Pelikan Classic M200 Verde Marmorizzata 1998-2014
Inviato: venerdì 10 settembre 2021, 15:32
Lo confesso: c’ho preso gusto nel mostrarvi la mia modestissima collezione di penne!
Pertanto, non potevo esimermi dal presentarvi un mosto sacro, un’icona, un super classico della Pelikan e delle stilografiche in generale.
Superato l’entusiasmo iniziale nell’accingermi a parlarvi della stilografica che amo di più tra quelle in mio possesso, è subentrato il timore reverenziale nei confronti della stupenda M200 Green-marbled: una penna per cui “una parola è troppa e due sono poche”, volendo ricorrere ad alte citazioni...
L’esemplare che vedete in foto è stato da me acquistato nel 2013 presso la storica cartoleria Crisci di Palermo ed è stato un piccolo regalo che mi sono fatto per festeggiare l’abilitazione da Avvocato; con questa stilografica ho sottoscritto i primi atti da me redatti e mi accompagna tutt’ora fedelmente nella vita di tutti i giorni.
Potete, quindi, ben immaginare che legame possa avere con questa penna sebbene sia pur sempre un semplice oggetto.
Il modello in parola appartiene alla versione prodotta dal 1998 fino al 2014 e differisce dalla verde marmorizzata attuale poiché il fusto di quella odierna risulta più lucido e con una maggiore profondità e brillantezza del verde effetto marmo.
Dopo aver visto dal vivo quella attuale, posso dire che preferisco la mia in quanto mi appare meno sgargiante e accesa. Più sobria ed elegante.
Estetica e materiali
La Pelikan M200 ha il fusto e il cappuccio in resina nera e verde con il tipico effetto marmorizzato presente anche in altre versioni e con diverse sfumature di colore.
Gli anellini decorativi e la clip sono placcati in oro 24K e il cappuccio si contraddistingue per il famoso fermaglio a becco di pellicano; la finestrella per il controllo del livello dell’inchiostro nel serbatoio è di color antracite e il pennino è in acciaio placcato oro.
Il sistema di ricarica dell’inchiostro, vera e propria chicca per questa fascia di prezzo, è a stantuffo. E che stantuffo…
Quando acquistai questa stilografica nel 2013 non avevo, ancora, una passione sviscerata per questi strumenti di scrittura; possedevo poche stilografiche e le usavo distrattamente. Ebbene, la M200 è stata quella che ha fatto scattare la scintilla e ha acceso una passione profonda.
All’epoca la scelsi esclusivamente per l’estetica: le sue forme classiche mi ammaliarono, trovandola perfetta e armoniosa in ogni particolare.
Non feci proprio caso al caricamento a stantuffo e, all’inizio, mi sembrò un sistema complicatissimo rispetto alle cartucce a cui ero avvezzo.
Scoprii dopo, con l’esperienza, che lo stantuffo della M200 è di una comodità ed efficienza uniche.
Pennino e scrittura
Che cosa dire del pennino della Pelikan M200 che non sia già stato detto e sviscerato in ogni minimo particolare?!
Non posso che confermare tutti gli elementi positivi che caratterizzano questo modello nello specifico e la Pelikan in generale: piacevolezza estrema della scrittura, rotondità del pennino, assenza di qualsivoglia impuntamento ed incertezza, false partenze inesistenti.
Il termine skipping è l'assente illustre nel vocabolario dell’Azienda teutonica in parola.
Passando al flusso, quello della M200 è generoso per antonomasia e funge da vero e proprio termine di paragone quando si sia in presenza di una stilografica dal flusso scarso.
Fontana, idrante, annaffiatoio, sorgente di montagna… di sinonimi utilizzati per il pennino della Pelikan in questione ne ho sentiti parecchi.
A molti, come al sottoscritto, il flusso abbondante piace mentre ad altri farà storcere il naso. Questione di gusti, insomma.
