Stipula Adagio - piano piano...
Inviato: sabato 28 agosto 2021, 9:14
La Stipula Adagio è la prima stilografica seria che acquisto: la mia esperienza precedente è limitata alle Pelikan scolastiche (muletti infaticabili ma certo non esteticamente appaganti) e ad un paio di penne vintage ritrovate qualche mese fa (la OMAS che vedete qui https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=72&t=24915 e una Parker 45). Oltre a queste possiedo una Noodler's Konrad che ho acquistato soprattutto per fare delle prove senza correre rischi...
Ho deciso di condividere le mie impressioni perché mi sembra una penna interessante e ho notato una generale mancanza di recensioni; però avverto che saranno necessariamente parziali e personali, vista la mia assenza di esperienza con le stilografiche di produzione contemporanea.
La penna arriva in una bella confezione in carta telata rossa, dall'aspetto pratico ma anche funzionale. Sicuramente non è un imballaggio costoso, ma fa la sua figura. Una volta estratto il cuscinetto interno su cui poggia la penna, si può usare come astuccio rigido o portaoggetti. A me piace.
...un po' di suspance...
nel frattempo diciamo che anche la fascia di prezzo la rende interessante: si trova a meno di 150 euro col pennino in acciaio e poco sopra i 200 col T-flex.
Si tratta di una penna dal design' particolare: è il motivo che mi ha spinto ad acquistarla.
A me personalmente piace molto, anche se probabilmente strizza l'occhio più al mercato americano. Sono consapevole che molti non apprezzeranno...
Le dimensioni sono medie: 135mm chiusa, circa 120 aperta. Il peso non è irrilevante: 40g abbondanti "a secco". In particolare il cappuccio è grande e pesante: tenerlo postato è impossibile perché sbilancia nettamente la penna e si incastra pure male.
Due cose caratterizzano questa penna: la resina cangiante e l'uso del metallo per sezione e terminali.
La resina, proposta in tre tonalità (un blu intenso, un giallo ambrato spiccatamente trasparente e questo verde acqua) a me piace molto perché è rigida, lucida, cangiante, molto variegata con un aspetto lattescente e una certa trasparenza. Nel mio esemplare, però, il match fra la resina del cappuccio e quella del corpo non è perfetto: la prima è decisamente più verde e trasparente, la seconda più lattiginosa e opaca...
L'utilizzo del metallo contribuisce al peso non indifferente. A me i terminali lucidi piacciono molto, come la clip sinuosa; la grande vera centrale mi sembra lavorata in modo pregevole e dovrebbe essere in argento.
Può piacere o meno, come detto ha forme piuttosto inconsuete, ma sicuramente c'è del lavoro di design e del buon artigianato.
Ho scelto il pennino T-flex, in titanio e flessibile, come dice il nome.
Inizialmente devo aver beccato un esemplare fallato: il flusso era sempre spaventosamente abbondante, tale da rendere il tratto un BB fisso, anche senza alcuna pressione.
Con la preziosa e gentile collaborazione del negoziante, la penna è stata inviata in ditta per l'assistenza ed è tornata con un pennino ben funzionante. L'intervento è stato efficace, ma ha richiesto praticamente un mese... che non è poco, considerando che il blocco scrittura è facilmente sostituibile, perché è contenuto in un cestello che si avvita nella sezione.
Ecco la mia piccola prova di scrittura.
Questo pennino mi suscita impressioni contrastanti.
Dalle descrizioni mi aspettavo che fosse decisamente più flessibile. La variazione di tratto c'è, però per ottenerla occorre applicare non poca forza. Inoltre il tratto di partenza non è molto sottile; o meglio, per ottenere un tratto veramente sottile bisogna andarci davvero leggerissimi. Il risultato è che, scrivendo normalmente, pare un pennino normale, anche se confortevole. All'inizio ho fatto fatica ad ottenere delle variazioni di tratto significative... e mi sono detto: altro che pennino quasi-calligrafico, come viene reclamizzato!
Applicandomi un po' le cose sono cambiate: effettivamente è una penna che può prestarsi, con qualche limite (anzitutto i miei grandi limiti calligrafici) ad un uso più "artistico": però bisogna andare piano e mettersi d'impegno a dosare la pressione. E come detto, la forza richiesta non è poca.
Direi che è una penna con diverse anime: la si può usare come una penna normale, senza pressione ha un tratto uniforme ed è molto comoda e scorrevole, con un flusso ben dosato e regolare. Ma si può anche premere un po' ed ottenere un tratto più spesso, senza doversi curare di danneggiare il pennino. Scrive benissimo anche a pennino rovesciato: tratto sottilissimo, flusso molto misurato, feedback non fastidioso... è come avere un EF di riserva. E si può provare a farci della calligrafia, con le peculiarità di cui sopra.
Qualche problema l'ho avuto pure col cappuccio della penna.
