Qualche tempo fa cedo alla tentazione di provare una Jinhao 100 (20 euro circa), attratto da una bellissima livrea arancione; la ordino e dopo un po’ arriva dalla lontana Cina, con il suo bel pennino <F> in acciaio bicolore. La provo ma ahimè qualcosa non è a punto, il pennino scrive ma sembra secco e la sensazione è spiacevole; penso che il problema sia l’alimentatore (senza averne la certezza), poi indispettito decido di cercare un pennino alternativo e ordino un Jowo in acciaio bicolore <M> (12 euro). Appena arrivato monto il Jowo sulla Jinhao mantenendo il suo alimentatore originale cinese e mi ritrovo con una penna dal tratto morbidissimo e vellutato; unico difetto forse: non fa sentire bene la carta (manca un po’di feedback).
Passano i mesi e dopo un po’ arriva in casa una Stipula Etruria Gallicana, nella versione nera con venature di polvere dorata. Esteticamente forse non è ben assortita: il nero e oro del corpo non si sposano con la veretta e la clip satinata bianca (non ho idea di che metallo sia) e con la cromatura del pennino. Il pennino poi non mi piace: ho preso un <M>, ma è largo quanto un B e in genere straordinariamente liscio, troppo liscio. Tento un azzardo: prendo il vecchio pennini Jinhao <F> e lo monto sulla Stipula, tra l’altro la finitura bicolore richiama un po’ i colori del corpo e della veretta. Come sulla Jinhao il pennino è troppo secco (quindi non era colpa dell’alimentatore); controllo la distanza tra i rebbi con uno spessimetro, sapendo per esperienza che dovrei avere almeno 5/100 di luce, poi lo forzo inserendo la lamella da 7/100. Come per incanto il pennino acquista un bel flusso di inchiostro e il tratto si allarga a un bell’<F> abbondante, quasi un <M>.
Il pennino inizia a comportarsi splendidamente: è molto liscio, scorrevole, ma ha anche una bella sensazione tattile (feedback), che fa sentire la carta, è molto reattivo. Se devo essere sincero è uno dei pennini più piacevoli che ho, tra quelli moderni secondo solo agli Aurora in oro con i rebbi lunghi (versione vecchia e nuova, ovvero flex), ma con uno spessore più adatto al mio gusto. Da poco ho anche un blasonatissimo pennino Sailor 1911 in oro 21K, tratto <M>, liscio e burroso all’inverosimile, ma la sensazione tattile non è buona quanto quella del pennino cinese in acciaio della Jinhao (ora montato sulla Stipula), che ha dalla sua un feedback ottimo e una bella reattività.
Credo manterrò il pennino Jinhao sulla Stipula e il Jowo sulla Jinhao, infatti la Jinhao 100, per quanto bella, è inferiore alla Stipula per ricchezza dei materiali ed ergonomia.
La morale della storia è che non si sa mai dove possa nascondersi il pennino a noi congeniale e che non sempre spendere tanto ripaga.
Una parola ancora sulla Stipula Etruria Gallicana (ma che razza di nome è?); come dicevo ha un bel corpo (forse un tantino kitch) e belle finiture dei dettagli metallici, ma questi elementi sembrano sposarsi male dal punto di vista cromatico. La costruzione è più economica di quel che sembra: monta lo stesso alimentatore in plastica della Jinhao (che in effetti va benissimo) e l’innesto filettato che unisce sezione e corpo è in plastica, anziché in metallo. La veretta che spezza la curva del fusto nella parte posteriore, essendo il fusto digradante, avrebbe dovuto essere tronco-conica, mentre invece è cilindrica, in questo modo viene meno il raccordo e si crea uno scalino spiacevole al tatto (anche se minimo). Le dimensioni della penna, con 141 mm di lunghezza e 24g di peso, sono molto confortevoli e l’ergonomia, anche grazie alla svasatura sull’impugnatura, è ottima. Nel complesso, per quanto comoda, le preferisco ancora di stretta misura la forma dell’Aurora 88 grande, regina di ergonomia, per l’impugnatura leggermente più giusta.
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