Radius Superior moderna "Primissima Serie"
Inviato: sabato 28 agosto 2021, 21:35
Della rinascita del marchio Radius ne ha già parlato il nostro Picardi, vi rimando al suo articolo.
L'idea nasce da un appassionato collezionista di Radius che ha voluto ridare vita questo storico marchio. Queste nuove Radius le vidi per la prima volta al Pen Show di Napoli del gennaio 2020. l'ultimo prima dell'era pre-COVID19, ed hanno subito suscitato il mio interesse. Da allora sono passate diverse penne tra le mie mani, qualcuna anche piuttosto esclusiva, ma queste Radius erano sempre parcheggiate lì nell'area di sosta "desideri" del mio cervello. Ma galeotto fu il Pen Show di Firenze dello scorso luglio, non ne sono uscito indenne passando dal tavolino Radius presenziato da Ferruccio (il titolare del marchio), anche perché la sua passione è davvero contagiosa; è stato meraviglioso vederlo aggirarsi tra i tavolini a caccia di Radius per la sua collezione.
La penna oggetto di questa recensione è un omaggio alla Radius Superior, il più rappresentativo modello prodotto dagli anni '30 fino al dopoguerra. Ecco appunto il modello del dopoguerra a cui trovo si rifà la moderna Superior.
(immagine presa dal wiki di fountainpen.it)
Questa nuova Superior appartiene alla collezione "primissima serie" dedicata alle Cinque Terre, quindi disponibile in cinque diverse resine: Castigliola Black, Vernazza Green, Riomaggiore Blue, Monterosso Red e Monarola Ambra. La mia scelta è ricaduta sulla ambra: Mi sono lasciato attrarre dalle sue calde tonalità e la semitrasparenza del materiale grazie alla quale il fusto si riempie di luce acquistando ancora più calore e profondità. Eccone un particolare in cui cerco di mettere in risalto la bellezza di questo materiale pervaso di luce: Si nota subito come la nuova Radius si rifà nelle sue linee al modello del dopoguerra , la clip e la fascetta alla base del cappuccio sono praticamente identici e, come l'antesignana, ha un sistema di ricarica a pistone. Proprio la semitrasparenza del materiale fanno sembrare che i materiali che la costituiscono questa versione abbiano tonalità disomogenee, in realtà è dovuto al contrasto con i materiali sottostanti quali il contro-cappuccio e il meccanismo del pistone, ma una volta caricata l'effetto sparisce. La Costruzione della penna è solida e accurata. Salta subito all'occhio il meccanismo del pistone in metallo osservando però bene la penna si vede che il pistone scorre in un suo serbatoio, strettamente parlando sarebbe pertanto più un captive converter che un pistone. A molti questa cosa del captive converter (o pistone interno?) fa subito storcere il naso, ed io sono stato per molto tempo uno di questi in maniera integralista. In realtà devo dire che ha i suoi aspetti positivi ed in molti casi è la scelta obbligata per poter avere un sistema di ricarica integrato, come è il caso di questa penna in cui bisogna preservare la resina semitrasparente con cui è realizzata evitando che si macchi completamente. Capisco il desiderio di voler realizzare un sistema di ricarica che ricorda la storica Superior, con le limitazioni dovute a questo bellissimo materiale, ma resto dell'idea che nonostante tutto la cosa migliore sarebbe stato un onesto e efficace sistema di ricarica a cartuccia/converter. Tuttavia nella mia scelta delle penne il sistema di ricarica non è mai stato discriminante, basta che funzioni bene, e questo fa bene il suo lavoro.
Le cose che mi hanno attirato subito di questa penna sono state:
1. l'eleganza d'altri tempi, dovuta ad un buon rapporto delle dimensioni che non la rendono sgraziata nonostante sia una penna di grandi dimensioni,
2. il buon comfort in uso, ci potrei scrivere per ore senza affaticare la mano.