Non so se sia una caratteristica della penna o un difetto del mio esemplare, ma era tutt'altro che ermetico. Se lo si riempiva d'acqua, dopo 5 minuti era vuoto. Il che causava notevoli problemi di ripartenza: la penna lasciata ferma per un giorno, sia in verticale che in orizzontale, non ripartiva se non dopo qualche minuto a testa in giù, anche con inchiostri fluidi come il Diamine Regency Blue della prova.
Ho rimediato sigillandolo internamente e anche all'esterno, all'inserzione della clip, utilizzando del Blu-Tack. Ora il tappo è ermetico (forse la chiusura a vite però non lo è del tutto) e i problemi di ripartenza sono drasticamente diminuiti. Però si presentano ancora ogni tanto, saltuariamente e comunque solo se la penna viene riposta in verticale... forse è un problema di alimentatore, che così ad occhio mi pare in plastica stampata: però nella scrittura si dimostra costante e adeguato.
La penna è comoda da tenere in mano. Il peso non indifferente e la sezione in metallo non la rendono l'ideale per lunghe sessioni o per l'uso calligrafico. Com'è immaginabile, se le dita si bagnano un po' di sudore la presa non è salda, il che pone qualche difficoltà in rapporto alla pressione elevata che il pennino richiede per variare il tratto.
In definitiva...
Trovo la penna esteticamente appagante, per la sua originalità, la bella resina e le finiture.
Il pennino T-flex non mi convince del tutto, considerando anche il costo non irrilevante. Mi propongo di fare la prova con il V-flex in acciaio, per verificare se sia più flessibile...
Noto qualche limite nella praticità d'uso, un alimentatore forse un po' economico e l'impugnatura un po' liscia. Rimango un po' perplesso sulla questione del cappuccio e delle ripartenze.
Infine vi segnalo che il caricamento non sembra essere un vero stantuffo, bensì un built-in converter. La capacità è limitata e il fondello non si muove verticalmente quando azionato, inoltre ha una sorta di frizione a fine corsa, in ambo i sensi.
L'uso è piuttosto comodo, anche perché mettendo la penna controluce è possibile osservare la posizione del pistone. Anche la pulizia non pone problemi particolari, posto che è possibile svitare facilmente il gruppo pennino. Però di per sé il meccanismo non è accessibile.
Ho anche notato, pulendo la penna, che se aziono il pistone tenendo la penna col pennino verso l'alto, a volte trafila un po' d'acqua dal fondello. Preciso di non aver mai avuto problemi di perdite d'inchiostro (nemmeno all'interno del fusto, che si vedrebbero vista la trasparenza della resina), anche caricando con il Pen Filler Pineider... però questa cosa mi lascia qualche perplessità!
Insomma, l'impatto iniziale (sia col pennino originale che dopo l'assistenza) non era stato un granché; però con l'uso ho imparato ad apprezzarne le caratteristiche positive. In definitiva devo dire che mi piace: piano piano (anzi... adagio!) e con qualche perplessità...
Ho deciso di condividere le mie impressioni perché mi sembra una penna interessante e ho notato una generale mancanza di recensioni; però avverto che saranno necessariamente parziali e personali, vista la mia assenza di esperienza con le stilografiche di produzione contemporanea.
La penna arriva in una bella confezione in carta telata rossa, dall'aspetto pratico ma anche funzionale. Sicuramente non è un imballaggio costoso, ma fa la sua figura. Una volta estratto il cuscinetto interno su cui poggia la penna, si può usare come astuccio rigido o portaoggetti. A me piace.
...un po' di suspance...
nel frattempo diciamo che anche la fascia di prezzo la rende interessante: si trova a meno di 150 euro col pennino in acciaio e poco sopra i 200 col T-flex.
Si tratta di una penna dal design' particolare: è il motivo che mi ha spinto ad acquistarla.
A me personalmente piace molto, anche se probabilmente strizza l'occhio più al mercato americano. Sono consapevole che molti non apprezzeranno...
Le dimensioni sono medie: 135mm chiusa, circa 120 aperta. Il peso non è irrilevante: 40g abbondanti "a secco". In particolare il cappuccio è grande e pesante: tenerlo postato è impossibile perché sbilancia nettamente la penna e si incastra pure male.
Due cose caratterizzano questa penna: la resina cangiante e l'uso del metallo per sezione e terminali.
La resina, proposta in tre tonalità (un blu intenso, un giallo ambrato spiccatamente trasparente e questo verde acqua) a me piace molto perché è rigida, lucida, cangiante, molto variegata con un aspetto lattescente e una certa trasparenza. Nel mio esemplare, però, il match fra la resina del cappuccio e quella del corpo non è perfetto: la prima è decisamente più verde e trasparente, la seconda più lattiginosa e opaca...
L'utilizzo del metallo contribuisce al peso non indifferente. A me i terminali lucidi piacciono molto, come la clip sinuosa; la grande vera centrale mi sembra lavorata in modo pregevole e dovrebbe essere in argento.
Può piacere o meno, come detto ha forme piuttosto inconsuete, ma sicuramente c'è del lavoro di design e del buon artigianato.
Ho scelto il pennino T-flex, in titanio e flessibile, come dice il nome.
