduzione dei colori della celluloide

Ma veniamo al mio modello di Big Red. Come mia prima impressione, se mi fosse messo un foglio di carta davanti e mi fosse richiesto di disegnare a memoria una penna stilografica, disegnerei proprio questa silhouette: un cilindro per il cappuccio ed uno per il fusto. Proprio l’essenza stessa della stilografica
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Vedendo le estremità affusolate che terminano a fondo piatto possiamo subito stabilire che è un modello Streamlined, quindi prodotto a partire dal 1929 nella celluloide che per la Parker prendeva il nome di fantasia di “permanite”
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Il fondello cieco si può svitare rilevando il meccanismo di carica a pulsante premendo il quale si flette internamente una barretta metallica che a sua volta schiaccia un serbatoietto di gomma. Rilasciando il pulsante il serbatoietto si ridistende aspirando l’inchiostro. Questo meccanismo fu una grande innovazione tecnica per la sicurezza della penna, perché tutte le altre penne di allora avevano un’apertura sul fusto per azionare il meccanismo per premere il serbatoio di inchiostro, una levetta laterale o la mezzaluna del crescent filler. Nella Parker invece il fusto era intero ed il fondello avvitato faceva da tappo quindi.. qualunque perdita interna di inchiostro dal sacchetto restava nella penna
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Sul fusto si riesce ad indovinare l’incisione Geo S Parker che sta per George Safford Parker. Molto ci sarebbe da dire su questa incisione, che è cambiata coi vari modelli. I primi avevano anche un cosiddetto Banner, ossia una specie di bandiera con sopra inciso Lucky Curve, che era uno dei primi modelli di alimentatore della Parker e che scomparirà nel 1928 quando non verrà più utilizzato. Anche le dimensioni della scritta cambieranno negli anni, dalla cosiddetta scritta gigante alla scritta media ed infine alla scritta piccola come questa
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Sul cappuccio notiamo le due fascette di rinforzo e molto vicino alla sommità troviamo la clip con terminale a pallina. La clip a freccia verrà introdotta solo successivamente col conosciutissimo modello di penna che sostituirà la Duofold come best seller e della quale non faccio qui il nome, (tanto tutti voi lo conoscete anche meglio di me)..

SEGUE....
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Tribbo
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Messaggio da Tribbo »

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Se guardiamo con un poco di attenzione la clip notiamo delle sigle: Pat Sep 5 – 16 . Questa sigla fa riferimento ad un brevetto della Parker del 5 Settembre del 1916 ed è la cosiddetta “washer clip” ossia “clip a rondella”. In questo modo la clip era posta vicino alla sommità del cappuccio e fermata da questo terminale piatto avvitato, di modo che la stilo potesse essere infilata più profondamente nel taschino.
Questo modello verrà adottato dallo stile militare in cui i regolamenti imponevano che la penna non fuoriuscisse dal taschino e verrà declinato in varie forme praticamente da tutte le altre ditte che dovevano rispettare questo canone (ricordiamo le Tulip clip della Whal o le military clip della Sheaffer)
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Il cappuccio si svita in un quarto di giro, rivelando una comodissima sezione svasata a clessidra anch’essa frutto del nuovo design più snello, mentre prima c’era un vero e proprio colletto pronunciato. Su questo profilo le dita si assestano in modo molto naturale e non corrono il rischio di scivolare verso il maestoso pennino in oro 14 ct di grado F supportato da un alimentatore in ebanite
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Il pennino di questa signora si presenta piegato verso il basso, facendolo quasi rassomigliare ad un pennino di tipo posting. Forse un trauma da impatto … ma non credo, sembra più flessione da sforzo.
Probabilmente mi viene da pensare che il vecchio proprietario fosse un poco maldestro e frettoloso.. oggi per noi collezionisti queste penne sono preziose, ma allora erano dei mezzi di scrittura (seppure prestigiosi come questo) e riempiendo la penna dal calamaio spingendo il pulsante di carica il proprietario puntellava sul fondo della bottiglia il pennino causandone il piegamento.. chissà..
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Vediamola ora a confronto con una penna di dimensioni importanti come la Montblanc 146 le Grand ed una abbastanza piccola come una Pelikan M200. Vediamo che si posiziona nel mezzo, risultando dunque una penna che in teoria ancora si potrebbe portare appresso nella tasca e che comunque ha una certa dimensione per farsi notare

Per la prova di scrittura sarei tentato di calzare il cappuccio sul fusto come faccio sempre quando le dimensioni lo consentono, ma qui, data l’anzianità della penna, avrei paura di fessurare il bordo, quindi ritengo più opportuno utilizzare la penna senza calzarla e tenendo il cappuccio o in mano o da una parte sul tavolo. Anche quando poi riavviterò il cappuccio sul fusto cercherò proprio di non stringere troppo. Comunque, le dimensioni della penna sono abbastanza generose per la mia mano, tali da consentire un adeguato posizionamento e bilanciamento
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La carta usata è un normale foglio protocollo trovato per casa e l’inchiostro il classico Waterman Serenity Blue. La penna si comporta egregiamente, rilasciando un tratto continuo e sottile con un poco di feedback. La uso con soddisfazione per il mio Journaling e anche quando non la uso per qualche giorno, basta inumidire il pennino per farlo ripartire immediatamente!


In conclusione direi che la Parker Duofold Big Red è stato un modello molto importante nella storia della Parker, tanto che l’azienda riutilizzerà lo stesso nome diverse volte nella sua produzione, fino ad arrivare alle moderne edizioni delle Duofold Centennial iniziate intorno al 1987 che ripropongono la stessa forma della vecchia Big Red, solo con caricamento a cartuccia.
…..E forse anche per questo un poco criticate, visto la fascia di prezzo che magari richiederebbe un minimo di impegno tecnico in più

Per chi volesse qualche informazione in più... questo il link al video su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=IkU_xGpF3OU&t=914s

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La Parker Duofold "Big Red"

Messaggio da piccardi »

Tribbo ha scritto: giovedì 7 aprile 2022, 20:46 Realizzata inizialmente in ebanite di un colore rosso vivo (per questo chiamata Big Red), fu una vera e propria rivoluzione nel mondo fino allora dominato dal colore nero e smorto dell’ebanite, ed anticipò di vari anni l'introduzione dei colori della celluloide
Anzitutto complimenti per la penna, che è uno dei grandi classici della stilografica.

Però la rivoluzione della Duofold non era l'ebanite rossa che la Parker stessa (come molti altri produttori) aveva già usato dagli anni '10, ma il fatto di essere fatta con due parti di colori diversi (rosso e nero).

La tua comunque, avendo le forme affusolate adottate dopo il 1929, dovrebbe essere in celluloide (che sostituì l'ebanite nel 1925 circa).

Simone
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Messaggio da lucacecchi »

Bellissima storia, grazie.
Luca Cecchi

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