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Brunart: chi era costei?

Inviato: domenica 28 novembre 2021, 15:43
da A Casirati
Brunart.JPG
Sono venuto in possesso di questa bella e piccola stilografica, ritengo (ma azzardo) degli anni 1950 – 60.
Non ho trovato alcun riferimento al marchio, né nel nostro eccellente Wiki né in rete.
A prima vista, si tratta d’una penna che vanta una certa dignità di fabbricazione: corpo e cappuccio sono in plastica ad iniezione (la finestrella in plastica trasparente è ancora cristallina), le dorature non sono molto consistenti, ma il pennino è d’oro a 14 carati e l’alimentazione è a stantuffo.
Brunart - disassembled.JPG
Le dimensioni sono contenute: 115 mm chiusa, 133 mm aperta con il cappuccio calzato, sezione di diametro medio di 8 mm e corpo di diametro massimo di 10 mm.
Leggera (10 gr caricata), ma facile da impugnare, è ben bilanciata.
Brunart - open posted.JPG
La qualità è molto buona: lasciata da parte per decenni, senza alcuna pulizia e caricata con inchiostro Sheaffer Skrip nero, la penna ha cominciato a scrivere subito, senza incertezze né perdite d’inchiostro. La guarnizione dello stantuffo sembra in gomma. Naturalmente, successivamente a questo test, ho proceduto alla pulizia, per migliorare la dignità estetica, ad un minimo aggiustamento del fermaglio, un po’ bistrattato, e del pennino.
Il quale è flessibile, extra fine, e scorre bene sulla carta:
SDC19786.JPG
Esteticamente, siamo di fronte ad una delle tantissime figlie della Sheaffer’S Balance degli anni Trenta, che introdusse forme poi divenute davvero un classico e che ancora oggi riscuotono molto successo, il che consente alla piccola Brunart di mantenersi fortemente attuale.
Un’ottima penna da taschino, oppure da borsetta, ideale per appunti veloci o per i viaggi, grazie anche alla clip, sufficientemente elastica e che assicura un’ottima presa.
Brunart - nib.JPG
Brunart - feed.JPG
Mi rimane la curiosità di capire se la fabbricazione sia italiana od estera, anche se il fatto che Letizia Jacopini, nel suo “La storia della stilografica in Italia 1900 – 1950”, non faccia menzione del marchio, mi fa propendere, almeno in ipotesi, per l’estero.
Brunart - engraving.JPG
In attesa d’ulteriori scoperte, sono comunque contento d’averla recuperata e di donarle nuova vita, godendomi anche la fortuna d’averla trovata d’un bel colore verde di Brunswick, che mi mancava per una penna da tasca da abbinare ad accessori di vestiario di quel colore.

Brunart: chi era costei?

Inviato: domenica 28 novembre 2021, 15:53
da Normie
Se cerchi tecnografica brvnart qualcosa esce, probabilmente una penna pubblicitaria magari fatta da Tabo (?)

Brunart: chi era costei?

Inviato: domenica 31 luglio 2022, 9:39
da A Casirati
Solo per informazione (perdonate le fotografie bruttine, fatte con il cellulare, purtroppo al momento non mi è possibile fare di meglio): Brunart con pennino coperto.