Franklin Christoph 46
Inviato: martedì 28 dicembre 2021, 12:59
Franklin Christoph è un marchi americano attivo nel mondo delle stilografiche dal 2001. Le penne di questo marchio sono caratterizzate da design minimali e moderni con un catalogo abbastanza ampio di modelli e pennini. Il loro modello di vendita si affida ad un rapporto diretto con il cliente tramite la loro pagina web e posta elettronica.
Personalmente sono stato attratto dalla grossa varietà di pennini offerti sia #5 che #6, entrambe sia in oro 14K che in acciaio. Oltre alle gradazioni standard offerte dai gruppi di scrittura JoWo, che vanno da EF fino a 1.4 cursive calligraphy, vengono offerte sei gradazioni personalizzate fatte da Nagahara e 3 realizzate in casa. E' stata proprio questa grossa varietà a spingermi all'acquisto di una loro penna facendomi propendere per una 46, una penna clipless dalle linee essenziali che trovo essere in piena filosofia F-C, . La semplicità della linea è notevole, un cilindro con le parti terminali di fusto e cappuccio a tronco di cono.
Anche il packaging è davvero essenziale, una semplice scatola di cartone in cui troviamo un borsello a zip in cui è contenuta la penna.
Appena presa in mano quel che colpisce è la leggerezza della penna. Ad essere del tutto sinceri, inizialmente non ho avuto la sensazione di avere tra le mani una penna realizzata per tornitura di una barra piena, sembrava quasi una penna economica stampata, poi però pian piano ho apprezzato la qualità del materiale e la solida costruzione. Eccone le misure:
Penna chiusa: 135 mm
Penna aperta: 125 mm
Penna aperta con cappuccio calzato: 169 mm
Diametro fusto: 13.8 mm
Diametro sezione: 10 mm -> 12.6 mm
Peso: 18.5gr
La penna è di una buona taglia media che reputo idonea un po' a tutte le mani, e direi di buona qualità costruttiva, direi comunque cosa non difficile da raggiungere vista l'estrema semplicità di questo modello.
Sul cappuccio senza clip troviamo inciso sulla base "Franklin Christoph 46" e sulla sommità il logo della casa, sono questi gli unici elementi decorativi della penna.
Il cappuccio si rimuove in circa 1,5 giri e può essere calzato sulla penna; benché non entri in profondità rimane ben saldo e non sbilancia la penna.
La sezione la trovo molto confortevole, cosa che insieme alla leggerezza della penna la rende perfetta per lunghe sessioni di scrittura. Inoltre trovo che la filettatura messa sulla base della sezione oltre che una ottima scelta funzionale sia anche perfettamente in sintonia con il design della penna aiutando a mantenere pulita la linea del fusto. Anche se minimo, sarebbe stato opportuno però rimuovere del tutto il gradino tra sezione e fusto, una scelta che decisamente faccio fatica a capire, ma magari c'è un limite tecnico che mi sfugge.
Il sistema di caricamento è a cartuccia/converter: semplice ed efficiente, peraltro compatibile con lo standard Pelikan, il converter in dotazione è uno Shmidt K5 brandizzato.
Il pennino montato dalla 46 e uno JoWo #6, con la penna ho ordinato due gruppi scrittura entrambe in acciaio, un 1.1 cc ed un Broad Cursive Italic (BCI) Nagahara. La curiostià era soprattutto per il Nagahara BCI. Il pennino è di base un Broad in acciaio JoWo e la lavorazione fatta dal nibmeister è subito evidente: l'iridio è rimosso, il taglio della punta viene accentuato e si nota inoltre una leggera incurvatura sulla parte superiore. Come mia abitudine ho subito caricato la penna senza alcun lavaggio preventivo, oltretutto con un inchiostro che non conoscevo affatto ovvero lo Shneider Ice Blue di cui ho ricevuto un campioncino da un amico del forum (che ringrazio molto!). La prima impressione è stata notevole, essendo un campioncino ho caricato direttamente il converter dalla fialetta e poi inserito nella penna, dopo pochi secondi il pennino ha iniziato a scrivere con un flusso molto ben regolato ed una scorrevolezza molto piacevole. Questo pennino non ha bisogno di essere portato sulla carta, è lui che porta la mano, resta sulla carta perfettamente e non perde un colpo, l'ho trovato fin da subito facile da usare. Nonostante il tratto di base sicuramente inferiore ad uno stub 1.1, mostra una variazione alquanto evidente. Benché abbia una naturale vocazione calligrafica trovo che sia un pennino perfettamente idoneo a seguirmi in ufficio per le mie note durante una riunione, anche su carte più scadenti grazie ad un tratto ed un flusso tutto sommato contenuto. Il solo difetto che riscontro è una notevole rigidità, ma questo è più che altro un mio personale gusto in quanto preferisco pennini più morbidi.
Il secondo gruppo scrittura è l'1.1 cursive calligraphy, in pratica uno stub JoWo perfettamente identico a quelli montati sulle penne Leonardo (oltretutto perfettamente intercambiabili con quest'ultimi). Non mi perdo in commenti su come scrive, dico solo che è il solito noioso e ben funzionante Stub di casa JoWo.
In definitiva direi che la F-C 46 è una penna ben fatta e sicuramente apprezzata da coloro che sono attratti da design semplici, efficienti e funzionali, oltretutto con un una vasta scelta di pennini. Per l'acquisto bisogna rivolgersi alla casa madre oltreoceano, e consiglio di contattarli direttamente via email specialmente se si è alla ricerca di un pennino custom. Trovo che i costi siano in linea con il prodotto, si tratta pur sempre di penne ricavate da tornitura di barra piena e materiali di buona qualità. Forse sono proprio i pennini custom che costicchiano un po', ma valgono ogni centesimo speso.
