Recensione Sailor 1911 Standard EF
Inviato: sabato 1 dicembre 2012, 17:20
Mi ero ripromesso di recensirla e finalmente, approfittando del poco tempo libero che solo il sabato pomeriggio mi può dare (e non sempre, tra l'altro!) ho il piacere di presentarvi la mia piccola, grande Sailor 1911 Standard!
Le penne della serie 1911 sono state introdotte, circa 30 anni addietro, in onore dell'anno di fondazione della ditta (anche se la produzione di stilografiche iniziò più tardi).
Caratteristica peculiare di quasi tutte le penne di questa serie è la forma a siluro (fanno eccezione le Young).
I modelli di punta della serie 1911 sono i Large, dotati di pennino 21K e caratterizzati da dimensioni più generose (come quella già recensita dal nostro Celluloide qui).
Quella che vado a presentarvi è il modello Standard, dalle dimensioni più contenute e sottili e dal pennino 14 K.
La penna in mio possesso è la Standard ST, in resina nera e finiture cromate.
Una peculiarità estetica della stessa è la clip che non presenta le caratteristiche incisioni sul bordo che invece, negli altri modelli della stessa dimensione, accompagnano e delineano la sagoma.
La chiusura del cappuccio è a vite (2 giri completi, non proprio il massimo della praticità, ma di certo assai sicura).
In prossimità del "fine corsa" la filettatura accompagna con dolcezza, rallentandola, la chiusura, opponendo una leggerissima, direi "soffice" resistenza nell'ultimo quarto di giro, avvisando l'utilizzatore che.. "siamo arrivati!", impedendo così di forzare troppo la mano.
La linea è decisamente sobria, ed in effetti la penna non intende certo farsi notare per le sue doti estetiche.
Le dimensioni, come dicevo sopra, sono contenute e, per fare un confronto che renda l'idea, paragonabili a quelle della Pelikan M200 (anche se da chiusa quest'ultima risulta più corta).
Righello alla mano, se la vista non mi inganna:
Chiusa: 13,3 cm
Aperta senza cappuccio: 11,8 cm
Aperta con cappuccio calzato: 14,7 cm
Date le dimensioni la penna è leggera, e risulta ben bilanciata sia con che senza cappuccio.
Come la quasi totalità delle Sailor il caricamento è a cartuccia-converter: l'innesto è a semplice pressione, tuttavia sembra particolarmente affidabile: non traballa e non si stacca facilmente. La penna viene venduta comprensiva del proprio converter, segnalo soltanto che non si tratta di innesto standard tipo Pelikan, ma del modello proprietario Sailor.
Ed ora veniamo al dunque: l'incredibile pennino Extra Fine 14 K.
Credetemi: ho scoperto un nuovo modo di intendere il concetto di extrafine. È un filo di capello, non un pennino! Ciononostante scorre bene, senza mai impuntarsi né graffiare. Trovo addirittura che sia più dolce del fratello F.
A proposito, occorre una precisazione: di fabbrica il modello 1911 Standard con finiture cromate è distribuito solo con pennini F, M e B. Le dimensioni EF, MF, Music e Zoom sono disponibili nel corrispondente modello con finiture dorate.
Il mio EF proviene dunque da una Sapporo, dato che i pennini sono identici.
Pur essendo rigido, trovo che sia abbastanza cedevole, ma in ogni caso non è assolutamente consigliato premere trattandosi di pennino moderno in oro.
Il pennino è davvero bello a vedersi, finemente cesellato. Volete vedere come scrive, lo so.. Vi accontento subito:
È un pennino esigente. Considerata la sua incredibile finezza non si presta agevolmente ad una scrittura veloce su carta scadente.
Su carte di qualità invece scorre preciso e senza salti.
Credo che possa dare il meglio di sé con un inchiostro lubrificato, anche perché senza cappuccio dopo pochi secondi l'inchiostro tende a seccarsi velocemente... quindi può essere poco adatto per una lunga sessione di scrittura.
L'alimentazione è ottima e non si notano false partenze neppure dopo giorni di inattività.
Data la sua straordinaria finezza non crea problemi di bleedthrough o di feathering neppure con un inchiostro a rischio come il Diamine Asa Blue da me provato.
Da notare come il tratto incredibilmente fine esalti il colore naturale dell'inchiostro, schiarendolo rispetto a come potrebbe apparire utilizzando pennini dal tratto più spesso e flusso più abbondante.