Inizialmente devo aver beccato un esemplare fallato: il flusso era sempre spaventosamente abbondante, tale da rendere il tratto un BB fisso, anche senza alcuna pressione.
Con la preziosa e gentile collaborazione del negoziante, la penna è stata inviata in ditta per l'assistenza ed è tornata con un pennino ben funzionante. L'intervento è stato efficace, ma ha richiesto praticamente un mese... che non è poco, considerando che il blocco scrittura è facilmente sostituibile, perché è contenuto in un cestello che si avvita nella sezione.
Ecco la mia piccola prova di scrittura.
Questo pennino mi suscita impressioni contrastanti.
Dalle descrizioni mi aspettavo che fosse decisamente più flessibile. La variazione di tratto c'è, però per ottenerla occorre applicare non poca forza. Inoltre il tratto di partenza non è molto sottile; o meglio, per ottenere un tratto veramente sottile bisogna andarci davvero leggerissimi. Il risultato è che, scrivendo normalmente, pare un pennino normale, anche se confortevole. All'inizio ho fatto fatica ad ottenere delle variazioni di tratto significative... e mi sono detto: altro che pennino quasi-calligrafico, come viene reclamizzato!
Applicandomi un po' le cose sono cambiate: effettivamente è una penna che può prestarsi, con qualche limite (anzitutto i miei grandi limiti calligrafici) ad un uso più "artistico": però bisogna andare piano e mettersi d'impegno a dosare la pressione. E come detto, la forza richiesta non è poca.
Direi che è una penna con diverse anime: la si può usare come una penna normale, senza pressione ha un tratto uniforme ed è molto comoda e scorrevole, con un flusso ben dosato e regolare. Ma si può anche premere un po' ed ottenere un tratto più spesso, senza doversi curare di danneggiare il pennino. Scrive benissimo anche a pennino rovesciato: tratto sottilissimo, flusso molto misurato, feedback non fastidioso... è come avere un EF di riserva. E si può provare a farci della calligrafia, con le peculiarità di cui sopra.
Qualche problema l'ho avuto pure col cappuccio della penna.
Non so se sia una caratteristica della penna o un difetto del mio esemplare, ma era tutt'altro che ermetico. Se lo si riempiva d'acqua, dopo 5 minuti era vuoto. Il che causava notevoli problemi di ripartenza: la penna lasciata ferma per un giorno, sia in verticale che in orizzontale, non ripartiva se non dopo qualche minuto a testa in giù, anche con inchiostri fluidi come il Diamine Regency Blue della prova.
Ho rimediato sigillandolo internamente e anche all'esterno, all'inserzione della clip, utilizzando del Blu-Tack. Ora il tappo è ermetico (forse la chiusura a vite però non lo è del tutto) e i problemi di ripartenza sono drasticamente diminuiti. Però si presentano ancora ogni tanto, saltuariamente e comunque solo se la penna viene riposta in verticale... forse è un problema di alimentatore, che così ad occhio mi pare in plastica stampata: però nella scrittura si dimostra costante e adeguato.
La penna è comoda da tenere in mano. Il peso non indifferente e la sezione in metallo non la rendono l'ideale per lunghe sessioni o per l'uso calligrafico. Com'è immaginabile, se le dita si bagnano un po' di sudore la presa non è salda, il che pone qualche difficoltà in rapporto alla pressione elevata che il pennino richiede per variare il tratto.
In definitiva...
Trovo la penna esteticamente appagante, per la sua originalità, la bella resina e le finiture.
Il pennino T-flex non mi convince del tutto, considerando anche il costo non irrilevante. Mi propongo di fare la prova con il V-flex in acciaio, per verificare se sia più flessibile...
Noto qualche limite nella praticità d'uso, un alimentatore forse un po' economico e l'impugnatura un po' liscia. Rimango un po' perplesso sulla questione del cappuccio e delle ripartenze.
Infine vi segnalo che il caricamento non sembra essere un vero stantuffo, bensì un built-in converter. La capacità è limitata e il fondello non si muove verticalmente quando azionato, inoltre ha una sorta di frizione a fine corsa, in ambo i sensi.
L'uso è piuttosto comodo, anche perché mettendo la penna controluce è possibile osservare la posizione del pistone. Anche la pulizia non pone problemi particolari, posto che è possibile svitare facilmente il gruppo pennino. Però di per sé il meccanismo non è accessibile.
Ho anche notato, pulendo la penna, che se aziono il pistone tenendo la penna col pennino verso l'alto, a volte trafila un po' d'acqua dal fondello. Preciso di non aver mai avuto problemi di perdite d'inchiostro (nemmeno all'interno del fusto, che si vedrebbero vista la trasparenza della resina), anche caricando con il Pen Filler Pineider... però questa cosa mi lascia qualche perplessità!
Insomma, l'impatto iniziale (sia col pennino originale che dopo l'assistenza) non era stato un granché; però con l'uso ho imparato ad apprezzarne le caratteristiche positive. In definitiva devo dire che mi piace: piano piano (anzi... adagio!) e con qualche perplessità...