Duro lavoro, ma con stile: la Pelikan MK10
Inviato: sabato 15 gennaio 2022, 15:05
1965:
- 24 gennaio: muore Sir Winston Churchill.
- 7 marzo: entra in vigore la istruzione ecumenica Sacrosanctum Concilium, che autorizza l'uso della lingua italiana in diverse parti della S. Messa. - 8 marzo: Đà Nẵng, Viet Nam: con lo sbarco dei primi Marines inizia ufficialmente la guerra del Vietnam.
- 18 marzo: il cosmonauta Aleksej Archipovič Leonov, uscito dalla Voschod 2 per 12 minuti, effettua la prima passeggiata spaziale.
- 20 marzo: Martin Luther King guida 3.200 attivisti per i diritti civili nella terza marcia da Selma a Montgomery, in Alabama. - 9 maggio: a Torino il chirurgo Luigi Solerio, l'anestesista Enrico Ciocatto e un'équipe di 22 chirurghi e anestesisti separano con un difficile intervento le due sorelle siamesi Giuseppina e Santina Foglia.
- 14 luglio: la sonda americana Mariner 4 raggiunge per la prima volta Marte; invierà alla Terra un totale di 21 foto.
- 16 luglio: con una solenne cerimonia, i presidenti Giuseppe Saragat e Charles De Gaulle inaugurano il Traforo del Monte Bianco.
E’ in quest’anno che viene offerta per la prima volta la stilografica Pelikan MK10.
Si tratta di una penna certamente non di pregio, ma alla quale spetta una certa dignità storica, perché fu la prima rappresentante del nuovo stile estetico che il famoso produttore tedesco diede ai suoi strumenti di scrittura in risposta alla moda introdotta dalla Parker 45, una stilografica sottile e molto slanciata, con pennino quasi integralmente coperto e con una linea praticamente ininterrotta dalla punta alla coda.
Uno stile che la fece da padrone per decenni e che, affermando la penna sottile, in un certo senso spianò anche la strada alla Aurora Hastil disegnata da Zanuso ed alle sue innumerevoli imitatrici.
Da quanto apprendo (http://dirck.delint.ca/beta/?page_id=7452), il modello MK10 (nel quale la M identifica il sistema di caricamento a stantuffo e la K descrive il materiale plastico del cappuccio) fu introdotto nel 1965 e venne prodotto fino al 1970. Il costo della penna nel suo paese natale sembra s’aggirasse intorno ai 18 marchi tedeschi.
La versione verde e nera, una combinazione di colori che, sin dagli anni Trenta, costituisce una sorta di marchio di fabbrica per Pelikan, potrebbe essere stata destinata solo all’esportazione.
La MK10 rientra nel novero delle Pelikan prodotte anche per Taylorix, una società fondata a Stoccarda nel 1921, dedita allo studio di soluzioni efficienti per le attività aziendali e che aveva sviluppato un metodo di gestione documentale che richiedeva l’uso della loro speciale carta copiativa, che a sua volta necessitava di pennini speciali. Le MK10 prodotte per la Taylorix erano marchiate con il nome del cliente.
La penna chi vi presento oggi mi è stata regalata.
Era un “caso d’ospedale” e richiedeva una riparazione, circa la quale, se siete curiosi, potete andare a vedere qui: viewtopic.php?f=12&t=26168
Basta effettivamente un’occhiata per percepire distintamente l’influenza stilistica della Parker 45, anche se, altrettanto evidentemente, qui siamo di fronte ad un’interpretazione tipicamente “teutonica” del tema stilistico, con linee più segmentate e tecnologia d’alimentazione più sofisticata e tradizionale.
Ma veniamo alle caratteristiche morfologiche principali:
- Lunghezza chiusa: 133 mm
- Lunghezza aperta: 126 mm
- Lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 143 mm
- Lunghezza del cappuccio: 63 mm
- Lunghezza della sezione: 37 mm
- Diametro massimo del fusto: 11 mm
- Diametro massimo del cappuccio: 12,5 mm
- Diametro medio della sezione: 9,5 mm
- Peso: 14 gr (scarica)
- Peso del cappuccio: 6 gr.