Mi riprometto di utilizzare questa penna con un inchiostro più lubrificato e più lento ad asciugare, rispetto al Diamine Asa Blue provato finora. Penso che con un Pilot Iroshizuku Asa Gao, o con un Noodler's Eel questa penna possa dare il meglio di sé. Vi terrò aggiornati!
Le penne della serie 1911 sono state introdotte, circa 30 anni addietro, in onore dell'anno di fondazione della ditta (anche se la produzione di stilografiche iniziò più tardi).
Caratteristica peculiare di quasi tutte le penne di questa serie è la forma a siluro (fanno eccezione le Young).
I modelli di punta della serie 1911 sono i Large, dotati di pennino 21K e caratterizzati da dimensioni più generose (come quella già recensita dal nostro Celluloide qui).
Quella che vado a presentarvi è il modello Standard, dalle dimensioni più contenute e sottili e dal pennino 14 K.
La penna in mio possesso è la Standard ST, in resina nera e finiture cromate.
Una peculiarità estetica della stessa è la clip che non presenta le caratteristiche incisioni sul bordo che invece, negli altri modelli della stessa dimensione, accompagnano e delineano la sagoma.
La chiusura del cappuccio è a vite (2 giri completi, non proprio il massimo della praticità, ma di certo assai sicura).
In prossimità del "fine corsa" la filettatura accompagna con dolcezza, rallentandola, la chiusura, opponendo una leggerissima, direi "soffice" resistenza nell'ultimo quarto di giro, avvisando l'utilizzatore che.. "siamo arrivati!", impedendo così di forzare troppo la mano.
La linea è decisamente sobria, ed in effetti la penna non intende certo farsi notare per le sue doti estetiche.
Le dimensioni, come dicevo sopra, sono contenute e, per fare un confronto che renda l'idea, paragonabili a quelle della Pelikan M200 (anche se da chiusa quest'ultima risulta più corta).
Righello alla mano, se la vista non mi inganna:
Chiusa: 13,3 cm
Aperta senza cappuccio: 11,8 cm
Aperta con cappuccio calzato: 14,7 cm
Date le dimensioni la penna è leggera, e risulta ben bilanciata sia con che senza cappuccio.
Come la quasi totalità delle Sailor il caricamento è a cartuccia-converter: l'innesto è a semplice pressione, tuttavia sembra particolarmente affidabile: non traballa e non si stacca facilmente. La penna viene venduta comprensiva del proprio converter, segnalo soltanto che non si tratta di innesto standard tipo Pelikan, ma del modello proprietario Sailor.
Ed ora veniamo al dunque: l'incredibile pennino Extra Fine 14 K.
Credetemi: ho scoperto un nuovo modo di intendere il concetto di extrafine. È un filo di capello, non un pennino! Ciononostante scorre bene, senza mai impuntarsi né graffiare. Trovo addirittura che sia più dolce del fratello F.
A proposito, occorre una precisazione: di fabbrica il modello 1911 Standard con finiture cromate è distribuito solo con pennini F, M e B. Le dimensioni EF, MF, Music e Zoom sono disponibili nel corrispondente modello con finiture dorate.
Il mio EF proviene dunque da una Sapporo, dato che i pennini sono identici.
Pur essendo rigido, trovo che sia abbastanza cedevole, ma in ogni caso non è assolutamente consigliato premere trattandosi di pennino moderno in oro.
Il pennino è davvero bello a vedersi, finemente cesellato. Volete vedere come scrive, lo so.. Vi accontento subito:
È un pennino esigente. Considerata la sua incredibile finezza non si presta agevolmente ad una scrittura veloce su carta scadente.
Su carte di qualità invece scorre preciso e senza salti.
Credo che possa dare il meglio di sé con un inchiostro lubrificato, anche perché senza cappuccio dopo pochi secondi l'inchiostro tende a seccarsi velocemente... quindi può essere poco adatto per una lunga sessione di scrittura.
L'alimentazione è ottima e non si notano false partenze neppure dopo giorni di inattività.
Data la sua straordinaria finezza non crea problemi di bleedthrough o di feathering neppure con un inchiostro a rischio come il Diamine Asa Blue da me provato.
Da notare come il tratto incredibilmente fine esalti il colore naturale dell'inchiostro, schiarendolo rispetto a come potrebbe apparire utilizzando pennini dal tratto più spesso e flusso più abbondante.
Mi riprometto di utilizzare questa penna con un inchiostro più lubrificato e più lento ad asciugare, rispetto al Diamine Asa Blue provato finora. Penso che con un Pilot Iroshizuku Asa Gao, o con un Noodler's Eel questa penna possa dare il meglio di sé. Vi terrò aggiornati!