Ritorno alle origini: Parker Vacumatic
Inviato: mercoledì 15 dicembre 2021, 22:15
Non mi reputo un cultore, mi sono avvicinato da troppo poco a questo meraviglioso hobby per avere la supponenza di salire in cattedra e dare lezioni, soprattutto sulla storia della stilografica, ma ci sono alcune produzioni nostrane prodotte dagli anni '30 in poi che mi hanno sempre attirato particolarmente. Le prime ad avermi affascinato sono le bellissime penne in stile Arc Deco di OMAS, poi ho conosciuto altro come le produzioni SAFIS; insomma parlo delle varie OMAS Extra, Extra Lucens e Radius Superior con le loro eleganti forme e quelle belle celluloidi semitrasparenti. Poi ho guardato oltre, in realtà siamo stati bravi nel apprendere forme e materiali introdotti da quelli che erano i grandi marchi d'epoca, tutti oltreoceano, e lì mi si è aperto un mondo. Che belle le Doric e le Decoband e che dire delle celluloidi anellate semitrasparenti di Parker prodotte dalla Dupont, la stessa casa che ha creato anche le celluloidi arco. E' così che ora sono entrato nella fase Vacumatic, non so se sono state le prime penne prodotte con queste celluloidi, ma di sicuro hanno fatto parlare di loro oltreoceano e vi vedo tanta inspirazione nelle celluloidi anellate e spiralate che troviamo sulle nostre pregiate Extra Lucens.
Ed ecco le prime tre Vacumatic che sono entrate nel mio accumulo.
Non ho assolutamente intenzione di raccontare la storia della Vacumatic, se a qualcuno interessa basta chiedere a Mr. Google e si trovano fonti molto autorevoli, quindi vi descrivo un po' questi modelli e la mia esperienza.
Credo che quelle con il doppio anello sul cappuccio sono delle Junior, l'altra e una Major Standard, ovvero penne da 5" di lunghezza (12,7cm) quando chiuse e che vanno religiosamente usate con il cappuccio calzato, sia perché altrimenti sarebbero troppo piccoline e poi perché Parker le ha disegnate così.
Le due Junior sono una Laminated Black e una Silver Pearl, la Major è invece una Golden Brown.Le celluloidi sono incantevoli, un capolavoro non solo per la vista ma anche per il tatto. Queste tre Vacumatic sono datate tra il il 1945 ed il 1947 e sono arrivate ai nostri giorni in condizioni formidabili, mantenendo una bella semitrasparenza; e poi scrivono ancora in maniera impeccabile. I pennini di questi modelli sono piccoletti ma ben proporzionati e sono accompagnati da un alimentatore in ebanite, come la stragrande maggioranza dei conduttori dell'epoca. Per tutti e tre le penne è bastata una bella pulizia e poi sono ripartite alla grande.
I pennini sono stati fatti praticamente in tutte le possibili gradazioni, rigidi, meno rigidi e flessibili, le mie tre hanno pennini mediamente rigidi di cui due fini e una un godibilissimo OB. La gradazione non l'ho trovata comunque scritta da nessuna parte
Il sistema di ricarica è il Vacumatic, essendo 3 esemplari della terza generazione hanno il vacumatic noto come plastic speedliner filler, che a differenza della prima generazione ha il pulsante di azionamento del sistema in plastica piuttosto che in alluminio. Purtroppo sono abbastanza rognose da sistemare per un utente alle prime armi e quasi nessuna arriva ai giorni nostri con il diaframma integro. Cambiarlo richiede qualche competenza e un po' di attrezzi specifici, come l'estrattore del meccanismo vacumatic e tanta pazienza. Tuttavia ci sono molte guide online, incluso il nostro ottimo wiki, ed una volta imparato come si fa, si sostituisce il diaframma si è a posto per un'altra decina di lustri, in alternativa basta comprarne di già revisionate. Oltre ad essere difficili da manutenere sono anche rognosette da pulire, il consiglio è di usare inchiostri che si lavano via facilmente. Di positivo c'è da dire che quando funziona prende parecchio inchiostro, garantendo un'ottima autonomia e se le si usano regolarmente scrivono sempre e non serve perdere la testa a lavarle.
Insomma che dire, sono penne belle, fatte bene e che non richiedono un mutuo per portarsele a casa, io sono a quota tre ma temo che sia solo l'inizio!
Ed ecco le prime tre Vacumatic che sono entrate nel mio accumulo.
Non ho assolutamente intenzione di raccontare la storia della Vacumatic, se a qualcuno interessa basta chiedere a Mr. Google e si trovano fonti molto autorevoli, quindi vi descrivo un po' questi modelli e la mia esperienza.
Credo che quelle con il doppio anello sul cappuccio sono delle Junior, l'altra e una Major Standard, ovvero penne da 5" di lunghezza (12,7cm) quando chiuse e che vanno religiosamente usate con il cappuccio calzato, sia perché altrimenti sarebbero troppo piccoline e poi perché Parker le ha disegnate così.
Le due Junior sono una Laminated Black e una Silver Pearl, la Major è invece una Golden Brown.Le celluloidi sono incantevoli, un capolavoro non solo per la vista ma anche per il tatto. Queste tre Vacumatic sono datate tra il il 1945 ed il 1947 e sono arrivate ai nostri giorni in condizioni formidabili, mantenendo una bella semitrasparenza; e poi scrivono ancora in maniera impeccabile. I pennini di questi modelli sono piccoletti ma ben proporzionati e sono accompagnati da un alimentatore in ebanite, come la stragrande maggioranza dei conduttori dell'epoca. Per tutti e tre le penne è bastata una bella pulizia e poi sono ripartite alla grande.
I pennini sono stati fatti praticamente in tutte le possibili gradazioni, rigidi, meno rigidi e flessibili, le mie tre hanno pennini mediamente rigidi di cui due fini e una un godibilissimo OB. La gradazione non l'ho trovata comunque scritta da nessuna parte
Il sistema di ricarica è il Vacumatic, essendo 3 esemplari della terza generazione hanno il vacumatic noto come plastic speedliner filler, che a differenza della prima generazione ha il pulsante di azionamento del sistema in plastica piuttosto che in alluminio. Purtroppo sono abbastanza rognose da sistemare per un utente alle prime armi e quasi nessuna arriva ai giorni nostri con il diaframma integro. Cambiarlo richiede qualche competenza e un po' di attrezzi specifici, come l'estrattore del meccanismo vacumatic e tanta pazienza. Tuttavia ci sono molte guide online, incluso il nostro ottimo wiki, ed una volta imparato come si fa, si sostituisce il diaframma si è a posto per un'altra decina di lustri, in alternativa basta comprarne di già revisionate. Oltre ad essere difficili da manutenere sono anche rognosette da pulire, il consiglio è di usare inchiostri che si lavano via facilmente. Di positivo c'è da dire che quando funziona prende parecchio inchiostro, garantendo un'ottima autonomia e se le si usano regolarmente scrivono sempre e non serve perdere la testa a lavarle.
Insomma che dire, sono penne belle, fatte bene e che non richiedono un mutuo per portarsele a casa, io sono a quota tre ma temo che sia solo l'inizio!