Il piccolo alchimista - esperimenti indelebili
Inviato: mercoledì 8 settembre 2021, 12:20
Buongiorno a tutti!
Come forse qualcuno ricorderà (https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=9&t=24037) sono alla ricerca di un inchiostro realmente indelebile da utilizzare quotidianamente al lavoro con la stilografica.
Le caratteristiche dell'inchiostro che vado cercando sono:
- scuro e bello "pieno", ma non nero (per distinguere al volo un originale da una fotocopia e anche per non essere troppo funereo!)
- utilizzabile senza troppi problemi su carte di diversa qualità (non sempre si può scegliere la carta da usare, specie quando si tratta di compilare dei moduli o scrivere su una stampa laser...)
- che presenti un minimo di shading (per me fa parte del piacere di usare la stilografica)
- che non crei problemi alla penna a lungo termine
- possibilmente certificato ISO 12757-2 per l'uso documentale o almeno notoriamente resistente (contro eventuali obiezioni all'uso della stilografica su documenti ufficiali)
Gli unici indelebili certificati che sono riuscito a trovare facilmente ad un costo ragionevole sono i Koh-I-Noor document ink (attenzione: solamente il nero è certificato ISO, mentre il blu non lo è!) ed i Rohrer & Klingner Dokumentus (disponibile in nero, marrone, magenta, verde, blu chiaro e blu scuro, tutti certificati); quindi sono partito da questi per fare un po' di esperimenti... i cui risultati ora comincio a condividere con voi, sperando che possano essere utili a qualcuno e che magari chi ha già maggiore esperienza in questo campo possa condividere i propri suggerimenti!
L'idea è quella di mescolarli per ottenere una tinta personalizzata, visto che in commercio si trovano soltanto il nero o colori decisamente sgargianti...
In generale ho subito notato alcune caratteristiche comuni, non molto adatte ai miei scopi.
Si tratta di inchiostri molto acquosi e credo che contengano un tensioattivo, perché appena si muove la boccetta compare una miriade di bolle. Quindi producono un flusso abbondante e tendono a bagnare parecchio. Se utilizzati su una carta porosa, asciugano molto rapidamente, allargano il tratto e sono piuttosto inclini allo spiumaggio; inoltre producono una resa piuttosto piatta e spenta. Le cose migliorano notevolmente se si utilizza una carta più compatta e patinata: sulla classica Rhodia Blank i tempi di asciugatura si allungano, ma la resa migliora notevolmente.
Credo che questi inchiostri abbiano anche una componente grassa: infatti ho notato che, inseriti in un contenitore di plastica o in una penna trasparente, tendono a ricoprirne le pareti e a distaccarsene più lentamente rispetto agli inchiostri tradizionali da stilografica. Ciò è molto evidente con gli R&K, meno con i K-I-N. Inoltre vedo che sono sensibili alla pulizia con alcol, il che è piuttosto inconsueto per gli inchiostri stilografici.
Ho anche notato che tendono a colorare diversi materiali con cui vengono a contatto, tra cui siringhe e provette di plastica, il fusto in resina vegetale della mia Noodler's Konrad, il lavandino. In alcuni casi questa colorazione si riesce a rimuovere abbastanza agevolmente con acqua e sapone o acqua e alcol, in alti casi no: quindi eviterei di utilizzarli su una penna trasparente.
Per quel che riguarda la pulizia della penna (alimentatore, depositi etc...) vi dirò più a vanti i risultati dei singoli esperimenti che ho fatto. In ogni caso mi sono limitato a tenere la mia Konrad di prova caricata per diverse settimane, utilizzandola in modo talora frequente e talora discontinnuo, ma senza arrivare a far seccare l'inchiostro. Come mi era stato consigliato nell'altra discussione, quindi, una modalità di utilizzo "normale" ma con un minimo di cautela, prevedendo un bagnetto ogni paio di mesi ed evitando di lasciare la penna aperta sul tavolo o inutilizzata per lungo periodo.
Dalle mani questi inchiostri si lavano via facilmente con acqua e sapone, anzi risultano molto meno tenaci degli altri inchiostri che possiedo, specialmente i Dokumentus. Invece è praticamente impossibile rimuoverli dai tessuti: ho macchiato accidentalmente una maglietta bianca di cotone e ho provato qualsiasi cosa senza ottenere il minimo scolorimento, la stoffa comincia a cedere ben prima dell'inchiostro. Quindi attenzione!