Io preferisco un flusso copioso ad uno timido, scarso o, peggio, inadeguato; ritengo che nel primo caso sia, eventualmente, più facile porre rimedio agli eccessi.
Altro aspetto del pennino che, per molti, può essere divisivo è il feedback di scrittura.
Avendo un flusso abbondante e una punta parecchio arrotondata, il pennino scivola via burroso e soffice, tuttavia si paga lo scotto di non capire perfettamente che cosa avviene sulla carta. Non si ha il controllo totale e assoluto della grafia, almeno ciò vale nel mio caso.
Il pennino – soprattutto a seconda del tipo di carta più o meno liscia, patinata e con trama ben presente - alle volte può fuggir via come un cane al guinzaglio che veda passare una bicicletta.
Ecco, alle volte lo scrittore/padrone tira il guinzaglio ma il pennino/cane decide, in definitiva, le modalità di passeggiata…
Per quanto appena detto con un’azzardata ed improbabile analogia, il mio pennino – con l’aggravante di essere un M “ultraoccidentale” – è perfetto quando la scrittura deve fluire ed imprimersi velocemente sulla carta.
Ad esempio, ho usato di recente questa penna per scrivere una lettera - mi auguro chiarificatrice e riconciliante - ad un mio carissimo amico con il quale ho avuto uno di quei incidenti di percorso che, spero, possano rinsaldare una profonda Amicizia.
Volevo che i miei pensieri sgorgassero senza intoppi, per cui ho scelto la mia fidata M200 senza neanche pensarci, laddove la Pilot Custom 74 SF avrebbe brillato sì in calligrafia ma, probabilmente, richiedendomi maggiore attenzione alla scrittura e, quindi, un’inutile distrazione visto l'intento.
Ritornando a considerazioni più tecniche e meno autoterapeutiche, posso dire che il pennino della mia Pelikan ha una lievissima e gradevole elasticità: siamo ben lontani dalla flessibilità ma vi è una morbidezza che consente di accennare timide variazioni di tratto molto piacevoli.
Insomma, la Pelikan M200 è una stilografica pensata e realizzata per scrivere, essere sempre pronta e non dare problemi di alcun tipo. Semplicemente.
E ti pare poco???!!!
Vi posso assicurare che da otto anni la mia M200 non ha mai accennato una falsa partenza, un salto, un’incertezza o un qualcosa di anche lontanamente anomalo.
Amo questa stilografica come, in tema di orologi, amo il mio Omega Speedmaster Professional Moonwatch: entrambi iconici, efficienti, affidabili, carichi di storia, linee pulite e tanta, tanta sostanza.
Conclusioni
Non mi ritengo assolutamente un esperto di stilografiche, sono soltanto un appassionato curioso. Se qualcuno dovesse, per caso, chiedermi un consiglio sulla prima stilografica non avrei dubbi.
Ammesso, ovviamente, che si possa e si voglia spendere un centinaio – e a volte meno – di euro, la Pelikan M200 per me non ha rivali e rappresenta una stilografica che può, come nel mio caso, farti appassionare davvero poiché ti accompagna sempre e non crea alcun tipo di problema.
Non le manca davvero nulla ed offrirà un'esperienza di scrittura più appagante rispetto ad altre prime penne consigliate - e meno costose sicuramente - che tutti conosciamo.
Questa è la mia personalissima opinione.
Potrebbe essere la prima e l’ultima stilografica, la prima importante come la mia, l'ennesima di tante del collezionista incallito, ma, in ogni caso, sono abbastanza sicuro che vi rapirà con la sua bellezza ed efficienza.
Ti prenderà per mano con la sua salda ed elegante classicità e non ti abbandonerà mai.
Vi prego di scusarmi per la mia verbosità, le analogie strampalate, i paragoni orologieri e le confessioni quasi intime che la recensione di questa iconica stilografica mi ha misteriosamente indotto.
Se dovessi attribuirle un voto sarebbe un nove e mezzo amorevole.
