Golden Star e il fascino della vecchia ebanite
Inviato: martedì 12 ottobre 2021, 13:12
Non ho saputo resistere al richiamo dell'ebanite invecchiata.
Lo so che molti di voi invocheranno il nome dei s.s. Iosso e Fornet, ma se fosse lucidata a specchio e nerissima per me diventerebbe una penna nera tra tante.
Invece quella patina le dà morbide sfumature e una sensazione tattile molto fascinosa.
Mi sono limitata quindi a un velo di cera. Nonostante quello l'odore di ebanite è nitidissimo.
Il marchio, "Golden Star - made in England", è uno di quelli di cui si sa poco, anche perché lo stesso nome è stato usato in produzioni molto diverse. La linea e la clip, però, secondo me fanno pensare alla galassia Summit.
Ha una fattura semplice e rigorosa, caricamento a pulsante di fondo (con vite per il fondello in ottone e non in ebanite).
Non è leggera, ma è perfettamente bilanciata e trasmette una sensazione di grande solidità. Non ho dovuto fare molto: rimozione del sacchetto fossilizzato, solito lavaggio neanche troppo approfondito, e la penna ha ripreso a funzionare immediatamente.
L'ho trasformata (reversibilmente) in cartuccia, come faccio di solito, ma questo è stato l'unico intervento.
Il pennino in acciaio, la cui placcatura in oro come da marchio è quasi totalmente scomparsa, è molto reattivo e ha un tratto medio/largo. Scrive decisamente bene anche al contrario, con un tratto fine che gradisco molto. L'alimentatore, senza alette, è più lungo della sezione e pesca direttamente nel serbatoio. Credo che questa particolarità sia quella che garantisce un flusso decisamente abbondante che non ha problemi a seguire ogni velocità e ogni variazione di tratto.
L'ho lasciata ferma un paio di settimane e ha ripreso a scrivere subito.
La prova scrittura mostra i due tratti, quello generoso e reattivo in posizione normale e quello fine con pennino a rovescio. Le misure:
chiusa 12,5 cm
aperta 11,8 cm
calzata 15 cm
peso totale 17 g
peso senza cappuccio 12 g
Lo so che molti di voi invocheranno il nome dei s.s. Iosso e Fornet, ma se fosse lucidata a specchio e nerissima per me diventerebbe una penna nera tra tante.
Invece quella patina le dà morbide sfumature e una sensazione tattile molto fascinosa.
Mi sono limitata quindi a un velo di cera. Nonostante quello l'odore di ebanite è nitidissimo.
Il marchio, "Golden Star - made in England", è uno di quelli di cui si sa poco, anche perché lo stesso nome è stato usato in produzioni molto diverse. La linea e la clip, però, secondo me fanno pensare alla galassia Summit.
Ha una fattura semplice e rigorosa, caricamento a pulsante di fondo (con vite per il fondello in ottone e non in ebanite).
Non è leggera, ma è perfettamente bilanciata e trasmette una sensazione di grande solidità. Non ho dovuto fare molto: rimozione del sacchetto fossilizzato, solito lavaggio neanche troppo approfondito, e la penna ha ripreso a funzionare immediatamente.
L'ho trasformata (reversibilmente) in cartuccia, come faccio di solito, ma questo è stato l'unico intervento.
Il pennino in acciaio, la cui placcatura in oro come da marchio è quasi totalmente scomparsa, è molto reattivo e ha un tratto medio/largo. Scrive decisamente bene anche al contrario, con un tratto fine che gradisco molto. L'alimentatore, senza alette, è più lungo della sezione e pesca direttamente nel serbatoio. Credo che questa particolarità sia quella che garantisce un flusso decisamente abbondante che non ha problemi a seguire ogni velocità e ogni variazione di tratto.
L'ho lasciata ferma un paio di settimane e ha ripreso a scrivere subito.
La prova scrittura mostra i due tratti, quello generoso e reattivo in posizione normale e quello fine con pennino a rovescio. Le misure:
chiusa 12,5 cm
aperta 11,8 cm
calzata 15 cm
peso totale 17 g
peso senza cappuccio 12 g