Fin qui le mie prime conclusioni generali... restate sintonizzati, perché molto presto arriveranno le prime prove pratiche con le pozioni del piccolo alchimista
Come forse qualcuno ricorderà (https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=9&t=24037) sono alla ricerca di un inchiostro realmente indelebile da utilizzare quotidianamente al lavoro con la stilografica.
Le caratteristiche dell'inchiostro che vado cercando sono:
- scuro e bello "pieno", ma non nero (per distinguere al volo un originale da una fotocopia e anche per non essere troppo funereo!)
- utilizzabile senza troppi problemi su carte di diversa qualità (non sempre si può scegliere la carta da usare, specie quando si tratta di compilare dei moduli o scrivere su una stampa laser...)
- che presenti un minimo di shading (per me fa parte del piacere di usare la stilografica)
- che non crei problemi alla penna a lungo termine
- possibilmente certificato ISO 12757-2 per l'uso documentale o almeno notoriamente resistente (contro eventuali obiezioni all'uso della stilografica su documenti ufficiali)
Gli unici indelebili certificati che sono riuscito a trovare facilmente ad un costo ragionevole sono i Koh-I-Noor document ink (attenzione: solamente il nero è certificato ISO, mentre il blu non lo è!) ed i Rohrer & Klingner Dokumentus (disponibile in nero, marrone, magenta, verde, blu chiaro e blu scuro, tutti certificati); quindi sono partito da questi per fare un po' di esperimenti... i cui risultati ora comincio a condividere con voi, sperando che possano essere utili a qualcuno e che magari chi ha già maggiore esperienza in questo campo possa condividere i propri suggerimenti!
L'idea è quella di mescolarli per ottenere una tinta personalizzata, visto che in commercio si trovano soltanto il nero o colori decisamente sgargianti...
In generale ho subito notato alcune caratteristiche comuni, non molto adatte ai miei scopi.
Si tratta di inchiostri molto acquosi e credo che contengano un tensioattivo, perché appena si muove la boccetta compare una miriade di bolle. Quindi producono un flusso abbondante e tendono a bagnare parecchio. Se utilizzati su una carta porosa, asciugano molto rapidamente, allargano il tratto e sono piuttosto inclini allo spiumaggio; inoltre producono una resa piuttosto piatta e spenta. Le cose migliorano notevolmente se si utilizza una carta più compatta e patinata: sulla classica Rhodia Blank i tempi di asciugatura si allungano, ma la resa migliora notevolmente.
Credo che questi inchiostri abbiano anche una componente grassa: infatti ho notato che, inseriti in un contenitore di plastica o in una penna trasparente, tendono a ricoprirne le pareti e a distaccarsene più lentamente rispetto agli inchiostri tradizionali da stilografica. Ciò è molto evidente con gli R&K, meno con i K-I-N. Inoltre vedo che sono sensibili alla pulizia con alcol, il che è piuttosto inconsueto per gli inchiostri stilografici.
Ho anche notato che tendono a colorare diversi materiali con cui vengono a contatto, tra cui siringhe e provette di plastica, il fusto in resina vegetale della mia Noodler's Konrad, il lavandino. In alcuni casi questa colorazione si riesce a rimuovere abbastanza agevolmente con acqua e sapone o acqua e alcol, in alti casi no: quindi eviterei di utilizzarli su una penna trasparente.
Per quel che riguarda la pulizia della penna (alimentatore, depositi etc...) vi dirò più a vanti i risultati dei singoli esperimenti che ho fatto. In ogni caso mi sono limitato a tenere la mia Konrad di prova caricata per diverse settimane, utilizzandola in modo talora frequente e talora discontinnuo, ma senza arrivare a far seccare l'inchiostro. Come mi era stato consigliato nell'altra discussione, quindi, una modalità di utilizzo "normale" ma con un minimo di cautela, prevedendo un bagnetto ogni paio di mesi ed evitando di lasciare la penna aperta sul tavolo o inutilizzata per lungo periodo.
Dalle mani questi inchiostri si lavano via facilmente con acqua e sapone, anzi risultano molto meno tenaci degli altri inchiostri che possiedo, specialmente i Dokumentus. Invece è praticamente impossibile rimuoverli dai tessuti: ho macchiato accidentalmente una maglietta bianca di cotone e ho provato qualsiasi cosa senza ottenere il minimo scolorimento, la stoffa comincia a cedere ben prima dell'inchiostro. Quindi attenzione!
Fin qui le mie prime conclusioni generali... restate sintonizzati, perché molto presto arriveranno le prime prove pratiche con le pozioni del piccolo alchimista