Omas Galileo Galilei
Inviato: giovedì 21 ottobre 2021, 22:43
Esistono semplicemente dei veri capolavori di stile, per me la Omas Paragon old style è uno di questi, per intenderci quelle prodotte fino alla fine degli anni ‘90. E’ una penna che non innova e non inventa, è a mio parere il perfezionamento, o la miglior interpretazione, dello stile Art Déco introdotto anni prima da Wahl Eversharp con la Doric, uno stile che da noi ebbe molto successo, spingendo molti costruttori a realizzazioni “fortemente ispirate” a questi modelli d’oltreoceano.
La Paragon è stata realizzata con le più interessanti celluloidi mai prodotte (e purtroppo anche con una delle peggiori resine!), indiscutibilmente celluloidi molto ambite dalla maggior parte degli appassionati, e la Omas Galileo Galilei è una di queste. La celluloide Wild usata nella sua realizzazione è giunta fino ai nostri giorni grazie ad aziende che hanno rilevato barre di questo materiale alla chiusura di OMAS, sapendolo sicuramente valorizzare, ma a mio parere nessuno potrà mai rendergli giustizia come fece OMAS con la Galileo Galilei, neanche la stessa OMAS con i successivi modelli… ma si sa: de gustibus non dispuntandum est! Il cappuccio con le parte metalliche in due differenti placcature, oro giallo e oro bianco, è un dettaglio unico che richiama il pennino bicolore e si abbina magistralmente ai due colori nero e bianco latte della celluloide. Nulla sarebbe stato più appropriato di questo materiale per una penna dedicata a Galileo Galilei, cosa avrebbe potuto rappresentare meglio quel che Galileo vedeva nelle sue osservazioni del misterioso universo, se non le striature lattee che sfumano nel nero di questa celluloide evocando i colori della nostra galassia. Ma non è solo la celluloide a renderla unica, la Galileo fu prodotta nel 1993 in occasione del 650° anniversario dell’università di Pisa, città natale dello scienziato, in 4692 esemplari, un numero ottenuto moltiplicando l’anno di nascita per le decine di che volte le lenti del suo cannocchiale ingrandivano gli astri, quindi 1564x3. E poi c’è la confezione, un pesante contenitore in perspex, all’interno del quale si trova l’alloggiamento della penna, che ha la forma di una lente di ingrandimento a ricordo dei cannocchiali usati da Galileo per scrutare il cielo. Last but not least, su queste penne troviamo ancora i pennini prodotti in casa da OMAS, peccato solo che su queste collezioni vi siano montati i pennini in oro a 18 carati, che benché siano perfettamente funzionanti con il tipico tratto scorrevole e dal flusso generoso ma mai abbondante, sono tuttavia più rigidi dei modelli a 14 carati. La OMAS Galilelo è una di quelle penne che ha lasciato il segno nella storia non solo della casa, è la penna che ha introdotto la celluloide wild e, per questo, un oggetto ancora ricercato da molti appassionati e collezionisti, cosa che di certo non giova al prezzo dei pochi esemplari che ancora si vedono in giro, specialmente se sono completi dell’originale packaging.
La Paragon è stata realizzata con le più interessanti celluloidi mai prodotte (e purtroppo anche con una delle peggiori resine!), indiscutibilmente celluloidi molto ambite dalla maggior parte degli appassionati, e la Omas Galileo Galilei è una di queste. La celluloide Wild usata nella sua realizzazione è giunta fino ai nostri giorni grazie ad aziende che hanno rilevato barre di questo materiale alla chiusura di OMAS, sapendolo sicuramente valorizzare, ma a mio parere nessuno potrà mai rendergli giustizia come fece OMAS con la Galileo Galilei, neanche la stessa OMAS con i successivi modelli… ma si sa: de gustibus non dispuntandum est! Il cappuccio con le parte metalliche in due differenti placcature, oro giallo e oro bianco, è un dettaglio unico che richiama il pennino bicolore e si abbina magistralmente ai due colori nero e bianco latte della celluloide. Nulla sarebbe stato più appropriato di questo materiale per una penna dedicata a Galileo Galilei, cosa avrebbe potuto rappresentare meglio quel che Galileo vedeva nelle sue osservazioni del misterioso universo, se non le striature lattee che sfumano nel nero di questa celluloide evocando i colori della nostra galassia. Ma non è solo la celluloide a renderla unica, la Galileo fu prodotta nel 1993 in occasione del 650° anniversario dell’università di Pisa, città natale dello scienziato, in 4692 esemplari, un numero ottenuto moltiplicando l’anno di nascita per le decine di che volte le lenti del suo cannocchiale ingrandivano gli astri, quindi 1564x3. E poi c’è la confezione, un pesante contenitore in perspex, all’interno del quale si trova l’alloggiamento della penna, che ha la forma di una lente di ingrandimento a ricordo dei cannocchiali usati da Galileo per scrutare il cielo. Last but not least, su queste penne troviamo ancora i pennini prodotti in casa da OMAS, peccato solo che su queste collezioni vi siano montati i pennini in oro a 18 carati, che benché siano perfettamente funzionanti con il tipico tratto scorrevole e dal flusso generoso ma mai abbondante, sono tuttavia più rigidi dei modelli a 14 carati. La OMAS Galilelo è una di quelle penne che ha lasciato il segno nella storia non solo della casa, è la penna che ha introdotto la celluloide wild e, per questo, un oggetto ancora ricercato da molti appassionati e collezionisti, cosa che di certo non giova al prezzo dei pochi esemplari che ancora si vedono in giro, specialmente se sono completi dell’originale packaging.