Giusto perché la stilografica perfetta non esiste e se esistesse finirebbe il nostro divertimento.
Cari saluti.
Pertanto, non potevo esimermi dal presentarvi un mosto sacro, un’icona, un super classico della Pelikan e delle stilografiche in generale.
Superato l’entusiasmo iniziale nell’accingermi a parlarvi della stilografica che amo di più tra quelle in mio possesso, è subentrato il timore reverenziale nei confronti della stupenda M200 Green-marbled: una penna per cui “una parola è troppa e due sono poche”, volendo ricorrere ad alte citazioni...
L’esemplare che vedete in foto è stato da me acquistato nel 2013 presso la storica cartoleria Crisci di Palermo ed è stato un piccolo regalo che mi sono fatto per festeggiare l’abilitazione da Avvocato; con questa stilografica ho sottoscritto i primi atti da me redatti e mi accompagna tutt’ora fedelmente nella vita di tutti i giorni.
Potete, quindi, ben immaginare che legame possa avere con questa penna sebbene sia pur sempre un semplice oggetto.
Il modello in parola appartiene alla versione prodotta dal 1998 fino al 2014 e differisce dalla verde marmorizzata attuale poiché il fusto di quella odierna risulta più lucido e con una maggiore profondità e brillantezza del verde effetto marmo.
Dopo aver visto dal vivo quella attuale, posso dire che preferisco la mia in quanto mi appare meno sgargiante e accesa. Più sobria ed elegante.
Estetica e materiali
La Pelikan M200 ha il fusto e il cappuccio in resina nera e verde con il tipico effetto marmorizzato presente anche in altre versioni e con diverse sfumature di colore.
Gli anellini decorativi e la clip sono placcati in oro 24K e il cappuccio si contraddistingue per il famoso fermaglio a becco di pellicano; la finestrella per il controllo del livello dell’inchiostro nel serbatoio è di color antracite e il pennino è in acciaio placcato oro.
Il sistema di ricarica dell’inchiostro, vera e propria chicca per questa fascia di prezzo, è a stantuffo. E che stantuffo…
Quando acquistai questa stilografica nel 2013 non avevo, ancora, una passione sviscerata per questi strumenti di scrittura; possedevo poche stilografiche e le usavo distrattamente. Ebbene, la M200 è stata quella che ha fatto scattare la scintilla e ha acceso una passione profonda.
All’epoca la scelsi esclusivamente per l’estetica: le sue forme classiche mi ammaliarono, trovandola perfetta e armoniosa in ogni particolare.
Non feci proprio caso al caricamento a stantuffo e, all’inizio, mi sembrò un sistema complicatissimo rispetto alle cartucce a cui ero avvezzo.
Scoprii dopo, con l’esperienza, che lo stantuffo della M200 è di una comodità ed efficienza uniche.
Pennino e scrittura
Che cosa dire del pennino della Pelikan M200 che non sia già stato detto e sviscerato in ogni minimo particolare?!
Non posso che confermare tutti gli elementi positivi che caratterizzano questo modello nello specifico e la Pelikan in generale: piacevolezza estrema della scrittura, rotondità del pennino, assenza di qualsivoglia impuntamento ed incertezza, false partenze inesistenti.
Il termine skipping è l'assente illustre nel vocabolario dell’Azienda teutonica in parola.
Passando al flusso, quello della M200 è generoso per antonomasia e funge da vero e proprio termine di paragone quando si sia in presenza di una stilografica dal flusso scarso.
Fontana, idrante, annaffiatoio, sorgente di montagna… di sinonimi utilizzati per il pennino della Pelikan in questione ne ho sentiti parecchi.
A molti, come al sottoscritto, il flusso abbondante piace mentre ad altri farà storcere il naso. Questione di gusti, insomma.
Io preferisco un flusso copioso ad uno timido, scarso o, peggio, inadeguato; ritengo che nel primo caso sia, eventualmente, più facile porre rimedio agli eccessi.