Ecco le dimensioni:
L'idea nasce da un appassionato collezionista di Radius che ha voluto ridare vita questo storico marchio. Queste nuove Radius le vidi per la prima volta al Pen Show di Napoli del gennaio 2020. l'ultimo prima dell'era pre-COVID19, ed hanno subito suscitato il mio interesse. Da allora sono passate diverse penne tra le mie mani, qualcuna anche piuttosto esclusiva, ma queste Radius erano sempre parcheggiate lì nell'area di sosta "desideri" del mio cervello. Ma galeotto fu il Pen Show di Firenze dello scorso luglio, non ne sono uscito indenne passando dal tavolino Radius presenziato da Ferruccio (il titolare del marchio), anche perché la sua passione è davvero contagiosa; è stato meraviglioso vederlo aggirarsi tra i tavolini a caccia di Radius per la sua collezione.
La penna oggetto di questa recensione è un omaggio alla Radius Superior, il più rappresentativo modello prodotto dagli anni '30 fino al dopoguerra. Ecco appunto il modello del dopoguerra a cui trovo si rifà la moderna Superior.
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Questa nuova Superior appartiene alla collezione "primissima serie" dedicata alle Cinque Terre, quindi disponibile in cinque diverse resine: Castigliola Black, Vernazza Green, Riomaggiore Blue, Monterosso Red e Monarola Ambra. La mia scelta è ricaduta sulla ambra: Mi sono lasciato attrarre dalle sue calde tonalità e la semitrasparenza del materiale grazie alla quale il fusto si riempie di luce acquistando ancora più calore e profondità. Eccone un particolare in cui cerco di mettere in risalto la bellezza di questo materiale pervaso di luce: Si nota subito come la nuova Radius si rifà nelle sue linee al modello del dopoguerra , la clip e la fascetta alla base del cappuccio sono praticamente identici e, come l'antesignana, ha un sistema di ricarica a pistone. Proprio la semitrasparenza del materiale fanno sembrare che i materiali che la costituiscono questa versione abbiano tonalità disomogenee, in realtà è dovuto al contrasto con i materiali sottostanti quali il contro-cappuccio e il meccanismo del pistone, ma una volta caricata l'effetto sparisce. La Costruzione della penna è solida e accurata. Salta subito all'occhio il meccanismo del pistone in metallo osservando però bene la penna si vede che il pistone scorre in un suo serbatoio, strettamente parlando sarebbe pertanto più un captive converter che un pistone. A molti questa cosa del captive converter (o pistone interno?) fa subito storcere il naso, ed io sono stato per molto tempo uno di questi in maniera integralista. In realtà devo dire che ha i suoi aspetti positivi ed in molti casi è la scelta obbligata per poter avere un sistema di ricarica integrato, come è il caso di questa penna in cui bisogna preservare la resina semitrasparente con cui è realizzata evitando che si macchi completamente. Capisco il desiderio di voler realizzare un sistema di ricarica che ricorda la storica Superior, con le limitazioni dovute a questo bellissimo materiale, ma resto dell'idea che nonostante tutto la cosa migliore sarebbe stato un onesto e efficace sistema di ricarica a cartuccia/converter. Tuttavia nella mia scelta delle penne il sistema di ricarica non è mai stato discriminante, basta che funzioni bene, e questo fa bene il suo lavoro.
Le cose che mi hanno attirato subito di questa penna sono state:
1. l'eleganza d'altri tempi, dovuta ad un buon rapporto delle dimensioni che non la rendono sgraziata nonostante sia una penna di grandi dimensioni,
2. il buon comfort in uso, ci potrei scrivere per ore senza affaticare la mano.
Ecco le dimensioni:
- lunghezza da chiusa: 149mm
- lunghezza aperta: 134mm
- lunghezza con cappuccio calzato: 177mm
- diametro sezione: da 11.3mm a 13mm
- diametro base cappuccio: 17mm
- peso vuota: 29gr.