Personalmente sono stato attratto dalla grossa varietà di pennini offerti sia #5 che #6, entrambe sia in oro 14K che in acciaio. Oltre alle gradazioni standard offerte dai gruppi di scrittura JoWo, che vanno da EF fino a 1.4 cursive calligraphy, vengono offerte sei gradazioni personalizzate fatte da Nagahara e 3 realizzate in casa. E' stata proprio questa grossa varietà a spingermi all'acquisto di una loro penna facendomi propendere per una 46, una penna clipless dalle linee essenziali che trovo essere in piena filosofia F-C, . La semplicità della linea è notevole, un cilindro con le parti terminali di fusto e cappuccio a tronco di cono.
Anche il packaging è davvero essenziale, una semplice scatola di cartone in cui troviamo un borsello a zip in cui è contenuta la penna.
Appena presa in mano quel che colpisce è la leggerezza della penna. Ad essere del tutto sinceri, inizialmente non ho avuto la sensazione di avere tra le mani una penna realizzata per tornitura di una barra piena, sembrava quasi una penna economica stampata, poi però pian piano ho apprezzato la qualità del materiale e la solida costruzione. Eccone le misure:
Penna chiusa: 135 mm
Penna aperta: 125 mm
Penna aperta con cappuccio calzato: 169 mm
Diametro fusto: 13.8 mm
Diametro sezione: 10 mm -> 12.6 mm
Peso: 18.5gr
La penna è di una buona taglia media che reputo idonea un po' a tutte le mani, e direi di buona qualità costruttiva, direi comunque cosa non difficile da raggiungere vista l'estrema semplicità di questo modello.
Sul cappuccio senza clip troviamo inciso sulla base "Franklin Christoph 46" e sulla sommità il logo della casa, sono questi gli unici elementi decorativi della penna.
Il cappuccio si rimuove in circa 1,5 giri e può essere calzato sulla penna; benché non entri in profondità rimane ben saldo e non sbilancia la penna.
La sezione la trovo molto confortevole, cosa che insieme alla leggerezza della penna la rende perfetta per lunghe sessioni di scrittura. Inoltre trovo che la filettatura messa sulla base della sezione oltre che una ottima scelta funzionale sia anche perfettamente in sintonia con il design della penna aiutando a mantenere pulita la linea del fusto. Anche se minimo, sarebbe stato opportuno però rimuovere del tutto il gradino tra sezione e fusto, una scelta che decisamente faccio fatica a capire, ma magari c'è un limite tecnico che mi sfugge.
Il sistema di caricamento è a cartuccia/converter: semplice ed efficiente, peraltro compatibile con lo standard Pelikan, il converter in dotazione è uno Shmidt K5 brandizzato.
Il pennino montato dalla 46 e uno JoWo #6, con la penna ho ordinato due gruppi scrittura entrambe in acciaio, un 1.1 cc ed un Broad Cursive Italic (BCI) Nagahara. La curiostià era soprattutto per il Nagahara BCI. Il pennino è di base un Broad in acciaio JoWo e la lavorazione fatta dal nibmeister è subito evidente: l'iridio è rimosso, il taglio della punta viene accentuato e si nota inoltre una leggera incurvatura sulla parte superiore. Come mia abitudine ho subito caricato la penna senza alcun lavaggio preventivo, oltretutto con un inchiostro che non conoscevo affatto ovvero lo Shneider Ice Blue di cui ho ricevuto un campioncino da un amico del forum (che ringrazio molto!). La prima impressione è stata notevole, essendo un campioncino ho caricato direttamente il converter dalla fialetta e poi inserito nella penna, dopo pochi secondi il pennino ha iniziato a scrivere con un flusso molto ben regolato ed una scorrevolezza molto piacevole. Questo pennino non ha bisogno di essere portato sulla carta, è lui che porta la mano, resta sulla carta perfettamente e non perde un colpo, l'ho trovato fin da subito facile da usare. Nonostante il tratto di base sicuramente inferiore ad uno stub 1.1, mostra una variazione alquanto evidente. Benché abbia una naturale vocazione calligrafica trovo che sia un pennino perfettamente idoneo a seguirmi in ufficio per le mie note durante una riunione, anche su carte più scadenti grazie ad un tratto ed un flusso tutto sommato contenuto. Il solo difetto che riscontro è una notevole rigidità, ma questo è più che altro un mio personale gusto in quanto preferisco pennini più morbidi.
Il secondo gruppo scrittura è l'1.1 cursive calligraphy, in pratica uno stub JoWo perfettamente identico a quelli montati sulle penne Leonardo (oltretutto perfettamente intercambiabili con quest'ultimi). Non mi perdo in commenti su come scrive, dico solo che è il solito noioso e ben funzionante Stub di casa JoWo.
In definitiva direi che la F-C 46 è una penna ben fatta e sicuramente apprezzata da coloro che sono attratti da design semplici, efficienti e funzionali, oltretutto con un una vasta scelta di pennini. Per l'acquisto bisogna rivolgersi alla casa madre oltreoceano, e consiglio di contattarli direttamente via email specialmente se si è alla ricerca di un pennino custom. Trovo che i costi siano in linea con il prodotto, si tratta pur sempre di penne ricavate da tornitura di barra piena e materiali di buona qualità. Forse sono proprio i pennini custom che costicchiano un po', ma valgono ogni centesimo speso.