Altro aspetto del pennino che, per molti, può essere divisivo è il feedback di scrittura.
Avendo un flusso abbondante e una punta parecchio arrotondata, il pennino scivola via burroso e soffice, tuttavia si paga lo scotto di non capire perfettamente che cosa avviene sulla carta. Non si ha il controllo totale e assoluto della grafia, almeno ciò vale nel mio caso.
Il pennino – soprattutto a seconda del tipo di carta più o meno liscia, patinata e con trama ben presente - alle volte può fuggir via come un cane al guinzaglio che veda passare una bicicletta.
Ecco, alle volte lo scrittore/padrone tira il guinzaglio ma il pennino/cane decide, in definitiva, le modalità di passeggiata…
Per quanto appena detto con un’azzardata ed improbabile analogia, il mio pennino – con l’aggravante di essere un M “ultraoccidentale” – è perfetto quando la scrittura deve fluire ed imprimersi velocemente sulla carta.
Ad esempio, ho usato di recente questa penna per scrivere una lettera - mi auguro chiarificatrice e riconciliante - ad un mio carissimo amico con il quale ho avuto uno di quei incidenti di percorso che, spero, possano rinsaldare una profonda Amicizia.
Volevo che i miei pensieri sgorgassero senza intoppi, per cui ho scelto la mia fidata M200 senza neanche pensarci, laddove la Pilot Custom 74 SF avrebbe brillato sì in calligrafia ma, probabilmente, richiedendomi maggiore attenzione alla scrittura e, quindi, un’inutile distrazione visto l'intento.
Ritornando a considerazioni più tecniche e meno autoterapeutiche, posso dire che il pennino della mia Pelikan ha una lievissima e gradevole elasticità: siamo ben lontani dalla flessibilità ma vi è una morbidezza che consente di accennare timide variazioni di tratto molto piacevoli.
Insomma, la Pelikan M200 è una stilografica pensata e realizzata per scrivere, essere sempre pronta e non dare problemi di alcun tipo. Semplicemente.
E ti pare poco???!!!
Vi posso assicurare che da otto anni la mia M200 non ha mai accennato una falsa partenza, un salto, un’incertezza o un qualcosa di anche lontanamente anomalo.
Amo questa stilografica come, in tema di orologi, amo il mio Omega Speedmaster Professional Moonwatch: entrambi iconici, efficienti, affidabili, carichi di storia, linee pulite e tanta, tanta sostanza.
Conclusioni
Non mi ritengo assolutamente un esperto di stilografiche, sono soltanto un appassionato curioso. Se qualcuno dovesse, per caso, chiedermi un consiglio sulla prima stilografica non avrei dubbi.
Ammesso, ovviamente, che si possa e si voglia spendere un centinaio – e a volte meno – di euro, la Pelikan M200 per me non ha rivali e rappresenta una stilografica che può, come nel mio caso, farti appassionare davvero poiché ti accompagna sempre e non crea alcun tipo di problema.
Non le manca davvero nulla ed offrirà un'esperienza di scrittura più appagante rispetto ad altre prime penne consigliate - e meno costose sicuramente - che tutti conosciamo.
Questa è la mia personalissima opinione.
Potrebbe essere la prima e l’ultima stilografica, la prima importante come la mia, l'ennesima di tante del collezionista incallito, ma, in ogni caso, sono abbastanza sicuro che vi rapirà con la sua bellezza ed efficienza.
Ti prenderà per mano con la sua salda ed elegante classicità e non ti abbandonerà mai.
Vi prego di scusarmi per la mia verbosità, le analogie strampalate, i paragoni orologieri e le confessioni quasi intime che la recensione di questa iconica stilografica mi ha misteriosamente indotto.
Se dovessi attribuirle un voto sarebbe un nove e mezzo amorevole.
Giusto perché la stilografica perfetta non esiste e se esistesse finirebbe il nostro divertimento.
Cari saluti.