- Materiali: pennino d’acciaio dorato, corpo, cappuccio ed elementi dello stantuffo in plastica, fermaglio in metallo dorato.
Si tratta d’una stilografica aggraziata, sottile ma piuttosto lunga e leggera, adatta a lunghe sessioni di scrittura. Ottimo il bilanciamento, forse migliore a cappuccio calzato, e buona la scorrevolezza del pennino. Il fermaglio, che richiama in modo estremamente stilizzato il becco del pellicano, un altro elemento caratteristico di Pelikan, è ben elastico ma deciso nel fermare la penna nel taschino.
Molto comoda, come sempre, la finestra d’ispezione della quantità d’inchiostro ancora presente nella penna.
Il cappuccio si chiude a pressione in modo fermo, senza la necessità di serrarlo eccessivamente. In ogni caso, l’anello metallico inserito sul labbro di questo componente ne contrasta la fessurazione.
La sezione, così lunga, consente un’ampia variabilità di posizioni ed asseconda ogni gusto.
Ed ecco una prova di scrittura: Il flusso è molto buono, non eccessivo ma neppure magro, e la regolarità di scrittura, anche su carte scadenti, è del tutto soddisfacente. Il pennino scorre molto bene e, nonostante sia d’acciaio e di dimensioni ridotte, è anche dotato d’una certa morbidezza. Nel complesso, la scrittura è molto piacevole: s’avverte immediatamente che questa stilografica è stata concepita innanzi tutto per scrivere, per farlo bene e per rendere agevole in ogni senso il compito all’utilizzatore. In sintesi, siamo di fronte ad una penna di buona qualità, destinata ad un uso quotidiano e frequente e rivolta ad un mercato vasto, certamente non facoltoso; un vero strumento di lavoro, adatto sia all’impiegato sia allo studente.
Non era una stilografica di prestigio, ma senza dubbio consentì a molte persone di svolgere bene il loro lavoro, accompagnandole nella fatica di quelle giornate “normali” delle quali è fatta, in massima parte, la vita dell’uomo occidentale.
Almeno fino ad oggi…
- 24 gennaio: muore Sir Winston Churchill.
- 7 marzo: entra in vigore la istruzione ecumenica Sacrosanctum Concilium, che autorizza l'uso della lingua italiana in diverse parti della S. Messa. - 8 marzo: Đà Nẵng, Viet Nam: con lo sbarco dei primi Marines inizia ufficialmente la guerra del Vietnam.
- 18 marzo: il cosmonauta Aleksej Archipovič Leonov, uscito dalla Voschod 2 per 12 minuti, effettua la prima passeggiata spaziale.
- 20 marzo: Martin Luther King guida 3.200 attivisti per i diritti civili nella terza marcia da Selma a Montgomery, in Alabama. - 9 maggio: a Torino il chirurgo Luigi Solerio, l'anestesista Enrico Ciocatto e un'équipe di 22 chirurghi e anestesisti separano con un difficile intervento le due sorelle siamesi Giuseppina e Santina Foglia.
- 14 luglio: la sonda americana Mariner 4 raggiunge per la prima volta Marte; invierà alla Terra un totale di 21 foto.
- 16 luglio: con una solenne cerimonia, i presidenti Giuseppe Saragat e Charles De Gaulle inaugurano il Traforo del Monte Bianco.
E’ in quest’anno che viene offerta per la prima volta la stilografica Pelikan MK10.
Si tratta di una penna certamente non di pregio, ma alla quale spetta una certa dignità storica, perché fu la prima rappresentante del nuovo stile estetico che il famoso produttore tedesco diede ai suoi strumenti di scrittura in risposta alla moda introdotta dalla Parker 45, una stilografica sottile e molto slanciata, con pennino quasi integralmente coperto e con una linea praticamente ininterrotta dalla punta alla coda.
Uno stile che la fece da padrone per decenni e che, affermando la penna sottile, in un certo senso spianò anche la strada alla Aurora Hastil disegnata da Zanuso ed alle sue innumerevoli imitatrici.
Da quanto apprendo (http://dirck.delint.ca/beta/?page_id=7452), il modello MK10 (nel quale la M identifica il sistema di caricamento a stantuffo e la K descrive il materiale plastico del cappuccio) fu introdotto nel 1965 e venne prodotto fino al 1970. Il costo della penna nel suo paese natale sembra s’aggirasse intorno ai 18 marchi tedeschi.
La versione verde e nera, una combinazione di colori che, sin dagli anni Trenta, costituisce una sorta di marchio di fabbrica per Pelikan, potrebbe essere stata destinata solo all’esportazione.
La MK10 rientra nel novero delle Pelikan prodotte anche per Taylorix, una società fondata a Stoccarda nel 1921, dedita allo studio di soluzioni efficienti per le attività aziendali e che aveva sviluppato un metodo di gestione documentale che richiedeva l’uso della loro speciale carta copiativa, che a sua volta necessitava di pennini speciali. Le MK10 prodotte per la Taylorix erano marchiate con il nome del cliente.
La penna chi vi presento oggi mi è stata regalata.
Era un “caso d’ospedale” e richiedeva una riparazione, circa la quale, se siete curiosi, potete andare a vedere qui: viewtopic.php?f=12&t=26168
Basta effettivamente un’occhiata per percepire distintamente l’influenza stilistica della Parker 45, anche se, altrettanto evidentemente, qui siamo di fronte ad un’interpretazione tipicamente “teutonica” del tema stilistico, con linee più segmentate e tecnologia d’alimentazione più sofisticata e tradizionale.
Ma veniamo alle caratteristiche morfologiche principali:
- Lunghezza chiusa: 133 mm
- Lunghezza aperta: 126 mm
- Lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 143 mm
- Lunghezza del cappuccio: 63 mm
- Lunghezza della sezione: 37 mm
- Diametro massimo del fusto: 11 mm
- Diametro massimo del cappuccio: 12,5 mm
- Diametro medio della sezione: 9,5 mm
- Peso: 14 gr (scarica)
- Peso del cappuccio: 6 gr.
- Materiali: pennino d’acciaio dorato, corpo, cappuccio ed elementi dello stantuffo in plastica, fermaglio in metallo dorato.
Si tratta d’una stilografica aggraziata, sottile ma piuttosto lunga e leggera, adatta a lunghe sessioni di scrittura. Ottimo il bilanciamento, forse migliore a cappuccio calzato, e buona la scorrevolezza del pennino. Il fermaglio, che richiama in modo estremamente stilizzato il becco del pellicano, un altro elemento caratteristico di Pelikan, è ben elastico ma deciso nel fermare la penna nel taschino.
Molto comoda, come sempre, la finestra d’ispezione della quantità d’inchiostro ancora presente nella penna.
Il cappuccio si chiude a pressione in modo fermo, senza la necessità di serrarlo eccessivamente. In ogni caso, l’anello metallico inserito sul labbro di questo componente ne contrasta la fessurazione.
La sezione, così lunga, consente un’ampia variabilità di posizioni ed asseconda ogni gusto.
Ed ecco una prova di scrittura: Il flusso è molto buono, non eccessivo ma neppure magro, e la regolarità di scrittura, anche su carte scadenti, è del tutto soddisfacente. Il pennino scorre molto bene e, nonostante sia d’acciaio e di dimensioni ridotte, è anche dotato d’una certa morbidezza. Nel complesso, la scrittura è molto piacevole: s’avverte immediatamente che questa stilografica è stata concepita innanzi tutto per scrivere, per farlo bene e per rendere agevole in ogni senso il compito all’utilizzatore. In sintesi, siamo di fronte ad una penna di buona qualità, destinata ad un uso quotidiano e frequente e rivolta ad un mercato vasto, certamente non facoltoso; un vero strumento di lavoro, adatto sia all’impiegato sia allo studente.
Non era una stilografica di prestigio, ma senza dubbio consentì a molte persone di svolgere bene il loro lavoro, accompagnandole nella fatica di quelle giornate “normali” delle quali è fatta, in massima parte, la vita dell’uomo occidentale.
Almeno fino ad oggi…